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Altri pensieri sul boom mal percepito dell’America, di Paul Krugman (New York Times 3 febbraio 2022)

 

Feb. 3, 2022

More Thoughts on America’s Feel-Bad Boom

By Paul Krugman

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By the numbers, 2021 was a boom year for the U.S. economy. Back in 2020 many forecasters expected a sluggish recovery, with unemployment staying high for years. Instead, unemployment has already come down almost to prepandemic levels, and a record percentage of Americans say that this is a good time to find a quality job.

It’s true that inflation has eroded the purchasing power of wages, but new estimates indicate that despite this, real income has gone up for most adults.

Oh, and while the spread of Omicron may cause a bad month or two for jobs, rapidly falling cases in New York and elsewhere suggest that the good economic news will resume soon.

Yet consumer sentiment has plunged: Americans’ assessments of the economy are worse now, on average, than they were in the early months of the pandemic recession. Why?

Regular readers know that I’ve been speculating about this issue for some time, wondering in particular why people say that the economy is bad even when they’re fairly upbeat about their personal finances. At this point, however, I think I’m closing in on an answer.

Poor assessments of the economy, I’d now argue, mainly reflect two things. First is a longstanding issue: People react more negatively to inflation than textbook economics would have predicted. Second is extreme partisanship, fed by right-wing media.

About inflation: Consider two imaginary economies. In one, the typical family’s income rises 2 percent a year, but consumer prices are rising at the same rate. In the other, inflation is running at 6 percent, but family incomes are rising 7 percent a year. Which economy is better?

Economists would, I’m pretty sure, overwhelmingly vote for Economy No. 2, in which real incomes are going up. But the public might disagree: People are bothered by inflation, even when their own incomes are more than keeping up. Maybe that’s because inflation conveys a sense that things are out of control.

Whatever the psychology involved, inflation aversion is simply a fact of life. It was a Democratic economist, Arthur Okun, who first suggested evaluating the economic situation using the “misery index,” the sum of unemployment and inflation. As an economic concept, this index doesn’t make much sense: The costs of unemployment are huge and real, while the costs of inflation are subtle and surprisingly elusive. But the misery index works pretty well as a predictor of economic sentiment.

And since U.S. inflation has risen a lot over the past year, it’s not surprising that economic sentiment has declined despite falling unemployment.

But my analysis of the data says that economic sentiment is considerably worse than you’d expect even given inflation; The Times’s Nate Cohn, using a more elaborate model, finds the same thing. What’s that about?

The dispiriting persistence of Covid is one possible answer. But let’s not ignore the elephant — and I do mean elephant — in the room: extreme right-wing partisanship.

These days partisanship shapes almost everything in America. For example, you can’t talk sensibly about lagging rates of Covid vaccination without acknowledging that Republicans are four times as likely as Democrats to be unvaccinated. And the partisan gap in perceptions of the economy has exploded in recent years.

Let’s not bothsides this. Yes, Democrats may have been reluctant to acknowledge good economic news under Donald Trump. But right-wing negativity right now is absurd, with Republicans assessing the current economy as worse than the economy in June 1980, when unemployment was almost twice as high and the inflation rate was 14 percent. My back-of-the-envelope calculations suggest that this craziness might explain a large part of the shortfall in consumer sentiment.

But where’s the craziness coming from? Even mainstream media have accentuated the negative; one liberal think tank analysis found that CNN and MSNBC devoted 50 percent more screen time in November to inflation than to all other economic developments combined.

But Fox News has devoted almost three times as much screen time to inflation as CNN over the last two years, while among other things illustrating its reports with photos of empty shelves taken in other countries and other years. No wonder the G.O.P. base says that the economy is in terrible shape.

What does this say about the future, in particular the political future? If and when inflation comes down, as forecasters, the bond market and even consumers expect it to do eventually, overall consumer sentiment should start to reflect the economy’s real strength. But as we’ve seen, a substantial part of the electorate has economic perceptions quite far from reality; even if things improve, they probably won’t hear about the good news or will be regaled with other negative stories.

So Democrats will need more than an improving economy to survive the midterms. They’ll need to get receptive voters to perceive that improvement, and then get enough of those voters to the polls to match the sizable minority determined to believe that Joe Biden’s America is a Mad Max-type wasteland.

 

Altri pensieri sul boom mal percepito dell’America,

di Paul Krugman

 

Secondo i numeri, il 2021 è stato un anno di boom per l’economia statunitense. Nel passato 2020 molti analisti si aspettavano una ripresa fiacca, con una disoccupazione che sarebbe rimasta elevata per anni. Invece, la disoccupazione è già scesa quasi ai livelli prepandemici è una percentuale record di americani dice che questo è un buon periodo per trovare posti di lavoro di qualità.

È vero che l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto dei salari, ma nuove stime indicano che nonostante questo, il reddito reale è cresciuto per molti adulti.

Inoltre, se la diffusione della Omicron può provocare un mese o due negativi per i posti di lavoro, i casi in rapida discesa a New York e altrove suggeriscono che le buone notizie per l’economia riprenderanno presto.

Tuttavia l’umore dei  consumatori è crollato: i giudizi sull’economia sono peggiori adesso, in media, di quanto erano nei primi mesi della recessione pandemica. Perché?

