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L’ipocrisia e il peccato dei ‘moderati’ del Partito Repubblicano, di Paul Krugman (New York Times 27 luglio 2017)

 

The Sanctimony and Sin of G.O.P. ‘Moderates’

Paul Krugman JULY 27, 2017

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Everyone in the world of opinion spends a lot of time talking about the awfulness of Donald Trump — and with plenty of reason. But can we take a moment to consider the awfulness of Senator John McCain? Awfulness somewhat, but only somewhat, redeemed by his last-minute vote.

In case you haven’t been following the story, what has been going on in the Senate these past few days is one of the most shameful episodes in that body’s history. Policy that will affect the lives of millions of Americans (and may ruin many of those lives), that will shape a sixth of the economy, is being rushed through a process that is both chaotic and cynical.

We don’t know yet how all this will turn out, but one thing is clear: McCain has been a crucial enabler of the Senate’s shame — and a world-class hypocrite to boot. On Tuesday, he cast the decisive vote allowing this whole process to proceed, with no Democratic votes. Then he gave a sanctimonious speech denouncing partisanship and divisiveness, and declared that while he voted to allow debate to begin, he would never vote for the existing Senate bill without major changes.

And later that day, he voted for that very bill, even though, you guessed it, it hadn’t changed in any significant way.

Wait: It got worse. On Thursday, Senate leaders reportedly threw together a new bill that would totally restructure health care — health care! — over lunch, to be voted on within a few hours.

And three senators, including McCain, declared in a press conference Thursday afternoon that they would indeed vote for this “skinny reform” — but only if assured that the House would go into conference rather than simply passing it. That is, they were willing to vote for something they know is terrible policy, as long as they were assured that it wouldn’t actually become law. The dignity of the Senate, 21st-century style.

You might ask, why not just vote no and try to come up with actually good policy? Because, as they also know, Republicans don’t have any good policies to offer, so a bum’s rush is the only way they can pass anything. And, until that last-minute vote, McCain, who has demanded a return to “regular order” in the Senate, turns out to be perfectly willing to help the bums get rushed.

When we look at the degeneration of American politics, it’s natural to blame the naked partisans — people like Mitch McConnell, with his principle-free will to power, or Ted Cruz, with his ideological rigidity. And Trump has, of course, done more to degrade his office than any previous occupant of the White House.

But none of what is happening right now would be possible without the acquiescence of politicians who pretend to be open-minded, decry partisanship, tut-tut about incivility and act as enablers for the extremists again and again.

I started with McCain because so many journalists still fall for his pose as an independent-minded maverick, ignoring the reality that he has almost always been a reliable partisan yes-man whenever it matters. Incredibly, some commentators actually praised his performance earlier this week, focusing on his noble-sounding words and ignoring his utterly craven actions.

But he has rivals in the hypocrisy sweepstakes. Consider, for example, Senator Shelley Moore Capito of West Virginia — whose state has benefited enormously from the Affordable Care Act. “I didn’t come here to hurt people,” she declared not long ago — then voted for a bill that would quadruple the number of uninsured in West Virginia.

Or consider Rob Portman of Ohio, who cultivates an image as a moderate, praises Medicaid and talked big about the defects of Republican health plans — but also voted for that bill. Hey, in Ohio the number of uninsured would only triple. Let’s add Dean Heller of Nevada, who has lauded his state’s federally financed Medicaid expansion, but voted along with McCain to let debate proceed on an unknown bill, very much putting that expansion at risk.

Credit where credit is due: two senators, Lisa Murkowski of Alaska and Susan Collins of Maine, have stood up against the effort to betray every promise Republicans have made — and McCain did something right in the end. But every other supposed moderate in the Senate has offered a profile in cowardice.

And let’s be clear: This story didn’t start in the last few weeks, or the past few months. Republicans have been denouncing Obamacare and pledging to repeal and replace it for seven years, only to be caught flat-footed when given the chance to come up with an alternative. Shouldn’t someone in the G.O.P. have asked, “Hey, guys, what is our plan, anyway? If we don’t have one, shouldn’t we consider helping make this law work?” But nobody did.

So will the Senate pass something awful? If it does, will the House pass it, too, or try to use it as a Trojan horse for something even worse? I don’t know. But whatever happens, every Senate Republican besides Collins and Murkowski should be deeply ashamed.

 

L’ipocrisia e il peccato dei ‘moderati’ del Partito Repubblicano, di Paul Krugman

New York Times 27 luglio 2017

Tutti nel mondo delle opinioni spendono una grande quantità di tempo a parlare di quanto sia sgradevole Donald Trump – e a piena ragione. Ma possiamo prenderci un attimo per considerare quanto sia sgradevole il Senatore John McCain?  Una sgradevolezza leggermente, ma solo leggermente, riscattata dal suo voto all’ultimo minuto.

Nel caso non abbiate seguito la storia, quello che è andato in onda in questi ultimi giorni al Senato è uno degli episodi più vergognosi nella storia di quell’organismo. La politica che influenzerà le vite di milioni di americani (e potrebbe rovinare molte di quelle esistenze), che darà forma ad un sesto dell’economia, è precipitata attraverso un procedimento caotico quanto cinico.

