Blog di Krugman

I paraocchi e le bugie (16 maggio 2015)

 

Blinkers and Lies

May 16, 2015 6:49 am

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Jeb Bush definitely did us a favor: in his attempts to avoid talking about the past, he ended up bringing back a discussion people have been trying to avoid. And they are, of course, still trying to avoid it — they want to make this just about the horserace, or about the hypothetical of “if you knew what we know now”.

For that formulation is itself an evasion, as Josh Marshall, Greg Sargent, and Duncan Black point out — each making a slightly different but crucial point.

First, as Josh says, Iraq was not a good faith mistake. Bush and Cheney didn’t sit down with the intelligence community, ask for their best assessment of the situation, and then reluctantly conclude that war was the only option. They decided right at the beginning — literally before the dust of 9/11 had settled — to use a terrorist attack by religious extremists as an excuse to go after a secular regime that, evil as it was, had nothing to do with that attack. To make the case for the splendid little war they expected to fight, they deliberately misled the public, making an essentially fake case about WMD — because chemical weapons, which many believed Saddam had, are nothing like the nukes they implied he was working on — and insinuating the false claim that Saddam was behind 9/11.

Second, as Greg says, even this isn’t hindsight. It was quite clear at the time that the case for war was fake — God knows I thought it was glaringly obvious, and tried to tell people — and fairly obvious as well that the attempt to create a pro-American Iraq after the invasion was likely to be an expensive failure. The question for war supporters shouldn’t be, would you have been a supporter knowing what you know now. It should be, why didn’t you see the obvious back then?

Finally, and this is where Atrios comes in, part of the answer is that a lot of Very Serious People were effectively in on the con. They, too, were looking forward to a splendid little war; or they were eager to burnish their non-hippie credentials by saying, hey, look, I’m a warmonger too; or they shied away from acknowledging the obvious lies because that would have been partisan, and they pride themselves on being centrists. And now, of course, they are very anxious not to revisit their actions back then.

Can we think about the economic debate the same way? Yes, although it’s arguably not quite as stark. Consider the long period when Paul Ryan was held up as the very model of a serious, honest, conservative. It was obvious from the beginning, if you were willing to do even a bit of homework, that he was a fraud, and that his alleged concern about the deficit was just a cover for the real goal of dismantling the welfare state. Even the inflation craziness may be best explained in terms of the political agenda: people on the right were furious with the Fed for, as they saw it, heading off the fiscal crisis they wanted to justify their anti-social-insurance crusade, so they put pressure on the Fed to stop doing its job.

And the Very Serious People enabled all this, much as they enabled the Iraq lies.

But back to Iraq: the crucial thing to understand is that the invasion wasn’t a mistake, it was a crime. We were lied into war. And we shouldn’t let that ugly truth be forgotten.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I paraocchi e le bugie

Alla fine Jeb Bush ci ha fatto un favore: coi suoi tentativi di evitare di parlare del passato, ha finito col riportarci ad una discussione che molti avevano cercato di evitare. E, naturalmente, stanno ancora cercando di evitarla – vogliono farla sembrare come qualcosa che si è deciso di misura, oppure qualcosa di ipotetico, del tipo “se avessimo saputo quello che sappiamo oggi”.

Perché espressioni del genere sono esse stesse un modo per eludere, come Josh Marshall, Greg Sargent e Duncan Black mettono in evidenza – ognuno avanzando un aspetto leggermente diverso ma cruciale.

In primo luogo, come dice Josh, l’Iraq non fu un errore in buona fede. Bush e Cheney non si sedettero con la comunità dei servizi segreti, non chiesero la loro migliore valutazione della situazione, per poi concludere in modo riluttante che la guerra era l’unica opzione. Decisero proprio all’inizio – letteralmente prima che fosse calata la polvere dell’11 settembre – di usare un attacco terrorista da parte di estremisti religiosi per scagliarsi contro un regime secolare che, per quanto fosse negativo, con quell’attacco non aveva niente a che fare. Per perorare la causa della piccola splendida guerra che si immaginavano di combattere, deliberatamente ingannarono l’opinione pubblica, avanzando un argomento essenzialmente falso sulle armi di distruzione di massa – giacché le armi chimiche, che molti credevano Saddam avesse, non erano per niente la stessa cosa delle armi nucleari alle quali insinuavano stesse lavorando – e suggerendo la falsa tesi secondo la quale Saddam era dietro l’11 settembre.

In secondo luogo, come dice Greg, persino questi argomenti non sono con il senno di poi. Era abbastanza chiaro a quel tempo che l’argomento per la guerra era falso – la sa Iddio quanto pensavo che fosse palesemente evidente, e quanto cercai di spiegarlo – ed era anche abbastanza evidente che cercar di dar vita ad un Iraq pro-americano dopo l’invasione era destinato probabilmente ad essere un fallimento costoso. La domanda ai sostenitori della guerra non dovrebbe essere se l’avrebbero appoggiata sapendo quello che sanno oggi. Dovrebbe essere: “Perché non avete visto allora quello che era evidente?”.

Infine, e questo è il punto sul quale interviene Atrios [1], una parte della risposta consiste nel fatto che gran parte delle Persone Molto Serie sostanzialmente parteciparono all’inganno. Anche loro si aspettavano una splendida piccola guerra; oppure erano ansiose di dare una lucidata alle loro credenziali di individui che non erano mai stati ‘figli dei fiori’, dicendo “Ehi, vedete, sono anch’io un guerrafondaio!”; oppure si trattenevano dal riconoscere le evidenti bugie perché sarebbero apparsi di parte, e si inorgoglivano dell’essere centristi. E adesso, ovviamente, sono molto preoccupati di tornare ad esaminare quello che fecero allora.

Possiamo ragionare nello stesso modo del dibattito sull’economia? Sì, sebbene probabilmente non in modo altrettanto severo. Si consideri il lungo periodo nel quale si sosteneva Paul Ryan come l’esatto modello di un conservatore serio ed onesto. Era evidente sin dall’inizio, se si aveva voglia di approfondire minimamente, che egli era un inganno, e che la sua pretesa preoccupazione sul deficit era soltanto una copertura al suo vero obbiettivo di smantellare lo stato sociale. Persino le follie sull’inflazione possono essere spiegate meglio in termini di programmi politici: le persone di destra sono furiose con la Fed per aver evitato, per quanto capiscono, la crisi finanziaria che volevano per giustificare la loro crociata contro la sicurezza sociale, dunque fanno pressioni sulla Fed perché smetta di fare il suo lavoro.

E le Persone Molto Serie consentono con tutto questo, nello stesso modo in cui consentirono con le bugie sull’Iraq.

Ma, tornando all’Iraq: il punto cruciale è comprendere che l’invasione non fu un errore, fu un crimine. Venimmo portati in guerra con l’inganno. E non dovremmo permettere che questa sgradevole verità sia dimenticata.

 

[1] Dovrebbe essere il nome come blogger di Duncan Black, o almeno così si legge sul blog Eschaton.

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