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Ancora sulla non-intelligenza artificiale (dal blog di Krugman, 20 ottobre 2015)

 

More Artificial Unintelligence

David Beckworth pleads with fellow free-marketeers to stop claiming that low interest rates are “artificial” and comparing them to price controls. No, the Fed isn’t imposing a price ceiling on interest rates, he says; in fact, the zero lower bound is acting like a price floor.

He’s completely right about the economics. Monetary policy, in which the central bank buys and sells securities to change the monetary base, is nothing at all like price controls. Furthermore, we have a very clear model that tells us what interest rates would be in the absence of distortions and rigidities, the Wicksellian natural rate — the rate of interest consistent with an economy subject neither to inflationary overheating nor deflationary excess supply. And with inflation consistently below the generally accepted 2 percent target, this model says that the actual interest rate, at zero, is above the natural rate, not below.

But the question Beckworth should be asking himself is why almost nobody on the right is willing to think clearly about this issue.

It’s important to realize that we’re not just talking about monetary ignoramuses like Rand Paul and George Will. The “low interest rates = price controls” meme is bang-your-head-on-the-table stupid — but it has been made by none other than John Taylor. Clearly, this is a line of argument that people on the right really, really like for reasons that have nothing to do with intellectual coherence, so much so that famous monetary experts who have to know better fall meekly in line.

My take is that someone like Beckworth is trying to take the monetarist, Milton Friedman position, which is basically one of trusting markets to get it right except when it comes to the business cycle, where it becomes necessary to have expansionary monetary policies in slumps. This is a slightly problematic position on logical grounds: you need some kind of market failure to give monetary policy large real effects, and in that case why imagine that this is the only important failure? But more important, at this point, is the fact that this position turns out to be politically unsustainable. “Government is always the problem, not the solution, except when it comes to monetary policy” just doesn’t cut it for modern conservatives.

Nor did it cut it for traditional conservatives. Remember, during the 1930s people like Hayek were liquidationists, with Hayek specifically denouncing expansionary monetary policy during a slump as “the creation of artificial demand.” The era of Friedmanism, of free-market views paired with tolerance for monetary stimulus, was a temporary and unsustainable interlude, and no amount of sensible argumentation will bring it back.

 

Ancora sulla non-intelligenza artificiale

David Beckworth [1] implora i suoi colleghi del libero mercato di smetterla di sostenere che i bassi tassi di interesse siano “artificiali” e di paragonarli alle politiche di controllo dei prezzi. No, egli dice, la Fed non sta imponendo un tetto ai tassi di interesse; di fatto, è il limite inferiore dello zero (nei tassi di interesse) che sta agendo come base dei prezzi.

Dal punto di vista economico, egli ha completamente ragione. La politica monetaria, nella quale la banca centrale acquista e vende titoli allo scopo di modificare la base monetaria, non è niente affatto simile al controllo dei prezzi. Inoltre, abbiamo un modello molto chiaro che ci dice cosa sarebbero i tassi di interesse in assenza di distorsioni e di rigidità, il tasso di interesse naturale wickselliano – il tasso di interesse coerente con una economia non soggetta né ad un surriscaldamento inflazionistico né ad un eccesso di offerta deflazionistico. E con una inflazione stabilmente al di sotto del generalmente accettato obbiettivo del 2 per cento, questo modello dice che il tasso di interesse effettivo, allo zero, è sopra il tasso di interesse naturale, non sotto.

Ma la domanda, che Beckworth dovrebbe rivolgere a se stesso, è perché quasi nessuno a destra è disponibile a ragionare con chiarezza su questo tema.

É importante comprendere che non stiamo parlando di ignorantoni monetari come Rand Paul e George Will. Il ritornello che replica “bassi tassi di interesse = controllo dei prezzi” è “picchia-la-tua-testa-sul-tavolo, stupido” – ma non è stato creato da altri se non da John Taylor. Chiaramente, si tratta di una argomentazione che alle gente di destra piace smisuratamente per ragioni che non hanno niente a che fare con la coerenza intellettuale, al punto tale che famosi esperti monetari che dovrebbero saperne di più si collocano docilmente in linea.

La mia impressione è che persone del genere di Beckworth stanno cercando di assumere una posizione monetarista, alla Milton Friedman, il che fondamentalmente significa credere che i mercati facciano le cose giuste ad eccezione di quando si giunge ai cicli economici, dove diventa necessario avere politiche monetarie espansive a fronte delle crisi. Su basi logiche, questa è una posizione leggermente problematica: avete bisogno di un fallimento di qualche genere del mercato per dare alla politica monetaria ampi effetti reali, e. in quel caso, perché pensare che questo sia l’unico importante fallimento possibile? Ma, più importante ancora, a questo punto è il fatto che questa posizione risulta politicamente insostenibile. “Il Governo è sempre il problema e non la soluzione, ad eccezione di quando si passa alla politica monetaria” non è una posizione che si attaglia ai conservatori odierni.

E neppure si adattava ai conservatori tradizionali. Si ricordi, durante gli anni ’30 persone come Hayek erano ‘liquidazionisti’, allorquando Hayek esplicitamente denunciava la politica monetaria espansionista durante una crisi come “la creazione di una domanda artificiale”. L’epoca del ‘friedmanismo’, dell’accoppiamento dei punti di vista del libero mercato con la tolleranza verso lo stimolo monetario, fu un interludio temporaneo e non sostenibile, e nessuna dose di argomentazione ragionevole ci riporterà indietro.

 

[1] David Beckworth è un economista, docente in alcune Università americane e ricercatore presso il Cato Institute (una fondazione della destra americana). Il suo post è davvero interessante, ed è pubblicato sul suo blog (“Macroeconomia e altre riflessioni sul mercato”). Si rivolge con toni effettivamente di implorazione verso vari esponenti della destra (compreso Rand Paul) perché considerino con più ragionevolezza che i bassi tassi di interesse non sono una invenzione della Fed, ma una conseguenza della crisi dell’economia. Le sue conclusioni: “Davvero vorrei che persone come George Will, Bill Gross e Rand Paul riconsiderassero i loro punti di vista su questa materia. Sarebbero dei migliori sostenitori del capitalismo, se lo facessero.

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