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Gli affossatori di Medicare (New York Times 30 agosto 2012)

 

The Medicare Killers

By PAUL KRUGMAN
Published: August 30,

 

Paul Ryan’s speech Wednesday night may have accomplished one good thing: It finally may have dispelled the myth that he is a Serious, Honest Conservative. Indeed, Mr. Ryan’s brazen dishonesty left even his critics breathless.

Some of his fibs were trivial but telling, like his suggestion that President Obama is responsible for a closed auto plant in his hometown, even though the plant closed before Mr. Obama took office. Others were infuriating, like his sanctimonious declaration that “the truest measure of any society is how it treats those who cannot defend or care for themselves.” This from a man proposing savage cuts in Medicaid, which would cause tens of millions of vulnerable Americans to lose health coverage.

 

And Mr. Ryan — who has proposed $4.3 trillion in tax cuts over the next decade, versus only about $1.7 trillion in specific spending cuts — is still posing as a deficit hawk.

But Mr. Ryan’s big lie — and, yes, it deserves that designation — was his claim that “a Romney-Ryan administration will protect and strengthen Medicare.” Actually, it would kill the program.

 

Before I get there, let me just mention that Mr. Ryan has now gone all-in on the party line that the president’s plan to trim Medicare expenses by around $700 billion over the next decade — savings achieved by paying less to insurance companies and hospitals, not by reducing benefits — is a terrible, terrible thing. Yet, just a few days ago, Mr. Ryan was still touting his own budget plan, which included those very same savings.

But back to the big lie. The Republican Party is now firmly committed to replacing Medicare with what we might call Vouchercare. The government would no longer pay your major medical bills; instead, it would give you a voucher that could be applied to the purchase of private insurance. And, if the voucher proved insufficient to buy decent coverage, hey, that would be your problem.

Moreover, the vouchers almost certainly would be inadequate; their value would be set by a formula taking no account of likely increases in health care costs.

 

Why would anyone think that this was a good idea? The G.O.P. platform says that it “will empower millions of seniors to control their personal health care decisions.” Indeed. Because those of us too young for Medicare just feel so personally empowered, you know, when dealing with insurance companies.

 

Still, wouldn’t private insurers reduce costs through the magic of the marketplace? No. All, and I mean all, the evidence says that public systems like Medicare and Medicaid, which have less bureaucracy than private insurers (if you can’t believe this, you’ve never had to deal with an insurance company) and greater bargaining power, are better than the private sector at controlling costs.

I know this flies in the face of free-market dogma, but it’s just a fact. You can see this fact in the history of Medicare Advantage, which is run through private insurers and has consistently had higher costs than traditional Medicare. You can see it from comparisons between Medicaid and private insurance: Medicaid costs much less. And you can see it in international comparisons: The United States has the most privatized health system in the advanced world and, by far, the highest health costs.

 

So Vouchercare would mean higher costs and lower benefits for seniors. Over time, the Republican plan wouldn’t just end Medicare as we know it, it would kill the thing Medicare is supposed to provide: universal access to essential care. Seniors who couldn’t afford to top up their vouchers with a lot of additional money would just be out of luck.

 

Still, the G.O.P. promises to maintain Medicare as we know it for those currently over 55. Should everyone born before 1957 feel safe? Again, no.

For one thing, repeal of Obamacare would cause older Americans to lose a number of significant benefits that the law provides, including the way it closes the “doughnut hole” in drug coverage and the way it protects early retirees.

 

Beyond that, the promise of unchanged benefits for Americans of a certain age just isn’t credible. Think about the political dynamics that would arise once someone born in 1956 still received full Medicare while someone born in 1959 couldn’t afford decent coverage. Do you really think that would be a stable situation? For sure, it would unleash political warfare between the cohorts — and the odds are high that older cohorts would soon find their alleged guarantees snatched away.

 

The question now is whether voters will understand what’s really going on (which depends to a large extent on whether the news media do their jobs). Mr. Ryan and his party are betting that they can bluster their way through this, pretending that they are the real defenders of Medicare even as they work to kill it. Will they get away with it?

 

Gli affossatori di Medicare, di Paul Krugman

New York Times 30 agosto 2012

 

Il discorso di Paul Ryan di mercoledì notte ha almeno comportato una buona cosa: ha finalmente dissipato il mito del Serio ed Onesto Conservatore. In effetti, la spudorata disonestà del signor Ryan ha lasciato senza fiato persino i suoi critici.

