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L’America della grandi società fa lobby per il disastro del clima, di Paul Krugman (New York Times, 2 settembre 2021)

 

Sept. 2, 2021

Corporate America Is Lobbying for Climate Disaster

By Paul Krugman

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Why does Mickey Mouse want to destroy civilization?

OK, that’s probably not what Disney executives think they’re doing. But the Walt Disney Company, along with other corporate titans, including ExxonMobil and Pfizer, is reportedly gearing up to support a major lobbying effort against President Biden’s $3.5 trillion investment plan — a plan that may well be our last chance to take serious action against global warming before it becomes catastrophic.

To say what should be obvious, the dangers of climate change are no longer hypothetical. The extreme weather events we’ve recently seen around the globe — severe drought and forest fires in the American West; intensified hurricanes, catastrophic flooding in Europe; heat waves pushing temperatures in the Middle East above 120 degrees — are exactly the kinds of thing climate scientists warned us to expect as the planet warms.

And this is just the beginning of the nightmare — the leading edge of a wave of disasters, and a harbinger of the crisis heading our way if we don’t act quickly and forcefully to limit greenhouse gas emissions.

What can be done to avoid catastrophe? Many economists favor broad-based incentives to limit emissions, such as a carbon tax. There’s an interesting, serious economic debate over whether that’s really the best policy, or at any rate whether emissions taxes would be a sufficient policy on their own. As a practical matter, however, that debate is moot: Carbon taxes, or anything like them, won’t be politically feasible any time soon.

What might be politically feasible — just — is a set of more targeted measures, in particular an effort to decarbonize electricity generation. Generation is, in economic terms, a relatively soft target, because near-miraculous declines in the cost of renewable energy mean that we already have the technology needed to move away from fossil fuels fairly cheaply. And electricity generation isn’t just directly responsible for about a quarter of U.S. greenhouse gas emissions; if electricity becomes a clean power source, that would open the door to large reductions in emissions from vehicles, buildings and industry via widespread electrification.

The good news is that Biden’s proposals would provide a big push toward decarbonization. As the climate journalist David Roberts points out, there are two major climate-related elements in these proposals: a set of fines and subsidies that would give power companies strong incentives to stop burning fossil fuels, and expanded tax credits for various forms of clean energy. These policies would fill only part of environmentalists’ wish lists, but they would be a very big deal.

The bad news is that if these proposals aren’t enacted, it will probably be a very long time — quite possibly a decade or more — before we get another chance at significant climate policy.

Let’s face it: There’s a good chance that Republicans will control one or both houses of Congress after the midterm elections. And at this point climate denialism has a deathlike grip on the G.O.P. — a grip unlikely to loosen until complete catastrophe is upon us, and maybe not even then. Look at the way anti-mask-mandate, anti-vaccine-mandate Republican governors are doubling down in the face of soaring Covid-19 hospitalizations and deaths.

So the Democratic reconciliation bill that will either succeed or fail in the next few weeks may well be, in effect, our last chance to do something meaningful to limit climate change.

Why, then, is corporate America mobilizing against the bill? Because Democrats are proposing to offset new spending partly with higher taxes on corporate profits, and to a lesser extent by using the government’s bargaining power to negotiate lower prices for prescription drugs. This approach is necessary as a political matter: If taxes must be raised, the public wants to see them raised on corporations. But corporations, not surprisingly, don’t want to pay.

So corporate opposition to the Biden plan is understandable. It’s also unforgivable.

And maybe something can be done about it. Republicans, I fear, are completely unreachable at this point. But corporations and the handful of Democrats tempted to carry their water may still be susceptible to pressure.

After all, we’re no longer living in the era when William Henry Vanderbilt, the railroad tycoon, declared, “The public be damned.” Today’s corporations want to be seen as socially responsible; they run gauzy ads proclaiming the good they do.

But it’s hard to think of anything more irresponsible than torpedoing efforts to avoid a civilization-threatening crisis because you want to hold down your tax bill.

So the corporations joining this effort need to be named and shamed. So do the handful of Democratic “moderates” carrying their water. (“Mercenaries” would be a better term for politicians opposing measures that they should know are both necessary and popular.)

Remember, this isn’t an ordinary policy dispute, which can be revisited another day. This is zero hour, and those who don’t do the right thing now won’t get a second chance.

 

L’America della grandi società fa lobby per il disastro del clima,

di Paul Krugman

 

Perché Topolino vuole distruggere la civiltà?

È vero, probabilmente non è quello che i dirigenti della Disney pensano di star facendo. Ma la Walt Disney Company, assieme ad altri colossi societari, inclusi la ExxonMobil e Pfizer, da quanto si apprende stanno preparandosi a sostenere un importante sforzo lobbistico contro il programma di investimenti da 3.500 miliardi di dollari del Presidente Biden – un programma che potrebbe ben essere la nostra ultima possibilità di assumere una seria iniziativa contro il riscaldamento globale prima che divenga catastrofico.

Per dire quello che dovrebbe essere evidente, i pericoli del cambiamento climatico non sono più ipotetici. Gli eventi atmosferici estremi ai quali stiamo di recente assistendo in tutto il pianeta – grave siccità e incendi nei boschi dell’America Occidentale; uragani più forti e alluvioni catastrofiche in Europa; ondate di caldo che spingono le temperature sopra i 48 gradi centigradi nel Medio Oriente – sono esattamente il genere di cose che gli scienziati del clima si aspettano dal riscaldamento del pianeta.

E questo è solo l’inizio dell’incubo – la punta più avanzata di una ondata di disastri, e un presagio della crisi a cui andiamo incontro se non agiamo rapidamente e in modo energico per limitare le emissioni dei gas serra.

