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Meritano il nostro disprezzo, di Paul Krugman (New York Times 1 agosto 2016)

 

Worthy of Our Contempt

Paul Krugman AUG. 1, 2016

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Donald Trump said some more disgusting things over the weekend. If this surprises you, you haven’t been paying attention. Also, don’t be surprised if a majority of Republicans approve of his attack on the parents of a dead war hero. After all, a YouGov survey found that 61 percent of Republicans support his call for Russian hacking of Hillary Clinton.

But this isn’t a column about Mr. Trump and the people who are O.K. with anything he says or does. It is, instead, about Republicans — probably a minority within the party, but a substantial one — who aren’t like that. These are people who aren’t racists, respect patriots even if they’re Muslim, believe that America should honor its international commitments, and in general sound like normal members of a normal political party.

Yet the great majority of these not-crazy Republicans are still supporting Mr. Trump for president. And we have a right to ask why.

True, a Clinton victory would mean a continuation of the center-left governance we’ve had under Barack Obama, which would be a big disappointment for those who want a turn to the right. And many people have convinced themselves that ideology aside, Mrs. Clinton would be a bad president. Obviously I disagree on the ideology, and while we won’t know about a Clinton presidency until or unless it happens, I find much to admire in the real Hillary, who is nothing like the caricature. But never mind: even if you’re a conservative who really dislikes the Democratic candidate, how can you justify choosing Donald Trump?

Put it this way: Is there any reason to believe that a Clinton victory would lead to irretrievable disaster? Because that’s the question you should be asking yourself.

Start with the least important issue (even if it is my specialty), economics. If you’re a Republican, you presumably believe that center-left policies — higher taxes on top incomes, a big subsidized expansion of health insurance, tighter financial regulation — are bad for the economy. But even if you think the Obama economy should have been better, the fact is that we’ve added 11 million private-sector jobs; stocks are way up; inflation and interest rates have stayed low; the budget deficit has withered away.

So it’s not a disaster, and there’s no reason to believe that a Clinton economy would be a disaster either. Meanwhile, Mr. Trump is talking about wildly irresponsible tax cuts, renegotiating debt, and ripping up trade agreements.

Moving up the scale of importance, what about national security? Even if you think that President Obama could have gotten better results by bombing more and talking less, there’s just no way to paint Mrs. Clinton — who has the support of many retired military leaders — as some kind of pushover for terrorists and foreign aggressors. Meanwhile, her opponent talks about abandoning NATO allies if they don’t pay up and seems fine with Russian adventurism in Ukraine.

Most important of all is the question of democracy at home.

I know, conservatives like to complain that Mr. Obama has overstepped his authority by, say, using administrative discretion to delay some provisions of the Affordable Care Act. But let’s be serious: no non-crazy person, even on the right, thinks that this president is acting like a dictator, or that the woman he wants to succeed him would threaten basic liberty. On the other side, anyone watching her opponent has to be very, very worried about his authoritarian streak.

The bottom line is that even if you don’t like Mrs. Clinton or what she stands for, it’s hard to see how you could view her possible victory with horror. And it’s hard to see how you could view Mr. Trump’s possible victory any other way.

How, then, can rational Republicans justify supporting Mr. Trump, or even remaining neutral, which is in effect giving him half a vote?

For rank-and-file Republicans, it’s presumably about feelings. Having spent so many years denouncing Democrats in general and Mrs. Clinton in particular, they have a hard time admitting that someone else could be much, much worse. But democracy isn’t about making a statement, it’s about exercising responsibility. And indulging your feelings at a time like this amounts to dereliction of your duty as a citizen.

And whatever one may say about ordinary voters, the real sinners here are Republican leaders — people like Paul Ryan and Mitch McConnell — who are actively supporting a candidate whom they know poses a danger to the nation.

It’s not hard to see why they’re doing this. Opposing their party’s nominee, no matter how awful he is, would probably end up being a career killer.

But there are times when you’re supposed to put such considerations aside. The willingness of some people who know better to support Donald Trump is understandable; it’s also despicable.

 

Meritano il nostro disprezzo, di Paul Krugman

New York Times 1 agosto 2016

Nel fine settimana, Donald Trump ha detto alcune ulteriori cose disgustose. Se questo vi sorprende, vuol dire che non avete fatto attenzione. Inoltre, non stupitevi se una maggioranza di repubblicani approva il suo attacco ai genitori di un eroe morto in guerra. Dopo tutto, un sondaggio di YouGov ha scoperto che il 61 per cento dei repubblicani è d’accordo con la sua richiesta di un attacco informatico russo ai danni di Hillary Clinton.

Ma questo non è un articolo sul signor Trump e su coloro che sono d’accordo con tutto quello che dice o fa. Riguarda, invece, i repubblicani che non sono niente del genere, probabilmente una minoranza all’interno del Partito, ma cospicua. Ci sono persone che non sono razziste, che rispettano i patrioti anche se sono musulmani, che credono che l’America dovrebbe onorare i suoi impegni internazionali, e in generale somigliano ai normali membri di un normale partito politico.

