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Trump ci porta sull’orlo di un precipizio, di Paul Krugman (New York Times, 1 giugno 2020)

 

June 1, 2020

Trump Takes Us to the Brink

By Paul Krugman

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Last fall Bob Kroll, the head of the Minneapolis police union, appeared at a Trump rally, where he thanked the president for ending Barack Obama’s “oppression of police” and letting cops “put the handcuffs on criminals instead of us.”

The events of the past week, in which the death of George Floyd in Minneapolis police custody led to demonstrations against police brutality, and these demonstrations were met by more police brutality — including unprecedented violence against the news media — have made it clear what Kroll meant by taking the handcuffs off. And Donald Trump, far from trying to calm the nation, is pouring gasoline on the fire; he seems very close to trying to incite a civil war.

I don’t think it’s an exaggeration to say that America as we know it is on the brink.

How did we get here? The core story of U.S. politics over the past four decades is that wealthy elites weaponized white racism to gain political power, which they used to pursue policies that enriched the already wealthy at workers’ expense.

Until Trump’s rise it was possible — barely — for people to deny this reality with a straight face. At this point, however, it requires willful blindness not to see what’s going on.

I still see occasional news reports that describe Trump as a “populist.” But Trump’s economic policies have been the opposite of populist: They have been relentlessly plutocratic, centered largely on a successful effort to ram through huge tax cuts for corporations and the rich, and a so far unsuccessful attempt to take health insurance away from poor and working-class families.

Nor have Trump’s trade wars brought back the good jobs of yore. Even before the coronavirus plunged us into depression, Trump had failed to deliver major employment growth in coal mining or manufacturing. And farmers, who supported Trump by large margins in 2016, have suffered huge losses thanks to his trade wars.

So what has Trump really offered to the white working class that makes up most of his base? Basically, he has provided affirmation and cover for racial hostility.

And nowhere is this clearer than in his relationship with the police.

If economic self-interest were the only thing driving political orientation, you would expect police officers to favor Democrats. They are, after all, unionized public-sector employees — and Republicans are both anti-union and anti-government.

They don’t make enough money to benefit much from the Trump tax cut. Their jobs will be very much at risk if revenue-starved state and local governments are forced to make drastic spending cuts — and Trump’s allies in the Senate are blocking the aid that might avert such cuts.

Indeed, political contributions by public-sector unions overwhelmingly favor Democrats. And while many firefighters voted for Trump in 2016, the largest firefighters’ union has endorsed Joe Biden.

But many police officers and their unions remain staunch Trump supporters, and they have been pretty clear about why: They feel that Trump will back them even, or perhaps especially, if they engage in abusive behavior toward racial minorities.

Just to be clear, many and probably most police officers have behaved well over the past week. In fact, in some cities the police have shown solidarity with protesters, joining marches or taking a knee.

But Trump clearly sides with those who reject any notion that police officers — or any other authority figures — should be held accountable for abusive behavior. Remember, he’s used his authority to pardon members of the U.S. military who were accused or convicted by their own services of committing war crimes.

In a call with governors on Monday, he showed no sign of recognizing either that there might be some justification for widespread protests or that he should play some role in unifying the nation. Instead, he told the governors that all the violence was coming from the “radical left,” and he insisted that governors must get tougher: “You have to dominate or you’ll look like a bunch of jerks; you have to arrest and try people.”

Trump — who retreated to an underground bunker when protesters began demonstrating in front of the White House — also told the governors that “most of you are weak.”

It was a terrifying performance.

Republicans have, as I said, spent decades exploiting racial hostility to win elections despite a policy agenda that hurts workers. But Trump is now pushing that cynical strategy toward a kind of apotheosis.

On one side, he’s effectively inciting violence by his supporters. On the other, he’s very close to calling for a military response to social protest. And at this point, nobody expects any significant pushback from other Republicans.

Now, I don’t think Trump will actually succeed in provoking a race war in the near future, even though he’s clearly itching for an excuse to use force. But the months ahead are still likely to be very, very ugly.

After all, if Trump is encouraging violence and talking about military solutions to overwhelmingly peaceful protests, what will he and his supporters do if he looks likely to lose November’s election?

 

Trump ci porta sull’orlo di un precipizio,

di Paul Krugman

 

Lo scorso autunno Bob Kroll, il capo del sindacato della polizia di Minneapolis, apparve ad una manifestazione di Trump, dove ringraziò il Presidente per aver messo fine alla “oppressione della polizia” di Barack Obama e aver consentito ai poliziotti di “mettere le manette ai criminali anziché a noi stessi”.

Gli eventi della settimana scorsa, nei quali la morte di George Floyd mentre era detenuto dalla polizia di Minneapolis ha portato alle dimostrazioni contro la brutalità della polizia, e queste dimostrazioni sono andate incontro ad una più grande brutalità poliziesca – compresa una violenza contro i media dell’informazione senza precedenti – hanno chiarito cosa intendesse Kroll per togliere le manette. E Donald Trump, lungi dal cercare di calmare la nazione, sta spargendo benzina sul fuoco; sembra molto vicino a cercare di incitare alla guerra civile.

Io non credo che sia una esagerazione affermare che l’America che conosciamo è sul ciglio di un precipizio.

Come ci siamo arrivati? L’essenza della storia della politica statunitense negli ultimi quattro decenni è che le elite ricche hanno armato il razzismo bianco per guadagnare potere politico, che hanno usato per perseguire politiche che hanno arricchito i già ricchi a spese dei lavoratori.

Fino all’ascesa di Trump era a malapena possibile che le persone negassero questo dato di fatto restando impassibili. A questo punto, però, è necessaria una deliberata cecità per non vedere cosa sta succedendo.

