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Il nuovo complotto contro la legge sanitaria di Obama, di Paul Krugman (11 luglio 2019)

 

July 11, 2019

The New Plot Against Obamacare

By Paul Krugman

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The Affordable Care Act was an imperfect and incomplete reform. The political compromises needed to get it through Congress created a complex system in which too many people fall through the holes. It was also underfunded, which is why deductibles are often uncomfortably high. And the law has faced sabotage both from G.O.P.-controlled state governments and, since 2017, the Trump administration.

Despite all that, however, the act has vastly improved many Americans’ lives — and in many cases, saved lives that would otherwise have been lost due to inadequate care. The progress has been most dramatic in states that have tried to make the law work. Before the A.C.A. went into effect, 24 percent of California adults too young for Medicare were uninsured. Today that number is down to 10 percent. In West Virginia, uninsurance fell from 21 percent to 9. In Kentucky, it fell from 21 to 7.

Over all, around 20 million Americans who wouldn’t have had health insurance without the A.C.A. now do.

At the same time, none of the dire predictions conservatives made about the law have come true. It didn’t bust the budget — in fact, deficits came down steadily even as the A.C.A. went into effect. It didn’t discourage workers from taking jobs: Employment of Americans in their prime working years is back to what it was before the financial crisis. And despite Donald Trump’s best efforts to undermine it, the system isn’t in a  “death spiral”: Insurers are making money and premiums have stabilized.

In short, Obamacare is a success story. And the U.S. public really, really disapproves of Republican attempts to destroy it, which was arguably the main reason Democrats did so well in the midterm elections.

But Republicans still hate the idea of helping Americans get the health care they need. They’re still determined to reverse the progress we’ve made. And in case you haven’t noticed, today’s G.O.P. doesn’t believe that the will of the voters should determine policy, or that rule of law as normally understood should constrain the right’s efforts to get what it wants.

Which brings me to the federal lawsuit currently before the Court of Appeals for the Fifth Circuit, a suit brought by 18 state attorneys general, and backed by the Trump administration. This suit claims that the whole act is unconstitutional and should be thrown out. The plaintiffs’ arguments are clearly specious and made in obvious bad faith. But one lower-court judge has already ruled in the suit’s favor, and early indications suggest that the two Republican-appointed judges on the three-judge panel hearing the appeal may agree.

But wait, haven’t we been here before? Yes. In 2012 the Supreme Court ruled that Obamacare was indeed constitutional. On one central dispute, the constitutionality of the individual mandate — the requirement that individuals be insured, or pay a penalty — Chief Justice John Roberts ruled that the penalty constituted a tax, and that taxes are clearly constitutional. So the law stood.

Why, then, is this being relitigated? Well, in 2017 a Republican-controlled Congress, after balking at actually repealing the A.C.A., reduced the penalty for being uninsured to $0.00 — effectively eliminating the mandate. Aha, said the law’s opponents: Since the mandate no longer collects any money, it’s not a tax, and it is hence unconstitutional, and so therefore is the whole law.

As far as I can tell, a vast majority of legal experts consider this argument ridiculous, and so it is. After all, it says that the A.C.A. would be constitutional if Congress had explicitly eliminated the mandate, as opposed to simply making it irrelevant; the act would also be constitutional if the penalty had remained positive, no matter how small, say $1, because then it would still be a tax.

I’m not a lawyer, but I’m pretty sure that if a legal argument has absurd implications, it’s an absurd argument.

Yet, as I said, one Republican judge has already ruled in favor of this nonsense, and it looks at least possible that the two on the appellate panel will follow his lead.

Even if they do, the case will be appealed to the Supreme Court, which probably — probably — will reject the suit. But few would have imagined that it could get as far as it has.

There are, I’d say, two main implications of what we’re seeing here.

The first is that right-wing partisanship has already corrupted much of the judiciary. At this point it’s clear that there are many judges who will rule in favor of whatever the G.O.P. wants, no matter how weak the legal arguments.

The second is that even though Obamacare is now part of the fabric of American life, even though many of the beneficiaries are Republican voters — think about those numbers for Kentucky and West Virginia — Trump and his party are as determined as ever to destroy it.

And what this means in turn is that the 2020 election will be another referendum on health care. If you’re an American who suffers from a pre-existing condition, or doesn’t have a job that comes with health benefits, you should know that if Trump is re-elected, he will, one way or another, take away your health insurance.

