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Joe Manchin contro la Virginia Occidentale, di Paul Krugman (New York Times, 18 ottobre 2021)

 

Oct. 18, 2021

Joe Manchin Versus West Virginia

By Paul Krugman

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President Biden’s policy agenda is hanging by a thread. And the reason can be summarized in two words: Joe Manchin. (Well, also Kyrsten Sinema, but does anyone know what’s going on with her?)

Manchin, the Democratic senator from West Virginia — whose vote is essential given scorched-earth Republican opposition to anything Biden might propose — is reportedly against the Clean Energy Payment Program, the core of Biden’s attempt to take action on climate change, and wants to impose work requirements on the child tax credit, a key element in plans to invest in the nation’s children.

You might be tempted to view this impasse as an indictment of America’s wildly unrepresentative political system, which effectively allows the interests of a small state — West Virginia has substantially fewer residents than the borough of Brooklyn — to dominate national concerns. But it’s actually worse than that: Manchin appears ready to veto policies that would be in the interests of his own constituents.

Let’s talk about what considerations should sway a politician serving the people of West Virginia.

At first glance, West Virginia might seem less exposed than many other states to the effects of climate change. It’s landlocked, so rising sea levels aren’t a direct threat; it’s relatively rainy, so it’s not in immediate danger of sharing in the disastrous droughts afflicting the U.S. West.

But climate change is bringing more severe weather in general, including more heavy rain — and West Virginia turns out to be extremely vulnerable to flooding, in part because of the damage done by past coal mining.

Still, doesn’t West Virginia’s economy depend on continued use of coal, whatever the environmental effects? The answer is that coal is far less important to the state than it used to be, and its significance is doomed to dwindle no matter what we do about climate change.

There was indeed a time when the West Virginia economy ran on coal. Back in 1982, when Joe Manchin began his political career as a member of the State Legislature, wages and benefits paid to coal miners accounted for 16 percent of the state’s total labor income. But the industry’s payroll shrank rapidly during the Reagan and Bush I administrations, falling to around 7 percent of compensation by the mid-1990s. It has declined even more since then, but basically West Virginia stopped being coal country a generation ago.

Oh, and the small industry that remains is on its way out, whether or not we get an effective climate policy; given dramatic technological progress in renewable energy, coal just isn’t competitive anymore.

What about other fossil fuels? Thanks to fracking, West Virginia has become a significant oil and gas producer. But this industry generates remarkably little income for West Virginia workers. In general, the returns to fracking in the Appalachian region seem to have gone overwhelmingly to outside investors, with hardly anything trickling down to local economies.

So West Virginia has a lot to lose and little to gain if the Biden climate plan goes down.

In addition to blocking climate action, Manchin seems determined to cut back aid to children, in particular by imposing a work requirement for the child tax credit.

There are many negative things to be said about this piece of stinginess. One way to think about it is that it’s an attempt to force adults into work by holding their children hostage. Is that where we want to be as a country? Also, adding conditions to aid creates hassles and complexity — and the children who need this aid the most come from precisely the families least able to navigate this complexity.

What’s really striking, however, is to hear these demands coming from a senator who’s supposed to be representing West Virginia — a poor state that has far more to gain from expanded aid to children than wealthier parts of the country.

In particular, making child allowances contingent on parents finding work, while a bad idea in general, is an especially bad idea for a state like West Virginia, where jobs are hard to find.

Adults in their prime working years are substantially less likely to be employed in West Virginia than in the nation as a whole. That’s not because West Virginians are lazy; it’s because economic change has stranded substantial parts of the U.S. heartland, leading to a loss of job opportunities.

Growing regional economic disparities are a serious problem, with no easy solutions. But given that they exist, it’s sheer cruelty to refuse to help children unless their parents take jobs that may not exist — and the cruelty is most intense in a troubled state like West Virginia.

So what is Joe Manchin thinking? Some people say we should just follow the money — the large campaign contributions he gets from the fossil fuel industry, his personal financial stake in the coal industry.