Vedo ancora ogni tanto resoconti giornalistici che descrivono Trump come un “populista”. Ma le politiche economiche di Trump sono state l’opposto del populismo: sono state incessantemente plutocratiche, basate in gran parte sullo sforzo riuscito di far approvare grandi tagli fiscali per le grandi società ed i ricchi, e sul tentativo sinora non riuscito di togliere l’assistenza sanitaria alle famiglie dei poveri e della classe lavoratrice.

Anche le guerre commerciali di Trump non hanno certo riportato i buoni posti di lavoro dei tempi andati. Persino prima che il coronavirus ci spingesse nella depressione, Trump ha fallito nel dar vita ad una crescita significativa dell’occupazione nel settore minerario o manifatturiero. E gli agricoltori, che sostennero Trump nel 2016 con ampi margini, hanno patito grandi perdite grazie alle sue guerre commerciali.

Dunque, che cosa ha davvero offerto Trump alla classe lavoratrice bianca che raccoglie la maggioranza della sua base? Fondamentalmente, gli ha fornito una conferma ed una copertura alla ostilità razziale.

E su nessun tema questo è più chiaro che nelle sue relazioni con la polizia.

Se l’egoismo economico fosse l’unico fattore che guida gli orientamenti politici, vi dovreste aspettare che gli agenti di polizia siano a favore dei democratici. Dopo tutto, sono dipendenti pubblici sindacalizzati – e i repubblicani sono contro i sindacati e contro il settore pubblico.

Non hanno soldi abbastanza per avvantaggiarsi granché degli sgravi fiscali di Trump. I loro posti di lavoro saranno molto a rischio se gli Stati e le comunità locali con le entrate ridotte al lumicino saranno costretti a mettere in atto drastici tagli delle spese – e gli alleati di Trump nel Senato [1] stanno bloccando l’aiuto che potrebbe evitare tali tagli.

Infatti, i contributi politici da parte dei sindacati del settore pubblico favoriscono in modo schiacciante i democratici. E se molti vigili del fuoco votarono per Trump nel 2016, il più ampio sindacato dei pompieri ha dato il suo appoggio a Joe Biden.

Ma molti ufficiali di polizia e i loro sindacati restano fedeli sostenitori di Trump e sono stati abbastanza chiari sulle loro ragioni: sentono che Trump li difenderà anche, o forse particolarmente, se saranno coinvolti in condotte abusive verso le minoranze razziali.

Per esser chiari, molti e probabilmente la maggioranza degli ufficiali di polizia si sono comportati molto diversamente nelle settimane passate. Di fatto, in molte città la polizia ha mostrato solidarietà con i manifestanti, unendosi alle marce o mettendosi in ginocchio.

Ma Trump chiaramente sta dalla parte di coloro che respingono che gli ufficiali di polizia – come qualsiasi altro individuo dotato di autorità – debbano essere considerati responsabili di condotte abusive. Si ricordi, ha usato la sua autorità per assolvere membri dell’esercito statunitense che erano stati accusati o condannati da parte dei loro stessi servizi per aver commesso crimini di guerra.

In un colloquio con i Governatori di lunedì, non ha mostrato alcun segno di ammissione per le giustificazioni che ci potrebbero essere per le proteste generalizzate, come anche per un qualche ruolo che dovrebbe esercitare per unire la nazione. Ha invece detto ai Governatori che la violenza proveniva dalla “sinistra radicale”, ed ha insistito che i Governatori debbono diventare più duri: “Dovete comandare o sembrerete un gruppo di idioti; dovete arrestare e cercare quella gente”.

Trump – che si è ritirato in un bunker sotterraneo quando i manifestanti hanno cominciato e dimostrare di fronte alla Casa Bianca – ha anche detto ai Governatori che “voi siete deboli, per la maggioranza”.

È stato uno spettacolo terribile.

Come ho detto, i repubblicani hanno passato decenni a sfruttare l’ostilità razziale per vincere le elezioni nonostante una agenda politica che danneggia i lavoratori. Ma adesso Trump sta spingendo questa strategia cinica verso una sorta di apoteosi.

Da una parte, sta in sostanza incitando alla violenza i suoi sostenitori. Dall’altra, è molto vicino a pronunciarsi per una risposta militare alla protesta sociale. E a questo punto, nessuno si aspetta alcuna significativa reazione da parte di altri repubblicani.

Ora, io non penso che Trump effettivamente riuscirà a provocare una guerra razziale nel prossimo futuro, anche se chiaramente smania per una scusa per usare le forza. Ma i prossimi mesi è ancora probabile che siano davvero minacciosi.

Dopo tutto, se Trump sta incoraggiando la violenza e parlando di soluzioni militari nei confronti di proteste in grande maggioranza pacifiche, cosa faranno lui e i suoi sostenitori se, come sembra probabile, perderà le elezioni di novembre?

 

 

 

 

 

 

[1] Può sembrare strano che spesso, per indicare gli esponenti della maggioranza che sostengono il Presidente degli Stati Uniti, si utilizzi l’espressione “i suoi alleati”, dato che essi non sono altri che esponenti del suo stesso Partito. Suppongo però che il termine derivi dallo spirito delle norme costituzionali americane, che riconoscono una autonomia formale ad “entità” come i gruppi parlamentari della Camera e del Senato, ed entro certi limiti conferiscono ai due rami poteri  sostanziali (e diversi). In un certo senso, il Presidente (che del resto non è eletto direttamente dal popolo, ma dalla maggioranza di un Collegio Elettorale cui spetta formalmente il potere di sceglierlo) si considera che sia normalmente ‘tenuto’ a cercarsi ‘alleati’ nei due rami del Parlamento. Anche quando la sostanza è ben diversa, dato che il Presidente, come nel caso di Trump, potrebbe essere già padrone incontrastato del suo Partito.

 

 

 

 

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