Non sappiamo ancora come tutto questo si risolverà, ma una cosa è chiara: McCain ha dato un conributo fondamentale alla vergogna del Senato – ed è stato un ipocrita di prima categoria nell’avviarla. Martedì ha espresso il voto decisivo per consentire che l’intero procedimento andasse avanti, senza alcun voto dei democratici. Poi ha pronunciato un discorso ipocrita che denunciava la faziosità e l’incomunicabilità, dichiarando che mentre avrebbe votato per consentire l’avvio del dibattito, non avrebbe mai votato per l’attuale proposta di legge del Senato senza importanti cambiamenti.

E dopo quel giorno, ha votato a favore proprio di quella proposta, anche se, come vi immaginate, essa non era cambiata affatto in modo significativo.

E c’è stato di peggio. Giovedì, si è appreso che i leader del Senato hanno messo assieme una nuova proposta che avrebbe ristrutturato completamente l’assistenza sanitaria – l’assistenza sanitaria! – all’ora di pranzo, da votare entro poche ore.

E tre senatori, incluso McCain, hanno dichiarato in una conferenza stampa giovedì pomeriggio che in effetti avrebbero votato per questa “riforma striminzita” – ma solo se fosse stato garantito che la Camera si sarebbe riunita, anziché semplicemente metterla ai voti. Ovvero, erano disponibili a votare qualcosa che riconoscevano essere un progetto terribile, nella misura in cui veniva garantito che non sarebbe diventata legge. La dignità del Senato, versione 21° Secolo.

Vi potreste chiedere, perché non votare semplicemente contro e provare a farsi venire in mente un progetto effettivamente buono? Perché, come loro sapevano, i repubblicani non avevano alcun progetto positivo da offrire, dunque una procedura accelerata era l’unico modo nel quale potevano approvare qualcosa. E si viene a sapere che, fino al voto dell’ultimo minuto, McCain, che aveva chiesto che il Senato tornasse a “una procedura regolare”, era perfettamente disponibile a dare una mano per una procedura accelerata.

Quando ossserviamo la degenerazione della politica americana, viene naturale dar la colpa alla pura faziosità – persone come Mitch McConnell, con la sua volontà di potere senza principi, o Ted Cruz, con la sua rigidità ideologica. E, naturalmente, Trump ha fatto di peggio per degradare la sua carica rispetto ad ogni altro precedente titolare della Casa Bianca.

Ma niente di quello che sta accadendo in questo momento sarebbe possibile senza l’acquiescienza di uomini politici che pretendono di essere di mentalità aperta, di denunciare la faziosità, di disapprovare la maleducazione e agiscono continuamente per incoraggiare gli estremismi.

Ho cominciato con McCain perché ancora tanti giornalisti si fanno gabbare dai suoi atteggiamenti da anticonformista indipendente, ignorando la realtà per la quale è quasi sempre stato, ogni qual volta era importante, un affidabile e fazioso gregario. Incredibilmente alcuni commentatori hanno in effetti elogiata le sue prestazioni di questa settimana, concentrandosi sulle sue nobili espressioni e ignorando le sue iniziative del tutto vili.

Eppure ha dei rivali nel montepremi dell’ipocrisia. Si consideri, ad esempio, la Senatrice Shelley Moore Capito del West Virginia – il cui Stato ha enormemente tratto beneficio dalla Legge sulla Assistenza Sostenibile. “Non sono venuta qua a far danni alla gente”, ha dichiarato non molto tempo fa – per poi votare per una proposta di legge che moltiplicherebbe per quattro il mumero dei non assicurati del West Virginia.

Oppure si consideri Rob Portman dell’Ohio, che coltiva una immagine di moderato, elogia Medicaid e parla con decisione dei difetti dei progetti sanitari dei repubblicani – eppure ha anch’egli votato per quella proposta di legge. Del resto, in Ohio il numero dei non assicurati soltanto triplicherebbe. Per non dire di Dean Heller, che ha lodato l’ampliamento di Medicaid nel suo Stato con i finanziamenti federali, ma ha votato assieme a McCain per consentire che il dibattito andasse avanti su una proposta di legge sconosciuta, mettendo decisamente a rischio quell’ampliamento.

Diamo il merito a chi è dovuto: due Senatrici, Lisa Murkowski dell’Alaska e Susan Collins del Maine, che hanno preso posizione contro il tentativo di tradire tutte le promesse che avevano fatto i repubblicani – nonché il Senatore McCain, che alla fine ha fatto qualcosa di giusto. Ma tutti gli altri presunti moderati del Senato hanno offerto un profilo di viltà.

E diciamolo con chiarezza: questa storia non è cominciata nelle poche settimane passate, o nei pochi mesi passati. Sono sette anni che i repubblicani denunciano la riforma di Obama e promettono di abrogarla e sostituirla, soltanto per essere presi in castagna quando è stata offerta la possibilità di mettere insieme un’alternativa. Non avrebbe dovuto chiedere qualcuno nel Partito Repubblicano: “Ebbene, signori, qual è in ogni caso il nostro piano? Se non ne abbiamo nessuno, non dovremmo considerare di dare una mano a far funzionare questa legge?” Eppure nessuno l’ha detto.

Dunque, il Senato approverà una soluzione tremenda? Se lo farà, anche la Camera l’approverà, oppure cercherà di usarla come un cavallo di Troia per qualcosa di addirittura peggiore? Non ho una risposta. Ma qualsiasi cosa accada, tutti i Senatori repubblicani ad eccezione di Collins e Murkowski, dovrebbero vergognarsene profondamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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