But the most cynical takes on politicians’ behavior aren’t always right. I’d like to hope that Manchin is sincere — that he actually believes that he’s protecting his state’s interests.

The problem is that he seems to have a decades-out-of-date vision of what his state needs. And that distorted vision is now endangering America’s future.

 

Joe Manchin contro la Virginia Occidentale,

di Paul Krugman

 

Il programma politico del Presidente Biden è appeso ad un filo. E la ragione può essere sintetizzata in due parole: Joe Manchin (ebbene, anche Kyrsten Sinema, ma chi sa cosa accadrà nel suo caso? [1])

Manchin, il Senatore democratico della Virginia Occidentale – il cui voto è fondamentale data l’opposizione repubblicana da terra bruciata verso ogni proposta di Biden – si dice che sia contrario al Programma per il Finanziamento dell’Energia Pulita, il centro dello sforzo di Biden per promuovere un’iniziativa contro il cambiamento climatico, e vuole imporre i requisiti lavorativi sui crediti di imposta per i figli, un aspetto cruciale nei programmi di investimento nazionale sui bambini.

Si sarebbe tentati di considerare questo impasse come un atto d’accusa del forsennato sistema politico non rappresentativo dell’America, che in sostanza consente agli interessi di un piccolo Stato – la Virginia Occidentale ha in pratica meno residenti del quartiere di Brooklyn – di prevalere sulle preoccupazioni nazionali. Ma in effetti è molto peggio: Manchin sembra pronto a mettere il veto su politiche che sarebbero nel’interesse della sua stessa base elettorale.

Fatemi dire qualcosa su quali considerazioni dovrebbero influenzare un politico al servizio della popolazione della Virginia Occidentale.

Ad una prima occhiata, la Virginia Occidentale potrebbe sembrare meno esposta di molti altri Stati agli effetti del cambiamento climatico. È senza sbocchi sul mare, dunque i livelli crescenti delle acque del mare non sono una minaccia diretta; è relativamente piovosa, dunque non corre il pericolo immediato di essere coinvolta nelle disastrose siccità che affliggono l’Occidente degli Stati Uniti.

Ma il cambiamento climatico sta comportando in generale un peggioramento del clima, incluse piogge più pesanti – e la Virginia Occidentale si scopre essere estremamente vulnerabile alle alluvioni, in parte a causa dei danni provocati nel passato dalla estrazione del carbone.

Tuttavia, l’economia della Virginia Occidentale non dipende dalla prosecuzione dell’uso del carbone, a prescindere dagli effetti sull’ambiente?  La risposta è che il carbone è molto meno importante per lo Stato di quello che era un tempo, e il suo significato è destinato a ridursi qualsiasi cosa si faccia sul cambiamento climatico.

In effetti c’è stata un’epoca nella quale l’economia della Virginia Occidentale dipendeva dal carbone. Nel passato 1982, quando Manchin iniziò la sua carriera politica come membro della assemblea legislativa dello Stato, i salari e i sussidi pagati ai minatori pesavano il 16 per cento  dei redditi totali da lavoro. Ma durante le Amministrazioni di Reagan e di Bush l’ammontare delle retribuzioni si ridusse rapidamente, scendendo a circa il 7 per cento dei compensi nella metà degli anni ’90. Da allora è scesa anche maggiormente, ma fondamentalmente la Virginia Occidentale ha cessato di essere un paese del carbone una generazione fa.

Poi ci sono le piccole industrie che restano al tramonto, che si abbia o meno una politica efficace sul clima; considerato lo spettacolare progresso tecnologico nelle energie rinnovabili, il carbone semplicemente non è più competitivo.

Che dire degli altri combustibili fossili? Grazie alla fratturazione degli scisti bituminosi, la Virginia Occidentale è diventata un produttore significativo di petrolio e gas. Ma questo settore produce redditi considerevolmente modesti per i lavoratori della Virginia Occidentale. In generale, i rendimenti della fratturazione nella regione degli Appalachi sembra stiano andando in modo schiacciante agli investitori esterni, con quasi nessuna ricaduta sulle economie locali.

