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La riforma si trasforma in realtà (New York Times 3 ottobre 2013)

 

Reform Turns Real

By PAUL KRUGMAN
Published: October 3, 2013

At this point, the crisis in American governance has taken on a life of its own. Some Republicans are now saying openly that they want concessions in return for reopening the government and avoiding default, not because they have any specific policy goals in mind, but simply because they don’t want to feel “disrespected.” And no endgame is in sight.

But this confrontation did start with a real issue: Republican efforts to stop Obamacare from going into effect. It’s long been clear that the great fear of the Republican Party was not that health reform would fail, but that it would succeed. And developments since Tuesday, when the exchanges on which individuals will buy health insurance opened for business, strongly suggest that their worst fears will indeed be realized: This thing is going to work.

Wait a minute, some readers are saying. Haven’t many stories so far been of computer glitches, of people confronting screens telling them that servers are busy and that they should try again later? Indeed, they have. But everyone knowledgeable about the process always expected some teething problems, and the nature of this week’s problems has actually been hugely encouraging for supporters of the program.

 

First, let me say a word about the underlying irrelevance of start-up troubles for new government programs.

Political reporting in America, especially but not only on TV, tends to be focused on the play-by-play. Who won today’s news cycle? And, to be fair, this sort of thing may matter during the final days of an election.

But Obamacare isn’t up for a popular referendum, or a revote of any kind. It’s the law, and it’s going into effect. Its future will depend on how it works over the next few years, not the next few weeks.

To illustrate the point, consider Medicare Part D, the drug benefit, which went into effect in 2006. It had what was widely considered a disastrous start, with seniors unclear on their benefits, pharmacies often refusing to honor valid claims, computer problems, and more. In the end, however, the program delivered lasting benefits, and woe unto any politician proposing that it be rolled back.

So the glitches of October won’t matter in the long run. But why are they actually encouraging? Because they appear, for the most part, to be the result of the sheer volume of traffic, which has been much heavier than expected. And this means that one big worry of Obamacare supporters — that not enough people knew about the program, so that many eligible Americans would fail to sign up — is receding fast.

 

 

Of course, it’s important that people who want to sign up can actually do so. But the computer problems can and will be fixed. So, by March 31, when enrollment for 2014 closes, we can be reasonably sure that millions of Americans who were previously uninsured will have coverage under the Affordable Care Act. Obamacare will have become a reality, something people depend on, rather than some fuzzy notion Republicans could demonize. And it will be very hard to take that coverage away.

 

What we still don’t know, and is crucial for the program’s longer-term success, is who will sign up. Will there be enough young, healthy enrollees to provide a favorable risk pool and keep premiums relatively low? Bear in mind that conservative groups have been spending heavily — and making some seriously creepy ads — in an effort to dissuade young people from signing up for insurance. Nonetheless, insurance companies are betting that young people will, in fact, sign up, as shown by the unexpectedly low premiums they’re offering for next year.

 

 

And the insurers are probably right. To see why anti-Obamacare messaging is probably doomed to fail, think about whom we’re talking about here. That is, who are the healthy uninsured individuals the program needs to reach? Well, they’re by and large not affluent, because affluent young people tend to get jobs with health coverage. And they’re disproportionately nonwhite.

 

In other words, to get a description of the typical person Obamacare needs to enroll, just take the description of a typical Tea Party member or Fox News viewer — older, affluent, white — and put a “not” in front of each characteristic. These are people the right-wing message machine is not set up to talk to, but who can be reached through many of the same channels, from ads on Spanish-language media to celebrity tweets, that turned out Obama voters last year. I have to admit, I find the image of hard-line conservatives defeated by an army of tweeting celebrities highly attractive; but it’s also realistic. Enrollment is probably going to be just fine.

 

 

So Obamacare is off to a good start, with even the bad news being really good news for the program’s future. We’re not quite there yet, but more and more, it looks as if health reform is here to stay.

