Blog di Krugman

James Tobin e l’offerta aggregata (implicitamente per esperti) (18 luglio 2014)

 

Jul 18 12:42 pm

James Tobin and Aggregate Supply (Implicitly Wonkish)

Thomas Palley argues that mainstream macroeconomists have been looking in all the wrong places for an explanation of the stickiness of inflation in the face of high unemployment; what they should do is consider the old Tobin approach that combines multiple sectors (so that some workers have rising wages even in an economy that’s depressed on average) with downward nominal wage rigidity.

OK, I guess I’m a bit puzzled. I very much agree with Palley that Tobin’s approach does a lot to help explain what we’re seeing; but I don’t know why he thinks this is such a radical notion. I’ve been telling more or less the same story for a while, explicitly name-checking Tobin; and the formal modeling of Daly and Hobijn (pdf), which I’ve cited several times, declared in its first paragraph that it’s building on Tobin’s insights.

There are slight echoes here of an earlier exchange in which Palley made other declarations about insights that New Keynesians have supposedly abandoned, which was odd because those very insights feature in a number of models. But no matter: I do believe that Palley is on the right track here, because it’s pretty much the same track a number of us have been following for the past few years.

 

James Tobin e l’offerta aggregata (implicitamente per esperti)

Thomas Palley [1] sostiene che i macroeconomisti della tendenza prevalente hanno guardato in tutti i posti sbagliati per spiegare la vischiosità dell’inflazione a fronte della elevata disoccupazione: quello che dovrebbero fare è considerare il vecchio approccio di Tobin che mette assieme vari aspetti (come quello per cui alcuni lavoratori hanno accresciuto i salari pur a fronte di un’economia che in media è depressa) con una rigidità dei salari nominali verso il basso.

Devo dire che sono un po’ perplesso. Sono molto d’accordo con Palley che l’approccio di Tobin è di grande aiuto per spiegare quello a cui stiamo assistendo; ma non so perché pensi che sia un tale concetto radicale. Da tempo racconto più o meno la stessa storia, riferendomi esplicitamente al nome di Tobin; e l’illustrazione del modello formale di Daly e Hobjin, che ho varie volte citata, dichiarava al suo primo paragrafo di essere costruita sulle intuizioni di Tobin.

C’è in questo caso una leggera similitudine con un precedente scambio, nel quale Palley faceva altre dichiarazioni sulle intuizioni che egli supponeva i neo keynesiani avessero abbandonato, la qualcosa era curiosa perché proprio quelle intuizioni comparivano in un certo numero di modelli. Ma non è importante: credo per davvero che in questo caso Palley sia sulla strada giusta, giacché assomiglia abbastanza all’indirizzo che alcuni tra di noi stanno seguendo in questi ultimi anni.

 

 

[1] Thomas Palley è un economista americano. Scrive su riviste e giornali come: The Atlantic Monthly, Nation, American Prospect. I suoi temi principali sono le riforme necessarie per promuovere una società democratica ed aperta. In passato è stato consigliere del sindacato AFL-CIO.

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