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Il dogma dell’inettitudine (e tanti saluti alla riforma sanitaria di Obama che non doveva funzionare), di Paul Krugman (New York Times 26 giugno 2014)

 

The Incompetence Dogma

So Much for Obamacare Not Working

JUNE 26, 2014 Paul Krugman

Have you been following the news about Obamacare? The Affordable Care Act has receded from the front page, but information about how it’s going keeps coming in — and almost all the news is good. Indeed, health reform has been on a roll ever since March, when it became clear that enrollment would surpass expectations despite the teething problems of the federal website.

What’s interesting about this success story is that it has been accompanied at every step by cries of impending disaster. At this point, by my reckoning, the enemies of health reform are 0 for 6. That is, they made at least six distinct predictions about how Obamacare would fail — every one of which turned out to be wrong.

“To err is human,” wrote Seneca. “To persist is diabolical.” Everyone makes incorrect predictions. But to be that consistently, grossly wrong takes special effort. So what’s this all about?

Many readers won’t be surprised by the answer: It’s about politics and ideology, not analysis. But while this observation isn’t particularly startling, it’s worth pointing out just how completely ideology has trumped evidence in the health policy debate.

And I’m not just talking about the politicians; I’m talking about the wonks. It’s remarkable how many supposed experts on health care made claims about Obamacare that were clearly unsupportable. For example, remember “rate shock”? Last fall, when we got our first information about insurance premiums, conservative health care analysts raced to claim that consumers were facing a huge increase in their expenses. It was obvious, even at the time, that these claims were misleading; we now know that the great majority of Americans buying insurance through the new exchanges are getting coverage quite cheaply.

Or remember claims that young people wouldn’t sign up, so that Obamacare would experience a “death spiral” of surging costs and shrinking enrollment? It’s not happening: a new survey by Gallup finds both that a lot of people have gained insurance through the program and that the age mix of the new enrollees looks pretty good.

What was especially odd about the incessant predictions of health-reform disaster was that we already knew, or should have known, that a program along the lines of the Affordable Care Act was likely to work. Obamacare was closely modeled on Romneycare, which has been working in Massachusetts since 2006, and it bears a strong family resemblance to successful systems abroad, for example in Switzerland. Why should the system have been unworkable for America?

But a firm conviction that the government can’t do anything useful — a dogmatic belief in public-sector incompetence — is now a central part of American conservatism, and the incompetence dogma has evidently made rational analysis of policy issues impossible.

It wasn’t always thus. If you go back two decades, to the last great fight over health reform, conservatives seem to have been relatively clearheaded about the policy prospects, albeit deeply cynical. For example, William Kristol’s famous 1993 memo urging Republicans to kill the Clinton health plan warned explicitly that Clintoncare, if implemented, might well be perceived as successful, which would, in turn, “strike a punishing blow against Republican claims to defend the middle class by restraining government.” So it was crucial to make sure that reform never happened. In effect, Mr. Kristol was telling insiders that tales of government incompetence are something you peddle to voters to get them to support tax cuts and deregulation, not something you necessarily believe yourself.

But that was before conservatives had fully retreated into their own intellectual universe. Fox News didn’t exist yet; policy analysts at right-wing think tanks had often begun their careers in relatively nonpolitical jobs. It was still possible to entertain the notion that reality wasn’t what you wanted it to be.

It’s different now. It’s hard to think of anyone on the American right who even considered the possibility that Obamacare might work, or at any rate who was willing to admit that possibility in public. Instead, even the supposed experts kept peddling improbable tales of looming disaster long after their chance of actually stopping health reform was past, and they peddled these tales not just to the rubes but to each other.

And let’s be clear: While it has been funny watching the right-wing cling to its delusions about health reform, it’s also scary. After all, these people retain considerable ability to engage in policy mischief, and one of these days they may regain the White House. And you really, really don’t want people who reject facts they don’t like in that position. I mean, they might do unthinkable things, like starting a war for no good reason. Oh, wait.

 

Il dogma dell’inettitudine (e tanti saluti alla riforma sanitaria

di Obama che non doveva funzionare), di Paul Krugman

New York Times 26 giugno 2014

 

Siete al corrente delle ultime notizie sulla riforma sanitaria? La Legge sulla Assistenza Sostenibile   è scomparsa dalle prime pagine dei giornali, ma l’informazione su come sta procedendo continua ad arrivare – e sono quasi tutte buone notizie. In effetti, la riforma è sull’onda del successo sin da marzo, quando fu chiaro che le iscrizioni avrebbero superato ogni aspettativa, nonostante le difficoltà iniziali del sito federale.

Quello che è interessante in questa storia di successo è che è stata accompagnata ad ogni passo da strepiti su un imminente disastro. A questo punto, secondo i miei calcoli, i nemici della riforma sanitaria stanno perdendo 6 a 0. Vale a dire che hanno avanzato almeno sei distinte previsioni sul fallimento della legge di Obama – e neanche una è risultata giusta.