 

 

Il nuovo complotto contro la legge sanitaria di Obama,

di Paul Krugman

 

La Legge sulla Assistenza Sostenibile (ACA) è stata una riforma imperfetta e incompleta. I compromessi politici necessari per farla approvare dal Congresso hanno creato un sistema complesso, nei buchi del quale molte persone si perdono. È stata anche finanziata in modo insufficiente, che è la ragione per la quale le prestazioni ‘sottraibili’ [1] sono spesso aumentate in modo sconfortante. E la legge si è misurata con il sabotaggio, sia dei Governi degli Stati controllati dal Partito Repubblicano che, dal 2017, dalla Amministrazione Trump.

Nonostante tutto ciò, tuttavia, la legge ha grandemente migliorato l’esistenza di molti americani – e, in molti casi, salvato vite che altrimenti sarebbero state perdute a seguito di assistenza inadeguata. I progressi sono stati più spettacolari negli Stati che hanno cercato di far funzionare la legge. Prima che l’ACA entrasse in funzione, il 24 per cento degli adulti della California, troppo giovani per aver diritto a Medicare, non erano assicurati. Oggi quel numero è inferiore al 10 per cento. Nella Virginia Occidentale, i non assicurati sono caduti dal 21 al 9 per cento. Nel Kentucky, sono scesi dal 21 al 7 per cento.

Nel complesso, circa 20 milioni di americani che senza la ACA non avrebbero avuto l’assicurazione sanitaria, oggi ce l’hanno.

Nello stesso tempo, nessuna delle terribili previsioni che i conservatori facevano sulla legge si sono avverate. Essa non ha fatto saltare il bilancio – di fatto, i deficit si sono regolarmente ridotti da quando l’ACA è entrata in funzione. Non ha scoraggiato i lavoratori ad accettare posti di lavoro [2]: l’occupazione degli americani negli anni della principale attività lavorativa è tornata ai livelli che aveva prima della crisi finanziaria. E nonostante i massimi sforzi di Donald Trump per metterlo a repentaglio, in sistema non è finito in una “spirale fatale”: gli assicuratori stanno facendo soldi e le polizze si sono stabilizzate.

In poche parole, l’Obamacare è una storia di successo. E l’opinione pubblica statunitense disapprova visibilmente i tentativi dei repubblicani di distruggerla, che è probabilmente la principale ragione per la quale i democratici andarono così bene nelle elezioni di medio termine.

Ma i repubblicani continuano ad odiare l’idea di aiutare i cittadini ad ottenere l’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno. Sono ancora determinati a rovesciare il progresso che abbiamo avuto. E nel caso non ve ne siate accorti, il Partito Repubblicano odierno non crede che la volontà degli elettori debba determinare una politica, o che lo stato di diritto come comunemente viene inteso debba bloccare gli sforzi della destra ad avere tutto quello che vuole.

La qual cosa mi porta alla causa legale attualmente dinanzi alla Corte di Appello del Quinto Distretto, una causa promossa da 18 procuratori generali degli Stati, e sostenuta dalla Amministrazione Trump. La causa sostiene che l’intera legge è anticostituzionale e dovrebbe essere buttata alle ortiche. Gli argomenti dei ricorrenti sono chiaramente speciosi e avanzati in evidente malafede. Ma un giudice di un Tribunale minore si è già espresso a favore del ricorso, e secondo le prime indicazioni due giudici nominati dai repubblicani sulla giuria dei tre giudici che esaminano l’appello potrebbero essere d’accordo.

Ma, un momento, non ci eravamo già passati? Sì. Nel 2012 la Corte Suprema sentenziò che la riforma di Obama era in effetti costituzionale. Nella disputa fondamentale, la costituzionalità della delega individuale [3] – la previsione che i singoli siano assicurati, oppure che paghino una multa – il Presidente della Corte Suprema John Roberts stabilì che la multa costituiva una tassa, e le tasse sono chiaramente costituzionali. Così la legge restò in piedi.

Perché, allora, la questione viene nuovamente sottoposta a querela? Ebbene, nel 2017 un Congresso controllato dai repubblicani, dopo aver effettivamente rinunciato alla abrogazione dell’ACA, ridusse la multa per non essere assicurati a zero dollari – in sostanza eliminando la delega ai singoli. Ah, dissero gli oppositori alla legge: dal momento che la delega non raccoglie più un soldo, essa non è una tassa ed è di conseguenza incostituzionale, nello stesso modo della legge nel suo complesso.

Per quanto posso comprendere, una grande maggioranza di esperti legali considera questo argomento ridicolo, come è in effetti. Dopo tutto, esso afferma che l’ACA sarebbe costituzionale se il Congresso avesse esplicitamente eliminato la delega ai singoli, anziché renderla soltanto irrilevante; la legge sarebbe anche stata costituzionale se la multa fosse rimasta positiva, non conta quanto piccola, diciamo un dollaro, perché allora sarebbe stata ancora una tassa.

