Blog di Krugman

Dottrine asimmetriche (appena per esperti) (21 luglio 2014)

 

Jul 21 7:30 am

Asymmetrical Doctrines (Vaguely Wonkish)

Are Keynesians and market monetarists symmetric, both in their doctrines and in their political position? Nick Rowe says yes; Simon Wren-Lewis says no. Simon is right here, but in fact for more reasons than he gives.

This all started with me saying that the market monetarists have no resonance in the modern conservative movement. Nick says that this is equally true of “fiscalists”, who haven’t managed to get traction with governments, even leftish ones, either. What’s the difference?

As Simon says, one big difference is that people like me are eclectic, urging that multiple policy tools be brought to bear — and willing to accept second-best policies if that’s what is available. We’re all for quantitative easing, even if there are some doubts about its effectiveness, in a world where fiscal austerity is happening whether you like it or not. This is very different from the MM insistence that fiscal policy has no role, and that austerity has no effect because central banks (they claim) could offset it, whether or not they really do.

But there’s also a big difference in the intellectual roles of MM on the right and Keynes on the left.

Talk with Barack Obama, and you’ll find that he has a basically Keynesian view of the world. It may have wobbled a bit in the past, at times when he seemed to buy into the Confidence Fairy, but it’s still his basic outlook — and his aides are very much IS-LM macro types. True, they haven’t gone all out to push for fiscal expansion in the face of opposition (but remember the payroll tax cut), but that’s mainly a political judgement on their part. It’s not a fundamental difference in worldview from friendly economists.

Contrast this with Republican leaders, who get their macroeconomics from Hayek and Ayn Rand, and are clearly liquidationist; it’s not that they don’t take advice from MM, they’re actively hostile to its very concepts.

That’s what I mean when I say that MM is homeless, in a way that my tribe isn’t.

 

Dottrine asimmetriche (appena per esperti)

Sono simmetrici i keynesiani ed i monetaristi di mercato, nelle loro dottrine come nelle loro posizioni politiche? Nick Rowe dice di sì; Simon Wren-Lewis dice di no. In questo caso ha ragione Simon, ma di fatto per ragioni maggiori di quelle che presenta.

Tutto questo era partito dalla mia affermazione secondo la quale i monetaristi di mercato non hanno seguito nel movimento conservatore odierno. Rick dice che lo stesso è vero per i sostenitori della spesa pubblica, che non sono riusciti a portarsi dietro i Governi, neppure quelli di sinistra. Quale è la differenza?

Come dice Simon, una grande differenza è che le persone come me sono eclettiche, insistono sul fatto che debbono essere messi in funzione gli strumenti di una politica molteplice – e sono disponibile ad accettare politiche di seconda istanza, se esse sono quanto è disponibile. Siamo tutti a favore della ‘facilitazione quantitativa’ [1], anche se ci sono alcuni dubbi sulla sua efficacia, in un mondo nel quale, ci piaccia o no, l’austerità della finanza pubblica è in atto. E’ una posizione molto diversa rispetto alla insistenza dei monetaristi moderni secondo i quali la politica della spesa pubblica non ha alcun ruolo, e l’austerità non ha effetto perché le banche centrali (così sostengono) potrebbe bilanciarla, ammesso o no che lo facciano.

Ma c’è anche una grande differenza nei ruoli intellettuali del Monetarismo Moderno sulla destra e di Keynes sulla sinistra.

Se si parla con Barack Obama, si trova che egli ha una visione fondamentalmente keynesiana del mondo. Nel passato è possibile che abbia avuto qualche oscillazione, nei tempi nei quali sembrava credere nella Fata della Fiducia, ma quella è ancora la sua mentalità fondamentale – ed i suoi collaboratori sono in gran parte individui che si ispirano alla macroeconomia del modello IS-LM. E’ vero, costoro non si sono dati tutti da fare per spingere per una espansione della spesa pubblica di fronte all’opposizione (ma si ricordino gli sgravi fiscali sulle retribuzioni), ma quello è principalmente un giudizio politico a loro carico. Non è una differenza fondamentale nella visione del mondo rispetto agli economisti più vicini.

Si metta a confronto questo con i dirigenti repubblicani, che desumono la loro macroeconomia da Hayek e da Ayn Rand, e che sono fondamentalmente liquidazionisti [2]; il punto non è che essi non traggono spunti dal Monetarismo Moderno, essi sono attivamente ostili ai suoi concetti di fondo.

In questo senso io dico che il Monetarismo Moderno è senza casa, mentre io e la mia gente ne abbiamo una.

 

 

[1] Vedi “quantitative easing” alle note della Traduzione.

[2] Il termine suppongo si riferisca allo specifico ‘liquidazionismo’ che si presentò nel dibattito sulla crisi ai tempi della Grande Depressione. Probabilmente all’origine di quel termine ci furono alcune dichiarazioni nelle memorie del Presidente Hoover, che come noto fu travolto dalla crisi del ’29. Egli scrisse che vari suoi collaboratori, tra i quali il Segretario al Tesoro Mellon, lo consigliavano a fare in modo che “il Governo tenesse le sue mani fuori dalla crisi e lasciasse che essa si ‘liquidasse’ da sola”. Il termine, successivamente, venne riferito alle posizioni più elaborate di vari economisti della scuola ‘austriaca’ (Hayek, Schumpeter ma anche Lionel Robbins).

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