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Ricorrere alla corruzione, di Paul Krugman (New York Times 18 dicembre 2017)

 

Passing Through to Corruption

Paul Krugman DEC. 18, 2017

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Unless something drastic happens, this will be the week Republicans ram through a tax cut that adds more than a trillion dollars to federal debt while undermining health care for millions. They will do so by violating all previous norms for major legislation, having held not a single hearing and rushed to a vote before the new senator from Alabama could be seated.

The question is, why are they doing this? For this bill isn’t just a policy crime; it also seems to be a political mistake. It will, however, be good, one way or another, for the bank accounts of quite a few Republican members of Congress. Is that why it will pass?

About the politics: Normally, politicians willing to add a trillion dollars to the debt can hand out enough goodies to make their plans popular, at least for a while. The George W. Bush tax cuts heavily favored the rich over the middle class, but they contained enough clear middle-class tax cuts to have broad public approval, at least at first.

This bill, however, faces heavy disapproval. Ordinary voters may not be able to parse all the details, but they have figured out that this bill is a giveaway to corporations and the wealthy that will end up hurting most families. This negative view isn’t likely to change.

Nevertheless, Republicans have persisted. Why?

One answer may be that they really believe that tax cuts will unleash a huge economic boom. There’s almost complete consensus among experts that it will do no such thing — but the G.O.P. has been waging war on expertise in all fields. (Among the terms reportedly banned by the Centers for Disease Control and Prevention are “evidence based” and “science based.”)

So you get people like the Republican congressman who told CNBC’s John Harwood that his colleagues told him there are models predicting huge gains (there aren’t), that he doesn’t know what those models are, but that he trusts his party’s line.

Another answer may be that Republicans believe that legislative victories put “points on the board,” helping their electoral prospects, even if the bills are unpopular. Obama officials thought the same thing back in 2009 — but they were wrong: Major legislative victories on economic stimulus, health care and financial reform did nothing to stop disastrous losses in the 2010 midterm elections.

The final, and most disturbing, possible explanation for the behavior of Republican legislators is that they’re supporting legislation, knowing that it’s bad for both the country and their party, because it’s good for them personally.

Some Republicans have been quite open in saying that they felt compelled to push forward on corporate tax cuts to please their donors. But I’m talking about more than campaign finance; I’m talking about personal payoffs.

Raw bribery probably isn’t the issue, although insider trading based on close relationships with companies affected by legislation may be a much bigger deal than most realize. But the revolving door is an even bigger deal. When members of Congress leave their positions, voluntarily or not, their next jobs often involve lobbying of some kind. This gives them an incentive to keep the big-money guys happy, never mind what voters think.

One perverse effect of this incentive is that recent G.O.P. electoral losses may have strengthened the party’s determination to do unpopular things. Suppose you represent a mildly Republican-leaning district in, say, California or New York. Given what looks like a building Democratic wave, your odds of keeping that seat next year look low whatever you do — so it’s time to focus on pleasing your future employers on K Street.

And when it comes to the Senate, bear in mind that many senators are personally wealthy, meaning that they might be swayed by policies that enhance their personal fortunes. Which brings us to the “Corker kickback.”

Senator Bob Corker, citing concerns about the deficit, was the only Republican to vote against the Senate version of the tax bill. Now, however, he says he will vote for a final version that is no better when it comes to fiscal probity. What changed?

Well, one thing that changed was the insertion of a provision that wasn’t in the Senate bill: Real estate companies were added to the list of “pass-through” businesses whose owners will get sharply lower tax rates. These pass-through provisions are arguably the worst feature of the bill. They will open the tax system to a huge amount of gaming, of exploiting legal loopholes to avoid tax.

But one thing they will also do, thanks to that last-minute addition, is give huge tax breaks to elected officials who own a lot of income-producing real estate — officials like Donald Trump and, yes, Bob Corker.

Corker denies that he had any role in adding that provision. But he has offered no coherent alternative explanation of what changed his mind about voting for a bill that explodes the deficit.

We may never know exactly what happened with Corker. But there’s every reason to believe that Republicans in Congress are taking their cues from a president who openly uses his office to enrich himself. Goodbye, ideology; hello, corruption.

 

Ricorrere alla corruzione, di Paul Krugman

New York Times 18 dicembre 2017

Se non accade qualcosa di estremo, questa sarà la settimana nella quale i repubblicani faranno approvare una taglio sulle tasse che aumenta di un migliaio di miliardi il debito federale mentre pregiudica per milioni di americani l’assistenza sanitaria. Lo faranno violando tutte le norme precedenti per le leggi importanti, non avendo tenuto una sola audizione ed essendosi precipitati al voto prima che il nuovo Senatore dell’Alabama potesse antrare in carica.

La domanda è, perché lo fanno? Perché questa proposta non è solo un abbrobrio nei contenuti; sembra anche un errore di calcolo politico. Tuttavia, sarà, in un modo o nell’altro, positiva per i conti in banca di un buon numero di membri repubblicani del Congresso. È la ragione per la quale verrà approvata?

Sugli aspetti politici: normalmente, la volontà degli uomini politici di aumentare di un migliaio di miliardi il debito permette di distribuire abbastanza benefici da rendere i loro progetti popolari, almeno per un po’. I tagli alle tasse di George W. Bush favorirono pesantemente i ricchi rispetto ai ceti medi, ma contenevano tagli alle tasse abbastanza chiari per la classe media da ricevere una vasta approvazione dall’opinione pubblica, almeno agli inizi.

