Blog di Krugman

Malinconia del dollaro forte (15 febbraio 2016)

 

Feb 15 7:34 am

Strong Dollar Blues

Gavyn Davies joins the chorus of those worried that the Fed is in denial about its interest-rate misstep:

It is human nature that they are reluctant to admit that their decision to raise rates in December was a mistake.

But he adds a possibly deeper reason, failure to think sufficiently about the international side:

But I suspect that something deeper is going on. The FOMC may be underestimating the need to offset the major dollar shock that is currently hitting the economy.

Two thoughts. First, there’s a close although not perfect match between what’s going on now and what I warned about a year ago:

So, what’s actually happening? The dollar is rising a lot, which suggests that markets regard the relative rise in US demand as a fairly long-term phenomenon – which in turn should mean that a lot of the rise in US demand ends up benefiting other countries. In other words, the strong dollar probably is going to be a major drag on recovery.

And there’s an even closer match to the worries Lael Brainard expressed about global impacts back in October:

Over the past year, a feedback loop has transmitted market expectations of policy divergence between the United States and our major trade partners into financial tightening in the U.S. through exchange rate and financial market channels. Thus, even as liftoff is coming into clearer view ahead, by some estimates, the substantial financial tightening that has already taken place has been comparable in its effect to the equivalent of a couple of rate increases.

This not-quite-dissent sure sounds pretty prescient now, doesn’t it?

 

Malinconia del dollaro forte

Gavyn Davies si aggiunge al coro di coloro che sono preoccupati che la Fed neghi il suo passo falso sul tasso di interesse:

“E’ nella natura umana che essi siano riluttanti ad ammettere che la loro decisione di elevare i tassi a dicembre sia stata un errore.”

Ma egli aggiunge una ragione più profonda, l’incapacità di pensare adeguatamente al versante internazionale:

“Ma io sospetto che stia accadendo qualcosa di più profondo. Può darsi che il FOMC [1] sottostimi la necessità di bilanciare l’importante shock del dollaro che sta attualmente colpendo l’economia.”

Due pensieri. Il primo, c’è una stretta, sebbene non perfetta, consonanza tra quello che sta procedendo adesso e quello su cui mettevo il guardia un anno fa:

“Dunque, cosa sta effettivamente accadendo? Il dollaro sta crescendo molto, la qualcosa indica che i mercati considerano la crescita relativa della domanda negli Stati Uniti come un fenomeno di discretamente lungo termine – il che a sua volta dovrebbe significare che dell’aumento della domanda statunitense finiranno col beneficiare altri paesi. In altre parole, il dollaro forte probabilmente è destinato ad essere un importante fattore di sottrazione sulla ripresa.”

E c’è una connessione anche più stretta con le preoccupazioni che Lael Brainard [2] espresse sugli impatti globali nell’ottobre scorso:

“Nel corso dell’anno passato, un circuito di retroazione ha trasmesso le aspettative del mercato di una divergenza politica tra gli Stati Uniti e i nostri principali partner commerciali in una restrizione finanziaria negli Stati Uniti, attraverso il tasso di cambio ed i canali del mercato finanziario. Quindi, persino quando il decollo sta diventando più chiaro nel panorama che abbiamo dinanzi, secondo alcune stime, la sostanziale restrizione finanziaria che ha avuto luogo è stata confrontabile nei suoi effetti con l’equivalente di un paio di aumenti dei tassi.”

Questo non completo dissenso di sicuro appare abbastanza preveggente, non è così?

 

[1] Ovvero il Comitato della Fed a cui spettano le principali decisioni in materia di tassi di interesse.

[2] Lael Brainard è una componente del Consiglio dei Governatori della Fed. Lo scorso ottobre tenne un discorso che, secondo Tim Duy (che ne scrisse sul suo blog al quale si riferisce adesso la citazione di Krugman) avrebbe dovuto avere l’effetto di una bomba, anche se non accadde. In sostanza la Brainard esprimeva in modo molto lucido le ragioni per le quali la situazione consigliava di non fare scelte di rialzo del tasso.

 

 

 

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