Blog di Krugman

Le contraddizioni intellettuali del sado-monetarismo (8 aprile 2013)

 

The Intellectual Contradictions of Sado-Monetarism

 

 

Still convalescing from This Week; but it helped focus my thoughts a bit more on the jihad against low interest rates.

What I realized is that Stockman, and many others, represent the latest incarnation of sado-monetarism, the urge to raise rates even in a deeply depressed economy. It’s a long lineage, going back at least to Schumpeter’s warning that easy money would leave “part of the work of depressions undone” and Hayek’s inveighing against the “creation of artificial demand”. Nothing must be done to alleviate the pain!

I have to admit that the resurgence of sado-monetarism has come as a surprise. In the early stages, some readers may recall, there were many people — e.g. my colleague David Brooks — arguing that we should use monetary rather than fiscal policy to respond to the crisis. The hard task of persuasion therefore seemed to be one of explaining the zero lower bound and why it matters, the great difficulty of getting monetary traction and hence the need for fiscal action.

But now that the deficit scolds have killed fiscal policy, monetary policy is also under attack, and with even more vehemence. Yet there’s something very odd about that attack.

The modern sado-monetarist view is, after all, very much centered on the presumption that markets, left to their own devices, will get it right, and that it’s only the distortions introduced by money-printing central banks that cause bubbles and crises — which is why the Fed must stop its easing right away.

But here’s the problem: for loose monetary policy to have the dire effects the sadomonetarists claim, markets must massively get it wrong, and hugely overreact to low interest rates.

Suppose, to take the obvious example, that your claim is that loose policy by the Fed caused the housing bubble, and hence all our current woe. Well, it’s true that borrowing costs were relatively low during the bubble years. Here are mortgage rates:

giu 19 9

 

 

So mortgage rates fell by about 20 percent from late-90s levels. If housing prices were the simple inverse of bond prices, this could explain something like a 25 percent rise. Realistically, you can adjust this either up or down; focusing on real rates would push the number up, realizing that there are other costs to buying a house would push it down. But one thing seems clear: on no rational calculation can the fairly modest interest rate decline shown above justify this:

giu 19 10

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Now, you could try to explain the doubling or more of housing prices in key markets by arguing that low interest rates were what set in motion a process of irrational exuberance, in which lenders and borrowers both got carried away; I would agree with Ben Bernanke that most of the evidence suggests otherwise, but your mileage may vary. The point, however, is that even if you want to make the Fed the villain here, you can only do that by assuming that markets are highly irrational and unstable. If they can overreact so drastically to loose money, why should you believe that they get it right in response to other shocks?

 

So sadomonetarism is intellectually inconsistent. It wants to blame central banks for all the instability in the economy, it preaches a doctrine of non-intervention, but it can only make the case by insisting that financial markets are irrational and unstable to begin with, in which case it’s hard to see why laissez-faire makes sense under any conditions.

And no, I don’t think the sadomonetarists have thought this through. Their position isn’t intellectual, it’s visceral: easy money=sin, and must not be condoned. And while everyone is entitled to his own viscera, this is no way to make economic policy.

 

Le contraddizioni intellettuali del sado-monetarismo

 

Ancora convalescente dall’incontro su This Week ; ma mi ha aiutato a mettere un po’ meglio a fuoco i miei pensieri nella jihad contro i bassi tassi di interesse.

Quello che ho capito è che Stockman ed altri rappresentano l’ultima versione del sadomonetarismo, il desiderio di alzare i tassi seppure in un’economia profondamente depressa. E’ una lunga stirpe, che risale almeno agli ammonimenti di Schumpeter sul denaro facile che avrebbe lasciato “parte del lavoro delle depressioni incompiuto” ed alle invettive di Hayek contro la “creazione di domanda artificiale”.

Devo ammettere che la rinascita del sadomonetarismo è arrivata come una sorpresa. Nelle prime fasi, alcuni lettori se ne ricorderanno, c’erano molte persone – ad esempio, il mio collega David Brooks – che sostenevano che avremmo dovuto usare la politica monetaria, anziché quella della finanza pubblica, per rispondere alla crisi. Il difficile compito di persuasione sembrava di conseguenza essere quello dello spiegare il ‘limite inferiore di zero’ e la sua importanza, la grande difficoltà nell’avere sufficiente trazione dall’azione monetaria e quindi la necessità di quella della finanza pubblica.

