Blog di Krugman

Summers, inidoneo al cambiamento (3 settembre 2013)

 

September 3, 2013, 12:03 pm

Summers the Shiftless

A few months ago Christy Romer gave an excellent talk on the prospects for monetary policy in a liquidity trap, titled It Takes A Regime Shift (pdf). As many of us have noted, the central bank has very little direct traction when safe short-term rates are at the zero lower bound; maybe it can achieve something by buying lots of unconventional assets (“quantitative easing”), but its main hope of achieving anything is through “expectations management” — convincing both financial markets and players in the real economy that it will hold off much longer on tightening once the economy improves than they currently expect, which will lead to higher expected inflation and demand, and hence higher spending now.

 

However, engineering such a change in expectations — what I long ago dubbed a credible promise to be irresponsible — is hard. How do you convince people that the central bank won’t just revert to type, always eager to snatch away the punchbowl, at the first signs of economic improvement?

Romer’s answer is that it takes a “regime shift” — a set of actions that reflect a clear break with the past. FDR achieved such a regime shift in the 1930s by going off the gold standard, and in general by bringing in a, well, New Deal. Shinzo Abe may (the returns aren’t in yet) be achieving something similar simply by talking and acting in such a seemingly un-Japanese way; I suspect that Abenomics is working better than one might have expected precisely because Abe seemed to be such an ordinary Japanese machine politician, until he started moving on economic policy.

This, I think, is the way to read today’s report by Binyamin Applebaum on how the rising odds of a Summers appointment to the Fed is already having a chilling effect on the economy. A Yellen appointment would clearly have represented something new at the Fed — not just because she is, as Garrison Keillor used to say, a person of gender, but also because she has been a strong and consistent monetary dove, and took that position before it was fashionable.

Summers, on the other hand, while he often expresses unconventional views when not in office, has a strong tendency to revert to conventionality when in office. And leaving Summers the person on one side, just think of the historical connections: can you imagine a stronger signal that the same old regime is staying in place than choosing a Robert Rubin protege at this late date?

So the apparent decision to appoint Summers is a strong anti-regime-shift signal on Obama’s part.

Now, we can hope that if Summers actually does get the job, he’ll realize the problem — and realize that he needs to pull his own version of what Abe has pulled off in Japan, saying and doing things that shock people into realizing that he isn’t going to be the conventional-wisdom guy they expected. And this is, in fact, my advice to Summers if he is the guy: don’t spend your first few months being mild-mannered and winning friends. What this economy needs is a monetary shock — and if you don’t do it right away, you probably won’t get a second chance.

 

Summers, inidoneo al cambiamento

 

Pochi mesi orsono Christy Romer tenne un eccellente discorso sulle prospettive della politica monetaria in una trappola di liquidità, dal titolo “Ci vuole un mutamento di regime” (disponibile in pdf). Come molti di noi hanno notato, la banca centrale ha una trazione diretta molto modesta quando i tassi sicuri a breve termine sono al limite inferiore dello zero; forse essa può ottenere qualcosa acquistando quantità di assets non convenzionali (“facilitazione quantitativa”), ma la sua principale speranza di avere qualche risultato è attraverso la “gestione delle aspettative” – convincere sia i mercati finanziari che i protagonisti dell’economia reale che essa si asterrà molto più a lungo di quanto attualmente ci si aspetta da scelte restrittive, una volta che l’economia migliorerà; il che porterà ad una inflazione attesa e ad una domanda  più elevate, e di conseguenza ad una spesa [1] da subito più alta.

Tuttavia, operare un tale mutamento nelle aspettative – cosa che io molto tempo fa soprannominai una ‘promessa credibile di essere irresponsabili’ – è difficile. Come convincere la gente che la banca centrale semplicemente non vorrà cambiare registro, sempre ansiosa (com’è) di ritirare la scodella del punch [2], ai primi segni di un miglioramento economico?

La risposta della Romer è che serve un “mutamento di regime” – un complesso di azioni che rifletta una chiara rottura col passato. Franklin Delano Roosevelt ottenne tale cambiamento di regime negli anni Trenta uscendo dal gold standard e più in generale portandoci, è noto, nel New Deal. Shinzo Abe può (i risultati non arrivano ancora) stare conseguendo qualcosa di simile parlando ed agendo in un modo in apparenza così non-giapponese (sospetto che la politica economica di Abe stia funzionando meglio di quello che ci si potrebbe aspettare perché Abe è apparso come un congegno politico del tutto ordinariamente giapponese, finché non ha cominciato a cambiar pagina alla politica economica).

Questo, penso, sia il modo di intendere il resoconto di oggi di Binyamin Applebaum su come le crescenti probabilità di una nomina di Summers  alla Fed stiano avendo un effetto frenante sull’economia. Una nomina della Yellen avrebbe rappresentato chiaramente qualcosa di nuovo alla Fed – non solo perché è, come Garrison Keillor [3] era solito dire, un ‘personaggio di genere’, ma anche perché ella è stata una forte e coerente ‘colomba’ della politica monetaria, e prese tali posizioni prima che fossero di moda.

Summers, d’altro canto, se ha spesso espresso punti di vista non convenzionali quando non aveva incarichi, ha una forte tendenza a tornare convenzionale quando ha un incarico. E lasciando da parte Summers come individuo, io penso solamente alle connessioni storiche: ci si può immaginare un segnale più forte che lo stesso vecchio regime resta in funzione se non scegliendo un pupillo di Robert Rubin [4] in questa ultima circostanza?

Dunque, la verosimile decisione di nominare Summers è da parte di Obama un forte segnale contrario ad un cambiamento di regime.

Ora, possiamo sperare che se Summers effettivamente otterrà l’incarico, egli comprenda il problema – e comprenda di avere il bisogno di tirar fuori la propria personale versione di quello che Abe ha tirato fuori in Giappone, dicendo e facendo cose che facciano impressione alle persone, con il comprendere che egli non è destinato a rappresentare l’individuo del convenzionale senso comune che si aspettavano. E questo, in sostanza, è il mio consiglio a Summers se egli sarà l’individuo (prescelto): non si affanni nei primi mesi ad apparire di buone maniere ed a guadagnarsi amicizie. Quello di cui l’economia ha bisogno è uno shock monetario – e se non lo si fa da subito, probabilmente non si avrà una seconda occasione.



[1] In questo caso, mi pare, ci si riferisce alla spesa privata più che a quella pubblica, che non dipende dalle aspettative ma da condizionamenti politici.

[2] E’ un famosa espressione con la quale si definisce il normale comportamento di una banca centrale quando l’economia comincia a riprendersi, inaugurando scelte più restrittive. Si dice che essa si comporta come chi toglie di mezzo la ‘scodella del punch” appena la festa comincia un po’ a scaldarsi.

[3] Gary Edward “Garrison” Keillor ( 1942) è un autore, romanziere, umorista e personaggio radiofonico americano.

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[4] Robert Rubin (New York, 29 agosto 1938) è un politico statunitense. È stato il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti tra il 1995 e il 1999 durante il primo e il secondo mandato dell’amministrazione Clinton.

Prima del suo mandato governativo ha trascorso ventisei anni alla Goldman Sachs, dove è stato membro del consiglio di amministrazione e dove ha ricoperto il ruolo di Co-Presidente dal 1990 al 1992.

Negli anni che sono seguiti al suo impegno di governo, Robert Rubin è stato Direttore di Citigroup dove ha anche ricoperto temporaneamente il ruolo di Presidente da novembre a dicembre 2007. Il 9 gennaio 2009 Citigroup ha annunciato il suo esonero dall’incarico per le deludenti performance durante la sua direzione.

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