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Il sesso e l’economia cinese, di Shang-Jin Wei (da Project Syndicate, 18 maggio 2021)

 

May 18, 2021

Sex and the Chinese Economy

SHANG-JIN WEI

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NEW YORK – China’s recently released population census confirms the persistence of the country’s alarming excess of males relative to the global norm. This numerical imbalance from birth onward has several significant economic implications – and not only for China.

Because women live longer than men on average, most countries’ populations have more females than males. In the United States, for example, there were 96 males per 100 females in 2020. China, by contrast, has 105 males for every 100 females, according to the latest census. Chinese women live about three years longer than Chinese men on average, so the “excess males” are entirely the result of an unusually high ratio of boys to girls at birth.

The sex ratio at birth is normally around 106 boys per 100 girls. Because boys and young men have a slightly higher mortality rate, and because husbands tend to be somewhat older than wives, such a ratio at birth is nature’s way of ensuring a roughly 1:1 ratio by the time they reach reproductive age.

Although China’s male-to-female ratio at birth was close to this natural rate in the 1970s, a combination of factors fueled its steady rise. The most significant were a preference for sons, the availability of ultrasound and other technologies that enable expectant parents to know a fetus’s sex, and the government’s imposition in 1980 of a strict family-planning policy that prevented most families from having as many children as they desire.

Some parents have opted for sex-selective abortions. The government tried to forbid the practice, but it is hard to prevent as long as abortions are used as a means of complying with birth limits. As a result, the sex ratio at birth increased steadily, peaking at about 121 boys per 100 girls in 2009. According to the recent population census, this ratio has since declined to 111.3 boys for every 100 girls – more balanced than before, but still significantly higher than it would be in the absence of sex-selective abortions.

China’s “excess” of male births results in a large number of young men being unable to marry. In mathematical terms, about one in nine young men in China cannot find a girlfriend or wife. This problem is even more serious in regions such as rural Anhui and Guangdong, where as many as one in six young men has difficulty finding a marriage partner.

In a series of research papers with various co-authors, I have documented some of the large and sometimes surprising economic consequences of this skewed sex ratio for China and the world. For starters, young men – and especially parents with unmarried sons – increase their savings rates substantially in order to enhance their relative competitiveness in the dating and marriage markets. In a 2011 paper, Xiaobo Zhang and I found that the rise in the male-female ratio in China’s pre-marital-age cohort from 1990 to 2007 accounted for about half of the increase in the household savings rate during that period.

An increase in the savings rate tends to boost a country’s trade surplus. In 2013, Qingyuan Du and I showed that a rise in China’s male-female ratio may have contributed to between one-third and one-half of the increase in its trade surplus with other countries. The sex imbalance thus likely underpins an important source of tension between China and the US. Yet bilateral engagement has paid scant attention to this linkage.

As I show in a forthcoming research paper with Zhibo Tan and Xiaobo Zhang in the Journal of Development Economics, China’s unbalanced male-female ratio also contributes to unsafe workplace practices, leading to many preventable injuries and deaths. A shortage of potential brides causes many parents with sons of marriageable age to work more and seek higher-paying but potentially dangerous jobs in sectors such as mining and construction, or jobs exposing them to hazardous materials and extreme heat or cold. Because people are more willing to accept such jobs, employers often invest less in workplace safety, which in turn increases work-related injuries and mortality.

My co-authors and I found that accidental injuries and workplace deaths are significantly higher in areas with a more severe shortage of young women relative to men. And parents with sons of marriageable age account for a disproportionate share of the victims.

The sex-ratio imbalance can self-correct, but only slowly. Seeing parents with sons shouldering greater financial and physical burdens to help their sons avoid involuntary bachelorhood, many young couples may decide that having a daughter is as good or better. But the latest population census, which shows that the sex ratio at birth remains unbalanced, tells us that discrimination against girls persists.

As China worries about the country’s low population growth, it has progressively relaxed (but not yet ended) its family-planning policy. Policymakers should now go further, and provide a significant financial reward to parents of baby girls. Such a measure would simultaneously hasten the correction of the sex-ratio imbalance at birth and arrest the decline in the overall birth rate.

A more balanced sex ratio will lessen the need for many Chinese households to sacrifice current consumption for higher savings, and foster safer working environments. It would also help to reduce trade tensions with other countries.

 

Il sesso e l’economia cinese,

di Shang-Jin Wei

 

NEW YORK – Il censimento sulla popolazione della Cina pubblicato recentemente conferma la persistenza dell’allarmante eccesso di maschi, rispetto alle consuetudini globali. Questo squilibrio numerico dalla nascita in poi ha varie implicazioni economiche significative – e non soltanto per la Cina.

Dato che le donne vivono in media più a lungo degli uomini, la maggioranza dei paesi hanno più femmine che maschi. Negli Stati Uniti, ad esempio, nel 2020 c’erano 96 maschi ogni 100 femmine. La Cina, all’opposto, secondo l’ultimo censimento ha 105 maschi ogni 100 femmine. Le donne cinesi vivono in media circa tre anni più a lungo degli uomini cinesi, cosicché i “maschi in eccesso” sono interamente il risultato di un inconsueto alto rapporto di ragazzi rispetto alle ragazze sin dalla nascita.

Il rapporto dei sessi alla nascita è normalmente di 106 ragazzi ogni 100 ragazze. Poiché i ragazzi e gli uomini giovani hanno un tasso di mortalità leggermente superiore, e poiché i mariti tendono ad essere un po’ più vecchi delle mogli, tale rapporto alla nascita è il modo in cui a natura assicura un rapporto di uno ad uno per il tempo in cui raggiungono l’età riproduttiva.

