Blog di Krugman

Sesso, droga e tassi a zero (dal blog di Krugman, 29 maggio 2015)

 

May 29 6:52 am

Sex and Drugs and Zero Rates

Bloomberg has a clever chart, showing just how many traders have never seen an economy not at the zero lower bound:

z 736

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This cries out, of course, for a callback to my favorite blog comment ever, on Kevin O’Rourke’s What Do Markets Want? Saith the commenter,

The markets want money for cocaine and prostitutes. I am deadly serious.

Most people don’t realize that “the markets” are in reality 22-27 year old business school graduates, furiously concocting chaotic trading strategies on excel sheets and reporting to bosses perhaps 5 years senior to them. In addition, they generally possess the mentality and probably intelligence of junior cycle secondary school students. Without knowledge of these basic facts, nothing about the markets makes any sense—and with knowledge, everything does.

Side benefit: read the caption on the Bloomberg chart, and note how bad economic analysis — the specific kind of bad analysis one finds on cable TV business news — gets presented, probably unknowingly, not even as opinion but as fact. “Inexperienced traders will have to tackle markets without the central bank’s artificially low interest rates …” [my emphasis]. Who says they’re artificially low? What does that even mean? It might mean rates below the Wicksellian natural rate, which is the rate that produces stable inflation — but with inflation consistently below the Fed’s target, this criterion would if anything say that rates are artificially high, propped up by the zero lower bound.

Anyway, this is an issue that has been hashed over many times, most recently by Ben Bernanke, saying pretty much exactly the same thing I said a year earlier. But someone at Bloomberg thinks it’s just a well-known fact that rates are artificially low, and so misinforms readers.

 

Sesso, droga e tassi a zero

Bloomberg presenta una diagramma ingegnoso, che mostra come molti operatori non abbiano mai visto un’economia che non fosse al limite inferiore dello zero nei tassi di interesse [1]:

z 736

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto questo reclama inevitabilmente una citazione del migliore commento di tutti i tempi che io abbia mai letto su un blog, nell’articolo “Cosa vogliono davvero i mercati?” di Kevin O’Rourke. Così si espresse il commentatore:

“I mercati vogliono soldi per la cocaina e le prostitute. Lo dico assolutamente sul serio.

Gran parte delle persone non comprendono che “i mercati” sono in realtà laureati di scuole di management tra i 22 ed i 27 anni, che escogitano furiosamente strategie commerciali sui fogli di ‘excel’ e ne fanno resoconti a principali che hanno forse cinque anni più di loro. In aggiunta, in generale essi sono dotati della mentalità e magari della perspicacia di studenti di un ciclo di scuole secondarie superiori. Se non si conoscono questi fatti fondamentali, niente dei mercati diventa comprensibile – e si si conoscono, tutto diventa comprensibile.”

Un servizio aggiuntivo: si legga, sul diagramma di Bloomberg, il sottotitolo e si osservi come, probabilmente in modo inconscio, venga presentata una analisi economica scadente – quel genere particolare di analisi scadente che si trova sui notiziari delle televisioni via cavo che si occupano di economia – peraltro non come una opinione ma come un dato di fatto. “Operatori inesperti dovranno misurarsi con i mercati senza i tassi di interesse artificialmente bassi della banca centrale …” [sottolineatura mia]. Chi lo dice che sono artificialmente bassi? Cosa mai significa? Potrebbe significare tassi che sono al di sotto del tasso wickselliano naturale [2] – ma con l’inflazione costantemente al di sotto dell’obbiettivo della Fed, questo criterio significherebbe semmai che i tassi sono artificialmente alti, puntellati dal limite inferiore dello zero.

In ogni modo, questo è un tema che è stato sviscerato molte volte, più di recente da Ben Bernanke [3], che ha detto quasi esattamente le stesse cose che io dissi un anno fa. Ma qualcuno a Bloomberg pensa che sia semplicemente un fatto ben noto che i tassi di interesse siano artificialmente bassi, e di conseguenza disinforma i lettori.

 

 

[1] Il titolo del diagramma significa: “Il rialzo del tasso della Fed, per Wall Street è come un diventare maggiorenni”. Sottotitolo: “Mentre la Fed si prepara ad elevare i tassi, per la prima volta operatori inesperti dovranno misurarsi con mercati senza i tassi di interesse artificialmente bassi della banca centrale.”

In effetti sul diagramma, nel segmento con i tassi di interesse a zero dal 2009 al 2015, si legge che quasi un terzo degli operatori non hanno mai visto tassi di interesse diversi dallo zero.

[2] Johan Gustaf Knut Wicksell (Stoccolma, 20 dicembre 1851Stocksund, 3 maggio 1926) è stato un economista svedese. Wicksell, molto influenzato dalle visioni economiche di Léon Walras, Eugen von Böhm-Bawerk e David Ricardo, cercò di trovare una sintesi proprio tra questi tre importanti economisti. Il suo lavoro di creazione di una teoria economica sintetica gli valse l’appellativo di “economista degli economisti”. Partendo da presupposti marginalisti, e difendendo la distribuzione della ricchezza prodotta, Wicksell sostenne la necessità dell’intervento dello Stato per implementare lo stato sociale. Wicksell contribuì molto alla teoria dell’interesse, soprattutto attraverso l’opera del 1898, intitolata Geldzins und Güterpreise. Wicksell separò il concetto di interesse naturale da quello di interesse della moneta. Il primo è neutrale rispetto ai prezzi del mercato reale mentre il secondo è la mera visione dell’interesse del mercato dei capitali. (Wikipedia)

Il tasso di interesse neutrale, o anche ‘naturale’, è il tasso al quale il PIL reale sta crescendo al suo tasso tendenziale e l’inflazione è stabile. In questo senso coincide con il tasso che è coerente con la piena occupazione ‘possibile’. ‘Possibile’ e non letterale, perché la condizione che determina la quantità di occupazione consiste nel fatto che essa non provochi spinte inflattive, e questo coincide con un livello di disoccupazione considerato il minimo ragionevole (la Fed lo stima attorno al 5/5,5).

[3] Vedi in questo blog la traduzione del post di Bernanke (“Perché i tassi di interesse sono così bassi?”, 30 marzo 2015).

 

 

 

 

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