Coloro che mi leggono regolarmente sanno che vengo riflettendo su questo tema da un po’ di tempo, chiedendomi in particolare perché le persone dicono che l’economia è in cattive condizioni mentre sono abbastanza ottimisti sulle loro personali finanze. A questo punto, tuttavia, penso di aver trovato una risposta.

I giudizi su un’economia scadente, direi, riflettono principalmente due aspetti. Il primo è un tema che viene da lontano: le persone reagiscono più negativamente all’inflazione di quanto avrebbero fatto supporre i libri di testo dell’economia. La seconda è uno spirito di parte molto intenso, alimentato dai media della destra.

Sull’inflazione: si considerino due immaginarie economie. In una, il tipico reddito familiare cresce del 2 per cento all’anno, ma i prezzi al consumo stanno crescendo allo stesso tasso. Nell’altra, l’inflazione sta correndo al 6 per cento, ma i redditi familiari stanno crescendo al 7 per cento all’anno. Quale economia è migliore?

Sono quasi certo che gli economisti voterebbero in modo schiacciante per la seconda, nella quale i redditi reali stanno salendo. Ma l’opinione  pubblica potrebbe non essere d’accordo: le persone sono turbate dall’inflazione, anche quando i loro redditi personali stanno più che tenendo il passo. Forse ciò dipende dal fatto che l’inflazione provoca la sensazione che le cose siano fuori controllo.

Qualsiasi sia la psicologia connessa, l’avversione per l’inflazione è semplicemente un dato di fatto. Fu un economista democratico, Arthur Okun, che per primo suggerì di valutare la situazione economica usando l’ “indice della miseria”, la somma di disoccupazione e di inflazione. Come concetto economico, questo indice non ha molto senso: i costi della disoccupazione sono grandi e reali, mentre i costi dell’inflazione sono sottili e sorprendentemente elusivi. Ma l’indice della miseria funziona abbastanza bene come indicatore degli umori sull’economia.

E dal momento che l’inflazione è cresciuta molto durante l’anno passato, non è sorprendente che le sensazioni economiche siano peggiorate nonostante la caduta della disoccupazione.

Ma la mia analisi dei dati dice che le sensazioni economiche sono assai peggiori di quello che vi aspettereste, anche considerata l’inflazione; Nate Cohn del Times, utilizzando un modello più elaborato, scopre la stessa cosa. Da cosa dipende?

La scoraggiante persistenza del Covid è una risposta possibile. Ma non trascuriamo l’elefante nella stanza – e intendo proprio un elefante: ovvero la faziosità dell’estrema destra.

In questi tempi la faziosità determina quasi ogni cosa in America. Ad esempio, non si può parlare sensatamente dei tassi di vaccinazione che restano indietro senza considerare che è quattro volte più probabile che i repubblicani non siano vaccinati rispetto ai democratici. Inoltre, il divario di parte nelle percezioni sull’economia è cresciuto a dismisura negli anni recenti.

Non attribuiamolo ad entrambi gli schieramenti. È vero, i democratici possono essere stati riluttanti a riconoscere le buone notizie economiche sotto Donald Trump. Ma la negatività della destra in questo momento è assurda, con i repubblicani che giudicano l’economia attuale peggiore dell’economia nel giugno del 1980, quando la disoccupazione era due volte più alta e il tasso di inflazione era al 14 per cento. I miei calcoli  approssimativi indicano che questa follia potrebbe spiegare una larga parte del deficit di ottimismo dei consumatori.

Ma da dove viene la follia? Persino i media principali hanno accentuato gli aspetti negativi; una analisi di un gruppo di ricerca progressista ha scoperto che la CNN e la MSNBC a novembre ha destinato il 50 per cento di maggiore visibilità all’inflazione che a tutti gli altri sviluppi economici messi assieme.

Ma Fox News ha dedicato visibilità quasi tre volte maggiore all’inflazione della CNN negli ultimi due anni, tra le altre cose illustrando i suoi resoconti con immagini di scaffali vuoti prese in altri paesi e in altri anni. Non meraviglia che la base del Partito Repubblicano  dica che l’economia è in condizioni tremende.

Cosa ci dice tutto questo sul futuro, in particolare sul futuro politico? Se e quando l’inflazione scenderà, come gli analisti, il mercato delle obbligazioni e persino i consumatori si aspettano che alla fine accadrà, la sensazione complessiva dei consumatori dovrebbe cominciare a riflettere i punti di forza dell’economia reale. Ma  come abbiamo visto, una parte sostanziale dell’elettorato ha percezioni economiche abbastanza distanti dalla realtà; anche se le cose migliorassero, essi non sentiranno parlare di buone notizie oppure saranno intrattenuti con altri racconti negativi.

Dunque i democratici avranno bisogno che un’economia in miglioramento sopravviva alle elezioni di medio termine. Essi avranno bisogno di rendere gli elettori capaci di percepire quel miglioramento, e poi di avere un numero sufficiente di quegli elettori nei sondaggi per stare al livello della ragguardevole minoranza determinata a credere che l’America di Joe Biden sia una landa desolata del genere di quella di Mad Max [1].

 

 

 

 

 

[1] Mad Max è una serie cinematografica ideata e diretta da George Miller, ambientata in uno scenario successivo ad una apocalisse nucleare. Il film vede come protagonista l’ex poliziotto Max Rockatansky, detto “Mad Max”, ovvero “Max il pazzo”, interpretato dall’attore Mel Gibson e successivamente da Tom Hardy. Wikipedia.

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