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Sentimenti di gratitudine ma di paura, di Paul Krugman (New York Times 23 novembre 2017)

 

On Feeling Thankful but Fearful

Paul Krugman NOV. 23, 2017

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I’m a little behind the curve here, but it’s still Thanksgiving weekend, and it occurred to me that I should make a list of things for which I am personally thankful.

First of all, I’m thankful to have had the privileges that went with being a white male, growing up and building a career during an era — perhaps temporary — in which open anti-Semitism had become socially unacceptable. To my shame, until recently I didn’t fully appreciate just how big those privileges were (and at a deep level I probably still don’t). I knew that racism and sexism were real and continuing, but was oblivious to just how vicious they were (and are).

I’m thankful to have been born to a middle-class family in a wealthy nation, during an era when the middle class still shared fully in the nation’s wealth and social mobility was still high.

I’m thankful to have witnessed a huge improvement in America’s environment. This is a much bigger deal, and has made much more difference to the quality of life, than most people realize. But I remember what the air in major U.S. cities was like before environmental protection cleaned them up; the air in New York is still far from perfect, but I’ve spent time in modern Beijing and New Delhi, and believe me, it’s infinitely better than it could have been.

I’m also thankful to have spent my adult life during an era of growing social tolerance. As I said, there’s still a lot of racism and sexism out there — far more than, in my obliviousness, I realized. But we’re still much more open to diversity of all kinds than we were. Look at the long-term polling on interracial marriage — an issue on which I have a personal stake — and be astonished at how much raw racism still flourished when, say, Ronald Reagan was elected president. Look at the polling on gay marriage and you see a revolution of rising tolerance just since the Bush years.

Or if you prefer pop culture to polling statistics, think about it this way: God used to look like Charlton Heston, but now He looks like Morgan Freeman, and I think this matters.

As someone with an academic turn of mind, I’m thankful to have built a career in a society that valued intellectual pursuits. By the time I entered the work force, the great plunge in working-class wages and economic prospects was getting underway, but wages for the highly educated were still heading up.

And as someone who specialized in a social science that’s supposed to be relevant to policy, I’m thankful for the years during which it seemed as if logic and evidence actually mattered, at least a bit, to people in power.

O.K., I’m sure you can guess where I’m going with this. I’ve had much to be thankful for — but every one of those good things is now very much under assault.

It’s true that we’re having a moment of awakening on sexual harassment, and it’s possible that this will turn out to have been a turning point. But with a self-admitted sexual predator in the White House, it’s hard to feel confident.

Meanwhile, everything this president and this Congress are doing on economic policy seems designed, not just to widen the gap between the wealthy and everyone else, but to lock in plutocrats’ advantages, making it easier to ensure that their heirs remain on top and the rest stay down.

It’s unclear whether the terrible tax bills being advanced by Trump and his allies will go through Congress; but environmental policy is largely set by administrative action, and this administration has been moving with stunning speed to get poisons back into our air and water. Not to mention the growing odds of climate catastrophe.

White supremacists are, of course, making a big comeback thanks to encouragement from the top. (They are, after all, “very fine people.”) So are anti-Semites, which is really no surprise to those who remember their history.

Even as old prejudices return, we’ve clearly entered a new age of politically potent anti-intellectualism. America built its world pre-eminence largely on the strength of its educational system. But according to Pew, 58 percent of Republicans now say that colleges and universities have a negative effect on the country, versus only 36 percent who see a positive effect.

And I don’t believe for a minute that this turn against education is a reaction to political correctness. It’s about the nasty habit scholarship has of telling you things you don’t want to hear, like the fact that climate change is real.

Finally, we’re now ruled by people who have no interest in letting hard thinking get in the way of whatever policies they want to follow. When Congress gets back from its break, Republicans will try to ram through major tax legislation without a single hearing, without giving anyone time for a careful assessment. The result, if they succeed, will be a law riddled with loopholes and perverse incentives, doing nothing for growth but adding hugely to debt. But they don’t care.

In other words, America has given me a lot to be thankful for. But it looks, more and more, as if that was a different country from the one we live in now.

 

Sentimenti di gratitudine ma di paura, di Paul Krugman

New York Times 23 novembre 2017

In questo caso sono un po’ in ritardo, ma è ancora il fine settimana del Giorno del Ringraziamento, e mi è venuto in mente che avrei dovuto fare una lista delle cose per le quali sono personalmente grato.

Prima di tutto, sono grato di aver avuto i privilegi che derivano dall’essere un maschio bianco, che è cresciuto e ha fatto carriera durante un’epoca, forse provvisoria, nella quale l’aperto antisemitismo è diventato socialmente inaccettabile [1]. Per mia vergogna, sino ad un periodo recente non apprezzavo pienamente quanto fossero stati grandi quei privilegi (e probabilmente, a livello inconscio, ancora non lo apprezzo). Sapevo che il razzismo e il sessismo erano reali e non erano passati, ma ero inconsapevole di quanto fossero (e ancora sono) davvero aggressivi.

Sono grato di essere nato in una famiglia di classe media in una nazione ricca, durante un’epoca nella quale la classe media ancora partecipava pienamente alla ricchezza della nazione e la mobilità sociale era ancora elevata.

