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Quanti moriranno per il Dow ?, di Paul Krugman (New York Times, 21 maggio 2020)

 

May 21, 2020

How Many Will Die for the Dow?

By Paul Krugman

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In mid-March, after weeks in denial, Donald Trump finally admitted that Covid-19 was a serious threat and called on Americans to practice social distancing.

The delayed acknowledgment of reality — reportedly driven by concerns that admitting that the coronavirus posed a threat would hurt the stock market — had deadly consequences. Epidemiological modelers believe that tens of thousands of deaths might have been avoided if America had started lockdowns even a week earlier.

Still, better late than never. And for a little while it seemed as if we were finally settling on a strategy for containing the virus while also limiting the economic hardship caused by the lockdown.

But Trump and the Republican Party as a whole have now given up on that strategy. They won’t say this explicitly, and they’re throwing up various disingenuous explanations for what they’re doing, but their basic position is that thousands of Americans must die for the Dow.

What was the strategy Trump abandoned? It was the same strategy that has worked in other countries, from South Korea to New Zealand. First, use a lockdown to “crush the curve”: reduce the number of infected Americans to a relatively low level. Then combine gradual reopening with widespread testing, tracing of contacts after an infected individual is identified, and isolation of those who might spread the disease.

Now, an extended lockdown means a large loss of income for many workers and businesses; indeed, almost half of the adult population lives in households that have lost employment income since early March. So it has to be accompanied by disaster relief, especially generous unemployment benefits and aid to small businesses, to make the lockdown tolerable. And the fact is that disaster relief has been more effective than is widely recognized.

At first, overwhelmed unemployment offices were unable to process the flood of applications. But they have been gradually catching up, and at this point most unemployed Americans appear to be receiving benefits that replace a large share of their lost wages.

Aid to small businesses, via loans that turn into grants if the money is used to maintain payrolls, has been much more of a mess. Still, many small businesses have received loans and are indeed using the money to maintain payrolls.

In short, the hastily constructed Covid-19 safety net, while full of holes, has nonetheless protected many Americans from extreme hardship.

But that safety net will be snatched away over the next few months unless Congress and the White House act to maintain it. Small businesses have only an eight-week window to convert loans into grants, which means that many will start laying off workers within a month or so. Expanded unemployment benefits will expire on July 31.

And unless state and local governments get large aid from Washington, we will soon see huge layoffs of schoolteachers, firefighters and police officers.

Yet Trump and his party have come out against further aid to the unemployed and against helping beleaguered state and local governments. Instead, the party is increasingly putting all its hopes on a rapid reopening of the economy, even though that prospect terrifies health experts, who warn that it could lead to a second wave of infections and many more deaths.

Where is this push to reopen coming from? Some Republicans claim that we can’t afford to keep providing a safety net, because we’re incurring too much debt. But that’s both bad economics and disingenuous. After all, soaring budget deficits haven’t stopped Trump officials from considering, yes, more tax cuts.

There’s also a pretense that the push for reopening is coming from ordinary working Americans, that it’s a populist, grass-roots demand. But the public is much more worried that we’ll reopen too quickly than that we’ll open too slowly, and those who have lost wages as a result of the lockdown are no more likely to favor quick reopening than those who haven’t.

No, the push to ignore the health experts is a top-down thing; it’s coming from Trump and his allies, and whatever limited public support they’re getting is driven by partisanship, not populism.

So why are Trump and friends so eager to run the risk of a much higher death toll? The answer, surely, is that they’re reverting to type. In the early stages of this pandemic, Trump and the right in general downplayed the threat because they didn’t want to hurt stock prices. Now they’re pushing for a premature end to containment because they imagine that it will boost stocks again.

It didn’t have to go this way. Another leader might have told Americans that they’re in a tough fight but will win in the end. Governors like Andrew Cuomo who have taken that stance have seen their approval soar.

But Trump can’t get beyond boosterism, insisting that everything is great on his watch. And he’s clearly still obsessed with the stock market as the measure of his presidency.

So Trump and his party want to go full speed ahead with reopening no matter how many people it kills. As I said, their de facto position is that Americans must die for the Dow.

 

Quanti moriranno per il Dow ? [1],

di Paul Krugman

 

A metà di marzo, dopo settimane di diniego, Donald Trump finalmente ammise che il Covid-19 costituiva una seria minaccia e chiamò gli americani a mettere in pratica il distanziamento sociale.

Il riconoscimento ritardato della verità – da quanto si apprese provocato dalle preoccupazioni che ammettere che il coronavirus costituiva una minaccia avrebbe danneggiato il mercato azionario – ha avuto conseguenze letali. Gli epidemiologi che lavorano sui modelli credono che decine di migliaia di morti potevano essere evitate se l’America avesse cominciato con i blocchi anche una settimana prima.

Eppure, meglio tardi che mai. E per un certo periodo sembrava che finalmente ci fossimo decisi per una strategia di contenimento del virus e assieme di limitazione delle difficoltà economiche provocate dal blocco.

Ma adesso Trump e il Partito Repubblicano nel suo complesso hanno rinunciato a quella strategia. Non lo diranno esplicitamente e sforneranno varie spiegazioni insincere per quello che stanno facendo, ma la loro posizione in sostanza è che migliaia di americani possono morire per il Dow.

In cosa consisteva la strategia che Trump ha abbandonato? Era la stessa che ha funzionato in altri paesi, dalla Corea del Sud alla Nuova Zelanda. Primo, utilizzare un blocco per “schiacciare la curva”: ridurre il numero degli americani infetti ad un livello relativamente basso. Poi combinare una riapertura graduale con test generalizzati, tracciamento dei contatti dopo che un individuo infetto viene identificato, e isolamento di coloro che potrebbero diffondere la malattia.

