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Il caso difficile degli investimenti leggeri, di Paul Krugman (dal blog di Krugman, 10 agosto 2021)

 

August 10, 2021

 

The hard case for soft investment,

Paul Krugman

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What a difference a few votes in Georgia made! Actually, about $4 trillion worth of difference. Upset victories in the January Senate runoffs gave Democrats narrow control of Congress, and they’re exploiting that narrow control to push a hugely ambitious spending agenda. President Biden might not get all of the public investment and social spending he’s asking for, but it looks likely that he’ll get most of it.

Part of the spending will come via a bipartisan infrastructure bill that passed the Senate today. The rest will come via a much larger bill, whose outlines were laid out Monday, that Democrats plan to pass on a party-line vote that bypasses the filibuster.

This two-step legislative process is playacting, and everyone involved knows it — although voters might not. Republicans went along with some infrastructure spending to create the (false) impression that they aren’t implacably opposed to anything Biden might propose. Biden chose to let them play that game to create the equally false impression that he really believes in the possibility of bipartisanship.

One thing that struck me, however, is the interesting dividing line between what Republicans were willing to vote for and what they won’t even pretend to support. The bipartisan bill is pretty much all about “hard” infrastructure; it’s all steel and concrete. The Democratic resolution has some of that, especially things like clean-energy technologies. But the bulk of the proposed investment spending seems to involve “soft” stuff like child tax credits, child care, universal pre-K and free community college.

Why this division of playacting — I mean labor? Republicans appear to believe, or at least think their constituents believe, that only tangible, physical investment is real.

This is, however, an outmoded view. Maybe we once had an economy whose productive capacity depended on visible assets like factories and machinery; these days our most valuable companies derive their value mainly from knowledge rather than physical capacity, and spending on intangible intellectual property accounts for more than a third of business investment:

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The private sector gets less physical.FRED

Beyond that, it’s a somewhat surprising fact that we have much better evidence for high returns on public spending on people, especially children, than we have for high returns on infrastructure investment.

Why? Assessing the payoff to infrastructure spending is surprisingly hard, because we don’t get to observe the counterfactuals. We can surmise that America would be significantly poorer today if Eisenhower hadn’t created the Interstate Highway System, but we can’t directly measure that alternate history. We can guess that the New York metro area’s economic prospects would look a lot better if Chris Christie hadn’t killed plans for a new rail tunnel under the Hudson, but we’ll never know for sure how much damage he did.

Analysts can and do try to assess the benefits from individual infrastructure projects, like Boston’s Big Dig — and it’s far better to engage in that kind of analysis than to leave things purely subjective. But even for an individual project, that kind of analysis tends to involve a lot of assumptions — how much worse would traffic have been without the project? How much value should we place on time lost to traffic jams? And assessing the returns on a national infrastructure program in the hundreds of billions is, at best, an educated guessing game.

When it comes to investment in people, by contrast, we often do get to observe the counterfactuals.

The food stamp program, for example, was rolled out gradually across America, not introduced immediately on a nationwide basis. So was Medicaid, which was also enhanced in a series of discrete steps in the decades after its creation.

These gradual rollouts provide us with natural experiments. Economists can compare the life trajectories of Americans who received food stamps or Medicaid in their early years with those of otherwise similar Americans who didn’t, or the experiences of those who benefited from Medicaid enhancements with the experiences of slightly older Americans who didn’t.

And what these comparisons show are big positive effects of social spending. Children who had access to food stamps grew up into healthier, more productive adults than those who didn’t — so much so that the government eventually recouped much, possibly all, of what it spent upfront in higher revenue and lower spending on things like disability payments. Basically, enhancing the social safety net for children is an investment in the future, and the available evidence suggests that it’s an investment with high returns.

In the months ahead, I’m sure we’ll hear many conservative denunciations of wasteful spending and probably mockery of progressives who talk about “human infrastructure.” But the evidence for big returns on spending on people is actually a lot more concrete than the evidence for payoffs to spending on, well, concrete

 

 

 

Il caso difficile degli investimenti leggeri,

di Paul Krugman

 

Che differenza hanno fatto pochi voti dela Georgia! In sostanza, circa 4 milia miliardi di dollari di differenza. Le vittorie sugli spareggi al Senato diedero a gennaio ai democratici il controllo del Congresso, ed essi lo stanno sfruttando per portare avanti una agenda di spesa molto ambiziosa. Il Presidente Biden potrebbe non ottenere tutto l’investimento pubblico e la spesa sociale che sta chiedendo, ma è probabile che ne ottenga la maggior parte.

Parte della spesa arriverà attraverso una proposta di legge bipartisan sulle infrastrutture che sarà approvata dal Senato oggi. Il resto arriverà tramite una proposta di legge molto più ampia, le cui linee generali sono state illustrate lunedì, che i democratici hanno in mente di approvare con una votazione a maggioranza relativa che oltrepassi l’ostruzionismo.

Il procedimento legislativo in due stadi è in corso di simulazione, e tutti i soggetti coinvolti lo sanno – sebbene gli elettori potrebbero non conoscerlo. I repubblicani hanno aderito a una certa spesa sulle infrastrutture per generare la (falsa) impressione di non essere implacabilmente contrari ad ogni cosa che Biden potrebbe proporre. Biden ha scelto di consentire loro di fare quel gioco per creare l’impressione egualmente non veritiera che egli creda realmente nella possibilità della collaborazione tra i due partiti.