 

La riforma si trasforma in realtà, di Paul Krugman

New York Times 3 ottobre 2013

 

A questo punto, il blocco delle funzioni di governo in America cammina sulle proprie gambe. Alcuni repubblicani stanno ora dicendo apertamente che per sbloccare il governo ed evitare il default vogliono concessioni in cambio, non perché abbiano specifici obbiettivi politici in mente, ma semplicemente perché non vogliono sentirsi “mancar di rispetto”. E non è in vista una conclusione.

Ma questo scontro è cominciato su un tema reale: gli sforzi dei repubblicani per impedire alla riforma dell’assistenza di Obama di entrare in funzione. Era chiaro da tempo che la grande paura del Partito Repubblicano non era che la riforma sanitaria fallisse, ma che avesse successo. E gli sviluppi a partire da giovedì, quando le ‘borse’ nelle quali le persone acquisteranno l’assicurazione sanitaria hanno aperto i battenti [1], indicano con forza che le loro peggiori paure in effetti si avvereranno: questa faccenda è destinata a funzionare.

Aspetta un attimo, mi diranno alcuni lettori. Non ci sono stati finora tanti racconti sui contrattempi al computer, di gente che si è trovata dinanzi a schermi che dicevano che i servers erano occupati ed avrebbero dovuto provare ancora successivamente? In effetti è così. Ma chiunque fosse stato al corrente della procedura si è sempre aspettato qualche problema di partenza, e la natura dei problemi di questa settimana in effetti è stata del tutto incoraggiante per i sostenitori del programma.

In primo luogo, fatemi dire una parola a proposito della intrinseca irrilevanza dei guai di avvio dei nuovi programmi governativi.

Il resoconto politico, in America, in particolare nelle televisioni ma non solo, tende a risolversi in una specie di telecronaca di una partita. Chi sarà il vincitore di oggi nel ciclo delle notizie? E, ad essere onesti, una cosa del genere può avere il suo peso nei giorni finali delle elezioni.

Ma la riforma della assistenza di Obama non è in lizza per un referendum popolare o per un nuovo voto di qualsiasi genere. Essa è legge e sta entrando in funzione. Il suo futuro dipenderà dal suo funzionamento nei prossimi anni, non nelle prossime settimane.

Per illustrare il punto, si consideri Medicare Part D, il sussidio sui farmaci, che entrò in funzione nel 2006. Ebbe quello che in tanti considerarono un avvio disastroso, con gli anziani che non comprendevano i loro sussidi, la farmacie che spesso rifiutavano di esaudire regolari richieste, problemi con i computer ed altro ancora. Alla fine, tuttavia, il programma diede vita a benefici duraturi, e guai all’uomo politico che avesse proposto di tornare indietro.

Dunque, i disguidi di ottobre non avranno alcun peso nel lungo periodo. Ma perché sono effettivamente incoraggianti? Perché sembrano, per la maggior parte, essere il risultato puro e semplice della mole delle procedure, che è stata molto  più pesante di quello che ci si aspettasse. E questo significa che una grande preoccupazione dei sostenitori della riforma sanitaria di Obama – che non abbastanza persone fossero al corrente del programma, cosicché molti americani che ne avevano diritto non si sarebbero iscritti – sta rapidamente venendo meno.

Naturalmente, è importante che le persone che vogliono iscriversi possano effettivamente farlo. Ma i problemi di computer possono essere risolti e lo saranno. Dunque, con il 31 di marzo, data di chiusura delle iscrizioni del 2014, milioni di americani che in precedenza non avevano l’assicurazione avranno la copertura della  Legge per una Assistenza Sostenibile. La riforma della assistenza di Obama sarà diventata un realtà, qualcosa su cui la gente farà affidamento, piuttosto che qualche confuso concetto che i repubblicani hanno potuto demonizzare. E sarà molto difficile togliere quella copertura assistenziale.

