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Questa terra di rifiuto e di morte, di Paul Krugman (New York Times, 30 marzo 2020)

 

March 30, 2020

This Land of Denial and Death

By Paul Krugman

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Death comes at you fast. Just three weeks ago the official line at the White House and Fox News was that the coronavirus was no big deal, that claims to the contrary were a politically motivated hoax perpetrated by people out to get Donald Trump. Now we have a full-blown health crisis in New York, and all indications are that many other cities will soon find themselves in the same situation.

And it will almost certainly get much worse. The United States is on the worst trajectory of any advanced country — yes, worse than Italy at the same stage of the pandemic — with confirmed cases doubling every three days.

I’m not sure that people understand, even now, what that kind of exponential growth implies. But if cases kept growing at their current rate for a month, they would increase by a factor of a thousand, and almost half of Americans would be infected.

We hope that won’t happen. Many although not all states have gone into lockdown, and both epidemiological models and some early evidence suggest that this will “flatten the curve,” that is, substantially slow the virus’s spread. But as we wait to see just how bad our national nightmare will get, it’s worth stepping back for a few minutes to ask why America has handled this crisis so badly.

Incredibly bad leadership at the top is clearly an important factor. Thousands of Americans are dying, and the president is boasting about his TV ratings.

But this isn’t just about one man. Neither the scientific denial that crippled the initial response to this pandemic, nor the tens of thousands of unnecessary deaths that now seem likely, are unique to Covid-19. Among advanced countries, the United States has long stood out as the land of denial and death. It’s just that we’re now seeing these national character flaws play out at a vastly accelerated rate.

About denial: Epidemiologists trying to get a handle on the coronavirus threat appear to have been caught off guard by the immediate politicization of their work, the claims that they were perpetrating a hoax designed to hurt Trump, or promote socialism, or something. But they should have expected that reaction, since climate scientists have faced the same accusations for years.

And while climate-change denial is a worldwide phenomenon, its epicenter is clearly here in America: Republicans are the world’s only major climate-denialist party.

Nor is climate science the only thing they reject; not one of the candidates contending for the G.O.P.’s 2016 nomination was willing to endorse the theory of evolution.

What lies behind Republican science denial? The answer seems to be a combination of fealty to special interests and fealty to evangelical Christian leaders like Jerry Falwell Jr., who dismissed the coronavirus as a plot against Trump, then reopened his university despite health officials’ warnings, and seems to have created his own personal viral hot spot.

The point, in any case, is that decades of science denial on multiple fronts set the stage for the virus denial that paralyzed U.S. policy during the crucial early weeks of the current pandemic.

About death: I still sometimes encounter people convinced that America has the world’s highest life expectancy. After all, aren’t we the world’s greatest nation? In fact, we have the lowest life expectancy among advanced countries, and the gap has been steadily widening for decades.

This widening gap, in turn, surely reflects both America’s unique lack of universal health insurance and its equally unique surge in “deaths of despair” — deaths from drugs, alcohol and suicide — among working-class whites who have seen economic opportunities disappear.

Is there a link between the hundreds of thousands of excess deaths we suffer every year compared with other rich countries and the tens of thousands of additional excess deaths we’re about to suffer from the coronavirus? The answer is surely yes.

In particular, when we conduct a post-mortem on this pandemic — a stock phrase that, in this case, isn’t a metaphor — we’ll probably find that the same hostility to government that routinely undermines efforts to help Americans in need played a crucial role in slowing an effective response to the current crisis.

What about the larger picture? Is there a link between the uniquely American prevalence of science denial and America’s uniquely high mortality? To be honest, I’m still trying to figure this out.

One possible story is that the U.S. political landscape gives special power to the anti-science religious right, which has lent its support to anti-government politicians. But I’m not sure whether this is the whole story, and the power of people like Falwell is itself a phenomenon that demands explanation.

In any case, the point is that while America is a great nation with a glorious history and much to be proud of — I consider myself very much a patriot — the rise of the hard right has, as I said, also turned it into a land of denial and death. This transformation has been taking place gradually over the past few decades; it’s just that now we’re watching the consequences on fast forward.

 

Questa terra di rifiuto e di morte,

di Paul Krugman

 

La morte arriva veloce. Solo tre settimane fa la linea ufficiale della Casa Bianca e di Fox News era che il coronavirus non era un grosso problema, che le affermazioni contrarie erano bufale politicamente interessate messe in giro da persone che avevano di mira Donald Trump. Ora abbiamo una crisi sanitaria conclamata a New York e tutto ci indica che altre città si ritroveranno presto nella stessa situazione.

E quasi certamente avremo molto di peggio. Gli Stati Uniti sono su una traiettoria peggiore di ogni altro paese avanzato – peggiore anche dell’Italia allo stesso stadio della pandemia – con i casi positivi che raddoppiano ogni tre giorni.

Anche adesso, non sono sicuro che la gente comprenda che genere di crescita esponenziale questo implichi. Ma se i casi continuano a crescere al ritmo attuale per un mese, essi aumenterebbero di un fattore di cento, e quasi la metà degli americani sarebbe contagiata.

La mia speranza è che non accada. Molti, sebbene non tutti, gli Stati sono andati in isolamento, e sia i modelli epidemiologici che alcune prime prove indicano che questo “appiattirà la curva”, cioè rallenterà sostanzialmente la diffusione del virus. Ma mentre aspettiamo di verificare quanto sarà brutto il nostro incubo nazionale, vale la pena di fare un passo indietro di pochi istanti per chiederci perché l’America abbia gestito così male questa crisi.

