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L’assistenza sanitaria nell’epoca del sabotaggio, di Paul Krugman (New York Times 21 luglio 2017)

 

Health Care in a Time of Sabotage

Paul Krugman JULY 21, 2017

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Is Trumpcare finally dead? Even now, it’s hard to be sure, especially given Republican moderates’ long track record of caving in to extremists at crucial moments. But it does look as if the frontal assault on the Affordable Care Act has failed.

And let’s be clear: The reason this assault failed wasn’t that Donald Trump did a poor selling job, or that Mitch McConnell mishandled the legislative strategy. Obamacare survived because it has worked — because it brought about a dramatic reduction in the number of Americans without health insurance, and voters didn’t and don’t want to lose those gains.

Unfortunately, some of those gains will probably be lost all the same: The number of uninsured Americans is likely to tick up over the next few years. So it’s important to say clearly, in advance, why this is about to happen. It won’t be because the Affordable Care Act is failing; it will be the result of Trump administration sabotage.

Some background here: Even the A.C.A.’s supporters have always acknowledged that it’s a bit of a Rube Goldberg device. The simplest way to ensure that people have access to essential health care is for the government to pay their bills directly, the way Medicare does for older Americans. But in 2010, when the A.C.A. was enacted, Medicare for all was politically out of reach.

What we got instead was a system with a number of moving parts. It’s not as complex as all that — once you understand the basic concept of the “three-legged stool” of regulations, mandates and subsidies, you’ve got most of it. But it has more failure points than, say, Medicare or Social Security.

Notably, people aren’t automatically signed up for coverage, so it matters a lot whether the officials running the system try to make it work, reaching out to potential beneficiaries to ensure that they know what’s available, while reminding currently healthy Americans that they are still legally required to sign up for coverage.

You can see this dependence on good intentions by looking at how health reform has played out at the state level. States that embraced the law fully, like California and Kentucky, made great progress in reducing the number of the uninsured; states that dragged their feet, like Tennessee, benefited far less. Or consider the problem of counties served by only one insurer; as a recent study noted, this problem is almost entirely limited to states with Republican governors.

But now the federal government itself is run by people who couldn’t repeal Obamacare, but would clearly still like to see it fail — if only to justify the repeated, dishonest claims, especially by the tweeter in chief himself, that it was already failing. Or to put it a bit differently, when Trump threatens to “let Obamacare fail,” what he’s really threatening is to make it fail.

On Wednesday The Times reported on three ways the Trump administration is, in effect, sabotaging the A.C.A. (my term, not The Times’s). First, the administration is weakening enforcement of the requirement that healthy people buy coverage. Second, it’s letting states impose onerous rules like work requirements on people seeking Medicaid. Third, it has backed off on advertising and outreach designed to let people know about options for coverage.

Actually, it has done more than back off. As reported by The Daily Beast, the Department of Health and Human Services has diverted funds appropriated by law for “consumer information and outreach” and used them instead to finance a social media propaganda campaign against the law that H.H.S. is supposed to be administering — a move, by the way, of dubious legality. Meanwhile, the department’s website, which used to offer helpful links for people seeking insurance, now sends viewers to denunciations of the A.C.A.

And there may be worse to come: Insurance companies, which are required by law to limit out-of-pocket expenses of low-income customers, are already raising premiums sharply because they’re worried about a possible cutoff of the crucial federal “cost-sharing reduction” subsidies that help them meet that requirement.

The truly amazing thing about these sabotage efforts is that they don’t serve any obvious purpose. They won’t save money — in fact, cutting off those subsidies, in particular, would probably end up costing taxpayers more money than keeping them. They’re unlikely to revive Trumpcare’s political prospects.

So this isn’t about policy, or even politics in the normal sense. It’s basically about spite: Trump and his allies may have suffered a humiliating political defeat, but at least they can make millions of other people suffer.

Can anything be done to protect Americans from this temper tantrum? In some cases, I believe, state governments can insulate their citizens from malfeasance at H.H.S. But the most important thing, surely, is to place the blame where it belongs. No, Mr. Trump, Obamacare isn’t failing; you are.

 

L’assistenza sanitaria nell’epoca del sabotaggio, di Paul Krugman

New York Times 21 luglio 2017

Alla fine è morta la proposta di Trump? Persino a questo punto è difficile esserne certi, in particolare considerata la lunga storia dei repubblicani moderati nell’andare in aiuto degli estremisti nei momenti cruciali. Ma sembra proprio che l’attacco frontale alla Legge sulla Assistenza Sostenibile sia fallito.

E diciamolo chiaramente: la ragione per la quale quell’attacco è fallito non è stata che Donald Trump ha fatto un modesto lavoro di persuasione, o che Mitch McConnell ha mal gestito la strategia legislativa. La riforma di Obama è sopravvissuta perché ha funzionato – perché ha portato ad una spettacolare riduzione del numero degli americani privi di assicurazione sanitaria, e gli elettori non volevano e non vogliono rinunciare a questi vantaggi.

Sfortunatamente, alcuni di quei vantaggi verranno comunque perduti: nel corso dei prossimi anni è probabile che il numero degli americani non assicurati salirà. Dunque è importante dire chiaramente, in anticipo, perché questo può accadere. Non dipenderà dal fallimento della Legge sulla Assistenza Sostenibile: sarà il risultato del sabotaggio della Amministrazione Trump.

