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Come si misurerà Joe Biden con il sabotaggio repubblicano? Di Paul Krugman (30 novembre 2020)

Nov 30, 2020

How Will Biden Deal With Republican Sabotage?

By Paul Krugman

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When Joe Biden is inaugurated, he will immediately be confronted with an unprecedented challenge — and I don’t mean the pandemic, although Covid-19 will almost surely be killing thousands of Americans every day. I mean, instead, that he’ll be the first modern U.S. president trying to govern in the face of an opposition that refuses to accept his legitimacy. And no, Democrats never said Donald Trump was illegitimate, just that he was incompetent and dangerous.

It goes without saying that Donald Trump, whose conspiracy theories are getting wilder and wilder, will never concede, and that millions of his followers will always believe — or at least say they believe — that the election was stolen.

Most Republicans in Congress certainly know this is a lie, although even on Capitol Hill there are a lot more crazy than we’d like to imagine. But it doesn’t matter; they still won’t accept that Biden has any legitimacy, even though he won the popular vote by a large margin.

And this won’t simply be because they fear a backlash from the base if they admit that Trump lost fair and square. At a fundamental level — and completely separate from the Trump factor — today’s G.O.P. doesn’t believe that Democrats ever have the right to govern, no matter how many votes they receive.

After all, in recent years we’ve seen what happens when a state with a Republican legislature elects a Democratic governor: Legislators quickly try to strip away the governor’s powers. So does anyone doubt that Republicans will do all they can to hobble and sabotage Biden’s presidency?

The only real questions are how much harm the G.O.P. can do, and how Biden will respond.

The answer to the first question depends a lot on what happens in the Jan. 5 Georgia Senate runoffs. If Democrats win both seats, they’ll have effective though narrow control of both houses of Congress. If they don’t, Mitch McConnell will have enormous powers of obstruction — and anyone who doubts that he’ll use those powers to undermine Biden at every turn is living in a fantasy world.

But how much damage would obstructionism inflict? In terms of economic policy — which is all I’ll talk about in this column — the near future can be divided into two eras, pre- and post-vaccine (or more accurately, after wide dissemination of a vaccine).

For the next few months, as the pandemic continues to run wild, tens of millions of Americans will be in desperate straits unless the federal government steps up to help. Unfortunately, Republicans may be in a position to block this help.

The good news about the very near future, such as it is, is that Americans will probably (and correctly) blame Donald Trump, not Joe Biden, for the misery they’re experiencing — and this very fact may make Republicans willing to cough up at least some money.

What about the post-vaccine economy? Here again there’s potentially some good news: Once a vaccine becomes widely available, we’ll probably see a spontaneous economic recovery, one that won’t depend on Republican cooperation. And there will also be a vast national sense of relief.

So Biden might do OK for a while even in the face of scorched-earth Republican opposition. But we can’t be sure of that. Republicans might refuse to confirm anyone for key economic positions. There’s always the possibility of another financial crisis — and outgoing Trump officials have been systematically undermining the incoming administration’s ability to deal with such a crisis if it happens. And America desperately needs action on issues from infrastructure, to climate change, to tax enforcement that won’t happen if Republicans retain blocking power.

So what can Biden do?

First, he needs to start talking about immediate policy actions to help ordinary Americans, if only to make it clear to Georgia voters how much damage will be done if they don’t elect Democrats to those two Senate seats.

If Democrats don’t get those seats, Biden will need to use executive action to accomplish as much as possible despite Republican obstruction — although I worry that the Trump-stacked Supreme Court will try to block him when he does.

Finally, although Biden is still talking in a comforting way about unity and reaching across the aisle, at some point he’ll need to stop reassuring us that he’s nothing like Trump and start making Republicans pay a political price for their attempts to prevent him from governing.

Now, I don’t mean that he should sound like Trump, demanding retribution against his enemies — although the Justice Department should be allowed to do its job and prosecute whatever Trump-era crimes it finds.

