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La seconda depressione dell’Europa (29 marzo 2013)

 

March 29, 2013, 10:22 am

Europe’s Second Depression

Correction: It turns out that I messed up slightly on the historical data — in a way that weakened my point! The truth is worse: Europe’s recovery is already behind where it was in 1935.

 

 

Reading Brad DeLong’s essay on how we’re on our way to matching the Great Depression has spurred me to do something I’ve been meaning to do for a while: an updated comparison of Europe’s woes now with those of the 1930s.

In Britain, the NIESR regularly publishes estimates showing that Britain has done worse this time around than in the 30s. Arguably, though, Britain is a somewhat special case: it had a lousy 20s, thanks to the misguided return to gold, and a relatively good 30s, thanks to the early exit from gold. What about Europe more broadly?

Well, a quick take: I use GDP estimates from the Maddison Project for the 30s, GDP growth from the IMF plus an assumed 0.1 percent growth in 2013 for the modern era. What you get is this:

giu 19 27

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

The timing is, I think, a bit off — Europe’s earlier slump began in 1929, but the later didn’t really begin until early 2008. Still, the basics won’t change. In the 30s there was a very severe initial slump, but a strong recovery after 1933 as one country after another went off gold and adopted reflationary policies. This time around, the initial slump wasn’t so bad, but recovery was hobbled by austerity policies, especially in countries on the euro, and has now stalled out completely. So Europe in 2013 is doing barely better than Europe in 1935 — and all indications are that by next year recovery will be lagging behind what was achieved in the Great Depression.

Great work, guys.

 

La seconda depressione  dell’Europa

 

Correzione [1]:  scopro che ho fatto un po’ di confusione con le mie statistiche storiche, in un modo che ha indebolito la mia tesi! La verità è peggiore: la ripresa dell’Europa è ancora in ritardo rispetto a quella che era nel 1935.

La lettura di Brad DeLong su come siamo sulla buona strada nel fare il paio con la Grande Depressione mi ha spinto a fare qualcosa che intendevo fare da un po’: un confronto aggiornato dei guai attuali dell’Europa con quelli degli anni Trenta.

In Inghilterra, il National Institute of Economic and Social Reasearch pubblica regolarmente stime che mostrano di come il paese stia facendo peggio questa volta che negli anni Trenta. Ma, probabilmente, l’Inghilterra è un caso un po’ speciale: essa ebbe un andamento pessimo negli anni Venti, grazie allo sbagliato ritorno all’oro, e relativamente buono negli anni Trenta, grazie all’uscita precoce dalla parità aurea. Cosa si può dire dell’Europa più in generale?

Ebbene, un rapido assaggio: uso le stime sul PIL per gli anni Trenta dal Maddison Project [2], quelle sulla crescita del PIL sulla base dei dati del FMI, con una aggiunta di uno 0,1 per cento di crescita stimata nel 2013 per l’epoca moderna. Ecco cosa si ottiene:

giu 19 27

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il riferimento temporale, penso sia un po’ improprio – la prima crisi in Europa iniziò nel 1929, ma la recente in realtà non è cominciata prima del 2008. Tuttavia, i dati di fondo non cambiano. Negli anni Trenta ci fu un calo iniziale molto grave, ma una forte ripresa dopo il 1933, quando un paese dopo l’altro uscirono dalla parità aurea ed adottarono politiche reflazioniste [3]. Questa volta la caduta iniziale non è stata così cattiva, ma la ripresa è stata azzoppata dalle politiche di austerità, specialmente nei paesi dell’euro, ed ora si è di nuovo bloccata completamente. Dunque, l’Europa nel 2013 sta facendo appena un po’ meglio dell’Europa nel 1935 – e tutte le indicazioni  indicano che il prossimo anno la ripresa non terrà il passo con quello che si era ottenuto con la Grande Depressione.

 

Gran bel  lavoro, signori.



[1] La correzione viene illustrata diffusamente nel post successivo.

[2] Il “Maddison Project” è un programma di ricerca e di pubblicazione di statistiche che ha avuto inizio nel 2010 da parte di un gruppo di stretti collaboratori di Angus Maddison. Angus Maddison è stato un economista britannico, professore emerito presso la facoltà di Economia dell’Università di Groningen.

[3] La “reflazione” è una politiche di stimolo/sostegno all’economia, attraverso un ampliamento dell’offerta di denaro e/o una politica di riduzione delle tasse, nel tentativo di rialzare e ricondurre l’economia alle sue normali tendenze di lungo periodo. Dunque, è il contrario della disinflazione, che è un tentativo di tornare al trend raffreddando un economia surriscaldata.

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