Blog di Krugman

I circoli di Hillary (21 ottobre 2015)

 

Oct 21 1:57 pm

Hillary’s Loops

The party primaries have been hell on pundits; on the GOP side, in particular, events have demolished almost every supposed certainty (except for one: if Bill Kristol makes a prediction, you can be sure that it won’t happen). And I (a) claim no special insight (b) have no desire to get into the game.

I would, however, like to give props to Nate Silver, who had a good post a month ago about Hillary Clinton’s “poll-deflating feedback loop” set off by the erroneous Times story about a supposed criminal investigation. He noted that at the time Clinton’s press coverage was almost completely dominated by three kinds of negative stories: emails, declining poll numbers, and Biden speculation. And these stories were mutually reinforcing: weak poll numbers led to more Biden speculation, more negative stories hurt the poll numbers, and — Silver doesn’t say this, but it was obvious — there was a blood-in-the-water effect on the press, which was encouraged to indulge its Clinton derangement syndrome by signs of weakness.

One implication of Silver’s analysis was that the feedback loop could quite easily go into reverse if Clinton was the beneficiary of some positive news, if her poll numbers stopped falling, if Biden chose not to enter the race. And sure enough, that’s exactly what’s happening now. The Benghazi thing is being recognized as the witch hunt it always was, the first debate showed why Clinton was a force to begin with, polling has turned up, Biden is out, and coverage has turned positive.

I wouldn’t count out a resurgence of CDS. And I do have one prediction of my own: most if not all Republican-leaning pundits who have been wringing their hands over the party’s turn away from true conservatism will find ways to decide that Donald Trump really isn’t so bad once he gets the nomination. But at least for now the feedback is working Hillary’s way.

 

I circoli di Hillary

Le primarie di partito sono state un inferno per i commentatori; in particolare per quanto riguarda il Partito Repubblicano, gli eventi hanno demolito quasi tutte le presunte certezze (ad eccezione di una: se Bill Kristol fa una previsione, potete star sicuri che non accadrà). Ed io: (a) non pretendo di avere alcuna particolare illuminazione; (b) non desidero partecipare a quel gioco.

Vorrei, tuttavia, rendere omaggio a Nate Silver, che una mese fa pubblicò un buon post sul “circolo vizioso dei sondaggi che si sgonfiano” di Hillary Clinton, messo in evidenza dalla erronea storia pubblicata sul Times su una presunta inchiesta penale. Egli notava che a quel tempo i servizi giornalistici sulla Clinton erano quasi interamente dominati da racconti negativi di tre categorie: la faccenda delle email, i dati dei sondaggi in declino e le congetture su Biden. E queste storie si rafforzavano reciprocamente: i dati negativi sui sondaggi portavano a maggiori congetture su Biden, ulteriori racconti negativi compromettevano i dati dei sondaggi e – Silver non l’aveva detto, ma era evidente – sulla stampa c’era un effetto di ‘accanimento’ [1], che era incoraggiato ad indulgere alla sua squilibrata sindrome sui Clinton, per effetto di quei segni di debolezza [2].

Una implicazione dell’analisi di Silver era che il circolo vizioso poteva facilmente risolversi nel suo contrario se la Clinton avesse beneficiato di qualche notizia positiva, se i dati dei sondaggi avessero cessato di calare, se Biden avesse scelto di non entrare nella competizione. E, come previsto, è proprio quello che sta accadendo. La faccenda di Bengasi è stata riconosciuta per quello che era, una caccia alle streghe, il primo dibattito ha mostrato intanto perché ella era un candidato forte, i sondaggi sono tornati a salire, Biden è uscito di scena e i resoconti sono tornati positivi.

Non escluderei un ritorno di CDS [3]. E voglio proprio fare una mia previsione: gran parte se non tutti i commentatori che simpatizzano per i repubblicani che si sono torte le mani per l’abbandono del vero conservatorismo da parte dei repubblicani, troveranno i modi per decidere che Donald Trump non è così male, una volta che avrà ottenuta la nomina. Ma almeno per adesso, i commenti stanno funzionando nel senso di Hillary.

 

[1] Traduco così l’espressione idiomatica “blood-in-the-water effect”, che in effetti indica una condizione più complessa (quando, in una situazione di competizione, l’evidenza della vulnerabilità della parte debole, e la conseguente maggiore aggressività della parte forte, incrementano la sensazione di una sconfitta ineluttabile della prima. Siccome credo che all’origine l’idioma derivi dal ‘richiamo’ che il sangue nell’acqua determina su animali predatori (ed esempio pescicani), mi pare che si possa tradurre con generico ‘accanimento’.

[2] Immagino che qua ci si riferisca alla famiglia, ovvero alla soggezione di entrambi i coniugi Clinton ad attacchi scandalistici in genere ingiustificati.

[3] Non sono riuscito a trovare il significato dell’acronimo, a parte le soluzioni che evidentemente non c’entrano niente.

 

 

 

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