Sebbene il rapporto maschi femmine alla nascita fosse vicino al suo tasso naturale negli anni ’70, una combinazione di fattori ha alimentato la la sua continua crescita. Il fattore maggiormente significativo è stata la preferenza per i figli maschi, la disponibilità degli ultrasuoni e di altre tecnologie che consentono ai genitori in attesa di conoscere il sesso del feto, e l’imposizione dl Governo nel 1980 di una severe politica di pianificazione familiare che ha impedito alla maggioranza delle famiglie di avere tutti i figli che desideravano.

Alcuni genitori hanno scelto aborti selettivi sulla base del sesso. Il Governo ha cercato di proibire la pratica, ma essa è difficile da impedire quando gli aborti vengono utilizzati come un modo per attenersi ai limiti sulle nascite. Di conseguenza, il rapporto tra i sessi alla nascita è cresciuto stabilmente, arrivando nel 2009 ad un picco di 121 ragazzi ogni 100 ragazze. Secondo il recente censimento sulla popolazione, questo rapporto è da allora calato sino a 111,3 ragazzi per ogni 100 ragazze – più equilibrato che in precedenza, ma ancora significativamente più alto di quanto sarebbe in assenza di aborti selettivi sulla base del sesso.

L’ “eccesso” cinese di nascite maschili comporta che un ampio numero di giovani uomini che non sono nelle condizioni di sposarsi. In termini matematici, un giovane uomo su nove in Cina non può trovare una compagna o una moglie. Questo problema è persino più serio in regioni rurali come lo Anhui e il Guangdong, dove qualcosa come un giovane uomo su sei ha difficoltà a trovare una partner per il matrimonio.

In una serie di ricerche con vari co-autori, ho documentato alcune delle ampie e talvolta sorprendenti conseguenze economiche di questo alterato rapporto tra i sessi per la Cina e per il mondo. Innanzitutto, i giovani uomini – e specialmente i genitori con figli non sposati – accrescono sostanzialmente i loro tassi di risparmio allo scopo di favorire la loro competitività relativa nelle agenzie per gli appuntamenti ed i matrimoni. In uno studio del 2011, Xiaobo Shang ed io abbiamo scoperto che la crescita del rapporto maschi-femmine nella classe di età premaritale della Cina dal 1990 al 2007, ha pesato per circa la metà del tasso dei risparmi familiari durante quel periodo.

Un aumento del tasso dei risparmi tende a incoraggiare un surplus commerciale nel paese. Nel 2013, Qingyuan Du ed io abbiamo dimostrato che una crescita nel rapporto maschi-femmine della Cina può aver contribuito, tra un terzo ed una metà, all’incremento del suo surplus commerciale con altri paesi. Lo squilibrio tra i sessi quindi probabilmente costituisce una importante fonte di tensione tra la Cina e gli Stati Uniti. Tuttavia l’impegno bilaterale ha prestato scarsa attenzione a questa connessione.

Come ho mostrato in una ricerca di prossima pubblicazione con Zhibo Tan e Xiaobao Zhang sul Journal of Development Economics, lo squilibrato rapporto maschi-femmine dà anche un contributo a pratiche insicure sui posti di lavoro, comportando molte ferite e morti evitabili. La scarsità di possibili spose spinge molti genitori con figli in età da matrimonio a lavorare di più ed a cercare posti di lavoro meglio pagati ma potenzialmente pericolosi  in settori quali le miniere e l’edilizia, oppure in posti di lavoro che li espongono a materiali pericolosi e al caldo o al freddo estremi. Poiché le persone sono più disposte ad accettare tali lavori, i datori di lavoro spesso spendono meno nella sicurezza dei posti di lavoro, il che a sua volta aumenta le ferite o le morti sul lavoro.

I miei co-autori ed io abbiamo scoperto che le ferite per incidenti e le morti sui posti di lavoro sono significativamente più alte nelle aree con una più grave scarsità di giovani donne in rapporto agli uomini. E i genitori con figli in età da matrimonio pesano per una quota sproporzionata di tali vittime.

Lo squilibrio nel rapporto tra i sessi può correggersi da solo, ma soltanto lentamente. Constatando che i genitori con figli maschi si accollano pesi finanziari e fisici maggiori per aiutare i loro figli ad evitare il celibato involontario, molte giovani coppie possono decidere che avere una figlia sia una scelta positiva o comunque migliore. Ma l’ultimo censimento sulla popolazione, che mostra che il rapporto tra i sessi alla nascita resta squilibrato, ci dice che persiste una discriminazione contro le figlie.

Dal momento che la Cina si preoccupa della bassa crescita della popolazione, essa ha progressivamente rilassato (ma non ancora interrotto) la sua politica della pianificazione familiare. Le autorità dovrebbero adesso andare oltre, e offrire un significativo premio finanziario ai genitori di bambine. Una tale misura contemporaneamente accelererebbe la correzione dello squilibrio tra i sessi alla nascita ed arresterebbe il declino del tasso di natalità complessivo.

Un più equilibrato rapporto tra i sessi attenuerebbe il bisogno per molte famiglie cinesi di sacrificare i consumi attuali per risparmi maggiori, e incoraggerebbe ambienti lavorativi più sicuri. Essa contribuirebbe anche a ridurre le tensioni commerciali con altri paesi.

 

 

 

 

 

 

 

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