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L’aurora dei truffatori, di Paul Krugman (New York Times 30 ottobre 2015)

 

Springtime for Grifters

OCT. 30, 2015

Paul Krugman

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At one point during Wednesday’s Republican debate, Ben Carson was asked about his involvement with Mannatech, a nutritional supplements company that makes outlandish claims about its products and has been forced to pay $7 million to settle a deceptive-practices lawsuit. The audience booed, and Mr. Carson denied being involved with the company. Both reactions tell you a lot about the driving forces behind modern American politics.

As it happens, Mr. Carson lied. He has indeed been deeply involved with Mannatech, and has done a lot to help promote its merchandise. PolitiFact quickly rated his claim false, without qualification. But the Republican base doesn’t want to hear about it, and the candidate apparently believes, probably correctly, that he can simply brazen it out. These days, in his party, being an obvious grifter isn’t a liability, and may even be an asset.

And this doesn’t just go for outsider candidates like Mr. Carson and Donald Trump. Insider politicians like Marco Rubio are simply engaged in a different, classier kind of scam — and they are empowered in part by the way the grifters have defined respectability down.

About the grifters: Start with the lowest level, in which marketers use political affinity to sell get-rich-quick schemes, miracle cures, and suchlike. That’s the Carson phenomenon, and it’s just the latest example of a long tradition. As the historian Rick Perlstein documents, a “strategic alliance of snake-oil vendors and conservative true believers” goes back half a century. Direct-mail marketing using addresses culled from political campaigns has given way to email, but the game remains the same.

At a somewhat higher level are marketing campaigns more or less tied to what purports to be policy analysis. Right-wing warnings of imminent hyperinflation, coupled with demands that we return to the gold standard, were fanned by media figures like Glenn Beck, who used his show to promote Goldline, a firm selling gold coins and bars at, um, inflated prices. Sure enough, Mr. Beck has been a vocal backer of Ted Cruz, who has made a return to gold one of his signature policy positions.

Oh, and former Congressman Ron Paul, who has spent decades warning of runaway inflation and is undaunted by its failure to materialize, is very much in the business of selling books and videos showing how you, too, can protect yourself from the coming financial disaster.

At a higher level still are operations that are in principle engaging in political activity, but mainly seem to be generating income for their organizers. Last week The Times published an investigative report on some political action committees raising money in the name of anti-establishment conservative causes. The report found that the bulk of the money these PACs raise ends up going to cover administrative costs and consultants’ fees, very little to their ostensible purpose. For example, only 14 percent of what the Tea Party Leadership Fund spends is “candidate focused.”

You might think that such revelations would be politically devastating. But the targets of such schemes know, just know, that the liberal mainstream media can’t be trusted, that when it reports negative stories about conservative heroes it’s just out to suppress people who are telling the real truth. It’s a closed information loop, and can’t be broken.

And a lot of people live inside that closed loop. Current estimates say that Mr. Carson, Mr. Trump and Mr. Cruz together have the support of around 60 percent of Republican voters.

Furthermore, the success of the grifters has a profound effect on the whole party. As I said, it defines respectability down.

Consider Mr. Rubio, who has emerged as the leading conventional candidate thanks to Jeb Bush’s utter haplessness. There was a time when Mr. Rubio’s insistence that $6 trillion in tax cuts would somehow pay for themselves would have marked him as deeply unserious, especially given the way his party has been harping on the evils of budget deficits. Even George W. Bush, during the 2000 campaign, at least pretended to be engaged in conventional budgeting, handing back part of a projected budget surplus.

But the Republican base doesn’t care what the mainstream media says. Indeed, after Wednesday’s debate the Internet was full of claims that John Harwood, one of the moderators, lied about Mr. Rubio’s tax plan. (He didn’t.) And in any case, Mr. Rubio sounds sensible compared to the likes of Mr. Carson and Mr. Trump. So there’s no penalty for his fiscal fantasies.

The point is that we shouldn’t ask whether the G.O.P. will eventually nominate someone in the habit of saying things that are demonstrably untrue, and counting on political loyalists not to notice. The only question is what kind of scam it will be.

 

 

 

L’aurora dei truffatori, di Paul Krugman

New York Times 30 ottobre 2015

Ad un certo punto, durante il dibattito repubblicano di mercoledì, a Ben Carson è stata posta una domanda sul suo coinvolgimento in Mannatech [1], una società di integratori nutrizionali che avanza strani argomenti sui suoi prodotti ed è stata costretta a pagare 7 milioni di dollari per risolvere una causa legale per pratiche ingannevoli. Il pubblico ha fischiato, e il signor Carson ha negato di essere coinvolto nella società. Entrambe le reazioni vi dicono molte cose sui fattori che spingono la moderna politica americana.

Si dà il caso che il signor Carson abbia mentito. In effetti, egli è stato profondamente coinvolto in Mannatech, ed ha fatto molto per contribuire a promuovere i suoi prodotti. PolitiFact [2] ha prontamente classificato la sua affermazione come un falso senza riserve. Ma la base repubblicana non vuole sentirne parlare, e il candidato sembra ritenere, forse a ragione, di potere semplicemente far finta di niente. Di questi tempi, nel suo partito, essere un evidente truffatore non è una debolezza, e può persino essere un vantaggio.