Ma adesso che gli allarmisti del deficit hanno liquidato la politica della finanza pubblica, anche la politica monetaria è sotto attacco, e persino con maggiore veemenza. C’è tuttavia qualcosa di molto strano in quest’attacco.

Il punto di vista del moderno sadomonetarismo, alla fine, è in gran parte centrato sulla presunzione che i mercati, lasciati alla loro immaginazione, si comporteranno giustamente, e che soltanto le distorsioni introdotte dalla stampa di moneta della banche centrali provocano bolle e crisi – la qualcosa è la spiegazione del motivo per il quale la Fed deve interrompere subito la politica di facilitazione.

Ma qua è il problema: per impedire che la politica monetaria abbia i terribili effetti che i sadomonetaristi pretendono, i mercati devono percepirla sbagliata in modo massiccio, e reagire con ampiezza ai bassi tassi di interesse.

Supponiamo, per prendere una esempio ovvio, che la vostra intenzione fosse stata attenuare la politica da parte della Fed che provocò la bolla immobiliare,  e di conseguenza tutti i nostri guai attuali. Ebbene, è vero che i costi dell’indebitamento furono relativamente bassi, durante gli anni della bolla. Ecco qua i tassi di interesse dei mutui:

giu 19 9

 

 

 

 

 

 

 

 

Dunque i tassi sui mutui scesero del 20 per cento dai livelli degli ultimi anni ’90. Se i prezzi delle abitazioni fossero semplicemente il rovescio dei prezzi dei bonds, questo potrebbe spiegare qualcosa come una crescita del 25 per cento. Potete con realismo correggere questo dato sia in alto che in basso: concentrandosi sui tassi di interesse reali si spingerebbe il dato in alto, mettere nel conto che ci sarebbero altri costi per acquistare una abitazione lo abbasserebbe. Ma una cosa sembra chiara: con nessun calcolo razionale il relativamente modesto declino dei tassi di interesse mostrato sopra può giustificare questo effetto [1]:

giu 19 10

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora, potreste provare a spiegare il fatto che i prezzi delle abitazioni siano più che raddoppiati in mercati chiave sostenendo che i bassi tassi di interesse fossero quello che ha messo in movimento un processo di esuberanza irrazionale, nel quale sia i creditori che coloro che prendono prestiti sono stati travolti; io sarei d’accordo con Ben Bernanke [2] secondo il quale ogni evidenza suggerisce diversamente, ma si possono apprezzare [3] le cose diversamente. Il punto, tuttavia, è che se anche volete rappresentare la Fed come il cattivone, potete farlo solo assumendo che i mercati siano irrazionali ed instabili. Se essi possono reagire così sproporzionatamente all’allentamento monetario, perché dovreste credere che lo fanno correttamente in risposta ad altre forti sollecitazioni?

Dunque, il sadomonetarismo è intellettualmente inconsistente. Incolpa le banche centrali per l’instabilità dell’economia, elogia la dottrina del non intervento, ma esso può perorare tale causa solo ribadendo che i mercati finanziari sono irrazionali ed instabili sin dall’inizio, nel qual caso è difficile capire per quale ragione il ‘laissez-faire’ avrebbe senso sotto altre condizioni.

E no, non penso che i sadomonetaristi ci abbiano riflettuto. La loro posizione non è intellettuale, è piuttosto viscerale: moneta facile = peccato, e non può essere lasciata passare. E se tutti hanno diritto alle proprie viscere, questo non è un modo per fare politica economica.



[1] La tabella è relativa all’andamento reale dei valori immobiliari. La “bolla” è rappresentata dal più che raddoppio degli indici dal 2000 al 2006, la crisi dello scoppio e della bolla della recessione dalla caduta del 2008-2010.

[2] Il riferimento è ad un a analisi sul fenomeno della bolla immobiliare che Bernanke sviluppo in un discorso nell’anno 2010. Il testo è nella connessione.

[3] “Mileage” è il “chilometraggio”, ma è anche informalmente il metro di misura cui si ricorre, il mondo di ‘pesare’ le cose etc. (da WordFederence: “6 – informal grounds, substance, or weight: some mileage in the objectors’ arguments” )

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