Blog di Krugman

Parodia del keynesismo (26 giugno 2013)

 

June 26, 2013, 11:32 am

Karicature Keynesianism

Via Brad DeLong, Daniel Kuehn protests a really stupid argument by Stephen Landsburg; he does the work, and no need for me to follow up.

But let me note that Landsburg’s latest unfortunate intervention follows a well-trodden path: that of starting from the proposition that Keynesians are themselves really, really stupid — a proposition argued not by pointing to anything actual Keynesians say, but instead by presenting a caricature that supposedly is what Keynesians believe. Call it Karicature Keynesianism.

Anyone who’s followed the various attacks on yours truly knows what I mean: Keynesians believe that budget deficits never matter, that increasing demand can solve all economic problems, that there’s no such thing as a supply side to the economy, that more spending is always good. You can see it even in the comments to Kuehn’s post, with people expressing doubt about whether there’s crowding out in my textbook. Let me suggest a very difficult research project: how about actually looking at the book?

Now, to some extent Karicature Keynesianism involves extrapolating what people like me say about policy in a depressed economy with interest rates up against the zero lower bound and pretending that this is what we say in all situations. But where’s this urge to caricature coming from?

I’d say that it’s actually a form a flattery. If Keynesians had made a lot of bad predictions in recent years — if inflation or interest rates had soared, if austerity had produced prosperity — the other side could go after what we actually said and say. But reality, it turns out, has a well-known Keynesian bias. So the people who’ve gotten everything wrong are reduced to attacking an economic doctrine that has worked pretty well by misrepresenting that doctrine, and claiming that it’s stupid and absurd.

By the way, the man who really brought Keynesianism into the classroom — who was responsible for what we now call the “Keynesian cross” — was Paul Samuelson. And while arguing from the qualities of individuals isn’t the main way you should assess anything, still: maybe you think I’m stupid (a remarkable number of people apparently do believe that), but do you really imagine that Paul Samuelson was an idiot promoting a moronic set of ideas?

Anyway, as I said, ultimately being caricatured like this is a compliment.

 

Parodia del keynesismo

 

Tramite Brad DeLong, Daniel Kuehn se la prende con un argomento davvero stupido di Stephen Landsburg; il lavoro lo fa lui e non c’è bisogno che io insista.

Ma fatemi notare che l’ultimo infelice intervento di Landsburg segue un sentiero assai battuto: quello di partire dal concetto che i keynesiani sono di per sé davvero stupidi – un concetto sostenuto senza indicare niente di effettivamente detto dai keynesiani, ma piuttosto presentando una caricatura di quello che si pensa che i keynesiani credano. Chiamiamola parodia del keynesismo.

Chiunque abbia seguito i vari attacchi al sottoscritto sa cosa intendo: i keynesiani credono che i deficit di bilancio non siano mai importanti, che la domanda possa dare risposte a tutti i problemi economici, che non ci sia nell’economia un oggetto come l’offerta, che una maggiore spesa pubblica sia sempre un bene. Lo potete vedere anche nei commenti al post di Kuehn, con le persone che avanzano il dubbio sul fatto che qualcosa sia stata tirato fuori dal mio libro di testo. Vorrei suggerire un progetto di ricerca molto arduo: che ne dite di dare davvero un occhiata al libro?

Ora, in qualche misura la parodia del keynesismo ha a che fare con estrapolazioni di quello che persone come me hanno detto a proposito della politica in una economia depressa con tassi di interesse prossimi al limite inferiore dello zero e pretendendo che questo sia quello che sosteniamo in tutte le situazioni. Ma da dove viene questo bisogno di caricatura?

Direi che si tratta effettivamente di una forma di lusinga. I keynesiani hanno prodotto un sacco di previsioni negative negli anni recenti – a proposito del fatto se l’inflazione e i tassi di interesse sarebbero saliti alle stesse o se l’austerità avrebbe prodotto prosperità – l’altra parte poteva venirci dietro in quello che abbiamo detto e diciamo. Ma la realtà, si scopre, ha una specie di inclinazione nota verso il keynesismo. Dunque, le persone che hanno sbagliato quasi tutto sono costrette ad attaccare una dottrina economica che ha funzionato abbastanza bene deformando quella dottrina, sostenendo che è stupida ed assurda.

Per inciso, l’uomo che portò realmente il Keynesismo nelle università – che fu responsabile di quello che oggi chiamiamo la “croce keynesiana” [1]– fu Paul Samuelson. E mentre litigare sulle qualità delle persone non è il modo principale nel quale si dovrebbe valutare alcunché, ciononostante: può darsi che io sia stupido (un considerevole numero di persone apparentemente lo crede), ma credete davvero che Paul Samuelson fosse un idiota che promuoveva uno stupido complesso di idee?

In ogni caso, come ho detto, di recente essere oggetto di caricature come questa è un complimento.

[1] Il diagramma della “croce keynesiana” è quello che dimostra la relazione tra domanda aggregata ed offerta aggregata.

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