Non sono un esperto giuridico, ma sono abbastanza sicuro che se un argomento ha implicazioni assurde, è un argomento assurdo.

Tuttavia, come ho detto, un giudice ha già espresso una sentenza a favore di questa insensatezza, e sembra quantomeno possibile che due membri della giuria dell’appello seguano il suo indirizzo.

Anche se lo facessero, sul caso si andrebbe in appello presso la Corte Suprema, la quale probabilmente – solo probabilmente – respingerebbe l’azione legale. Ma in pochi si sarebbero immaginati che si sarebbe potuti arrivare sino a questo punto.

Direi che ci sono due principali implicazioni in quello che stiamo constatando in questo caso.

La prima è che la faziosità della destra ha già corrotto una buona parte del potere giudiziario. A questo punto è chiaro che ci sono molti giudici che esprimeranno sentenze favorevoli su tutto quello che il Partito Repubblicano desidera, a prescindere da quanto siano deboli gli argomenti legali.

La seconda è che anche se la legge sanitaria di Obama fa oggi parte del tessuto della società americana, anche se molti dei beneficiari sono elettori repubblicani – si pensi a quelle statistiche del Kentucky e della Virginia Occidentale – Trump e il suo partito sono determinati come sempre a distruggerla.

E quello che a sua volta questo comporta è che le elezioni del 2020 saranno un altro referendum sulla assistenza sanitaria. Se siete un americano che patisce di preesistenti patologie sanitarie, o che non ha un posto di lavoro provvisto di benefici sanitari, dovreste sapere che se Trump viene rieletto, in un modo o nell’altro, vi porterà via la vostra assicurazione sanitaria.

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] ‘Deducibili’, in questo caso, significa che possono essere sottratte dalla assistenza. Si tratta di prestazioni sanitarie minori, che però possono ripetersi molte volte e, alla fine, comportano costi non irrilevanti. Un esempio – tiro a indovinare – potrebbero essere gli aghetti per l’assunzione di insulina.

[2] Cambiare lavoro può comportare dotarsi di una nuova assicurazione, che un tempo comportava il rischio di un aggravio dei costi per patologie sanitarie preesistenti. Ma questo rischio è stato eliminato dalla legge.

[3] La “delega ai singoli individui”, il “mandate”, è sin dagli inizi un tema singolare, difficile da comprendere per coloro che non sono avvezzi alla strana combinazione di principi fondamentali e di formalismo del diritto americano. Il principio fondamentale è il criterio costituzionale tipicamente americano secondo il quale la legge federale non può invadere la sfera intoccabile della autorganizzazione dei cittadini. Secondo questo principio la legge non può stabilire l’obbligo dei cittadini di essere assicurati, che deve restare una loro scelta. Ma perché questo era un aspetto cruciale della legge? Perché era indispensabile che in qualche modo tutti fossero tenuti ad assicurarsi, una condizione sulla quale si sarebbe fondata l’economicità dei piani assicurativi: dal momento che le assicurazioni private non potevano più caricare costi esorbitanti sulle persone con patologie sanitarie serie, ad esse si dovevano garantire le entrate derivanti dall’obbligo per tutti di assicurarsi, comprese le persone in buona salute. I meno abbienti, sarebbero stati compensati da sussidi pubblici. Ma per evitare che questo invadesse l’autonomia delle persone, si dovette prevedere il “mandate”, ovvero la delega ai singoli di un quasi obbligo ad assicurarsi, nella forma di una multa se non l’avessero fatto. Ovvero, potevano non farlo, ma in cambio di una multa o tassa. In quanto titolari di un “mandate” (che significa di una delega a loro a provvedere), i cittadini singoli mantenevano l’apparente autonomia di decidere.

E, come si spiega in seguito nell’articolo, questo marchingegno servì ad ottenere il placet della Corte Suprema. Soluzione che oggi rischia una obiezione micidiale, giacché in pratica la piccola multa è stata eliminata dal Congresso a maggioranza repubblicana, probabilmente proprio con l’intenzione di mettere in crisi il “mandate” basato su una multa. Se non c’è multa non c’è più alcuna tassa. Senza alcun obbligo cade l’autonomia della scelta; il comportamento dei singoli è praticamente obbligato, la libertà americana è minacciata. Che nel caso opposto sia minacciata l’esistenza o la qualità della vita di 20 milioni di americani, è secondario.

 

 

 

 

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