Alcune delle sue frottole erano banali ma rivelatrici, come la sua idea che il Presidente Obama sia responsabile per una chiusura di una fabbrica di automobili nella sua città natale, anche se la fabbrica chiuse prima che Obama entrasse in carica. Altre sono state irritanti, come la sua ipocrita dichiarazione secondo la quale “la misura più vera di una società è il modo in cui tratta coloro che non possono difendersi o aver cura di se stessi”. Questo da parte di un individuo che propone tagli selvaggi a Medicaid, che farebbero perdere l’assistenza sanitaria a decine di milioni di americani indifesi.

Inoltre Ryan – che ha proposto sgravi fiscali per 4.300 miliardi di dollari nel prossimo decennio, a fronte di specifici tagli alle spese per soli 1.700 miliardi di dollari – si atteggia ancora come un ‘falco’ del deficit.

Ma la grande bugia del signor Ryan – davvero egli si merita la designazione – è stata la sua pretesa secondo la quale “una amministrazione Romney-Ryan proteggerà e rafforzerà Medicare”. In effetti, essa sarebbe la fine per quel programma.

Prima di passare a questo, consentitemi solo un riferimento al fatto che a questo punto Ryan ha fatto completamente sua la linea del Partito, secondo la quale il piano del Presidente Obama per ridurre le spese per Medicare per circa 700 miliardi di dollari nel prossimo decennio (risparmi ottenuti pagando di meno le compagnie assicuratrici e gli ospedali, non riducendo i sussidi), sarebbe cosa quanto mai orribile. Eppure, solo pochi giorni orsono, Ryan ancora reclamizzava il suo piano di bilancio, che includeva esattamente quegli stessi risparmi.

Ma torniamo alla grande bugia. Il Partito Repubblicano è ora fermamente intenzionato a sostituire Medicare con quella che potremmo chiamare Vouchercare. Il Governo non pagherebbe più i vostri conti sanitari; vi darebbe invece un “voucher” che sarebbe utilizzabile per acquistare assicurazione privata. E se il voucher si dimostrerà insufficiente per pagare una assistenza decente, suvvia, quello sarà un problema vostro.

Oltretutto, i vouchers quasi certamente sarebbero inadeguati: il loro valore sarebbe definito da un formula che non tiene in nessun conto i probabili aumenti dei costi della assistenza sanitaria.

Per quale ragione qualcuno pensa che questa sia una buona idea? La piattaforma del Partito Repubblicano dice che essa “darà più potere a milioni di anziani nel controllo delle loro personali decisioni di assistenza sanitaria”. Proprio così. Perché chiunque tra di noi sia troppo giovane per Medicare [1], come voi sapete, si sente proprio personalmente dotato di un potere speciale, quando tratta con le compagnie assicuratrici private!

Ma gli assicuratori privati non ridurrebbero i costi ricorrendo alla magia del mercato? No. Tutte, e intendo tutte, le prove ci dicono che i sistemi pubblici come Medicare e Medicaid, che hanno meno burocrazia degli assicuratori privati (se non potete crederci, vuol dire che no avete mai avuto a che fare con una assicurazione privata) e maggiori poteri di contrattazione, sono migliori del settore privato nel controllo dei costi.

Mi rendo conto che questo va contro il dogma del libero-mercato, ma è semplicemente un fatto. Potete riscontrare questo fatto nella storia di Medicare Advantage [2], che è gestito attraverso assicuratori privati ed ha avuto costi più elevati del tradizionale Medicare. Potete riscontrarlo dal confronto tra Medicaid e le assicurazioni private: Medicaid costa molto di meno. E potete verificarlo nei confronti tra le varie nazioni: gli Stati Uniti hanno il sistema sanitario maggiormente privatizzato del mondo avanzato ed hanno, di gran lunga, i costi sanitari più alti.

Dunque, Vouchercare comporterebbe costi più elevati e benefici minori per gli anziani. Col passare del tempo, il piano dei Repubblicani porterebbe alla fine di Medicare per come lo conosciamo, esso eliminerebbe l’oggetto che si suppone che Medicare offra: l’accesso universale alla assistenza essenziale. Gli anziani che non potrebbero permettersi di ricaricare i loro vouchers con la aggiunta di soldi sufficienti, sarebbero semplicemente lasciati alla loro cattiva sorte.

