Articoli sul NYT

Come il Covid è diventato una crisi degli Stati repubblicani, di Paul Krugman (New York Times, 29 luglio 2021)

 

July 29, 2021

How Covid Became a Red-State Crisis

By Paul Krugman

zz 898

Less than a month ago President Biden promised a “summer of joy,” a return to normal life made possible by the rapid progress of vaccinations against Covid-19. Since then, however, vaccination has largely stalled — America, which had pulled ahead of many other advanced countries, has fallen behind. And the rise of the Delta variant has caused a surge in cases all too reminiscent of the repeated Covid waves of last year.

That said, 2021 isn’t 2020 redux. As Aaron Carroll pointed out Tuesday in The Times, Covid is now a crisis for the unvaccinated. Risks for vaccinated Americans aren’t zero, but they’re vastly lower than for those who haven’t gotten a vaccine.

What Carroll didn’t say, but is also true, is that Covid is now a crisis largely for red states. And it’s important to make that point both to understand where we are and as a reminder of the political roots of America’s pandemic failures.

Just to be clear, I’m not saying that only Republicans are failing to get vaccinated. It’s true that there are stark differences in attitudes toward the vaccines, with one poll showing 47 percent of Republicans saying they are unlikely to get a shot, compared with only 6 percent of Democrats. It’s also true that if we compare U.S. counties, there’s a strong negative correlation between Donald Trump’s share of the 2020 vote and the current vaccination rate.

That said, vaccination rates among Black and Hispanic Americans remain persistently lower than among the non-Hispanic white population, an indication that issues like lack of information and trust are also inhibiting our response.

But simply looking at who remains unvaccinated misses what may soon become a crucial point: The danger from Covid’s resurgence depends not just on the number of cases nationwide but also on how concentrated those cases are geographically.

To see why, it may help to remember all the talk about “flattening the curve” early in the pandemic.

At that point effective vaccines seemed a distant prospect. This in turn made it seem likely that a large fraction of the population would eventually contract the virus whatever we did. Prevaccine, it seemed as if the only way to avoid long-run mass infection was the New Zealand strategy: a severe lockdown to reduce cases to a very low level, followed by a test-trace-isolate regime to quickly put a lid on any flare-ups. And it seemed all too clear that the U.S. lacked the political will to pursue such a strategy.

Yet there was still good reason to impose social distancing rules and mask requirements. Even if most people would eventually get the virus, it was important that they not all get sick at once, because that would overload the health care system. This would cause many preventable deaths, not just from Covid-19 but also because other ailments couldn’t be treated if the hospitals, and especially intensive care units, were already full.

This logic, by the way, was why claims that mask mandates and distancing guidelines were attacks on “freedom” were always nonsense. Do we think people should be free to drive drunk? No, not just because in so doing they endanger themselves, but even more because they endanger others. The same was true for refusing to wear masks last year — and for refusing to get vaccinated now.

As it turned out, masks and social distancing were even better ideas than we realized: They bought time until the arrival of vaccines, so that a great majority of those who managed to avoid Covid in 2020, and have since been vaccinated, may never get it.

But there are regions in America where large numbers of people have refused vaccination. Those regions appear to be approaching the point we feared in the early stages of the pandemic, with hospitalizations overwhelming the health care system. And the divide between places that are in crisis and those that aren’t is starkly political. New York has five Covid patients hospitalized per 100,000 people; Florida, where Gov. Ron DeSantis barred businesses from requiring that their patrons show proof of vaccination, has 34.

So, will Covid’s resurgence stop America’s much-awaited return to normalcy? In much of the country, no. Yes, vaccination has stalled far too soon even in blue states, and residents of those states should be a bit more cautious, for example by resuming mask-wearing when indoors (which many people in the Northeast never stopped). But so far it doesn’t look as if the Delta variant will prevent continuing recovery, social and economic.

There are, however, places that really should put strong measures into effect — mask mandates for sure, and maybe even partial lockdowns — to buy time while they catch up on vaccinations.

Unfortunately, these are precisely the places that will almost surely do no such thing. Missouri is experiencing one of the worst current Covid outbreaks, yet on Tuesday the St. Louis County Council voted to end a mask mandate introduced by the county executive.

In any case, it’s crucial to understand that we aren’t facing a national crisis; we’re facing a red-state crisis, with nakedly political roots.

 

Come il Covid è diventato una crisi degli Stati repubblicani,

di Paul Krugman

 

Meno di un mese fa il Presidente Biden promise un’ “estate di gioia”, un ritorno alla vita normale reso possibile dal rapido progresso delle vaccinazioni contro il Covid-19. Da allora, tuttavia, le vaccinazioni sono in buone parte rallentate – l’America, che era in vantaggio su molti altri paesi avanzati, è rimasta indietro [1]. E la crescita della variante Delta ha provocato una impennata di casi che ricorda anche troppo le ripetute ondate di Covid dell’anno passato.

Ciò detto, il 2021 non è una riedizione del 2020. Come Aaron Carroll ha messo in evidenza martedì su The Times, adesso il Covid è una crisi per chi non è vaccinato. I rischi per gli americani vaccinati non sono pari a zero, ma sono grandemente inferiori di quelli di coloro che non hanno preso il vaccino.

Quello che Carroll non ha detto, ma che è anch’esso vero, è che il Covid ora è  in buona parte una crisi per gli Stati repubblicani. Ed è importante chiarire quell’aspetto sia per comprendere a che punto siamo, sia per riportare alla memoria le radici politiche dei fallimenti pandemici dell’America.