Tuttavia, una cosa che mi ha colpito è stata la linea di divisione tra i repubblicani che sono disponibili a votare a favore e quelli che non vorranno neppure fingere di sostenerla. La proposta di legge bipartisan riguarda quasi tutta le infrastrutture “materiali”; è tutta sull’acciaio e sul cemento. La risoluzione [1] dei democratici contiene qualcosa di ciò, in particolare cose come le tecnologie per l’energia pulita. Ma il grosso delle spese di investimenti proposte sembra riguardino oggetti “immateriali” come il crediti di imposta sui figli, l’assistenza all’infanzia, gli asili nido per tutti e le università pubbliche gratuite.

Perché questa messinscena – voglio dire questa divisione del lavoro? I repubblicani sembrano credere, o almeno pensare che la loro base elettorale creda, che solo gli investimenti tangibili, materiali siano reali.

Questo, tuttavia, è un punto di vista antiquato. Forse un tempo avevamo un’economia la cui capacità produttiva dipendeva da asset visibili come gli stabilimenti e i macchinari; di questi tempi le nostre società di maggior valore derivano quel valore principalmente dalla conoscenza piuttosto che dalla potenzialità meteriale, e la spesa sulla proprietà intellettuale intangibile pesa più di un terzo degli investimenti di impresa:

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Il settore privato diventa meno materiale. Fonte: FRED [2]

Oltre a ciò, c’è il fatto in qualche modo sorprendente che abbiamo prove molto migliori per gli elevati rendimenti della spesa pubblica sulle persone, particolarmente sui bambini, di quelli che abbiamo sugli elevati rendimenti sulle infrastrutture.

Perché? Stabilire il vantaggio di una spesa infrastrutturale è sorprendentemente difficile, perché non riusciamo a cogliere i fattori che lo contraddicono. Noi possiamo supporre che l’America sarebbe oggi considerevolmente più povera se Eisenhower non avesse creato il Sistema delle Autostrade Interstatali, ma non possiamo misurare direttamente una storia alternativa. Possiamo immaginare che le prospettive economiche dell’area metropolitana di New York apparirebbero assai migliori se Chris Christie [3] non avesse liquidato i programmi per un nuovo tunnel ferroviario sotto l’Hudson, ma non sapremo mai con certezza quanto danno abbia provocato.

Gli analisti possono e in effetti cercano di stabilire i vantaggi derivanti da singoli progetti infrastrutturali, come la Grande Diga di Boston – ed è assai meglio impegnarsi in analisi del genere anziché lasciare le cose a giudizi meramente soggettivi. Ma persino per un progetto singolo, quel genere di analisi tende a riguardare una gran quantità di assunti – quanto sarebbe stato peggiore il traffico senza il progetto? Quanto grande valore dovremmo attribuire al tempo perso negli intasamenti del traffico? E stabilire i rendimenti di un programma infrastrutturale nazionale in centinaia di miliardi è, nel migliore dei casi, un indovinello erudito.

Quando si passa agli investimenti sulle persone, all’opposto, noi abbiamo di frequente i dati che mostrano quali sarebbero stati i fatti di un eventuale indirizzo opposto.

Il programma degli aiuti alimentari, ad esempio, si è venuto sviluppando gradualmente in America, non essendo stato introdotto dagli inizi su basi nazionali. Lo stesso fu per Medicaid, che venne migliorato nei decenni successivi alla sua creazione in una serie di passi distinti.

Questi sviluppi graduali ci offrono una sorta di esperimenti naturali. Gli economisti possono confrontare le traiettorie di vita degli americani che hanno ricevuto gli aiuti alimentari o Medicaid nei loro primi anni con quelle di altri americani assimilabili che non li hanno ricevuti, oppure le esperienze di coloro che hanno tratto vantaggio dai potenziamenti di Medicaid con quelle degli americani leggermente più anziani che non li hanno conosciuti.

E quello che questi confronti mostrano sono i grandi effetti positivi della spesa sociale. I bambini che hanno avuto accesso agli aiuti alimentari sono diventati adulti più sani e più produttivi di quelli che non l’hanno avuto – in modo tale che il Governo alla fine ha recuperato molto, se non tutto, quello che aveva speso, a fronte di entrate fiscali maggiori e di spesa minore su cose come i sussidi per le disabilità. Fondamentalmente, rafforzare le reti della sicurezza sociale per i bambini è un investimento sul futuro, e le prove disponibili dimostrano che è un investimento con elevati rendimenti.

Sono sicuro che nei mesi futuri ascolteremo molte denunce dei conservatori sugli sprechi di spesa pubblica e probabilmente molta ironia sui progressisti che parlano di “infrastrutture umane”. Ma le prove sui rendimenti elevati della spesa sulle persone sono effettivamente assai più concrete delle prove sui vantaggi nello spendere, proprio così, sul cemento [4].

 

 

 

 

 

[1] Il riferimento pare sia al documento sulle linee generali della seconda proposta, illustrata lunedì dai democratici.

[2] La tabella mostra l’evoluzione degli investimenti nazionali lordi del settore privato nei prodotti della proprietà intellettuale. La voce è una sottocategoria degli investimenti lordi privati complessivi, degli investimenti fissi, degli investimenti in capitali come stabilimenti e macchinari (“nonresidential”) etc. e, da quanto capisco, è espressa in frazioni di miliardi di dollari.

[3] Repubblicano, Governatore nel New Jersey nel 2009, quando si oppose e impedì la realizzazione di quell’opera pubblica che pare avrebbe migliorato in modo sostanziale gli accessi e le uscite da New York.

[4] Gioco di parole: “concrete” in inglese significa sia “concreto” che “cemento”.

 

 

 

 

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