Tuttavia, il Partito Repubblicano promette di mantenere il Medicare che conosciamo per coloro che attualmente superano i 55 anni. I nati successivamente al 1957 dovrebbero sentirsi sicuri? Anche in questo caso, no.

Da una parte, l’abrogazione della legge sanitaria di Obama farebbe perdere agli americani più anziani un certo numero di benefici significativi che la legge riconosce loro, incluso il modo in cui essa ha colmato il  “buco della ciambella” [3] nella assistenza farmaceutica ed ha protetto i pensionati precoci.

Oltre a ciò, la promessa di benefici immutati per gli americani di una certa età, semplicemente non è credibile. Si pensi alle dinamiche politiche che si innescherebbero nel momento in cui chi è nato nel 1956 ricevesse una assistenza completa da Medicare, mentre chi è nato nel 1959 non potrebbe permettersi una assistenza decente. Si pensa che sarebbe davvero una situazione destinata a durare? Di sicuro si scatenerebbe una guerra politica tra le generazioni – è la cosa più probabile è che sarebbero in breve tempo portate vie le supposte garanzie delle generazioni più anziane.

La domanda ora è se gli elettori comprenderanno quello che realmente si sta preparando (il che dipenderà in  larga misura dal fatto che i media facciano il loro mestiere). Il signor Ryan ed il suo Partito scommettono di poter a loro modo alzare la voce, pretendendo di apparire come i veri difensori di Medicare, mentre lavorano per affossarlo. Riusciranno a farla franca?



[1] Medicare è un programma che riguarda le persone da 65 anni in su. Più prcisamente si tenga conto che: dei due principali programmi federali in materia di assistenza sanitaria, Medicaid è quello principalmente riferito alla assistenza a coloro che hanno condizioni di reddito minime. Il programma federale è finanziato anche dagli Stati, che partecipano volontariamente (ma ormai senza alcuna eccezione, perché l’ultimo Stato ad aderire al programma fu l’Arizona nel 1982).

Medicare è invece il nome dato ad un programma di assicurazione medica amministrato dal governo degli Stati Uniti, riguardante le persone dai 65 anni in su. In questo caso, il provvedimento è finanziato a livello federale grazie ai contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro. I principali benefici della legge sono l’assicurazione ospedaliera e l’assicurazione medica gratuite.

La legge su Medicaid, sottoscritta dal Presidente Lindon Johnson (vedi foto),  andò in vigore nell’anno 1965 assieme a quella su Medicare. In entrambi i casi, si trattò di emendamenti al Social Security Act.

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[2] Medicare Advantage è un programma introdotto con la legge di bilancio del 1997, in alternativa alle classiche prestazioni di Medicare. Sostanzialmente prevede una partecipazione alla spesa dell’assicurato, in cambio di prestazioni sanitarie che non dovrebbero risultare di minore qualità di quelle di Medicare, ma che possono essere accompagnate da prestazioni supplementari non coperte da Medicare (udito, vista, ginnastica etc.), qualora il contributo finanziario dei privati risulti in eccesso rispetto ai costi. Dal punto di vista organizzativo, il meccanismo è affidato alle assicurazioni private, e questa è la differenza istituzionale che consente a Krugman di indicare i maggiori costi della burocrazia privata rispetto a quella pubblica. In altre occasioni, egli ha notato come tale differenza sostanzialmente dipenda da costi di stima delle prestazioni, o di contenzioso, che crescono considerevolmente ogni volta che il sistema si caratterizza per interessi potenzialmente in conflitto (il programma pubblico e le assicurazioni private), piuttosto che come un centro di spesa unico.

[3] Il “doughnut (donut) hole” è la situazione nella quale il beneficiario di Medicare si trova nel momento in cui le spese di farmaci che lo riguardano superano la norma ed oltrepassano una soglia che viene definita di “assistenza catastrofica”. A quel punto esso si trovava costretto ad una parziale partecipazione alle spese. Con la legge del 2010 le persone che finiscono nel “buco della ciambella2 ricevono un aiuto finanziario da parte del Governo Federale.

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