Per chiarezza, non sto dicendo che soltanto i repubblicani non si vaccinano. È vero che ci sono differenze estreme nelle attitudini verso i vaccini, con un sondaggio che mostra che il 47 per cento dei repubblicani che dicono che è improbabile che abbiano una iniezione, contro soltanto il 6 per cento tra i democratici. È anche vero che se confrontiamo le contee statunitensi, c’è una forte correlazione negativa tra la percentuale del voto a Donald Trump nel 2020 e il tasso attuale di vaccinazione [2].

Ciò detto, i tassi di vaccinazione tra i neri e gli americani ispanici restano persistentemente più bassi di quelli della popolazione bianca non ispanica: una dato che segnala come anche la mancanza di informazione e di fiducia sta condizionando negativamente la nostra risposta.

Ma soltanto l’osservare chi resta non vaccinato ci fa smarrire quello che in breve può diventare un aspetto cruciale: il pericolo di una ripresa del Covid non dipende solo dal numero dei casi su scala nazionale, ma anche da come quei casi sono concentrati geograficamente.

Per capire perché, può essere utile ricordare tutto il gran parlare, agli inizi della pandemia, sulla “curva che si appiattisce”.

In quel momento, vaccini efficaci sembravano una prospettiva lontana. Questo a sua volta faceva apparire probabile che un’ampia razione della popolazione alla fine avrebbe contratto il virus, qualsiasi cosa facessimo. Prima del vaccino, sembrava che il solo modo per evitare una infezione di massa a lungo termine fosse la strategia della Nuova Zelanda: un severo lockdown per ridurre i casi ad un livello molto basso, seguito da un regime di tamponamenti, tracciamenti e isolamenti per mettere rapidamente un tetto ad ogni vampata. E sembrava anche troppo chiaro che gli Stati Uniti non avevano la volontà politica di perseguire tale strategia.

C’erano tuttavia ancora buone ragioni per imporre le regole del distanziamento sociale e l’obbligo delle mascherine. Persino se la maggioranza delle persone alla fine avessero contratto il virus, era importante che esse non si ammalassero tutte assieme, perché avrebbero sovraccaricato il sistema della assistenza sanitaria. Questo avrebbe provocato molte morti evitabili, non solo per il Covid-19 ma anche perché altre malattie non avrebbero potuto essere trattate se gli ospedali, e specialmente le unità di terapia intensiva, fossero state già piene.

Per inciso, la logica era che le pretese secondo le quali gli obblighi alle mascherine e le disposizioni sul distanziamento fossero attacchi alla “libertà”, era sempre in ogni caso una sciocchezza. Si pensa che le persone dovrebbero essere libere di guidare ubriache? No, non solo perché così facendo metterebbero in pericolo se stesse, ma ancor più perché metterebbero in pericolo gli altri. Lo stesso era vero per il rifiuto di indossare le mascherine l’anno passato – e per rifiutare di vaccinarsi oggi.

Come si scoprì, le mascherine e il distanziamento sociale furono idee persino migliori di quello che comprendevamo: con esse guadagnammo tempo sino all’arrivo dei vaccini, in modo tale che una grande maggioranza di coloro che riuscirono ad evitare il Covid nel 2020, e da allora sono stati vaccinati, possono non contrarlo mai.

Ma ci sono aree in America dove un largo numero di persone hanno rifiutato la vaccinazione. Quelle regioni sembrano avvicinarsi al punto che temevamo nei primi stadi della pandemia, con le ospedalizzazioni che sommergono il sistema sanitario. E la divisione tra i luoghi che sono in crisi e quelli che non lo sono è decisamente di natura politica. New York ha cinque pazienti ospedalizzati per Covid ogni 100.000 persone; la Florida, dove il Governatore Ron DeSantis ha proibito alle imprese di richiedere che i loro avventori esibiscano una prova della vaccinazione, ne ha 34.

Dunque, una ripresa del Covid fermerà il molto atteso ritorno alla normalità dell’America? In buona parte del paese, no. È vero, la vaccinazione è finita in stallo anche troppo presto persino negli Stati democratici, e i residenti di quegli Stati dovrebbero essere un po’ più cauti, ad esempio ricominciando a indossare le mascherine nei luoghi chiusi (cosa che molte persone nel Nordest non hanno mai interrotto). Ma sinora non sembra che la variante Delta impedirà la prosecuzione della ripresa, sociale ed economica.

Tuttavia, ci sono località che realmente dovrebbero mettere in pratica misure severe – di certo l’obbligo delle mascherine e forse persino parziali lockdown – per guadagnare tempo nel mentre superano i ritardi nelle vaccinazioni.

Sfortunatamente, questi sono i luoghi che quasi certamente non faranno niente del genere. Il Missouri sta sperimentando una delle peggiori attuali esplosioni di Covid, tuttavia martedì il Consiglio della Contea di St. Louis ha votato per mettere fine all’obbligo delle mascherine introdotto dal governo della contea.

In ogni caso, è fondamentale intendere che non siamo dinanzi ad una crisi nazionale; siamo dinanzi ad una crisi degli Stati repubblicani, con radici politiche manifeste.

 

 

 

 

 

 

[1] La Tabella nella connessione mostra come ancora il 5 giugno la percentuale dei vaccinati sull’intera popolazione era in Canada il 7,19%, in Germania il 21,17% e negli USA il 41,30%; il 29 di luglio essa è il 57,98% in Canada, il 51,11% in Germania e il 49,00% negli USA.

[2] La tabella nella connessione – che mostra in tutti i distretti elettorali le percentuali ottenute da Trump nel 2020, dalle minori nella zona blu alle maggiori nella zona rossa, e nella progressione verticale le percentuali dei vaccinati – è la seguente:

zzz 240

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

By


Commenti dei Lettori (0)


E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"