Blog di Krugman

L’ironia della Export-Import Bank (24 giugno 2014)

 

Jun 24 4:32 pm

ExIm Irony

So it looks quite likely that the Tea Party will claim a scalp from the business lobby, and kill the Export-Import Bank. And there is a case for doing away with the lender – except that this is the worst possible time for it.

Under normal circumstances, we can argue that ExIm neither improves the US trade balance nor creates jobs. Even if it does succeed in increasing some exports, the standard view would be that any expansion of the US economy would be choked off by a rise in interest rates as the Fed tries to prevent overheating, which would lead to a rise in the dollar, which would lead to a fall in other exports and/or a rise in imports. So you can claim that ExIm is mercantilist trade policy, and counterproductive.

Against this you can make various strategic trade policy arguments, but the case for a special export lender is weak at best.

Right now, however, we’re at the zero lower bound, which means that the Fed won’t raise rates. As I’ve said a number of times, under current conditions mercantilism works – so this is exactly the moment when ending an export-support program really would cost jobs.

By the way, I was sloppy in my post about America as a lousy exporter. When I said that the trade balance is determined by savings and investment, I should have added “under conditions where the Fed can achieve full employment.” I was thinking about history there; that’s not the case right now, and may not be the case for a long time.

 

L’ironia della Export-Import Bank [1]

 

Dunque, sembra abbastanza probabile che il Tea Party pretenderà uno scalpo dalla lobby affaristica, e farà fuori la Export-Import Bank. E c’è una ragione per sbarazzarsi di chi ha prestato i soldi – sennonché questo è il peggior momento possibile per farlo.

In condizioni normali, si può sostenere che la ExIm non migliora la bilancia commerciale degli Stati Uniti, né crea posti di lavoro. Persino se essa avesse davvero qualche risultato nell’accrescere le esportazioni, il punto di vista normale sarebbe che una qualsiasi espansione dell’economia americana verrebbe soffocata da una crescita nei tassi di interesse nel momento in cui la Fed cercasse di impedire un surriscaldamento, il che porterebbe ad un apprezzamento del dollaro, il che a sua volta porterebbe ad una caduta di altre esportazioni, oppure ad una crescita delle importazioni. Si può dunque sostenere che la ExIm è politica commerciale mercantilista e controproducente.

Contro ciò si possono avanzare vari argomenti strategici di politica commerciale, ma l’argomento di un istituto di credito speciale per le esportazioni è il più debole di tutti.

In questo momento, tuttavia, siamo dinanzi al limiti inferiore dello zero. Il che significa che la Fed non alzerà i tassi. Come ho detto un certo numero di volte, nelle attuali condizioni il mercantilismo funziona – cosicché questo è esattamente il momento nel quale chiudere un programma di sostegno alle esportazioni comporterebbe davvero la perdita di posti di lavoro.

Per inciso, sono stato superficiale nel mio post sull’America come pessima esportatrice. Quando ho affermato che la bilancia commerciale è determinata dai risparmi e dagli investimenti, avrei dovuto aggiungere “alle condizioni nelle quali la Fed può ottenere la piena occupazione”. In quel momento stavo pensando alla storia; non è quello il caso di oggi né lo sarà per un lungo periodo.

 

 

[1] Il post si riferisce ad un dibattito che è in pieno svolgimento negli USA sulla proroga delle funzioni di questo istituto di credito alla esportazione, oppure sulla sua scomparsa. La Export-Import Bank ha 80 anni di vita, e grandi aziende come la Boeing e la General Electric sono attivamente impegnate per un conferma delle sue funzioni. Il Presidente Obama si è espresso nettamente a favore della conferma, con un programma che innalzerebbe il tetto dei prestiti totale che la banca potrebbe garantire, dai 140 miliardi di dollari attuali ai 160. Obama ha affermato che gli interventi della Banca hanno interessato per l’89 per cento imprese di piccole dimensioni. Il numero due dei repubblicani della Camera, Kevin McCarthy, si è espresso invece per il non rinnovo delle funzioni della banca, e senza la approvazione della Camera, la solo approvazione da parte del Senato non sarebbe sufficiente. In sostanza, la tesi dei repubblicani è che le funzioni potrebbero essere assunte da imprese private, ed i componenti del Tea Party sono in questi giorni particolarmente attivi a sostegno della tesi della scomparsa della Banca. Il fatto che alla Camera ci sia una maggioranza di repubblicani rende l’ipotesi di un non rinnovo piuttosto plausibile.

Di seguito la foto di un intervento del Segretario di Stato John Kerry presso la Export-Import Bank:

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