Blog di Krugman

Scivola via la maschera dei patiti dell’austerità (3 settembre 2013)

 

September 3, 2013, 7:39 pm

The Austerian Mask Slips

Simon Wren-Lewis looks at France, and finds that it is engaging in a lot of fiscal austerity — far more than makes sense given the macroeconomic situation. He notes, however, that France has eliminated its structural primary deficit mainly by raising taxes rather than by cutting spending.

And Olli Rehn — who should be praising the French for their fiscal responsibility, their willingness to defy textbook macroeconomics in favor of the austerity gospel — is furious, declaring that fiscal restraint must come through spending cuts.

As Wren-Lewis notes, Rehn is very clearly overstepping his bounds here: France is a sovereign nation, with a duly elected government — and is not, by the way, seeking any kind of special aid from the Commission. So he has no business whatsoever telling the French how big their government should be.

But the larger point here, surely, is that Rehn has let the mask slip. It’s not about fiscal responsibility; it never was. It was always about using hyperbole about the dangers of debt to dismantle the welfare state. How dare the French take the alleged worries about the deficit literally, while declining to remake their society along neoliberal lines?

(…)

 

Scivola via la maschera dei patiti dell’austerità

 

Simon Wren-Lewis guarda alla Francia e scopre che essa è impegnata assai nell’austerità della finanza pubblica – molto di più di quanto sarebbe sensato sulla base della situazione macroeconomica. Egli nota, tuttavia, che la Francia ha eliminato il suo deficit strutturale primario [1] principalmente aumentando le tasse, piuttosto che tagliando le spese.

Ed Olli Rehn [2] – che dovrebbe elogiare i francesi per la loro responsabilità fiscale, per la loro volontà di sfidare la macroeconomia dei libri di testo – è infuriato, e dichiara che la restrizione della finanza pubblica dovrebbe avvenire attraverso i tagli alle spese.

Come nota Wren-Lewis, in questo caso Rehn sta superando smaccatamente i suoi confini: la Francia è una nazione sovrana, con un Governo regolarmente eletto – e non è, per inciso, alla ricerca di alcun genere di aiuto dalla Commissione Europea. Dunque non è assolutamente affar suo dire ai francesi quanto dovrebbe essere grande la loro spesa pubblica.

Ma l’aspetto più ampio è che sicuramente, in questo caso, Rehn ha fatto scivolare la maschera. Non si tratta della responsabilità nella finanza pubblica; non si è mai trattato di questo.  Egli si è sempre impegnato nell’uso dell’iperbole sui pericoli del debito per smantellare lo stato assistenziale. Come letteralmente osano i francesi di far proprie le cosiddette preoccupazioni sul deficit, nel mentre rinunciano a ricostruire la loro società su indirizzi neoliberali?

 

( … )


 


[1] Ovvero, il deficit annuale del suo bilancio, al netto degli interessi.

[2] Olli Ilmari Rehn (Mikkeli, 31 marzo 1962) è un politico ed ex calciatore finlandese. Dal febbraio 2010 è commissario europeo per gli Affari economici e monetari. Dall’ottobre 2011 è anche vicepresidente della Commissione europea.

La carriera politica di Rehn è iniziata nel 1988, come consigliere comunale a Helsinki. Dal 1988 al 1994 è stato vicepresidente del Partito di Centro; dopo l’elezione al Parlamento finlandese, nel 1991, Rehn ha guidato la delegazione finlandese presso il Consiglio d’Europa, coltivando stretti legami con il primo ministro finlandese Esko Aho fra il 1992 e il 1993. Nel 1995 Rehn ha abbandonato il parlamento finlandese per passare al Parlamento Europeo, come membro del Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori.

Fra il 1998 e il 2002, Rehn ha collaborato con Erkki Liikanen, allora membro della Commissione Prodi; gli è succeduto, in un secondo momento, nel ruolo di commissario europeo per le Imprese e la Società dell’Informazione.

Nel 2002 Rehn ha abbandonato provvisoriamente la politica europea per fare ritorno all’Università di Helsinki, dove ha guidato il Centro di Studi Europei; successivamente, dal 2003 al 2004, è tornato sulla scena politica nazionale come consigliere economico dell’esecutivo finlandese.

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