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Trump fa sembrare Caligola abbastanza decente, di Paul Krugman (New York Times 18 agosto 2017)

 

Trump Makes Caligula Look Pretty Good

Paul Krugman AUG. 18, 2017

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Even before the media obsession with Hillary Clinton’s email server put The Worst President Ever in the White House, historians were comparing Donald Trump to Caligula, the cruel, depraved Roman emperor who delighted in humiliating others, especially members of the empire’s elite. But seven months into the Trump administration, we can see that this comparison was unfair.

For one thing, Caligula did not, as far as we know, foment ethnic violence within the empire. For another, again as far as we know, Rome’s government continued to function reasonably well despite his antics: Provincial governors continued to maintain order, the army continued to defend the borders, there were no economic crises.

Finally, when his behavior became truly intolerable, Rome’s elite did what the party now controlling Congress seems unable even to contemplate: It found a way to get rid of him.

Anyone with eyes — eyes not glued to Fox News, anyway — has long realized that Trump is utterly incapable, morally and intellectually, of filling the office he holds. But in the past few days things seem to have reached a critical mass.

Journalists have stopped seizing on brief moments of not-craziness to declare Trump “presidential”; business leaders have stopped trying to curry favor by lending Trump an air of respectability; even military leaders have gone as far as they can to dissociate themselves from administration pronouncements.

Put it this way: “Not my president” used to sound like an extreme slogan. Now it has more or less become the operating principle for key parts of the U.S. system.

Despite this, it may seem on the surface as if the republic is continuing to function normally. We’re still adding jobs; stocks are up; public services continue to be delivered.

But remember, this administration has yet to confront a crisis not of its own making. Furthermore, a series of scary deadlines are looming. Never mind tax reform. Congress has to act within the next few weeks to enact a budget, or the government will shut down; to raise the debt ceiling, or the U.S. will go into default; to renew the Children’s Health Insurance Program, or millions of children will lose coverage.

So who’s going to ensure that these critical deadlines are met? Not Trump, who’s too busy praising white supremacists and promoting his businesses. Maybe Republican leaders in Congress will still be able to wrangle their extremist members, who see crippling the government as a good thing, into the necessary deals.

But the revelation that these leaders were lying about health care all those years has destroyed their intellectual credibility — remember when people took Paul Ryan’s pretense of policy expertise seriously? And their association with President Caligula has destroyed their moral credibility, too. They could keep the government functioning by dealing with Democrats, but they’re afraid to do that, for the same reason they’re afraid to confront the madman in the White House.

For here’s the situation: Everyone in Washington now knows that we have a president who never meant it when he swore to defend the Constitution. He violates that oath just about every day and is never going to get any better.

The good news is that the founding fathers contemplated that possibility and offered a constitutional remedy: Unlike the senators of ancient Rome, who had to conspire with the Praetorian Guard to get Caligula assassinated, the U.S. Congress has the ability to remove a rogue president.

But a third of the country still approves of that rogue president — and that third amounts to a huge majority of the G.O.P. base. So all we get from the vast majority of elected Republicans are off-the-record expressions of “dismay” or denunciations of bigotry that somehow fail to name the bigot in chief.

It’s not just that Republicans fear primary challenges from candidates pandering to the racist right, although they do; Trump is already supporting challengers to Republicans he considers insufficiently loyal.

The fact is that white supremacists have long been a key if unacknowledged part of the G.O.P. coalition, and Republicans need those votes to win general elections. Given the profiles in cowardice they’ve presented so far, it’s hard to imagine anything — up to and including evidence of collusion with a foreign power — that would make them risk losing those voters’ support.

So the odds are that we’re stuck with a malevolent, incompetent president whom nobody knowledgeable respects, and many consider illegitimate. If so, we have to hope that our country somehow stumbles through the next year and a half without catastrophe, and that the midterm elections transform the political calculus and make the Constitution great again.

If that doesn’t happen, all one can say is God save America. Because all indications are that the Republicans won’t.

 

Trump fa sembrare Caligola abbastanza decente, di Paul Krugman

New York Times 18 agosto 2017

Anche prima che l’ossessione dei media per il server delle mail di Hillary Clinton collocasse il Peggior Presidente di Sempre alla Casa Bianca, gli storici facevano confronti tra Donald Trump e Caligola, il crudele, depravato Imperatore romano che si deliziava ad umiliare gli altri, specialmente i membri della classe dirigente imperiale. Ma dopo sette mesi della Amministrazione Trump, ci possiamo rendere conto che era un paragone ingiusto.

Da una parte, Caligola non fomentava, per quanto se ne sa, la violenza etnica all’interno dell’Impero. Inoltre, sempre per quanto ne sappiamo, il Governo di Roma proseguì le sue funzioni in modo ragionevolmente decente, nonostante le sue buffonate: i governatori delle Province continuarono a mantenere l’ordine, l’esercito continuò a difendere i confini, non ci furono crisi economiche.

Infine, quando il comportamente dell’Imperatore divenne effettivamente intollerabile, la classe dirigente di Roma fece quello che il partito che controlla il Congresso sembra persino incapace di prendere in considerazione: trovò un modo per sbarazzarsene.

Chiunque sia capace di osservare – comunque che non stia appiccicato a Fox News – ha da tempo compreso che Trump è completamente incapace, moralmente e intellettualmente, di ricoprire la carica che detiene. Ma nei giorni passati sembra che la situazione abbia raggiunto un punto critico.

