Blog di Krugman

Una spiegazione dell’andamento della ripresa in Europa (25 febbraio 2015)

 

Feb 25 4:17 pm

Explaining Recovery Performance in Europe

I was very interested by the new paper by Claeys and Walsh on “plucking” as an explanation of differential performance in Europe; basically, they’re saying that fast growth has come in countries that previously had deep slumps. But how does that result interact with the result many of us have found, which is that differences in austerity seem to explain a lot? Here’s an example of what I find:

z 525

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I tried to see where their result fits in; but I used a slightly different sample. I included Greece; I’m not sure why they excluded it (they say that they’re dropping countries that didn’t have any recovery, but why?) I also used the same dates for everyone, 2007-9 for the slump and 2009-14 for the recovery. And since I wanted to use structural deficits to measure austerity, I could only include Latvia among the Baltics.

What I got was this:

z 526

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Latvia stands out, but in this sample it’s alone; the estimated coefficient on the size of the slump is large but hugely uncertain.

What happens if you throw both variables in? With standard errors in parentheses, I get Growth in GDP 2009-14 = 7.91 – .26(.28)*Change in GDP 2007-9 – 1.41(.27)*Change in structural balance as % of potential GDP. Plucking might be important, but it’s hard to tell given the lack of data. Austerity, on the other hand, comes in very clear.

Maybe the point is that there aren’t any deep mysteries that need explaining. You can point to individual countries and say that they did better than you might have expected, but any kind of non-cherry-picked analysis of the data really, really wants to tell you not just that austerity hurts growth but that it’s the major factor causing some European countries to do worse than others.

 

Una spiegazione dell’andamento della ripresa in Europa

Sono molto interessato al nuovo studio di Claeys e Walsh sullo “stacco” come spiegazione dell’andamento differenziato in Europa; fondamentalmente, essi stanno dicendo che la rapida crescita è intervenuta in paesi che in precedenza erano in profonda recessione. Ma come interagisce quel risultato con l’altro che molti di noi hanno trovato, secondo il quale sembra che le differenze nella austerità spieghino molto? Ecco un esempio di quello che io trovo [1]:

z 525

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho cercato di osservare come i loro risultati si accordino; ma ho usato un campione leggermente diverso. Ho incluso la Grecia; non sono sicuro del perché essi la abbiano esclusa (dicono che lasciano andare i paesi che non hanno avuto alcuna ripresa, ma perché?) Ho anche utilizzato gli stessi dati per ciascuno, il 2007-2009 per la recessione ed il 2009-2014 per la ripresa. E, dal momento che volevo usare i deficit strutturali per misurare l’austerità, tra i paesi Baltici ho potuto soltanto includere la Lettonia.

Ecco cosa ho trovato:

z 526

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Lettonia sta per conto suo, ma in questo campione è sola; il coefficiente stimato sulla dimensione della recessione è largo, ma altamente incerto.

Cosa accade se mettete dentro entrambe le variabili? Mettendo tra parentesi gli errori standard [2], ottengo che la crescita del PIL tra il 2009 ed il 2014 è pari a: 7,91 – 0,26 (0,28), moltiplicato per il mutamento nel PIL 2007-2009 – 1,41 (0,27), moltiplicato per il mutamento dell’equilibrio strutturale come percentuale del PIL potenziale. Lo “stacco” può essere rilevante, ma è difficile a dirsi, considerata la deficienza dei dati. D’altra parte, l’austerità entra in gioco molto chiaramente.

Forse il punto è che non ci sono misteri profondi che hanno bisogno di una spiegazione. Ci si può riferire a paesi singoli e sostenere che essi hanno fatto meglio di quello che ci si sarebbe aspettati, ma ogni genere di analisi dei dati non basata su una scelta arbitraria, in realtà quello che ci dice è che non solo l’austerità danneggia la crescita, ma che rappresenta il fattore importante che spinge alcuni paesi europei ad avere prestazioni peggiori degli altri.

 

[1] La tabella successiva mostra l’andamento del rapporto tra austerità e crescita (ovvero quella che risulta dalla linea di ricerca di Krugman ed altri).

Sulla linea delle ascisse appare il “mutamento nell’equilibrio strutturale”. Nel linguaggio della Commissione Europea “l’equilibrio di bilancio effettivo (viene considerato) al netto delle componenti cicliche, degli eventi straordinari e delle altre misure straordinarie”. Per “equilibrio strutturale” si intende “una misura della tendenza sottostante (implicita) dell’equilibrio di bilancio”. Suppongo che i mutamenti negli equilibri strutturali sulla linea delle ascisse siano, andando verso destra, l’indice di un maggiore equilibrio, e dunque di una crescente austerità, su una scala da 0 a 20. In questo caso si noterebbe che le prestazioni caratterizzate da maggiore austerità riguarderebbero Portogallo, Spagna, Irlanda e, in misura inferiore, Olanda, Italia e Francia.

Sulla linea delle ordinate compaiono invece i mutamenti nel PIL che, come si vede, sono negativi per Slovenia, Italia, Olanda, Spagna e Portogallo, e diversamente positivi per gli altri paesi esaminati (Germania, Repubblica Slovacca e Lettonia presentano gli andamenti più positivi).

In linea di massima, dunque, sembrerebbe che i paesi caratterizzati da maggiore equilibrio strutturale/austerità sono anche stati quelli caratterizzati da minore crescita/regresso nel PIL.

Ma, è il caso di aggiungere, mi pare che si mostrino anche eccezioni rilevanti, come quella della Francia, che con un mutamento nell’equilibrio strutturale simile all’Italia, mostra una crescita del PIL positiva (più simile, cioè, all’andamento tedesco che a quello italiano).

[2] In statistica l’errore standard di una misura è definito come la stima della deviazione standard dello stimatore. È dunque una stima della variabilità dello stimatore, cioè una misura della sua imprecisione. (Wikipedia)

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