Un importante fattore è stato chiaramente una leadership incredibilmente negativa. Migliaia di americani stanno morendo e il Presidente si sta pavoneggiando sui suoi indici di gradimento televisivi.

Ma la questione non riguarda una persona sola. Anche il rifiuto della scienza che ha paralizzato la risposta iniziale alla pandemia, e le decine di migliaia di morti evitabili che ora sembrano probabili, non sono unicamente attribuibili al Covid-19. Tra i paesi avanzati gli Stati Uniti si sono distinti da tempo come la terra del rifiuto e della morte. Il punto è che adesso stiamo constatando che questi difetti del carattere nazionale stanno entrando in scena con un ritmo enormemente accelerato.

Sul rifiuto: gli epidemiologi che cercano di afferrare la minaccia del coronavirus sembra siano stati presi di sorpresa dalla immediata politicizzazione del loro lavoro, dalle affermazioni secondo le quali stavano mettendo in atto una falsificazione rivolta a danneggiare Trump, o a promuovere il socialismo, o qualcosa del genere. Eppure dovevano aspettarsi quella reazione, dato che gli scienziati del clima avevano fatto fronte per anni alle stesse accuse.

E se il negazionismo del cambiamento climatico è un fenomeno mondiale, il suo epicentro è chiaramente qua in America; i repubblicani sono il solo importante partito al mondo che nega il cambiamento climatico.

Né la scienza del clima è l’unica cosa che rifiutano; nessuno dei candidati in lizza per la candidatura del Partito Repubblicano nel 2016 era disponibile ad appoggiare la teoria dell’evoluzione [1].

Cosa sta dietro il rifiuto repubblicano della scienza? La risposta sembra sia una combinazione di fedeltà a interessi particolari e di fedeltà ai leader evangelici cristiani come Jerry Falwell jr., che ha liquidato il coronavirus come un complotto contro Trump e poi ha riaperto la sua Università nonostante gli ammonimenti delle autorità sanitarie, e pare che abbia prodotto una sua personale area di accesso al virus.

In ogni caso, il punto è che decenni di rifiuto della scienza su vari fronti hanno costituito la premessa al negazionismo del virus che ha paralizzato l’azione del Governo degli Stati Uniti nelle prime cruciali settimane della attuale pandemia.

A proposito della morte: talvolta incontro persone convinte che l’America abbia la più elevata aspettativa di vita al mondo. Dopo tutto, non siamo la più potente nazione del mondo? Di fatto, noi abbiamo la più bassa aspettativa di vita tra i paesi avanzati, e da decenni il divario sta costantemente allargandosi.

Questo divario che si allarga, a sua volta sicuramente riflette la mancanza, unicamente in America, sia di una assicurazione sanitaria universalistica, che la egualmente unica crescita delle “morti per disperazione” – le morti da droghe farmacologiche, da alcol e da suicidi – tra i lavoratori bianchi che hanno visto scomparire le opportunità economiche.

C’è un legame tra le migliaia di morti in eccesso che patiamo ogni anno al confronto con gli altri paesi ricchi e le decine di migliaia di morti aggiuntive in eccesso che stiamo per subire dal coronavirus? La risposta è certamente affermativa.

In particolare, quando condurremo una autopsia sulla pandemia – una frase fatta che, in questo caso, non è una metafora – probabilmente scopriremo che la stessa ostilità alle iniziative di governo che ordinariamente mette a repentaglio gli sforzi per aiutare gli americani bisognosi ha giocato un ruolo cruciale nel rallentare una risposta efficace alla crisi attuale.

Che dire del quadro più generale? C’è un legame tra la prevalenza del rifiuto della scienza unicamente americano e l’elevata mortalità unicamente americana? Onestamente, sto ancora cercando di capirlo.

Una spiegazione possibile è che il paesaggio politico statunitense doti di un potere speciale la destra religiosa antiscientifica, che ha dato il suo sostegno ai politici ostili all’iniziativa pubblica. Ma non sono sicuro che questa sia tutta la spiegazione, e che il potere di individui come Falwell non sia esso stesso un fenomeno che richiede una spiegazione.

In ogni caso, il punto è che mentre l’America è una grande nazione con una storia gloriosa e molto di cui andare orgogliosi – io mi considero davvero un patriota – la crescita di una destra estrema l’ha anche trasformata, come ho detto, in una terra del rifiuto e della morte. Questa trasformazione ha preso piede gradualmente nel corso dei decenni passati; ciò che adesso stiamo osservando sono solo i sintomi di una imminente accelerazione.

 

 

 

 

 

 

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[1] L’elenco nella connessione nel testo inglese, desunto da un articolo del 12 febbraio 2016 sulla rivista Salon, cita le dichiarazioni di una quindicina di candidati repubblicani nelle primarie del 2016 – praticamente tutti, da Chris Christie a Ted Cruz, da Bob Jindal a Rand Paul, da Marco Rubio a Ben Carson ed a Rick Santorum, per fermarci ai più famosi – che rigettano la teoria darwiniana. O con l’argomento che si debba essere liberi di aderire a ‘teorie’ opposte, o più frequentemente definendola come una “bugia comunista ed atea”. Nell’articolo si elencano anche le quasi unanimi posizioni contrarie all’obbligo delle vaccinazioni

 

 

 

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