Ora, un blocco prolungato comporta un’ampia perdita di reddito per molti lavoratori e imprese; in effetti, quasi la metà della popolazione adulta vive in famiglie che hanno perduto sin dagli inizi di marzo i redditi da lavoro. Dunque deve essere accompagnata da un aiuto ad affrontare la calamità, da sussidi di disoccupazione particolarmente generosi e aiuti alle piccole imprese, per rendere il blocco tollerabile. E il fatto è che l’aiuto ad affrontare la calamità è stato più efficace di quanto il genere si riconosca.

Agli inizi, gli uffici della disoccupazione sopraffatti erano incapaci di istruire l’ondata di richieste. Ma gradualmente si sono rimessi in pari e a questo punto la maggioranza degli americani disoccupati sembra che stia ricevendo i sussidi che sostituiscono una larga parte dei loro salari perduti.

L’aiuto alle piccole imprese, tramite prestiti che si trasformano in sovvenzioni se il denaro è usato per mantenere il personale, è stato un caos molto maggiore. Tuttavia, molte piccole imprese hanno ricevuto i prestiti e stanno in effetti usando il denaro per mantenere il personale.

In breve, la rete di sicurezza costruita in fretta e furia per il Covid-19, se era piena di buchi, ciononostante ha protetto molti americani dalle difficoltà maggiori.

Ma quella rete di sicurezza verrà ritirata nei prossimi mesi se il Congresso e la Casa Bianca non assumeranno l’iniziativa di confermarla. Le piccole imprese hanno una finestra di solo otto settimane per convertire i prestiti in sovvenzioni, il che significa che tra circa un mese molte cominceranno a licenziare i lavoratori. I sussidi di disoccupazione prorogati scadranno il 31 di luglio.

E se gli Stati ed i governi locali non ricevono ampi aiuti da Washington, presto assisteremo a vasti licenziamenti di insegnanti, di vigili del fuoco e di agenti della polizia.

Tuttavia Trump e il suo partito hanno preso posizione contro un aiuto ulteriore ai disoccupati e contro il sostegno ai governi degli Stati e delle comunità locali sotto assedio. Invece, il partito sta sempre più affidando tutte le sue speranze ad una rapida riapertura dell’economia, anche se quella prospettiva terrorizza gli esperti della sanità, che mettono in guardia dal pericolo di una seconda ondata di infezioni e da un numero di morti molto maggiore.

Da dove viene questa spinta a riaprire? Alcuni repubblicani sostengono che non possiamo permetterci di continuare a fornire una rete di sicurezza perché stiamo provocando un debito troppo grande. Ma quella è sia pessima economia che malafede. Dopo tutto, i deficit di bilancio che vanno alle stelle non hanno impedito ai dirigenti di Trump di prendere in considerazione proprio ulteriori tagli fiscali.

C’è anche un pretesto secondo il quale la spinta per la riapertura stia venendo dai comuni americani che lavorano, che sia una richiesta populistica, che viene dal basso. Ma l’opinione pubblica è molto più preoccupata che si riapra troppo rapidamente che non troppo lentamente e coloro che hanno perso i salari in conseguenza del blocco non sono più favorevoli ad una rapida riapertura di quelli che non li hanno persi.

No, la spinta ad ignorare gli esperti della sanità è una cosa che viene dall’alto; viene da Trump e dai suoi alleati, e tutto il limitato sostegno pubblico che sta ricevendo è provocato dalla faziosità non dal populismo [2].

Dunque, perché Trump e i suoi amici sono così ansiosi di correre un rischio di un bilancio delle vittime molto superiore? Di sicuro, la risposta è che stanno tornando alle loro vecchie abitudini. Nei primi stadi di questa pandemia, Trump e la destra in generale minimizzavano la minaccia perché non volevano danneggiare i prezzi delle azioni. Ora spingono per una interruzione prematura del contenimento perché sperano che essa incoraggerà ancora i mercati azionari.

Non era necessario che andasse in questo modo. Un dirigente diverso avrebbe potuto dire agli americani che la battaglia è dura ma alla fine la vinceremo. Governatori come Andrew Cuomo che hanno presa tale posizione hanno visto schizzare in alto il loro indice di consenso.

Ma Trump non può andare oltre il propagandismo, insistendo a dire che ogni cosa funziona perfettamente sotto il suo controllo. Ed è chiaramente ossessionato dal mercato azionario come il metro di misura della sua Presidenza.

Dunque Trump e il suo partito vogliono andare con la massima velocità alla riapertura, a prescindere dal numero di vittime che essa provocherà. Come ho detto, la loro posizione in sostanza è che gli americani debbono morire per il Dow.

 

 

 

 

 

 

 

[1] Il Dow Jones (nome completo Dow Jones Industrial Average) è il più noto indice azionario della borsa di New York (il NYSE, New York Stock Exchange), creato da Charles Dow, padre dell’analisi tecnica e fondatore del The Wall Street Journal, e da Edward Jones, statistico finanziario americano. (Wikipedia)

[2] Come abbiamo notato altre volte, il termine “populismo” non ha – nel linguaggio politico americano ma, in particolare,  in Krugman – lo stesso significato che ha per noi. Di solito indica una propensione a stare dalla parte della gente comune, non necessariamente strumentale. Da qua l’insistenza nel ribadire che Trump e i conservatori americani non sarebbero affatto populisti autentici.

 

 

 

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