Articoli sul NYT

Le illusioni letali di Donald, il Re Pazzo, di Paul Krugman (New York Times, 9 luglio 2020)

 

July 9, 2020

The Deadly Delusions of Mad King Donald

By Paul Krugman

zz 516

I don’t know about you, but I’m feeling more and more as if we’re all trapped on the Titanic — except that this time around the captain is a madman who insists on steering straight for the iceberg. And his crew is too cowardly to contradict him, let alone mutiny to save the passengers.

A month ago it was still possible to hope that the push by Donald Trump and the Trumpist governors of Sunbelt states to relax social distancing and reopen businesses like restaurants and bars — even though we met none of the criteria for doing so safely — wouldn’t have completely catastrophic results.

At this point, however, it’s clear that everything the experts warned was likely to happen, is happening. Daily new cases of Covid-19 are running two and a half times as high as in early June, and rising fast. Hospitals in early-reopening states are under terrible pressure. National death totals are still declining thanks to falling fatalities in the Northeast, but they’re rising in the Sunbelt, and the worst is surely yet to come.

A normal president and a normal political party would be horrified by this turn of events. They would realize that they made a bad call and that it was time for a major course correction; they would start taking warnings from health experts seriously.

But Trump, who began his presidency with a lurid, fact-challenged rant about “American carnage,” seems completely untroubled by the toll from a pandemic that seems certain to kill more Americans than were murdered over the whole of the past decade. And he’s doubling down on his rejection of expertise, this week demanding full reopening of schools in defiance of existing guidelines.

Oh, and he still won’t call on Americans to protect one another by wearing masks, or set an example by wearing one himself.

How can we make sense of Trump’s pathologically inept response to the coronavirus? There’s an underlying core of utter cynicism: Clearly, Trump and those around him don’t care very much how many Americans die or suffer lasting damage from Covid-19, as long as the politics work in their favor. But this cynicism is wrapped in multiple layers of delusion.

On one side, it’s clear that the Trumpists still can’t accept that this is really happening.

Until early 2020, Trump led a charmed political life. All his recent predecessors had to deal with some kind of external challenge during their first three years. Barack Obama inherited an economy wracked by a financial crisis. Whatever you think of his response, George W. Bush faced 9/11. Bill Clinton faced stubbornly high unemployment. But Trump inherited a nation at peace and in the middle of a long economic expansion that continued, with no visible change in the trend, after he took office.

Then came Covid-19. Another president might have seen the pandemic as a crisis to be dealt with. But that thought never seems to have crossed Trump’s mind. Instead, he has spent the past five months trying to will us back to where we were in February, when he was sitting on top of a moving train and pretending that he was driving it.

This helps explain his otherwise bizarre aversion to masks: They remind people that we’re in the midst of a pandemic, which is something he wants everyone to forget. Unfortunately for him — and for the rest of us — positive thinking won’t make a virus go away.

That, however, is where the second layer of delusion comes in. By now it’s clear that the cynical decision to sacrifice American lives in pursuit of political advantage is failing even on its own terms. The rush to reopen did produce big job gains in May and early June, but voters were distinctly unimpressed; his polling just kept getting worse. This year, it’s not the economy, stupid — it’s the virus.

And now the surge in infections may be causing the economic recovery to stall.

In other words, the strategy of “damn the experts, full speed ahead” is looking foolish as well as immoral. But Trump, far from reconsidering, is digging the hole he’s in ever deeper — much the same way that he keeps turning up the dial on racism despite the fact that it’s not working for him politically. Incredibly, even as hospitalizations climb he’s still insisting that the rise in reported cases is just an illusion created by more testing.

So what can we do? Trump has another six months in office (if he’s still there after Jan. 20, God help us all). And it’s now clear that he won’t change course, no matter how bad the pandemic gets. As I said, we’re all passengers at the mercy of a mad captain determined to wreck his ship.

It’s true that federalism is our friend. Trump doesn’t actually have any direct authority over things like school openings. And many though not all states have rational governors who are trying to contain the damage, although it’s hard to keep the lid on in New Jersey or Michigan when the coronavirus is running wild in Florida.

But a lot more Americans are going to die. And if Joe Biden becomes president, he, like Obama 12 years ago, is going to take the helm of a nation in a deep crisis.

 

Le illusioni letali di Donald, il Re Pazzo,

di Paul Krugman

 

Non so voi, ma io mi sento sempre di più come se fossimo intrappolati  sul Titanic – sennonché questa volta il capitano è un pazzoide che insiste nel dirigersi direttamente sull’iceberg. E il suo equipaggio è troppo vile per contraddirlo, figuriamoci per ammutinarsi e salvare i passeggeri.

Un mese fa era ancora possibile sperare che la spinta di Donald Trump e dei Governatori trumpisti degli Stati del Sunbelt [1] per attenuare il distanziamento sociale e riaprire imprese come ristoranti e bar – anche se non era soddisfatto alcun criterio per farlo in sicurezza – non avrebbe avuto risultati completamente catastrofici.

A questo punto, tuttavia, è chiaro che tutto quello che gli esperti avevano ammonito era probabile accadesse, sta accadendo. I nuovi casi giornalieri del Covid-19  stanno toccando il traguardo di due volte e mezzo quelli degli inizi di giugno, e stanno salendo velocemente. Gli ospedali negli Stati con le riaperture premature sono sotto una pressione tremenda. Il totale del bilancio dei morti sta calando grazie alla diminuzione delle vittime nel Nordest, ma sta crescendo nel Sunbelt e il peggio deve certamente ancora venire.

Un Presidente normale ed un partito politico normale sarebbero stati terrorizzati da questa piega degli eventi. Avrebbero compreso di aver fatto una pessima scommessa e che era il momento di una importante correzione di rotta; avrebbero cominciato a prendere sul serio gli ammonimenti degli esperti sanitari.

