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Purezza contro pragmatismo sui temi dell’ambiente e della salute, di Paul Krugman (New York Times, 11 aprile 2019)

 

April 11, 2019

Purity vs. Pragmatism, Environment vs. Health

By Paul Krugman

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Right now there are two big progressive ideas out there: the Green New Deal on climate change and “Medicare for all” on health reform. Both would move U.S. policy significantly to the left. Each is sponsored by a self-proclaimed socialist: the Green New Deal by Alexandria Ocasio-Cortez and Medicare for all by Bernie Sanders. (Of course, neither of them is a socialist in the traditional sense.) Both ideas horrify not just conservatives but also many self-proclaimed centrists.

Yet while they may seem similar if you think of everything as left versus right, they’re very different on another dimension, which you might call purity versus pragmatism. And that difference is why I believe progressives should enthusiastically embrace the G.N.D. while being much more cautious about M4A.

You see, for all its sweeping ambition, the Green New Deal is arguably an exercise in pragmatism — in the proposition that the perfect is the enemy of the good.

What’s the perfect in this case? Climate-policy purists are focused on the notion of a carbon tax to discourage greenhouse gas emissions, and they look down on any proposal that doesn’t put such a tax front and center.

What’s wrong with a carbon tax as the centerpiece of climate policy? There are some narrow economic arguments for a broader range of public policies — for example, government support can be crucial for the development of new energy technologies.

Even more important, however, is the political economy. A carbon tax would hurt significant groups of people — and not just fossil-fuel billionaires like the Koch brothers. As a result, a carbon tax on its own is the kind of eat-your-spinach policy that technocrats love but many ordinary citizens hate, as illustrated by what just happened in France, where a planned fuel tax increase was withdrawn in the face of furious “Yellow Vest” protests.

So how do you make climate action politically feasible? The G.N.D. answer is to bundle measures to reduce emissions with a lot of other stuff people want, like big public investment even in areas with only weak direct relationships to climate change.

You could call the G.N.D. a proposal for economic transformation that includes climate action. But you could also call it a “Christmas tree,” the traditional term for legislation festooned with lots of riders unrelated to the ostensible purpose in order to win political support.

The point is that climate action probably won’t happen unless it’s a Christmas tree — and the G.N.D.’s advocates are O.K. with that. In that sense, they’re pragmatists despite their big ambitions.

Medicare for all, by contrast, is an exercise in the proposition that we must not settle for anything less than the ideal.

Indeed, Sanders has explicitly refused to support Nancy Pelosi’s proposal to enhance Obamacare, even though her proposal would expand health insurance coverage to millions of Americans and make it more affordable for millions more. His reasoning seems to be that making things better, even as an interim step, would undermine support for a more radical transformation.

To be fair, the simplicity of the pure single-payer, government insurance system Sanders advocates would have some advantages over the hybrid public-private systems that have been proposed by other progressives — for example, letting people keep private insurance if they want, but offering the option of Medicare buy-in.

You might say that single-payer is the system technocrats would choose if they had a free hand, with few political constraints. In fact, that’s pretty much what happened in Taiwan, which asked a panel of experts to design its health care system, and ended up with single-payer.

On the other hand, international experience shows that universal coverage and high quality health care can be achieved in a variety of ways; technocrats may prefer single-payer, but it’s not essential.

And the political obstacles to a Sanders-type plan are formidable. Almost 180 million Americans are covered by private health insurance, and many of them are satisfied with their coverage. Polling suggeststhat while the public reacts favorably to the slogan “Medicare for all,” that support drops precipitously when people are informed that it would eliminate private insurance and require substantial tax increases.

The Sanders view, however, is that a sufficiently determined leader can overcome these doubts and persuade many voters who are currently doing O.K. that radical change is nonetheless in their interests. I don’t know of anything in recent history to justify this belief, but there it is.

My guess is that if Sanders does make it to the White House, he’ll quickly find that he can’t deliver on his grand vision, and will eventually try for a less purist alternative. And let’s be clear: A lot more Americans will have affordable health care if any Democrat is elected than they will if Donald Trump retains the White House.

Still, it’s important to realize that among Democrats, purity versus pragmatism is as important an axis as left versus right. And the two big progressive ideas are on opposite ends of that axis.

 

Purezza contro pragmatismo sui temi dell’ambiente e della salute,

di Paul Krugman

 

In questo momento sono in circolazione due grandi idee progressiste: il New Deal Verde sul cambiamento climatico e il “Medicare per tutti” sulla riforma sanitaria. Entrambe sposterebbero la politica americana in modo significativo verso sinistra. Ambedue sono sostenute da persone che si dichiarano socialiste: il New Deal Verde da Alexandria Ocasio-Cortez e Medicare per tutti da Bernie Sanders (ovviamente, nessuno dei due è socialista nel senso tradizionale). Entrambe le idee terrorizzano non solo i conservatori ma anche molti sedicenti centristi.

Tuttavia, mentre esse possono sembrare simili se considerate tutto secondo lo schema sinistra contro destra, sotto un altro aspetto, che potremmo definire quello della purezza contro il pragmatismo, esse sono molto diverse. E quella differenza è la ragione per la quale io credo che i progressisti dovrebbero abbracciare con entusiasmo il New Deal Verde ed essere molto più cauti su Medicare per tutti.

Dovete considerare che, per effetto della sua vasta ambizione, il New Deal Verde è probabilmente un esercizio di pragmatismo – secondo il concetto per il quale il perfetto è nemico del buono.

