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Prepararsi al ricatto repubblicano sul debito, di Paul Krugman (New York Times, 17 ottobre 2022)

 

Oct. 17, 2022

Preparing for Republican Debt Blackmail

By Paul Krugman

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Nobody knows for sure what will happen in the midterm elections. But if Republicans take one or both houses of Congress, the most important question will be one that is getting hardly any public attention: What will the Biden administration do when the G.O.P. threatens to blow up the world economy by refusing to raise the debt limit?

In particular, will Democrats be prepared to take the extraordinary actions the situation will demand, doing whatever it takes to avoid being blackmailed?

Notice that I said “when,” not “if.” After Republicans took the House in 2010, they quickly weaponized the debt limit against the Obama administration, using it to extract spending cuts they couldn’t have achieved through normal legislative means. And that was a pre-MAGA G.O.P., one that for the most part didn’t deny the legitimacy of the president and didn’t make excuses for violent insurrections.

In fact, I wonder whether Republicans will even seriously try to extract concessions this time around, as opposed to creating chaos for its own sake.

Notice also that I said “blow up the world economy,” not merely hamstring the U.S. government. For the consequences of forcing a federal debt default, which is what refusing to raise the limit would do, would extend far beyond the operations of the federal government itself.

Let’s back up and talk about why any of this is an issue. U.S. law, for historical reasons, requires in effect that Congress vote on the budget twice. First, senators and representatives enact legislation that sets tax rates and authorizes spending. This legislation ends up determining the federal budget balance. But if we end up running a deficit, Congress must vote a second time, to authorize borrowing to cover that deficit.

It’s not clear that this procedure ever made sense. In any case, in modern times the debt limit empowers cowardly posturing: Politicians can claim to be for fiscal responsibility, refusing to vote for a higher debt limit, without specifying how the budget should be balanced.

And no, “we should eliminate wasteful spending” isn’t an honest answer. The federal government is basically a giant insurance company with an army: Spending is dominated by Social Security, Medicare, Medicaid and the military, and voters want to maintain all of these programs. There’s surely waste in the government, as there is in any large organization, but even if we could somehow make that waste disappear, it wouldn’t do much to reduce the deficit.

Someone seriously worried about the deficit could call for higher taxes. After all, the U.S. tax burden is low compared with other wealthy countries. But Republicans aren’t going to go there.

Where will they go? There’s lots of evidence that Republicans will, if they can, try to use the debt limit to extort major cuts in Social Security and Medicare. They probably couldn’t pass such cuts — which would be deeply unpopular — through the normal legislative process, and they certainly wouldn’t have enough votes to override a Biden veto. But the idea would be to force Democrats into complicity, so that the public doesn’t realize who’s responsible for the pain.

And that’s a best-case scenario. As I said, the G.O.P. is far more radical now than it was more than a decade ago, and it might well be less interested in achieving policy goals than in blowing up the world economy on a Democratic president’s watch.

Why would refusing to raise the debt limit blow up the economy? In the modern world, U.S. debt plays a crucial role: It is the ultimate safe asset, easily converted into cash, and there are no good alternatives. If investors lose confidence that the U.S. government will honor its obligations, the resulting financial storm will make the recent chaos in Britain look like a passing shower.

So what should be done to avert this threat? If Republicans do gain control of one or both houses in November, Democrats should use the lame-duck session to enact a very large rise in the debt limit, enough to put the issue on ice for years. Republicans and pundits who don’t understand the stakes would furiously attack this move, but it would be far better than enabling extortion — and would probably be forgotten by the time of the 2024 election.

If for some reason Democrats don’t take this obvious step, the Biden administration should be prepared to turn to legal strategies for bypassing the debt limit. There appear to be several loopholes the administration could exploit — minting trillion-dollar platinum coins is the most famous, but there are others, like issuing bonds with no maturity date and hence no face value.

The Obama administration was unwilling to go any of these routes, largely, I think, because it believed that they would look gimmicky and undignified, and it preferred to seek compromise. But surely Democrats don’t need to worry about dignity when the other party is ruled by Donald Trump. And in any case, they’re now confronting opponents who aren’t just radical but also anti-democracy; no real compromise is possible.

Of course, none of this will be relevant if Democrats hold Congress. But they should prepare for the worst.

 

Prepararsi al ricatto repubblicano sul debito,

di Paul Krugman

 

Nessuno sa con certezza cosa accadrà alle elezioni di medio termine. Ma se i repubblicani conquistano uno o entrambi i rami del Congresso, la questione più importante sarà quella che non sta ottenendo la minima attenzione dall’opinione pubblica: cosa farà l’Amministrazione Biden quando il Partito Repubblicano minaccerà di far saltare l’economia del mondo rifiutando di elevare il tetto del debito?

In particolare, i democratici saranno pronti a prendere le iniziative straordinarie richieste da quella situazione, facendo tutto quello che serve per evitare di essere ricattati?

Notate che ho detto “quando”, non “se”. Dopo che i repubblicani conquistarono la Camera nel 2010, rapidamente utilizzarono il tetto del debito come arma impropria contro l’Amministrazione Obama, utilizzandolo per estorcere tagli alla spesa che non avrebbero ottenuto attraverso le normali procedure legislative. E quello era il Partito Repubblicano precedente al MAGA, un Partito che in genere non negava la legittimità del Presidente e non avanzava scuse per insurrezioni violente.