Sono grato di aver assistito ad un grande miglioramento nell’ambiente americano. Questo è un aspetto assai più importante, ed ha fatto molta maggiore differenza nella qualità della vita, di quanto la maggioranza delle persone comprendano. Ma ricordo a cosa assomigliava l’aria in importanti città degli Stati Uniti prima che le misure di protezione dell’ambiente le ripulissero; l’aria a New York è ancora lontana dall’essere perfetta, ma io ho passato del tempo nella Pechino e nella Nuova Dehli di questi tempi e, credetemi, è infinitamente migliore di quello che avrebbe potuto essere.

Sono anche grato di aver passato la mia età adulta in un’epoca di crescente tolleranza sociale. Come ho detto, c’è ancora molto razzismo e sessismo in giro – molto di più di quanto, nella mia inconsapevolezza, avessi compreso. Ma siamo molto di più aperti alle diversità di quanto eravamo. Si guardi nel lungo periodo ai sondaggi sui matrimoni interrazziali – un tema al quale sono interessato per ragioni personali [2] – e si resta stupefatti di quanto rozzo razzismo ancora prosperava quando, ad esempio, Ronald Reagan venne eletto Presidente. Si guardano i sondaggi sui matrimoni gay e si constata una rivoluzione di crescente tolleranza solo rispetto agli anni di Bush. Oppure, se si preferisce la cultura pop alle statistiche dei sondaggi, mettiamola in questo modo: un tempo Dio somigliava a Charlton Heston, oggi assomiglia a Morgan Freeman, e penso che sia una differenza significativa [3].

Come individuo con un indirizzo accademico in mente, sono grato per aver costruito la mia carriera in una società che apprezzava le attività intellettuali. Quando entrai nella forza lavoro, stava cominciando il grande calo dei salari e delle prospettive economiche della classe lavoratrice, ma gli stipendi per le persone con elevata istruzione stavano ancora salendo.

E come un individuo che si specializzava in una scienza sociale che si riteneva fosse importante per la politica, sono grato per anni durante i quali pareva che la logica e le prove fossero effettivamente, almeno un po’, importanti per le persone al potere.

Va bene, sono certo che potete immaginare la dove va a parare questo mio ragionamento. Ho avuto molte cose di cui essere grato – ma ognuna di queste cose positive subiscono oggi un vero e proprio assalto.

È vero che siamo ad un momento di risveglio sulle molestie sessuali, ed è possibile che questo si dimostrerà essere stato un punto di svolta. Ma con un predatore sessuale reoconfesso alla Casa Bianca, è difficile sentirsi fiduciosi.

Nel frattempo, tutto quello che questo Presidente e questo Congresso stanno facendo sulla politica economica sembra rivolto, non solo ad allargare l’abisso tra i ricchi e tutti gli altri, ma a rinserrare i vantaggi dei ricchi, rendendo più facile assicurare che i loro eredi restina in cima e gli altri stiano in fondo.

Non è chiaro se le terribili proposte di legge sulle tasse avanzate da Trump e dai suoi alleati saranno approvate dal Congresso; ma la politica ambientale è in gran parte stabilita dalla azione amministrativa, e questa amministrazione si sta muovendo con sbalorditiva velocità per riportare i veleni nell’aria e nell’acqua. Per non dire delle crescenti probabilità di una catastrofe climatica.

I suprematisti bianchi, ovviamente, stanno facendo un grande ritorno sulla scena grazie agli incoraggiamenti dall’alto (dopo tutto, sono “gente molto brava”). Lo sono anche gli antisemiti, la qual cosa davvero non sorprende coloro che ricordano la loro storia.

Nel mentre ritornano vecchi pregiudizi, nella politica siamo chiaramente entrati in una nuova epoca di potente antintellettualismo. Prima del suo primato, l’America costruì il suo mondo in gran parte sul suo sistema di istruzione. Ma secondo un sondaggio di Pew, il 58 per cento dei repubblicani ora dicono che i college e le università [4] hanno un effetto negativo sul paese, contro soltanto un 36 per cento che vede un effetto positivo.

E io non credo affatto che questa svolta ostile all’istruzione sia una reazione al ‘politicamente corretto’. Riguarda piuttosto la cattiva abitudine che il sistema educativo superiore ha di dire le cose che non si vogliono sentir dire, ad esempio che il cambiamento del clima è un fatto.

Infine, siamo oggi governati individui che non hanno alcun interesse a consentire che pensieri profondi si mettano di traverso a qualsiasi politica essi vogliano perseguire. Quando il Congresso ritornerà dal suo periodo di riposo, i repubblicani cercheranno di far approvare dal Congresso una importante legislazione sulle tasse senza una singola audizione, senza dare a nessuno il tempo per una attenta valutazione. Il risultato, se avranno successo, sarà una legge piena zeppa di scappatoie e di incentivi perversi, che non farà niente per la crescita ma aumenterà grandemente il debito. Ma loro non se ne curano.

In altre parole, l’America mi ha dato a me una gran quantità di ragioni per essere grato. Ma sembra, sempre di più, che fosse un paese diverso da quello in cui viviamo oggi.

 

 

 

[1] Evidentemente, Krugman è di origini ebraiche.

[2] Ed è sposato con una economista di origini cinesi.

[3] Ovvero, una nuova tolleranza antropologica (Heston a sinistra e Freeman a destra):

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[4] Negli Stati Uniti in generale ‘college’ e ‘university’ sono termini intercambiabili. Ciononostante, il college può anche essere qualcosa di diverso dalla università, ad esempio una istituzione educativa terziaria (nel senso che viene dopo la scuola secondaria, si conclude con un diploma, ma è meno impegnativa dell’Università). Per questo, suppongo, il testo lo presenta distintamente dall’università.

 

 

 

 

 

 

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