Articoli sul NYT

Il ritorno dei falsi falchi del deficit, di Paul Krugman (New York Times, 17 dicembre 2020)

Dec 17, 2020

Return of the Phony Deficit Hawks

By Paul Krugman

zz 898

It looks as if Congress will soon pass a much-needed economic relief (not stimulus) bill — something that will help distressed Americans get through the next few months, while we wait for widespread vaccination to set the stage for economic recovery. That’s good news, because something is better than nothing, even though what we know about the legislation says that it’s going to be deeply flawed.

But the way this debate has been playing out is ominous for the future. Even some of the good guys seem a bit confused about what they’re trying to do. And the bad guys — Mitch McConnell and company — are clearly doing some of the right things only under political duress, while giving every indication that they’ll systematically undermine the economy once President-elect Joe Biden takes office.

About good guys getting it wrong: Economic relief legislation is largely about providing individuals and families with a financial lifeline during the pandemic. But who should get that lifeline? Should it go to a majority of the population, like those $1,200 checks sent out in the spring? Or should the focus be on enhanced unemployment benefits for the millions of workers who, thanks to the pandemic, have no income at all?

According to The Washington Post, Senators Bernie Sanders and Joe Manchin had a heated argument about this issue on Wednesday during a conference call, with Sanders pushing for broad aid while Manchin argued that enhanced unemployment benefits were more crucial.

Well, on most issues I’m a lot closer to Sanders than to Manchin, the most conservative Democrat in the Senate. But in this case I’m sorry to say that Manchin is right. The economic pain from the coronavirus has been very unevenly distributed: A minority of the work force has been devastated, while those who have been able to keep working have, by and large, done relatively well. Overall wages and salaries have bounced back quickly.

So if there’s a limit on the amount of aid that can be given, it’s more important to help the unemployed — and, in particular, to sustain that help well beyond the 10 weeks reportedly in the current deal — than to send checks to those who have been able to keep working. The best argument I can see for broader payments is political — people who haven’t lost their jobs to the pandemic may be more willing to support economic relief for those who have if they also get something from the deal.

But why is there a limit on the amount of aid?

Republicans appear willing to make a deal because they fear that complete stonewalling will hurt them in the Georgia Senate runoffs. But they are determined to keep the deal under a trillion dollars, hence the reported $900 billion price tag.

That trillion-dollar cap, however, makes no sense. The amount we spend on emergency relief should be determined by how much aid is needed, not by the sense that $1 trillion is a scary number.

For affordability isn’t a real issue right now. The U.S. government borrowed more than $3 trillion in the 2020 fiscal year; investors were happy to lend it that money, at remarkably low interest rates. In fact, the real interest rate on U.S. debt — the rate adjusted for inflation — has lately been consistently negative, which means that the additional debt won’t even create a major future burden.

And even economists who worry about deficits normally agree that it’s appropriate to run big deficits in the face of national emergencies. If a pandemic that is still keeping around 10 million workers unemployed isn’t an emergency, I don’t know what is.

Of course, we know what’s going on here. While Republicans have made the political calculation that they must cough up some money while control of the Senate is still in doubt, they’re clearly getting ready to invoke fear of budget deficits as a reason to block anything and everything Biden proposes once he’s finally sworn in.

It should go without saying that the coming G.O.P. pivot to deficit hawkery will be completely insincere. Republicans had no problem with rising deficits during the pre-pandemic Trump years; they cheerfully passed a $1.9 trillion tax cut, mainly for corporations and the wealthy.

But the hypocrisy isn’t the main issue here. More important, shortchanging relief in the name of fiscal prudence would mean vast, unnecessary hardship for millions of Americans. I’m an optimist about prospects for economic recovery once we achieve widespread vaccination. But that won’t happen until well into 2021, and even a rapid recovery will take months after that to bring us back to something like full employment. Making a deal that only provides enhanced benefits for 10 weeks is like building a bridge that goes only a quarter of the way across a chasm.

And the case for more spending won’t end with short-term economic recovery. We’ll still need huge investments in infrastructure, child care, clean energy and more.

Republicans will try to stop all of this, claiming that it’s because they’re worried about debt. They’ll be lying, and we shouldn’t be afraid to say so.

 

Il ritorno dei falsi falchi del deficit,

di Paul Krugman

Sembra che il Congresso approverà presto la proposta di legge sulle tanto necessarie misure di soccorso (non di stimolo) all’economia – qualcosa che aiuterà gli americani in difficoltà a superare i prossimi mesi, mentre aspettiamo che una vaccinazione generalizzata prepari la scena per una ripresa dell’economia. È una buona notizia, perché qualcosa è meglio che niente, anche se quello che sappiamo sulla legge ci dice che è destinata ad avere gravi difetti.

Ma il modo in cui si sta svolgendo questo dibattito è di cattivo augurio per il futuro. Persino alcune delle persone per bene sono un po’ confuse su quello che stanno cercando di fare. E i cattivi – Mitch McConnell e compagnia –  stanno chiaramente facendo cose che la destra fa solo quando ci è costretta, mentre inviano tutti i segnali secondo i quali metteranno sistematicamente a repentaglio l’economia una volta che il Presidente eletto Joe Biden entrerà in carica.