In questo caso, cosa è il perfetto? I puristi della politica del clima si concentrano sul concetto di una tassa sul carbonio che scoraggi le emissioni dei gas serra, e guardano dall’alto in basso ogni proposta che non colloca tale tassa avanti a tutto.

Che cosa c’è di sbagliato in una tassa sul carbonio come pezzo forte della politica climatica? Ci sono alcuni argomenti strettamente economici a favore di una gamma più ampia di politiche pubbliche – ad esempio, il sostegno del Governo può essere cruciale per lo sviluppo delle tecnologie della nuova energia.

Più importante ancora, tuttavia, è la politica economica. Una tassa sul carbone colpirebbe in modo significativo gruppi significativi di persone – e non solo i miliardari dei combustibili fossili come i fratelli Koch. Come risultato, una tassa sul carbonio da sola è il genere di politica del mangiati-i-tuoi-spinaci che gli esperti amano ma molti cittadini comuni odiano, come è dimostrato da quanto è appena accaduto in Francia, dove un aumento programmato di una tassa sui carburanti è stato ritirato di fronte alle proteste infuriate dei “gilet gialli”.

Come rendere, dunque, l’iniziativa sul clima politicamente fattibile? La risposta del New Deal Verde è mettere assieme misure per ridurre le emissioni con molte altre cose che le persone vogliono, come ampi investimenti pubblici anche in aree che hanno una relazione diretta con il cambiamento climatico modesta.

Potreste considerare il New Deal Verde come una proposta per una trasformazione economica che include l’iniziativa sul clima. Ma potete anche chiamarla come un “albero di Natale”, il termine tradizionale per una legislazione addobbata con una quantità di clausole che non sono collegate al proposito principale, ma servono a guadagnare consenso politico.

Il punto è che probabilmente l’iniziativa sul clima non ci sarà se essa non ha la forma di un albero di Natale – e i sostenitori del New Deal Verde su questo sono d’accordo. In quel senso, sono pragmatici nonostante le loro grandi ambizioni.

Medicare per tutti, al contrario, è come esercitarsi nell’idea che non dobbiamo accontentarci di niente di meno di un ideale.

Infatti, Sanders ha esplicitamene rifiutato di sostenere la proposta di Nancy Pelosi di potenziare la riforma sanitaria di Obama, anche se la sua proposta amplierebbe la copertura della assicurazione sanitaria a milioni di americani e la renderebbe più sostenibile per altri milioni. Il suo ragionamento sembra essere che rendere le cose migliori, anche nella forma di un passo provvisorio, indebolirebbe il sostegno ad una trasformazione più radicale.

Ad esser giusti, la semplicità di un puro pagamento centralizzato dei costi sanitari, il sistema di una assicurazione pubblica che Sanders sostiene, avrebbe qualche vantaggio su sistemi ibridi pubblico-privati che sono stati proposti da altri progressisti – come ad esempio di consentire alle persone di mantenere se lo vogliono assicurazioni private, ma offrendo l’opzione della adesione a Medicare [1].

Potreste dire che il sistema centralizzato di pagamenti è il sistema che gli esperti sceglierebbero se avessero le mani libere, con pochi condizionamenti politici. Di fatto, è praticamente quello che accadde a Taiwan, che chiese ad una commissione di esperti di progettare il suo sistema di assistenza sanitaria, e si concluse con un modello pubblico.

D’altra parte, l’esperienza internazionale mostra che una assistenza sanitaria universalistica e di alta qualità può essere realizzata in una varietà di modi; gli esperti possono preferire un sistema centralizzato, ma esso non è essenziale.

E gli ostacoli politici ad un piano del genere di quello di Sanders sono formidabili. Quasi 180 milioni di americani sono coperti da assicurazioni sanitarie private, e molti di loro sono soddisfatti dalla loro copertura. I sondaggi indicano che mentre l’opinione pubblica reagisce favorevolmente allo slogan “Medicare per tutti”, quel sostegno cade a precipizio quando le persone vengono informate che esso eliminerebbe le assicurazioni private e comporterebbe sostanziali aumenti delle tasse.

Il punto di vista di Sanders, tuttavia, è che un leader sufficientemente determinato potrebbe superare questi dubbi e persuadere molti elettori che attualmente sono soddisfatti che, ciononostante, un cambiamento radicale sarebbe nel loro interesse. Non conosco niente nella storia recente che giustifichi questo convincimento, purtuttavia esso c’è.

La mia opinione è che se Sanders lo facesse davvero alla Casa Bianca, rapidamente scoprirebbe di non poter mantenere la sua esagerata visione, e alla fine proverebbe una alternativa meno purista.  E per chiarezza: molti più americani avranno una assistenza sanitaria sostenibile se viene eletto qualche democratico che non se Donald Trump resta alla Casa Bianca.

Eppure, è importante comprendere che tra i democratici la purezza a confronto con il pragmatismo è un asse altrettanto importante della sinistra contro la destra. E le due grandi idee progressiste sono sui versanti opposti di quell’asse.

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] In questo caso, Medicare è sinonimo di assistenza pubblica e non solo di un programma per gli anziani, quale è oggi. Medicare-per-tutti sarebbe, appunto, una estensione a tutti dell’attuale assicurazione pubblica oggi riservata alla popolazione anziana con Medicare.

 

 

 

 

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