Cosa si può fare per evitare le catastrofe? Molti economisti sono a favore di incentivi di vaste dimensioni per limitare le emissioni, come una tassa sul carbonio. C’è un interessante, serio dibattito economico se quella sia realmente la politica migliore, oppure se tasse sulle emissioni sarebbero di per sé comunque sufficienti. Da un punto di vista pratico, tuttavia, si tratta di un dibattito accademico: le tasse sul carbonio o qualsiasi cosa simile, non saranno politicamente fattibili in breve tempo.

Quello che sarebbe politicamente fattibile è soltanto un complesso di misure più mirate, in particolare uno sforzo per decarbonizzare la produzione di energia elettrica. Quella produzione, in termini economici, è un obbiettivo relativamente leggero, perché i declini quasi miracolosi nel costo delle energie rinnovabili comportano che abbiamo già la tecnologia necessaria per uscire abbastanza economicamente dai combustibili fossili. E la produzione di energia elettrica non è solo direttamente responsabile per circa un quarto delle emissioni dei gas serra; se l’elettricità diventa una fonte di energia pulita, si aprirebbe la porta ad ampie riduzioni delle emissioni dai veicoli, dagli edifici e dall’industria attraverso una elettrificazione generalizzata.

La buona notizia è che le proposte di Biden fornirebbero una grande spinta verso la decarbonizzazione. Come il giornalista esperto di clima David Roberts mette in evidenza, ci sono due importanti fattori connessi con il clima in queste proposte: un complesso di multe e di sussidi che darebbero alle società energetiche forti incentivi per fermare l’uso di combustibili fossili, e più ampi crediti di imposta a favore di varie forme di energia pulita. Queste politiche coprirebbero solo una parte delle liste dei desideri degli ambientalisti, ma sarebbero una faccenda molto importante.

La cattiva notizia è che se queste proposte non vengono approvate, ci vorrà probabilmente molto tempo – con tutta probabilità un decennio o più – prima di avere un’altra possibilità di una politica sul clima significativa.

Guardiamo le cose per quello che sono: c’è una buona probabilità che i repubblicani controllino uno o entrambi i rami del Congresso dopo le elezioni di medio termine. E in questo momento il negazionismo sul clima ha una presa che sembra letale sul Partito Repubblicano – una presa che è improbabile si attenui finché non verremo investiti da una catastrofe completa, e forse neppure a quel punto. Si veda il modo in cui stanno raddoppiando le prescrizioni contro le mascherine e contro i vaccini dei Governatori repubblicani di fronte a ospedalizzazioni e a decessi per il Covid-19 in netta crescita.

Dunque se la proposta di legge tramite l’istituto della ‘riconciliazione’ [1] avrà successo nelle prossime settimane potrà ben essere, in sostanza, la nostra ultima possibilità per fare qualcosa di significativo per limitare il cambiamento climatico.

Perché, dunque, l’America delle grandi società si mobilita contro quella proposta di legge? Perché i democratici stanno proponendo di bilanciare le nuove spese in parte con tasse più elevate sui profitti delle società, e in minor misura per utilizzare il potere di contrattazione del Governo per negoziare prezzi più bassi per le prescrizioni di farmaci. Questo approccio è necessario da un punto di vista politico: se le tasse devono essere elevate, l’opinione pubblica vuole vederle elevate sulle grandi società. Ma le società, non sorprendentemente, non vogliono pagare.

Dunque l’opposizione delle società al programma di Biden è comprensibile. Ed è anche imperdonabile.

E su tutto questo forse si può fare qualcosa. I repubblicani, temo, sono a questo punto completamente irraggiungibili. Ma le società e a manciata di democratici tentati di portare loro acqua possono essere ancora suscettibili di una pressione.

Dopo tutto, non stiamo più vivendo in un’epoca nella quale William Henry Vanderbilt [2], il magnate delle ferrovie, dichiarava: “L’opinione pubblica deve essere mandata al diavolo”. Le grandi società odierne vogliono essere considerate socialmente responsabili; gestiscono vaghi avvisi pubblicitari che proclamano tutto il bene che fanno.

Ma è difficile pensare a qualcosa di più irresponsabile che sabotare gli sforzi per evitare una crisi che minaccia la civiltà perché si vuole mantenere le proprie leggi fiscali.

Dunque le società che aderiscono a questo sforzo devono essere chiamate per nome e svergognate. Così la manciata di democratici “moderati” che portano loro acqua (“mercenari” sarebbe un termine migliore per i politici che si oppongono a misure che dovrebbero riconoscere come necessarie e popolari).

Si ricordi, questa non è una ordinaria disputa politica sulla quale si può tornare sopra successivamente. Questo è il momento cruciale, e coloro che non fanno adesso la cosa giusta non avranno una seconda opportunità.

 

 

 

 

 

 

[1] Come altre volte chiarito, la ‘riconciliazione’ è una procedura del Congresso americano che consente di tornare a valutare proposte di legge di contenuto economico che non hanno ricevuto in prima istanza la maggioranza assoluta. E quell’obbligo di maggioranza assoluta è in pratica uno strumento potente di ostruzionismo delle opposizioni, che i repubblicani hanno utilizzato diffusamente nel recente passato. Ma in sede di ‘riconciliazione’ diventa sufficiente una maggioranza semplice, che oggi è alla portata dei democratici.

[2] William Henry Vanderbilt (New Brunswick8 maggio 1821 – New York8 dicembre 1885) è stato un imprenditore statunitense.

 

 

 

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