Blog di Krugman

La nascita dei blog (22 maggio 2015)

 

May 22 2:05 am

Blogging Begins

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Brad DeLong has a little note on how and when he began blogging, which comes at a perfect moment for me — I’m scheduled to talk with some Oxford undergraduates about changing forms of communication in economics, and Brad’s note both tells his own story and jogs my memory about how things changed in the late 1990s.

In my own case, I began writing online in 1996, when Michael Kinsley signed me up to write a monthly column for Slate. This was still traditional column-writing — length constraints were less rigid, editing less intrusive, and gratification less delayed than in print, but still relatively old-fashioned. But it did get me accustomed to the online format.

Then came the Asian financial crisis. Everyone was scrambling to make sense of what was happening, and both events and new ideas were coming far too fast for traditional publications to keep up. So I began posting little essays, thoughts, and models on my MIT home page — which is still extant! No blogging software; I just uploaded stuff and put links on the page. But it was still effectively a form of blogging, and it turned out that a lot of people read it. That’s where I put my initial efforts to model the liquidity trap, my thoughts on macro, and more. Most of the links there seem to still work, by the way.

Other people were doing some similar things; and Nouriel Roubini took things to the next step by creating an Asian financial crisis page (which seems to be gone) that acted as a compendium and clearing house for most of the interesting stuff being written on the subject. So by the end of the 1990s a lot of the substantive discussion of international macroeconomics and finance was already taking place online, bypassing the traditional channels.

A proper blog came much later, when I realized that I wanted a place to put the backstory behind my Times columns; the Times added a Twitter feed (which I didn’t even know existed until Andy Rosenthal casually mentioned that I had 600,000 followers). And so here we are today.

 

 

 

 

 

 

La nascita dei blog

Brad DeLong ha una piccola nota su come e quando cominciò col suo blog, che arriva nel mio caso in un momento adattissimo – è in programma un mio colloquio con alcuni studenti universitari di Oxford sui mutamenti delle forme di comunicazione in economia, e la nota di Brad racconta la sua storia personale ed anche mi sollecita e ricordare quanto, negli ultimi anni ’90, le cose sono cambiate.

Nel mio caso, cominciai a scrivere online nel 1996, quando Michael Kinsley mi assunse per pubblicare un articolo mensile su Slate. Era ancora una scrittura tradizionale di articoli – i limiti di lunghezza erano meno rigidi, le correzioni meno invadenti e la soddisfazione meno ritardata che sulla carta stampata, ma ancora relativamente vecchio stile. Ma mi fece abituare al formato online.

Poi venne la crisi finanziaria asiatica. Tutti si arrampicavano sugli specchi per dare un senso a quanto stava succedendo, e sia i fatti che le nuove idee si affacciavano con esagerata velocità perché le pubblicazioni tradizionali stessero al passo. Così cominciai a pubblicare piccoli saggi, pensieri e modelli sulla mia home page del MIT – che tuttora esistono! Non esisteva il software dei blog; semplicemente caricavo la mia roba e mettevo le connessioni sulla pagina. E tuttavia era un forma di blogging, e si scoprì che la leggeva un mucchio di gente. Fu lì che formulai i miei sforzi iniziali per modellare la trappola di liquidità, i miei pensieri sulla macroeconomia ed altro ancora. Per inciso, gran parte delle connessioni sembrano funzionare ancora.

Altre persone stavano facendo cose simili; e Nouriel Roubini portò le cose ad un passo successivo creando una pagina sulla crisi finanziaria asiatica (che sembra si sia persa) che funzionava come un compendio ed una camera di compensazione delle cose interessanti che venivano scritte su quel tema. Dunque, alla fine degli anni ’90 molta della discussione sostanziale della macroeconomia e della finanza internazionale stava già prendendo posto nella comunicazione online, aggirando i canali tradizionali.

Un blog vero e proprio venne molto dopo, quando compresi che volevo un posto nel quale collocare la storia recondita dei miei articoli sul Times; il Times aggiunse un collegamento diretto con Twitter (che non sapevo nemmeno esistesse, finché Andy Rosenthal per caso mi face presente che aveva 600.000 seguaci). E così siamo arrivati ad oggi.

 

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