No, what Biden needs to do is what Harry Truman did in 1948, when he built political support by running against “do-nothing” Republicans. And he’ll have a better case than Truman ever did, because today’s Republicans are infinitely more corrupt and less patriotic than the Republicans Truman faced.

The results of this year’s election, with a solid Biden win but Republicans doing well down-ballot, tells us that American voters don’t fully understand what the modern G.O.P. is really about. Biden needs to get that point across, and make Republicans pay for the sabotage we all know is coming.

 

Come si misurerà Joe Biden con il sabotaggio repubblicano?

Di Paul Krugman

 

Quando Joe Biden sarà insediato, si misurerà da subito con una sfida senza precedenti – e non intendo la pandemia, sebbene il Covid-19 starà quasi sicuramente ammazzando migliaia di americani ogni giorno. Intendo, invece, che egli sarà il primo Presidente moderno degli Stati Uniti a fronteggiare un’opposizione che rifiuta di accettare la sua legittimità. I democratici non hanno mai detto che Donald Trump era illegittimo, solo che era incompetente e pericoloso.

Non è il caso di dire che Donald Trump, le cui teorie cospirative diventano sempre più sfrenate, non ammetterà mai che le elezioni non sono state rubate, e milioni di suoi seguaci continueranno sempre a crederlo – o almeno diranno di crederlo.

La maggioranza dei repubblicani nel Congresso senza dubbio sa che questa è una menzogna, sebbene anche a Capitol Hill ci siano più matti di quanti ci piacerebbe immaginare. Ma non è questo che conta; essi non accetteranno comunque che Biden abbia una qualche legittimità, anche se si è aggiudicato il voto popolare con un ampio margine.

E questo non accadrà perché essi non temono semplicemente un contraccolpo dalla base se ammettono che Trump abbia perso correttamente e onestamente. In un senso fondamentale – e nettamente distinto dal fattore Trump – il Partito Repubblicano odierno non crede che i democratici abbiano mai il diritto di governare, a prescindere da quanti voti ricevono.

Dopo tutto, negli anni recenti abbiamo visto quello che accade quando uno Stato con una assemblea repubblicana elegge un Governatore democratico: i membri dell’assemblea cercano a tambur battente di rimuovere i poteri del Governatore. Qualcuno dubita che i repubblicani faranno tutto quello che possono per azzoppare e sabotare la Presidenza di Biden?

Le uniche vere domande sono quanto danno il Partito Repubblicano può fare, e come risponderà Biden.

La risposta alla prima domanda dipende molto a quello che accadrà il 5 gennaio negli spareggi per il Senato in Georgia. Se i democratici conquisteranno entrambi i seggi, avranno un controllo effettivo, seppur di misura, di entrambi i rami del Congresso. Se non lo fanno, Mitch McConnell avrà poteri enormi di ostruzionismo – e chiunque abbia dubbi che egli userà quei poteri per mettere a repentaglio Biden ad ogni pié sospinto, vive in un mondo di fantasie.

Ma quanto danno infliggerà l’ostruzionismo? In termini di politica economica – di questo parleremo in questo articolo – il prossimo futuro può essere diviso in due epoche, prima e dopo il vaccino (o, più precisamente, dopo un’ampia diffusione di un vaccino).

Nei prossimi mesi, quando la pandemia continuerà a correre senza controllo, decine di milioni di americani saranno in grandi difficoltà se il Governo federale non si farà avanti per aiutarli. Sfortunatamente, i repubblicani possono essere nella condizione di bloccare questo aiuto.

La buona notizia sul futuro immediato, per come appare, è che gli americani probabilmente (e giustamente) daranno la colpa della miseria che stanno sperimentando a Donald Trump e non a Joe Biden – cosicché questo potrebbe rendere i repubblicani disponibili a sborsare almeno un po’ di soldi.