Tuttavia, l’ìattuale proposta si misura con una pesante disapprovazione. Gli elettori comuni possono non essere capaci di analizzarla nei dettagli, ma hanno compreso che questa proposta è un regalo per le grandi società e per i ricchi che finirà per danneggiare la maggioranza delle famiglie. Questa opinione negativa non è probabile che si modifichi.

Cionondimeno, i repubblicani sono andati avanti. Perché?

Una risposta potrebbe essere che credono realmente che gli sgravi fiscali libereranno una vasta espansione dell’economia. C’è un consenso quasi generale tra gli esperti che non accadrà niente del genere – ma il Partito Repubblicano ha dichiarato guerra alle competenze in tutti i campi (tra le parole che secondo i resoconti sono state messe al bando dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, ci sono le espressioni “basato sulle prove” e “basato sulla scienza”).

Cosicché ci sono individui come quel congressista repubblicano che ha raccontato a John Harwood della CNBC che i suoi colleghi gli hanno riferito che esistono modelli che prevedono grandi guadagni (in realtà, non esistono), che egli non sa quali modelli siano, ma si fida della linea del suo partito.

Un’altra risposta potrebbe essere che i repubblicani credono che le vittorie legislative ‘alzano il punteggio sul tabellone’, aiutando le loro prospettive elettorali anche se le leggi sono impopolari. I dirigenti di Obama pensavano la stessa cosa nel passato 2009 – eppure sbagliavano: importanti vittorie legislative sugli stimoli all’economia, sulla assistenza sanitaria e la riforma del settore finanziario non impedirono in nessun modo le disastrose perdite alle elezioni di medio termine del 2010.

L’ultima, e la più inquietante, possibile spiegazione per la condotta dei legislatori repubblicani è che essi stiano sostenendo la legge sapendo che essa è negativa per il paese e per il loro partito, perché per loro personalmente è vantaggiosa.

Alcuni repubblicani sono stati abbastanza espliciti nel dire che si sono sentiti costretti a spingere in avanti i tagli sulle tasse delle grandi società per compiacere i loro finanziatori. Ma sto parlando d qualcosa di più dei finanziamenti elettorali; sto parlando di vantaggi personali.

Il tema probabilmente non sono le rozze bustarelle, sebbene il reato di insider trading basato su strette relazioni con le società beneficiate dalla legislazione potrebbe essere una faccenda assai più seria di quanto la maggioranza delle persone comprenda. Ma la ‘porta girevole’ è una faccenda persino più grande. Quando i membri del Congresso lasciano la loro carica, volontariamente o no, i loro successivi lavori spesso riguardano attivià lobbistiche di qualche genere. È questo che dà loro un incentivo a soddisfare gli individui del grande capitale, a prescindere da quello che pensano gli elettori.

Un effetto perverso di questo incentivo è che le recenti perdite elettorali del Partito Repubblicano possono aver rafforzato la determinazione del partito a fare cose impopolari. Supponiamo che rappresentiate un distretto elettorale di leggera tendenza repubblicana, ad esempio in California o a New York. Considerata qulla che sembra essere un’ondata democratica in formazione, la vostra probabilità di ottenere il prossimo anno quei seggi appare bassa qualsiasi cosa facciate – dunque è tempo di concentrarsi nel compiacere i vostri futuri datori di lavoro a K Street [1].

E quando si passa al Senato, si tenga a mente che molti Senatori sono personalmente ricchi, il che comporta che potrebbero essere influenzati da politiche che accrescono le loro fortune personali. Il che ci porta alla questione della “mazzetta del Senatore Corker”.

Il Senatore Bob Corker, a proposito di preoccupazioni sul deficit, era il solo repubblicano contrario alla versione del Senato della proposta di legge sul fisco. Ciononostante, adesso egli sostiene che voterà a favore della versione finale, che non è in alcun modo migliore quanto a correttezza contributiva. Cosa è cambiato?

Ebbene, una cosa che è cambiata è stato l’inserimento di una disposizione che non era nella proposta del Senato: le società patrimoniali sono state aggiunte alla lista delle imprese “pass-through” [2], i cui proprietari otterranno aliquote fiscali drasticamente più basse. Il sistema fiscale si aprirà ad una grande quantità di giochi, di sfruttamento delle scappatoie legali per eludere la tassazione.

Ma un’altra cosa che faranno, grazie a quella aggiunta dell’ultimo minuto, è quella di dare vasti sgravi fiscali ai detentori elettivi di cariche pubbliche che possiedono grandi quantità di patrimoni che producono reddito – uomini pubblici come Donald Trump e, proprio così, Bob Corker. Corker nega di aver avuto un qualche ruolo nella aggiunta di quella disposizione. Ma non ha offerto alcuna coerente spiegazione alternativa di quello che è cambiato nella sua testa sul votare una proposta di legge che fa esplodere il deficit.

Che cosa sia accaduto a Corker non lo sapremo mai esattamente. Ma ci sono tutte le ragioni per credere che i repubblicani del Congresso stiano prendendo spunti da un Presidente che utilizza apertamente la sua carica per arricchirsi. Addio ideologie; benvenuta corruzione.

 

 

 

 

[1] È il nome della strada di Washington nella quale si concentrano molte associazioni lobbistiche.

[2] Una “pass-through entity” (oppure “flow-through entity”) è una persona giuridica nella quale il reddito fluisce agli investitori o ai proprietari, che dunque pagano le tasse in una unica soluzione e non distintamente come persone fisiche e come società. Letteralmente significa che il reddito di quelle società “attraversa, fluisce” dalle tasse sulle società alle tasse personali. Il che comporta una cospicua riduzione delle imposte complessive.

 

 

 

 

 

 

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