Quello che ancora non sappiamo, e che è cruciale per il successo a lungo termine del programma, è chi si iscriverà. Si iscriveranno un numero sufficiente di giovani e di persone in salute, in modo da consentire un aggregato di rischio [2] favorevole e da tenere relativamente basse le polizze? Si tenga a mente che gruppi di conservatori hanno speso cifre rilevanti – ed hanno fatto una pubblicità davvero raccapricciante – nello sforzo di dissuadere i giovani dall’iscriversi alle assicurazioni. Nondimeno, le compagnie assicuratrici stanno scommettendo che i giovani in pratica si iscriveranno, come è dimostrato dalle polizze inaspettatamente basse che stanno offrendo per l’anno prossimo.

E gli assicuratori hanno probabilmente ragione. Per capire perché la campagna di comunicazione contro la riforma sanitaria di Obama è probabilmente destinata a fallire, si pensi di chi stiamo parlando, in questo caso. Cioè, chi sono gli individui non assicurati e in salute che il programma ha bisogno di raggiungere? Ebbene, in linea di massima non sono benestanti, perché le persone giovani e benestanti tendono ad avere posti di lavoro con la copertura sanitaria [3]. E sono persone non-bianche [4], in una percentuale molto superiore a quella effettiva.

In altre parole, per avere una descrizione di un individuo che tipicamente ha bisogno di iscriversi con la riforma della assistenza di Obama, si prenda esattamente la descrizione di un tipico componente del Tea Party o di uno spettatore di Fox News [5] – anziano, benestante e bianco – e si apponga un “non” di fronte ad ognuna di tali caratteristiche. Queste sono persone che la macchina comunicativa della destra non è organizzata per raggiungere, ma che possono essere raggiunte attraverso molti degli stessi canali, dagli avvisi pubblicitari sui media in lingua spagnola ai tweets di quelle celebrità che risultarono essere elettori di Obama l’anno passato. Devo ammettere che trovo l’immagine dei conservatori più inflessibili sconfitti da una armata di celebrità che comunicano via Twitter assai attraente; ma essa è anche realistica. E’ probabile che l’esito delle iscrizioni sarà proprio buono.

Dunque, la riforma sanitaria di Obama si è messa in moto nel migliore dei modi, e persino le cattive notizie sono confortanti per il futuro del programma. Non siamo ancora arrivati al traguardo, ma sembra sempre di più che la riforma sanitaria sia destinata ad esistere.



[1] Si tratta di ‘punti di incontro’ che sono stati previsti dalla legge di riforma sanitaria e che sono stati organizzati ai livelli dei vari Stati per facilitare le decisioni di acquisto delle assicurazioni da parte dei cittadini. Si chiamano “Health Insurance Exchange” e, da quanto capisco, sono istituzioni relativamente informali che dovrebbero facilitare la conoscenza delle condizioni delle assicurazioni, la loro trasparenza, la decisione di quale assicurazione acquistare ed anche le procedure per l’ottenimento dei sussidi da parte dei cittadini che ne avranno diritto.

[2] Cioè, un rischio complessivamente stimabile come favorevole, per la quota elevata di giovani e di persone prive di particolari patologie che si iscrivono alla assicurazione (e dunque per i minori costi sanitari futuri), considerato che oggi tutti coloro che non hanno redditi sufficienti possono contare su sussidi governativi. Laddove, invece, questo era esattamente il problema della situazione precedente: i giovani e le persone in salute con redditi medio-bassi non acquistavano alcuna assicurazione, gli “aggregati” del rischio assicurativo erano elevati, le assicurazioni si rivalevano sulle persone con maggiori patologie, con le pratiche odiose di rifiuto dell’assistenza a chi ne aveva maggiore bisogno.

[3] Ovvero, finiscono per lavorare in settori o imprese nelle quali la copertura assicurativa è compresa nel contratto di assunzione del lavoratore; la qualcosa è molto meno probabile per i settori e le imprese più piccole e con minori mezzi.

[4] Neri o latini.

[5] Canale televisivo conservatore-reazionario.

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