Vale la pena di fornire un po’ di contesto: persino i sostenitori dell’ACA hanno sempre riconosciuto che essa assomiglia un po’ ai congegni di Rube Goldberg [1]. Il modo più semplice per assicurare che le persone abbiano accesso alla assistenza sanitaria essenziale è pagare i loro conti direttamente, come Medicare fa per gli americani più anziani. Ma nel 2010, quando l’ACA venne approvata, Medicare per tutti era un obbiettivo fuori dalla portata.

Quello che invece si ottenne, fu un sistema con un certo numero di componenti in movimento. Non è poi una cosa così complicata – una volta che si comprende il concetto di base dello “sgabello con tre gambe” dei regolamenti, dell’obbligo di avere una assicurazione e dei sussidi, si è compreso quasi tutto. Ma ha molti più punti carenti, ad esempio, di Medicare o della Previdenza Sosciale.

In particolare, le persone non vengono automaticamente iscritte per la copertura, dunque è molto importante se i dirigenti che gestiscono il sistema cercano di farlo funzionare, aprendo un dialogo con i potenziali beneficiari per assicurarsi che essi comprendano ciò che è disponibile, nel mentre ricordano agli americani attualmente in salute che sono ancora legalmente tenuti ad isriversi per la copertura assicurativa.

Potete rendervi conto di questa dipendenza da un atteggiamento di buona volontà osservando come la riforma sanitaria ha funzionato al livello dei singoli Stati. Gli Stati che hanno pienamente cercato di realizzare la legge, come la California e il Kentucky, hanno fatto grandi progressi nella riduzione del numero dei non assicurati; gli Stati che si sono comportati con indolenza, come il Tennessee, ne hanno beneficiato molto meno. Oppure si consideri il problema delle contee servite soltanto da un assicuratore; come ha notato uno studio recente, questo problema è quasi interamente limitato agli Stati con Governatori repubblicani.

Ma adesso il Governo federale stesso è amministrato da persone che non hanno potuto abrogare la riforma di Obama, ma vorrebbero ancora chiaramente vederla fallire – anche soltanto per giustificare i ripetuti, disonesti argomenti, in particolare da parte del ‘twittatore-in-capo’, secondo i quali essa stava già fallendo. Oppure, per dirla in modo un po’ diverso, quando Trump minaccia di “consentire che la riforma di Obama vada al fallimento”, quello che sta effettivamente minacciando è di farla fallire.

Mercoledì il Times ha fornito un resoconto sui tre modi nei quali la Amministrazione Trump sta in effetti sabotando l’ACA (il termine è mio, non del Times). Il primo, l’Amministrazione sta indebolendo l’applicazione della condizione che le persone in salute acquistino la copertura. Il secondo, sta consentendo agli Stati di imporre regole onerose, come gli obblighi di lavoro su coloro per cercano di avere il programma Medicaid. Il terzo, essa ha smesso di dare consulenze e di avere pubbliche relazioni allo scopo di permettere alle persone di essere al corrente delle opzioni per la copertura assicurativa.

In effetti, essa sta facendo di più che non ritirarsi da quelle azioni. Come reso noto da The Daily Beast, il Dipartimento della Salute e dei Servizi alla Persona ha utilizzato diversamente finanziamenti destinati “alla informazione ed alla sensibilizzazione dei consumatori” e li ha invece utilizzati per finanziare una campagna propagandistica sui social media contro la legge che quel Dipartimento si suppone gestisca – una mossa, peraltro, di dubbia legalità. Nel frattempo, il sito web del Dipartimento che di solito offriva collegamenti che aiutavano le persone in cerca di assicurazioni, ora spedisce osservatori alle denuncie sulla riforma di Obama.

E forse ci sono in arrivo cose peggiori: le società assicuratrici, che per legge dovrebbero limitare le spese di tasca propria di clienti a basso reddito, stanno già elevando bruscamente i premi perché sono preoccupate di un possibile taglio dei sussidi federali “per la riduzione della partecipazione ai costi”, che li aiutano a soddisfare quella richiesta.

La vera cosa stupefacente di questi tentativi di sabotaggio è che essi non servono a nessuno scopo evidente. Non faranno risparmiare soldi – di fatto, tagliare quei sussidi, in particolare, probabilmente finirà per costare ai contribuenti più soldi che non mantenendoli. È improbabile che essi servano a rianimare le prospettive politica del progetto di Trump.

Dunque, non stiamo parlando di programmi, e neanche di politica nel senso normale. Stiamo fondamentalmente parlando di ripicca: Trump e i suoi amici hanno patito una sconfitta politica umiliante, ma sono nelle condizioni di far patire almeno altri milioni di persone.

Si può fare qualcosa per proteggere gli americani da questo scatto d’ira? In alcuni casi, io credo, i Governi degli Stati possono preservare i loro cittadini dalle malefatte del Dipartimento della Salute. Ma la cosa più importante, certamente, è dare la colpa a chi la merita. No, signor Trump, la riforma di Obama non sta fallendo; lei sta fallendo.

 

 

 

[1] Reuben Garret Lucius Goldberg, meglio conosciuto col diminutivo Rube, è stato un fumettista statunitense, vincitore del Premio Pulitzer per la satira nel 1948. I suoi fumetti erano famosi per stranissimi congegni meccanici complicati, che servivano a fare cose semplicissime. Un esempio:

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