Dunque la Virginia Occidentale ha molto da perdere e poco da guadagnare se il programma di Biden sul clima viene meno.

In aggiunta al blocco della iniziativa sul clima, Manchin sembra determinato a tagliare l’aiuto ai bambini, in particolare imponendo la condizione del lavoro per i crediti di imposta sui figli.

Ci sono molte cose che è possibile deprecare in questa sorta di grettezza. Un modo di pensare ad essa è che è un tentativo di costringere gli adulti al lavoro tenendo i figli in ostaggio. Vogliamo vivere in un paese del genere? Peraltro, aggiungere condizionamenti all’aiuto crea beghe e complessità – e i bambini che hanno bisogno di questo aiuto per la maggior parte provengono precisamente da famiglie meno capaci di farsi strada tra queste complessità.

Quello che è davvero sconcertante, tuttavia, è ascoltare queste richieste da un Senatore che si supponeva rappresentasse la Virginia Occidentale – uno Stato povero che ha molto più da guadagnare dall’estendere l’aiuto ai figli che non le parti più ricche del paese.

In particolare, rendere le agevolazioni sui figli dipendenti dal fatto che i genitori trovino un lavoro, è un’idea particolarmente cattiva per uno Stato come la Virginia Occidentale, dove i posti di lavoro sono difficili da trovare.

Gli adulti nella loro principale età lavorativa è sostanzialmente meno probabile che sia occupati nella Virginia Occidentale che nella nazione nel suo complesso. Questo non perché i virginiani siano sfaticati; perché il cambiamento economico ha abbandonato parti importanti delle aree centrali degli Stati Uniti, portando ad una perdita di opportunità di posti di lavoro.

Le crescenti disparità economiche regionali sono un problema serio, che non ha soluzioni facili. Ma dato che esistono, è una pura crudeltà rifiutare di aiutare i bambini a meno che i loro genitori non abbiano posti di lavoro che potrebbero non esistere – e la crudeltà è più grave in uno Stato in difficoltà come la Virginia Occidentale.

Dunque a cosa sta pensando Joe Manchin? Alcuni dicono che dovremmo solo seguire i soldi – i grandi contributi elettorali che egli percepisce dal settore dei combustibili fossili [2], il suo personale interesse personale nell’industria del carbone.

Ma le posizioni più ciniche sulla condotta dei politici non sono sempre giuste.

Io vorrei sperare che Manchin sia sincero – che effettivamente creda di star proteggendo gli interessi del suo Stato.

Il problema è che egli sembra avere un’idea di quello di cui il suo Stato ha bisogno vecchia di decenni. E quella concezione distorta sta minacciando il futuro dell’America.

 

 

 

 

 

[1] Joe Manchin è attualmente il Governatore della Virginia Occidentale, democratico moderato, sostanzialmente conservatore, tra l’altro membro di una associazione nazionale favorevole ai fucili. Il 22 settembre scorso Krugman gli aveva dedicato un articolo sul NYT: Kyristen Sinema è una Senatrice democratica  dell’Arizona, anche lei molto moderata e, per una cronaca che al giorno d’oggi va per la maggiore, prima senatrice dichiaratamente bisessuale degli USA.

Qua sotto una foto di Joe Manchin.

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[2] Nella connessione nel testo inglese compare – a cura di Open Secrets – l’elenco dei contributori di Joe Manchin. Tra l’altro si nota che il Senatore riceve contributi elettorali per oltre 2 milioni e 323 mila dollari dal settore dell’energia e delle risorse naturali, inferiore soltanto ai 3 milioni e 398 mila dollari del settore della finanza, delle assicurazioni e immobiliare, contro 781 mila dollari dal settore del lavoro, che presumibilmente include i sindacati.

 

 

 

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