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La grande prova del Nord globale, di Gordon Brown (da Project Syndicate, 22 settembre 2021)

 

Sep 22, 2021

The Global North’s Great Test

GORDON BROWN

GLASGOW, SCOTLAND - MAY 20: Former Labour Prime Minister Gordon Brown, speaks at an European Parliament election campaign rally as he joins Scottish Labour leader Richard Leonard and the party’s candidates at The Lighthouse on May 20, 2019 in Glasgow, Scotland. The former Labour leader urged voters to rally behind the party at a campaign event in Glasgow ahead of the European parliamentary elections this week. (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)

EDINBURGH – With low-income countries in Africa and elsewhere still imploring rich countries to stop stockpiling millions of unused COVID-19 vaccines, there are still real doubts as to whether the United States and Europe will honor the promise made at this year’s G7 summit to vaccinate the world by the end of 2022.

US President Joe Biden’s administration has said that the Global North can deliver enough doses for everyone by next September’s United Nations General Assembly. But the gulf between the vaccine-rich and vaccine-poor has grown so vast that under 2% of adults in low-income countries are fully vaccinated, compared to over 50% of adults in most high-income countries. Worse, millions of doses in high-income countries are now being wasted because they are not being used in time.

For many months earlier this year, Western governments could at least say that there was not enough vaccine supply to meet global demand. But, we are now producing 1.5 billion vaccines every month. As I write this, around 300 million doses of vaccines are lying unused, hoarded in warehouses or on their way to fulfill delivery contracts that have been monopolized by Western countries. As a result, the World Health Organization’s September 2021 goal of vaccinating at least 10% of the population in every low-income country – the basic level needed to cover health workers and the elderly – remains unrealized.

According to a major study by the research firm Airfinity, the number of unused doses will reach one billion by this December. To put that staggering figure into perspective, it is enough to meet our year-end goal of vaccinating 40% of the African population.

Making matters worse, Airfinity shows that if we do not act, 100 million unused vaccine doses will have passed their expiration dates by the end of this year. And if we cannot airlift surpluses to where they are needed on a schedule that preserves a two-month shelf life, this figure could rise to 241 million. Either way, that is near-criminal wastage.

Exaggeration comes easily to politicians. But it is no overstatement to say that unless more vaccines, diagnostics, and treatments are made available to the Global South, there could be at least one million more COVID-induced deaths over the next year.

We know that more than 100,000 lives have been saved in Britain, owing to the administration of fewer than 100 million vaccine doses. Allowing 200 million or more doses to be wasted is thus tantamount to condemning hundreds of thousands of unvaccinated people in low-income countries to unnecessary suffering or death.

The upshot is that at Biden’s vaccine summit this week, more lives hang in the balance than at any other peacetime gathering that I can recall. If the West does not deliver the necessary supply of vaccines to the rest of the world, low-income countries will have little reason ever to trust it again. Failing to transfer millions of surplus doses to those in desperate need would be a grotesque failure of the most basic test of human solidarity and decency.

And so for world leaders convening at the UN this month, the stakes could not be higher. We are at a make-or-break moment to mitigate the monstrous, unforgivable vaccine inequality that has prevailed so far.

The data compiled by Airfinity suggests that 200 million doses can be transferred immediately to the COVID-19 Vaccine Global Access (COVAX) facility and the African Vaccine Acquisition Trust for distribution across Africa and other low-income countries. That would be enough to meet the WHO’s 10% target for every country. Moreover, Western countries can send the same amount of additional doses – around 200 million – to COVAX each month thereafter. That would be enough to address Africa’s deficit of nearly 500 million doses, ensuring that some 40% of the continent’s population is vaccinated by the end of the year, in line with the WHO’s goal.

We have seen how vaccine nationalism leads to inequality, wastage, and far too many avoidable deaths. Not only is this approach self-serving; it is self-defeating. The longer the disease is allowed to spread in low-income countries, the greater the likelihood that it will develop new variants that will come back to haunt even the fully vaccinated.

This basic truth lies at the heart of pleas that have been building this week from African leaders, former heads of state and government, the Pandemic Action Network, and groups like The Elders. NGOs and faith leaders in the Global South have issued statements calling for immediate action to prevent an epic moral catastrophe.

In a global health crisis born of a highly infectious and communicable disease, there is no alternative to collective global action. This week’s vaccine summit represents the rich world’s best chance to show that it means what it says.

 

La grande prova del Nord globale,

di Gordon Brown

 

EDIMBURGO – Nonostante che i paesi a basso reddito dell’Africa e altrove stiano ancora implorando i paesi ricchi di fermare l’accumulo di milioni di dosi di vaccini per il Covid-19 inutilizzate, ci sono ancora effettivi dubbi che gli Stati Uniti e l’Europa onoreranno la promessa fatta al summit del G7 di quest’anno di vaccinare il mondo con la fine del 2022.

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che il Nord globale può consegnare dosi sufficienti per tutti entro l’Assemblea generale delle Nazioni Unite del prossimo settembre. Ma il divario tra i ricchi e i poveri nei vaccini è cresciuto a tal punto che meno del 2% degli adulti nei paesi a basso reddito sono pienamente vaccinati, a confronto di più del 50% degli adulti nella maggior parte dei paesi ad alto reddito. Peggio ancora, milioni di dosi nei paesi ad alto reddito vengono adesso sprecate perché non sono utilizzate in tempo.