A proposito di quello che le persone perbene capiscono in modo sbagliato: la legislazione di soccorso all’economia riguarda in gran parte fornire alle persone singole ed alle famiglie un’ancora di salvezza finanziaria durante la pandemia. Ma chi dovrebbe avere tale ancora di salvezza? Dovrebbe andare alla maggioranza della popolazione, come quegli assegni da 1.200 dollari spediti nella primavera? Oppure dovrebbe concentrarsi su sussidi di disoccupazione accresciuti per i milioni di lavoratori che, grazie alla pandemia, non hanno alcun reddito?

Secondo il Washington Post i Senatori Bernie Sanders e Joe Manchin hanno avuto mercoledì un confronto acceso su questo tema, con Sanders che spingeva per un aiuto generalizzato e Manchin che sosteneva che l’incremento dei sussidi di disoccupazione fosse più fondamentale.

Ebbene, su molti temi io sono più vicino a Sanders che a Manchin, il democratico più conservatore al Senato. Ma in questo caso mi dispiace dire che Manchin ha ragione. La sofferenza economica del coronavirus è stata distribuita in modo molto ineguale: una minoranza della forza lavoro è stata devastata, mentre coloro che sono stati nelle condizioni di continuare a lavorare sono andati, in linea di massima, relativamente bene. Gli stipendi ed i salari nel complesso si sono ripresi rapidamente.

Se dunque c’è un limite alla quantità di aiuto che può essere fornita, è più importante aiutare i disoccupati – e, in particolare, mantenere quell’aiuto ben oltre le dieci settimane che si dice siano previste nell’attuale accordo – che spedire assegni a coloro che sono stati nelle condizioni di continuare a lavorare. Il migliore argomento che posso vedere per compensi più ampi è politico – le persone che non hanno perso i loro posti di lavoro nella pandemia possono essere più disponibili a sostenere gli aiuti economici per coloro che l’hanno perso, se anch’essi ottengono qualcosa dall’accordo.

Ma perché c’è un limite sulla quantità di aiuto?

I repubblicani sembrano disponibili a fare un accordo perché temono che un completo boicottaggio li danneggerebbe negli ‘spareggi’ per il Senato in Georgia. Ma essi sono determinati a mantenere l’accordo sotto i mille miliardi di dollari, da qua il prezzo di 900 milioni di dollari di cui si parla.

Tuttavia, quel limite di mille miliardi di dollari è senza senso. La quantità che spendiamo negli aiuti per l’emergenza dovrebbe essere determinata da quanto aiuto è necessario, non dalla impressione che mille miliardi di dollari siano un numero spaventoso.

Dal punto di vista della sostenibilità, in questo momento, essa non è una questione reale. Il Governo degli Stati Uniti ha preso in prestito nell’anno fiscale 2020 più di tre mila miliardi di dollari; gli investitori sono stati felici di prestare quel denaro, a tassi di interesse considerevolmente bassi. Di fatto, il tasso di interesse reale sulle obbligazioni sul debito statunitense – il tasso corretto per l’inflazione – di recente è stato stabilmente negativo, il che significa che il debito aggiuntivo non determinerà neppure un importante onere futuro.

E persino gli economisti che di solito si preoccupano dei deficit sono d’accordo che sia corretto gestirne in grande misura di fronte ad emergenze nazionali. Se una pandemia che ancora tiene circa dieci milioni di lavoratori disoccupati non è un’emergenza, non capisco cosa sia.

Ma sappiamo bene cosa sta accadendo in questo caso. Mentre i repubblicani hanno fatto il calcolo politico secondo il quale possono sborsare un po’ di soldi mentre il controllo del Senato è ancora in dubbio, stanno chiaramente preparandosi a invocare le paure per i deficit di bilancio come una ragione per bloccare qualunque cosa Biden proporrà un volta che finalmente avrà giurato.

Non dovrebbe essere il caso di ribadire che la prossima giravolta del Partito Repubblicano come rivenditore delle paure sul deficit sarà completamente insincera. I repubblicani non hanno avuto alcun problema ad aumentare i deficit durante gli anni di Trump precedenti alla pandemia; hanno spensieratamente approvato tagli fiscali per 1.900 miliardi di dollari, principalmente per le società e i ricchi.

Ma in questo caso l’ipocrisia non è la questione principale. Più importante ancora è che imbrogliare sulle misure di aiuto in nome della prudenza della finanza pubblica comporterebbe grandi ed evitabili difficoltà per milioni di americani. Io sono ottimista sulle prospettive della ripresa economica una volta che realizzeremo una vaccinazione generalizzata. Ma ciò non accadrà fino al 2021 inoltrato, e persino con una rapida ripresa occorreranno mesi prima di tornare a qualcosa come la piena occupazione. Fare un accordo che che concede sussidi solo per dieci settimane è come costruire un ponte che copre soltanto un quarto dell’abisso.

E l’argomento per una maggiore spesa non finirà con una ripresa economica a breve termine. Avremo un enorme bisogno di investimenti nelle infrastrutture, di assistenza per i bambini, di energia pulita e di altro ancora.

I repubblicani cercheranno di fermare tutto, sostenendo che dipende dalla loro preoccupazione sul debito. Mentiranno, e noi non dovremmo essere spaventati a dirlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"