E questo non vale soltanto per i candidati estranei agli apparati, come Carson e Donald Trump. Politici di apparato come Marco Rubio sono semplicemente impegnati in diversi raggiri, di un genere più distinto – e in parte si fanno forti del modo in cui i truffatori hanno abbassato la soglia della rispettabilità.

A proposito dei truffatori: si parte dal livello più basso, nel quale i rivenditori usano l’affinità politica per mettere in vendita modelli del tipo “come diventare ricchi alla svelta”, cure miracolose e cose del genere. Quello è il caso di Carson, ed è solo l’ultimo esempio di una lunga tradizione. Come documenta lo storico Rick Perlstein, una “alleanza strategica di venditori di unguenti e di autentici credenti conservatori” risale a mezzo secolo fa. L’attività di marketing con posta pubblicitaria che utilizza indirizzi raccolti da campagne elettorali ha lasciato il posto alle email, ma il gioco rimane lo stesso.

Ad un livello in qualche modo più elevato ci sono le campagne pubblicitarie più o meno collegate con quella che si sostiene essere una analisi politica. Gli ammonimenti della destra sulla iper-inflazione imminente, abbinate con le richieste di tornare al gold-standard, sono state fomentate da personaggi dei media come Glenn Beck, che ha utilizzato il suo show per promuovere Goldline, un’impresa che vende monete e barrette d’oro a prezzi, guarda un po’, inflazionati. É evidente che il signor Beck è un sostenitore acceso di Ted Cruz, che ha fatto del ritorno all’oro una delle sue posizioni distintive.

Per non dire del passato congressista Ron Paul, che ha speso decenni nel mettere in guardia su una inflazione fuori controllo ed è rimasto impassibile alla sua mancata materializzazione, e che è molto addentro nell’affare della vendita di libri e di video che, tra l’altro, vi mostrano come potete proteggervi dall’incombente disastro finanziario.

Ad un livello più elevato ci sono ancora operazioni che in via di principio consistono nell’impegnarsi nella attività politica, ma principalmente sembra stiano generando reddito per i loro organizzatori. La scorsa settimana The Times ha pubblicato un’inchiesta su alcuni comitati di iniziativa politica che raccolgono denaro a nome delle cause conservatrici che si oppongono al gruppo dirigente [3]. L’inchiesta ha scoperto che la gran parte del denaro che questi Comitati raccolgono finisce coll’andare a coprire i costi amministrativi e le parcelle dei consulenti, una parte molto piccola ai loro scopi dichiarati. Ad esempio, solo il 14 per cento di quello che spende il Fondo dei dirigenti del Tea Party è “destinato ai candidati”.

Potreste pensate che tali rivelazioni abbiano sortito effetti politicamente devastanti. Ma gli scopi di tali impostazioni politiche comportano la certezza che i più importanti media progressisti non possono essere creduti, che quando essi riportano storie negative sugli eroi dei conservatori è solo allo scopo di liquidare le persone che stanno raccontando la verità vera. É un cerchio di informazione chiuso, e non può essere messo in crisi.

E una gran quantità di persone vivono all’interno di quel cerchio chiuso. Stime attuali dicono che Carson, Trump e Cruz assieme hanno il sostegno di circa il 60 per cento degli elettori repubblicani.

Inoltre, il successo dei truffatori ha un effetto profondo sull’intero partito. Come ho detto, abbassa la soglia della rispettabilità.

Si consideri il signor Rubio, che era emerso come il favorito dei candidati convenzionali, grazie alla assoluta mancanza di attrattività di Jeb Bush. C’è stato un momento nel quale l’insistenza di Rubio sul fatto che i 6 mila miliardi di dollari di sgravi fiscali si sarebbero ripagati da soli lo ha segnalato come del tutto privo di serietà, considerato in particolare il modo in cui il suo partito insisteva sui mali dei deficit di bilancio. Persino George W. Bush, durante la campagna elettorale del 2000, almeno pretendeva di operare per un politica di bilancio convenzionale, proponendosi di restituire una parte del previsto surplus di bilancio.

Ma la base repubblicana non si cura di quello che dicono i principali media. In effetti, dopo il dibattito di mercoledì Internet era piena di affermazioni secondo le quali John Harwood, uno dei moderatori, aveva mentito sul programma fiscale di Rubio (cosa non vera). E in ogni caso, Rubio appare ragionevole se confrontato a soggetti come Carson e Trump. Dunque, non ci può essere penalizzazione per le sue fantasie in materia di finanza pubblica.

Il punto è che non dovremmo chiederci se il Partito Repubblicano alla fine nominerà qualcuno che ha l’abitudine di dire cosa dimostrabilmente non vere, e fa affidamento sul fatto che coloro che gli sono politicamente fedeli non se ne accorgano. La solo domanda è di quale genere di imbroglio di tratterà.

 

 

[1] Impresa che ha sede a Coppell, Texas, e che si occupa delle ricerca, dello sviluppo e della distribuzione di “gliconuntrienti”, il nome che la società attribuisce a carboidrati originati da piante. La ceuse legali sono state varie e la più importante si è conclusa con una multa da parte della procura dello Stato del Texas.

[2] Una agenzia indipendente che opera verifiche sulla veridicità delle affermazioni degli uomini politici statunitensi.

[3] Ovvero dei candidati che non godono del sostegno del gruppo dirigente del Partito. Come ad esempio Trump e Carson.

 

 

 

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