I giornalisti hanno smesso di approfittare dei brevi momenti di non follia per dichiarare Trump “presidenziale”; i leader delle imprese hanno smesso di cercare di ingraziarselo dando a Trump una parvenza di rispettabilità; persino i dirigenti delle Forze Armate si sono spinti avanti quanto potevano per dissociarsi dai pronunciamenti della Amministrazione.

Diciamo così: “Non è il mio Presidente” sembrava uno slogan estremistico. Ora è più o meno diventato un principio di comportamento per settori fondamentali del sistema statunitense.

Nonostante questo, alla superficie sembra che la repubblica stia continuando a funzionare normalmente. I posti di lavoro continuano a crescere; le azioni sono in salita; i servizi pubblici continuano a funzionare.

Ma si ricordi, questa Amministrazione deve ancora misurarsi con una crisi che non dipenda dalla sua condotta. Inoltre, incombono una serie di scadenze. Non mi riferisco alla riforma del fisco. Entro le prossime settimane il Congresso deve legiferare in materia di bilancio, altrimenti il Governo potrà chiudere bottega; deve alzare il tetto del debito, altrimenti gli Stati Uniti andranno in default; deve rinnovare il programma per la Assicurazione Sanitaria dei bambini, altrimenti milioni di minori perderanno la copertura assicurativa.

Dunque, chi sta garantendo che queste scadenze critiche siano affrontate? Non Trump, che è troppo occupato ad elogiare i suprematisti bianchi e a promuovere i suoi affari. Forse i dirigenti repubblicani nel Congresso saranno ancora capaci di mercanteggiare gli accordi necessari con i loro membri estremisti, che considerano paralizzare il Governo come una cosa positiva [1].

Ma la rivelazione che questi leader avevano mentito sulla riforma sanitaria per tutti quegli anni ha distrutto la loro credibilità intellettuale – ci si ricorda di quando si prendeva sul serio la pretesa esperienza politica di Paul Ryan? E la loro collaborazione con il Presidente Caligola ha distrutto anche la loro credibilità morale. Potrebbero continuare a far funzionare la pubblica amministrazione accordandosi con i democratici, ma hanno paura di farlo, nello stesso modo in cui hanno paura a scontrarsi con il pazzo alla Casa Bianca.

Perché questa è la situazione: tutti a Washington adesso sanno che abbiamo un Presidente che quando giurava di difendere la Costituzione non ne aveva alcuna intenzione. Egli viola quel giuramento quasi quotidianamente e non ha alcuna intenzione di migliorare.

La buona notizia è che i Padri Fondatori avevano previsto quella possibilità ed offerto un rimedio costituzionale: diversamente dai Senatori dell’antica Roma, che avevano dovuto cospirare con la Guardia Pretoriana per far assassinare Caligola, il Congresso degli Stati Uniti ha la possibilità di rimuovere un Presidente sleale.

Ma un terzo del paese approva ancora quel presidente ribaldo – e quel terzo corrisponde alla grande maggioranza della base repubblicana. Così, tutto quello che otteniamo dalla grande maggioranza dei repubblicani eletti sono espressioni d sconcerto in via confidenziale, oppure denunce di faziosità che in qualche modo tacciono il nome del fazioso-in-capo.

Non si tratta solo del fatto che i repubblicani temono la sfida alle primarie da parte di candidati che cono compiacenti con la destra razzista, per quanto la temano; Trump sta già sostenendo gli sfidanti dei repubblicani che considera insufficientemente fedeli.

Il fatto è che i suprematisti bianchi sono stati da lungo tempo una parte cruciale, per quanto non riconosciuta, della coalizione del Partito Repubblicano, e i repubblicani hanno bisogno di quei voti per vincere alle elezioni generali. Dati i profili di codardia che essi hanno mostrato sino a questo punto, è difficile immaginare qualsiasi cosa li farebbe rischiare di perdere il sostegno di quegli elettori, comprese le prove di collusione con una potenza straniera.

Dunque con tutta probabilità siamo bloccati con un Presidente sinistro e incompetente, verso il quale nessuna persona informata ha rispetto, e che molti considerano illegittimo. Se è così, dobbiamo sperare che il nostro paese in qualche modo si arrabatti per il prossimo anno e mezzo senza disastri, e che le elezioni di medio termine modifichino il calcolo politico e rendano la la Costituzione ancora una volta grande.

Se questo non accade, si potrà lo stesso dire che è Dio che salva l’America. Perché tutte le indicazioni sono che i repubblicani non la salveranno.

 

 

 

 

 

 

[1] Pare che il problema sia che una componente dei congressisti repubblicani sia davvero orientata a non votare il cosiddetto innalzamento del ‘tetto del debito’, perché considera le conseguenze che questo provocherebbe alla amministrazione pubblica ‘meritate’. C’è in questo una certa logica, perché se il Governo è il Male, tanto vale “azzopparlo” (to cripple) anche se a governare sono loro.

La minaccia di bloccare l’andamento delle funzioni pubbliche, che nel recente passato era rivolta ai democratici, adesso sarebbe rivolta alla pubblica amministrazione, che viene percepita come il nemico in quanto tale.

 

 

 

 

 

 

 

 

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