Ma Trump, che cominciò la sua presidenza con una spaventosa invettiva del tutto infondata sulla “carneficina americana” [2], sembra completamente imperturbato dal tributo di vittime di una pandemia che pare certo ammazzi più americani di quanti sono stati assassinati nell’intero passato decennio. E sta raddoppiando la sua scommessa sul rigetto della competenza, con la richiesta di questa settimana della riapertura delle scuole in spregio delle linee guida esistenti.

Inoltre, continuerà a non chiedere agli americani di proteggersi l’uno con l’altro indossando le mascherine, o dando l’esempio indossandone una egli stesso.

Che significato si può dare a questa risposta patologicamente inetta di Trump al coronavirus? In essa è implicita una sostanza di completo cinismo: chiaramente, Trump e coloro che gli stanno attorno non si preoccupano per niente di quanti americani muoiono o patiscono danni duraturi dal Covid-19, finché la politica produce vantaggi a loro favore. Ma è un cinismo rivestito da molteplici strati di illusioni.

Da una parte, è chiaro che i trumpisti non possono ancora accettare che tutto questo stia effettivamente accadendo.

Sino agli inizi del 2020, Trump conduceva una esistenza politica baciata dalla fortuna. Tutti i suoi recenti predecessori si erano dovuti misurare, nel loro primo triennio, con qualche tipo di sfida esterna. Barack Obama aveva ereditato un’economia disastrata da una crisi finanziaria. Qualunque cosa si pensi della sua risposta, George W. Bush aveva fatto fronte all’evento dell’11 settembre. Bill Clinton si misurò con una disoccupazione ostinatamente elevata. Ma Trump aveva ereditato una nazione in pace e nel mezzo di una espansione economica che, dopo che entrò in carica, proseguiva senza alcun visibile cambiamento di tendenza.

Poi arrivò il Covid-19. Un altro Presidente avrebbe considerato la pandemia come una crisi con cui fare i conti. Ma ciò non sembra sia mai transitato per il cervello di Trump. Ha invece trascorso i cinque mesi passati cercando di volerci riportare al punto in cui eravamo a febbraio, quando stava seduto in cima ad un treno in movimento e faceva finta di esserne alla guida.

Questo contribuisce a spiegare la sua altrimenti bizzarra avversione alle mascherine: esse rammentano alle persone che siamo nel mezzo di una pandemia, che è qualcosa che egli vuole che tutti dimentichino. Sfortunatamente per lui – e per tutti noi – il pensiero ottimista non scaccia il virus.

È a quel punto, tuttavia, che interviene il secondo strato di illusioni. Adesso è chiaro che la decisione cinica di sacrificare vite degli americani nel perseguimento di un vantaggio politico sta fallendo anche nei suoi stessi termini. Precipitarsi alle riaperture ha prodotto grandi vantaggi di posti di lavoro a maggio e agli inizi di giugno, ma gli elettori non ne sono rimasti particolarmente impressionati; i sondaggi su di lui sono solo peggiorati. Quello che decide, quest’anno, non è l’economia, è il virus, stupido! [3]

E adesso la crescita delle infezioni può provocare uno stallo della ripresa economica.

In altre parole, la strategia del “al diavolo gli esperti, avanti a tutta velocità” sta sembrando sciocca, oltre che immorale. Ma Trump, lungi dal ripensarci, sta scavando ancora più profondamente la buca in cui si trova – proprio nello stesso modo in cui continua a far scorrere il disco sul razzismo nonostante il fatto che non gli stia giovando politicamente. In modo incredibile, persino quando le ospedalizzazioni salgono a dismisura, sta ancora insistendo che le crescita dei casi accertati è solo un’illusione creata dai maggiori test.

Cosa possiamo fare, dunque? Trump ha altri sei mesi di carica (se dal 20 gennaio è ancora al suo posto, solo Dio può aiutarci [4]). E adesso è chiaro che non cambierà indirizzo, per quanto la pandemia possa diventare dura. Come ho detto, siamo tutti passeggeri alla mercé di un capitano pazzo determinato a far naufragare la sua nave.

È vero che il federalismo ci aiuta. Trump non ha sostanzialmente alcuna autorità diretta su questioni come la riapertura delle scuole. E molti Stati, sebbene non tutti, hanno Governatori razionali che stanno cercando di contenere il danno, sebbene sia difficile mettere un coperchio sul New Jersey o sul Michigan, quando il coronavirus sta dilagando in Florida.

Ma molti americani in più sono destinati a morire. E se Joe Biden diventa Presidente, lui, come Obama 12 anni orsono, è destinato a prendere il timone della nazione in una crisi profonda.

 

 

 

 

 

 

 

[1] Il Sun Belt ((ITcintura del sole) è una regione degli Stati Uniti d’America che si estende dalla costa atlantica alla costa pacifica raggruppando gli Stati meridionali del paese. Il confine settentrionale della regione è il 37º parallelo di latitudine nord. (Wikipedia)

zzz 14

 

 

 

 

 

 

 

[2] Fu proprio nel discorso inaugurale del 2017 che Trump dscrisse l’America come un paese in preda alla criminalità e agli assassinii nelle strade.

[3] Non cerchiamo di alleggerire questa espressione apparentemente insolita: nel linguaggio politico americano, la frase “è l’economia, stupido!” – che fu coniata da Bill Clinton, in risposta ad un obiezione che gli veniva fatta molto frequentemente –  è diventata sinonimo di qualcosa di lapalissiano.

[4] Il 20 gennaio 2017 fu il giorno del discorso inaugurale di Donald Trump.

 

 

 

 

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"