“Errare è umano”, scrisse Seneca, “ma persistere è diabolico”. Tutti fanno previsioni scorrette. Ma sbagliare con tale coerenza e in modo così grossolano richiede un impegno speciale. Da che cosa è dipeso?

Per molti lettori, la risposta non sarà sorprendente: dipende dalla politica e dalla ideologia, non dall’analisi. Ma mentre questa osservazione non è affatto sorprendente, vale proprio la pena di sottolineare come l’ideologia sia stata completamente sconfitta dai fatti, nel dibattito sulla politica sanitaria.

E non sto soltanto parlando degli uomini politici: sto parlando degli addetti ai lavori. E’ rilevante come molti supposti esperti di assistenza sanitaria abbiano usato argomenti sulla riforma che erano chiaramente insostenibili. Ricordate, per esempio, lo “shock della aliquota”? Lo scorso autunno, quando avemmo le prime informazioni sulle polizze assicurative, gli analisti conservatori della riforma sanitaria si precipitarono a sostenere che i consumatori avrebbero dovuto sostenere grandi spese. Era evidente, anche a quei tempi, che queste pretese erano fuorvianti: ora sappiamo che la grande maggioranza degli americani che acquistano l’assicurazione attraverso le “borse sanitarie” otterranno l’assistenza abbastanza economicamente.

Oppure ricordate la pretesa secondo la quale i giovani non si sarebbero iscritti, cosicché la riforma avrebbe conosciuto una “spirale fatale” di costi crescenti e di registrazioni in calo? Non sta succedendo: un nuovo sondaggio della Gallup scopre sia che una gran quantità di persone si è procurata l’assicurazione attraverso il programma, sia che l’età media nei nuovi iscritti sembra abbastanza buona.

Quello che era particolarmente strano nelle previsioni incessanti di disastro della riforma sanitaria è che sapevamo già, o avremmo dovuto sapere, che un programma sulla falsariga della Legge sulla Assistenza Sostenibile era probabile che funzionasse. La riforma di Obama era modellata in modo molto simile al programma sanitario di Romney, che sta operando nel Massachusetts sin dal 2006, e presenta una forte familiarità con altri sistemi ben funzionanti all’estero, ad esempio in Svizzera. Perché la stessa cosa non avrebbe dovuto funzionare in America?

Ma di questi tempi, una componente centrale del conservatorismo americano è che lo Stato non può mai fare niente di utile – una convinzione dogmatica della inettitudine del settore pubblico, e il dogma dell’inettitudine ha evidentemente reso razionale una analisi di tematiche politiche senza fondamento.

Non è sempre stato così. Se tornate indietro di due decenni, all’ultima grande battaglia sulla riforma sanitaria, i conservatori sembravano essere relativamente lucidi sulle prospettive politiche, seppure profondamente cinici. Per esempio, la famosa memoria di William Kristol del 1993, che spingeva i repubblicani a far fuori il programma sanitario di Clinton, metteva in guardia che il modello di assistenza di Clinton, se messo in atto, poteva essere percepito come una soluzione vincente, il che, a sua volta, “avrebbe provocato un duro colpo sulle pretese repubblicane di difendere la classe media attraverso una restrizione delle funzioni pubbliche”. Era dunque fondamentale assicurare che quella riforma non vedesse mai la luce. In sostanza, il signor Kristol stava dicendo agli addetti ai lavori che i racconti sull’inettitudine dei governi sono cose che si rivendono agli elettori per avere il loro sostegno, non cose che vanno credute sul serio.

Ma questo accadeva prima che in conservatori si ritirassero pienamente dentro il loro universo intellettuale. Fox News non esisteva ancora; gli analisti politici delle fondazioni culturali della destra avevano cominciato le loro carriere in mansioni diverse dalla politica. Era ancora possibile ammettere l’idea che la realtà non è quello che si pretende che sia.

Oggi è diverso. E’ difficile immaginare qualcuno, nelle fila della destra americana, che abbia anche soltanto preso in considerazione l’idea che la riforma di Obama potesse funzionare, o che comunque abbia avuto la disponibilità ad ammetterlo pubblicamente. Piuttosto, persino i cosiddetti esperti hanno continuato a far circolare i racconti improbabili su un incombente disastro, ben dopo la loro ultima possibilità di fermare la riforma sanitaria, ed hanno rivenduto queste favole non solo ai creduloni, ma gli uni con gli altri.

E diciamolo con chiarezza: se è stato divertente osservare la destra rinchiudersi dentro le sue illusioni sulla riforma sanitaria, è stato anche un po’ spaventoso. Dopo tutto, questi individui continuano ad avere il requisito di impegnarsi nel gioco politico, e un giorno o l’altro potrebbero riguadagnare la Casa Bianca. Ed è assolutamente certo che non si possono desiderare persone del genere, che rifiutano i fatti che non sono di loro gradimento, alla Casa Bianca. Voglio dire, potrebbero fare cose impensabili, come far partire una guerra senza nessuna buona ragione. Non sarebbe la prima volta.  

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