Cosa accadrà all’economia dopo il vaccino? Anche qua ci sono alcune possibili buone notizie: una volta che il vaccino diverrà ampiamente disponibile, probabilmente avremo una spontanea ripresa economica, qualcosa che non dipenderà dalla cooperazione repubblicana. E ci sarà anche una vasta sensazione nazionale di sollievo.

Dunque Biden potrebbe far bene anche di fronte ad una opposizione repubblicana da terra bruciata. Ma non possiamo essere certi di questo. I repubblicani potrebbero rifiutare di dare l’assenso a chiunque per le responsabilità economiche principali. C’è sempre la possibilità di un’altra crisi finanziaria – e i dirigenti uscenti di Trump stanno minando in modo sistematico la possibilità per la nuova Amministrazione di misurarsi con una tale crisi, se avvenisse. Inoltre l’America ha un disperato bisogno di iniziativa su temi che vanno dalle infrastrutture, al cambiamento climatico, alla lotta contro l’elusione fiscale, cose che non accadranno se i repubblicani conservano un potere di blocco.

Dunque, cosa può fare Biden?

In primo luogo, ha bisogno di cominciare a parlare delle immediate iniziative politiche per aiutare la gente comune, se non altro per rendere chiaro agli elettori della Georgia quale sarà il danno se essi non eleggono i democratici in quei due seggi del Senato.

Se i democratici non ottengono quei seggi, Biden avrà bisogno di usare l’iniziativa derivante dal suo potere esecutivo per realizzare quanto possibile nonostante l’ostruzionismo repubblicano – sebbene mi preoccupi che la Corte Suprema riempita dai nominati da Trump cerchi di bloccarlo in ogni occasione.

Infine, sebbene Biden stia ancora parlando in modi rassicuranti di unità e di tendersi la mano al di là degli schieramenti, in qualche momento avrà bisogno di smetterla di rassicurarci che egli non assomiglia per niente a Trump e di cominciare a far pagare ai repubblicani un prezzo politico per i loro tentativi di impedirgli di governare.

Ora, non intendo dire che dovrebbe somigliare a Trump, chiedendo punizioni verso i suoi nemici – sebbene al Dipartimento di Giustizia dovrebbe essere consentito di fare il suo lavoro e di procedere su qualsiasi reato esso scopra dell’epoca di Trump.

No, Biden ha bisogno di fare quello che Harry Truman fece nel 1948 [1], quando costruì un sostegno politico candidandosi contro il “disfattismo” dei repubblicani. Ed egli avrà un migliore argomento di quelli che Truman non ebbe mai, perché i repubblicani odierni sono infinitamente più corrotti e meno patriottici di quelli che affrontò Truman.

I risultati delle elezioni di quest’anno, con una solida vittoria di Biden ma con i repubblicani che sono usciti bene dalle votazioni aggiuntive [2], ci dicono che gli elettori americani non comprendono pienamente la natura del moderno Partito Repubblicano. Biden ha bisogno di far valere quell’argomento, e di far pagare ai repubblicani il sabotaggio che tutti sappiamo essere in arrivo.

 

 

 

 

 

 

[1] Nel 1948 Truman, sebbene fosse pronosticata la sua sconfitta, vinse alle elezioni presidenziali e ottenne il secondo mandato (il primo fu conseguente alla morte di Roosevelt, di cui Truman era stato VicePresidente; quindi fu automatico e senza elezioni).

[2] I “down-ballot” sono i ‘voti in fondo’ alla scheda presidenziale, che includono i candidati per i seggi alla Camera dei Rappresentanti e, in alcuni casi, al Senato. I primi vengono eletti ogni due anni – ovvero in un caso coincidono con le elezioni presidenziali e nell’altro con le ‘elezioni di medio termine’ – mentre i secondi vengono eletti ogni sei anni. Per il Senato c’è dunque una asimmetria con i mandati presidenziali, il che spiega perché a gennaio ci saranno gli “spareggi” (“run-offs”) in Georgia; i due seggi in Georgia semplicemente scadono in quella data.

 

 

 

 

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