Per molti mesi prima di quest’anno, i Governi occidentali potevano almeno dire che non c’era una fornitura sufficiente di vaccini per soddisfare la domanda globale. Ma adesso stiamo producendo 1,5 miliardi di vaccini ogni mese. Nel mentre sto scrivendo, circa 300 milioni di dosi di vaccini giacciono inutilizzate, accumulate in magazzini oppure in procinto di onorare contratti di fornitura che sono stati monopolizzati da paesi occidentali. Come risultato, l’obbiettivo del settembre 2021 della Organizzazione Sanitaria Mondiale di vaccinare almeno il 10% della popolazione in ogni paese a basso reddito – il livello di base necessario per coprire i lavoratori della sanità e gli anziani – resta irrealizzato.

Secondo un importante studio da parte della società di ricerche Airfinity, con questo dicembre il numero delle dosi inutilizzate raggiungerà un miliardo. Per collocare in una prospettiva quel dato impressionante, esso sarebbe sufficiente per soddisfare il nostro obbiettivo di fine anno di vaccinare il 40% della popolazione africana.

A rendere le cose peggiori, Airfinity dimostra che se non agiamo, 100 milioni di dosi inutilizzate di vaccini avranno superato le loro date di scadenza entro le fine di quest’anno. E se non riusciamo a trasportare via aerea i surplus dove sono necessari con una tempistica che salvaguardi un periodo di conservazione di due mesi, questo dato aumenterebbe a 241 milioni. In ogni modo, sarebbe uno spreco quasi criminale.

Esagerare torna facile ai politici. Ma non è una stima esagerata affermare che, nel prossimo anno, a meno che non siano resi disponibili più vaccini, più diagnostiche e più trattamenti, ci potranno essere almeno un milione di morti provocate dal Covid.

Noi sappiamo che in Inghilterra sono state salvate più di 100.000 vite, a seguito della somministrazione di meno di 100 milioni di dosi di vaccino. Permettere lo spreco di 200 milioni o più di dosi è quindi l’equivalente di condannare centinaia di migliaia di persone non vaccinate a sofferenze o a morti evitabili.

Il risultato è che al summit sui vaccini di questa settimana, sono appese sulla bilancia molte più vite che in ogni altra riunione in tempo di pace che io ricordi. Se l’Occidente non consegna la fornitura necessaria di vaccini al resto del mondo, i paesi a basso reddito avranno poche ragioni per avere ancora fiducia. Non riuscire a trasferire milioni di dosi in eccesso a chi ne ha disperato bisogno sarebbe un fallimento grottesco del test più elementare di solidarietà e di dignità umana.

E dunque per i leader del mondo che si incontrano alle Nazioni Unite in questo mese, la posta in gioco non potrebbe essere più alta. Siamo al momento del prendere o lasciare nell’attenuare la mostruosa, imperdonabile ineguaglianza sui vaccini che finora ha prevalso.

I dati elaborati da Airfinity indicano che 200 milioni di dosi possono essere trasferite immediatamente ai servizi del Covid-19 Vaccine Global Access (COVAX) e al Fondo Fiduciario di Acquisto dei Vaccini per la distribuzione in Africa e in altri paesi a basso reddito. Ciò sarebbe sufficiente a soddisfare l’obbiettivo dell’OMS del 10% per ciascun paese. Inoltre, i paesi occidentali possono spedire la stessa quantità di dosi aggiuntive al COVAX ogni mese successivo. Questo sarebbe sufficiente per affrontare il deficit dell’Africa di circa 500 milioni di dosi, garantendo che circa il 40% della popolazione del continente sia vaccinata, il linea con l’obbiettivo dell’OMS.

Abbiamo constatato come il nazionalismo dei vaccini guidi l’ineguaglianza, lo sperpero e anche troppe morti evitabili. Questo approccio no è soltanto egoistico; esso è anche autolesionista. Più a lungo si permette che la malattia si diffonda nei paesi a basso reddito, più grande è la probabilità che essa sviluppi nuove varianti che torneranno a perseguitare anche chi è stato completamente vaccinato.

Questa verità fondamentale sta al cuore delle suppliche che in questa settimana si sono levate dai leader africani, da passati capi di Sato e di Governo, dalla Rete per l’Iniziativa Pandemica, e da gruppi come The Elders [1]. Organizzazioni governative e leader religiosi nel Sud globale hanno preso posizione per chiede una iniziativa immediata che impedisca una catastrofe globale di dimensioni epiche.

In una crisi sanitaria globale frutto di una malattia altamente infettiva e comunicabile, non c’è alternativa ad una iniziativa collettiva globale. Il summit sui vaccini di questa settimana rappresenta la migliore possibilità per il mondo ricco per dimostrare che esso pensa davvero quello che dice.

 

 

 

 

 

 

[1] Fondata da Elson Mandela nel 2007, The Elders (“I più anziani”) è una associazione di leader globali indipendenti “che lavorano insieme per la pace e i diritti umani”.

 

 

 

 

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