Tuttavia, la grande maggioranza di questi repubblicani non pazzeschi stanno ancora sostenendo Trump per la Presidenza. E abbiamo motivo di chiederci perché.

È vero, una vittoria della Clinton significherebbe una continuazione del governo che abbiamo avuto con Barack Obama, e questa sarebbe una grande delusione per coloro che vogliono una svolta a destra. E molte persone si sono persuase che, a parte l’ideologia, la signora Clinton sarebbe una cattiva Presidentessa. Ovviamente io non sono d’accordo sull’aspetto dell’ideologia, e mentre non potremo giudicare una presidenza della Clinton finché e a meno che non la vedremo nei fatti, trovo che nella Hillary reale, che non assomiglia per niente alla sua caricatura, ci sia molto da ammirare. Ma non è importante: anche se siete un conservatore che effettivamente non gradisce il candidato democratico, come potete giustificare la scelta di Donald Trump?

Mettiamola in questo modo: c’è una qualche ragione per credere che una vittoria della Clinton porterebbe ad un disastro irrimediabile? Giacché questa è la domanda che dovreste provi.

Cominciamo con il tema meno importante (anche se è la mia specialità), l’economia. Se siete un repubblicano, presumibilmente credete che le politiche di centrosinistra – tasse più elevate sui redditi più alti, una grande espansione assistita della assicurazione sanitaria, regolamentazioni finanziarie più strette – siano negative per l’economia. Ma anche se pensate che l’economia con Obama dovrebbe essere andata meglio, resta il fatto che abbiamo 11 milioni di posti di lavoro in più nel settore privato; che i titoli azionari sono in crescita; che l’inflazione e i tassi di interesse sono rimasti bassi; che il deficit di bilancio si è estinto.

Dunque non è un disastro, e non c’è alcuna ragione per credere che neanche l’economia della Clinton sarebbe un disastro. Nel frattempo, Trump sta parlando di sgravi fiscali estremamente irresponsabili, di rinegoziazione del debito e di fare a pezzi gli accordi commerciali.

Salendo sulla scala dell’importanza, cosa dire della sicurezza nazionale? Persino se credete che il Presidente Obama avrebbe potuto ottenere migliori risultati bombardando di più e parlando di meno, non c’è proprio alcun modo per dipingere la Clinton – che gode del sostegno di molti leader dei militari in congedo – come una sorta di persona inconcludente per i terroristi e gli aggressori stranieri. Nel frattempo, il suo avversario parla di abbandonare gli alleati della NATO se non sono in regola con i pagamenti e sembra favorevole all’avventurismo russo in Ucraina.

Ma la domanda più importante di tutte riguarda la democrazia interna.

Lo so, i conservatori sono soliti lamentarsi perché il Presidente Obama avrebbe scavalcato i suoi poteri, ad esempio utilizzando la discrezionalità amministrativa per rinviare alcune disposizioni amministrative della Legge di riforma della assistenza sanitaria. Siamo però seri: nessuno che non sia folle, anche a destra, pensa che questo Presidente si stia comportando come un dittatore, o che la donna che vuole succedergli minaccerebbe le libertà fondamentali. D’altra parte, chiunque osservi il suo avversario non può che essere davvero molto preoccupato per la sua vena autoritaria.

La morale della favola è che anche se non vi piace la signora Clinton o ciò per cui si batte, è difficile capire come potreste considerare la sua vittoria con terrore. Ed è difficile capire come potreste considerare in altro modo la possibile vittoria di Trump.

Come possono, allora, dei repubblicani che ragionano giustificare il sostegno a Trump, o persino restare neutrali, che in sostanza è come dargli un mezzo voto?

Per dei repubblicani ordinari, probabilmente si tratta di stati d’animo. Avendo speso molti anni nel denunciare i democratici in generale e la signora Clinton in particolare, hanno qualche problema ad ammettere che ci possa essere qualcun altro peggiore, molto peggiore. Ma la democrazia non riguarda il fare discorsi, riguarda l’assumersi responsabilità. Indulgere ai vostri stati d’animo in un’epoca come questa equivale a non adempiere al vostro dovere di cittadini.

E qualsiasi cosa si possa dire sugli elettori ordinari, i reali colpevoli sono i dirigenti repubblicani – persone come Paul Ryan e Mitch McConnell – che stanno attivamente sostenendo un candidato, pur sapendo che costituisce un pericolo per la nazione.

Non è difficile capire perché lo stiano facendo. Opporsi al candidato del Partito, per quanto tremendo egli sia, probabilmente si tradurrebbe nella fine di una carriera.

Ma ci sono momenti nei quali si suppone che si mettano da una parte considerazioni di quel genere. La disponibilità di alcune persone che hanno più strumenti per giudicare di sostenere Donald Trump è incomprensibile ed è anche indegna.

 

 

 

 

 

 

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