Di fatto, mi chiedo se questa volta i repubblicani cercheranno persino sul serio di estorcere concessioni, piuttosto che creare caos nel loro interesse.

Si noti inoltre che ho detto “far saltare l’economia del mondo”, non semplicemente minare il Governo degli Stati Uniti. Perché le conseguenze di costringere al default il debito federale, che è ciò che provocherebbe il rifiuto di elevare il tetto del debito, si estenderebbero ben oltre le attività del Governo federale stesso.

Facciamo un passo indietro e parliamo della ragione per la quale una cosa del genere sia un problema. La legge statunitense, per ragioni storiche, richiede in sostanza che il Congresso voti due volte sul bilancio. Con la prima, i senatori ed i deputati varano la legislazione che stabilisce le aliquote fiscali e autorizza la spesa. Quella legislazione finisce col determinare l’equilibrio del bilancio federale. Ma se alla fine si amministra in deficit, il Congresso deve votare una seconda volta, per autorizzare l’indebitamento per coprire quel deficit.

Non è chiaro se questa procedura abbia mai avuto senso. In ogni caso, nei tempi moderni il tetto del debito incoraggia atteggiamenti vili: i politici possono sostenere di essere per la responsabilità nella finanza pubblica, rifiutarsi di votare per un tetto del debito superiore, senza specificare come il bilancio dovrebbe essere messo in equilibrio.

E dire che “dovremmo eliminare gli sprechi nella spesa” non è affatto una risposta onesta. Il Governo federale è fondamentalmente una gigantesca società di assicurazioni con un esercito: la spesa è dominata dalla Previdenza Sociale, da Medicare e da Medicaid, oltre che dalle spese militari, e gli elettori vogliono mantenere tutti questi programmi. Sicuramente ci sono sprechi nel Governo, come ci sono in ogni grande istituzione, ma persino se potessimo in qualche modo far scomparire quegli sprechi, ciò non farebbe granché nella riduzione del deficit.

Qualcuno seriamente è preoccupato che il deficit potrebbe esigere tasse più alte. In fin dei conti, a confronto con altri paesi ricchi, l’onere fiscale negli Stati Uniti è basso. Ma i repubblicani non si propongono di andare su quel punto.

A cosa si rivolgeranno? C’è una grande quantità di prove che i repubblicani, se potranno, cercheranno di utilizzare il tetto del debito per estorcere importanti tagli sulla Previdenza Sociale e su Medicare. Probabilmente essi non potrebbero far approvare tali tagli – che sarebbero profondamente impopolari – attraverso il normale procedimento legislativo, e non avrebbero certamente voti sufficienti per superare un veto di Biden. Ma l’idea sarebbe quella di costringere i democratici ad essere complici, in modo tale che l’opinione pubblica non si renda conto di chi è responsabile delle sofferenze conseguenti.

E quello è lo scenario migliore. Come ho detto, il Partito Repubblicano è adesso assai più estremista di quanto non fosse più di un decennio fa, e potrebbe certamente essere meno interessato a realizzare obbiettivi amministrativi, piuttosto che a far saltare l’economia mondiale nel corso di un mandato di un Presidente democratico.

Perché rifiutare di elevare il tetto del debito farebbe far saltare in aria l’economia?

Nel mondo moderno, il debito statunitense gioca un ruolo cruciale: esso è l’asset [1] sicuro definitivo, facilmente convertibile in contante, e non ci sono altre buone alternative. Se gli investitori perdono la fiducia che il governo statunitense onorerà le sue obbligazioni, la conseguente tempesta finanziaria renderà il recente caos in Inghilterra un acquazzone passeggero.

Cosa dovrebbe essere fatto per evitare questa minaccia? Se a novembre i repubblicani otterranno davvero il controllo di uno o di entrambi i rami del Congresso, i democratici dovrebbero usare la “sessione dell’anatra zoppa” [2] per varare un innalzamento molto largo del tetto del debito, sufficiente a congelare il problema per anni. I repubblicani ed i commentatori che non comprendono la posta in gioco attaccherebbero furiosamente questa mossa, ma essa sarebbe assai migliore che consentire una estorsione – e probabilmente sarebbe dimenticata nel tempo che ci separa dalle elezioni del 2024.

Se per qualche ragione i democratici non faranno questo passo ovvio, l’Amministrazione Biden dovrebbe essere pronta a rivolgersi a strategie legali per aggirare il tetto del debito. Sembrano esserci varie scappatoie che l’Amministrazione potrebbe sfruttare – coniare monete di platino del valore di mille miliardi di dollari è la più famosa, ma ce ne sono altre, come emettere obbligazioni senza alcuna data di scadenza e dunque senza alcun valore nominale.

L’Amministrazione Obama fu indisponibile e seguire indirizzi di questo genere, in larga misura, io credo, perché credeva che sarebbero apparsi come delle trovate e non dignitosi, e preferì cercare un compromesso. Ma certamente i democratici non hanno bisogno di preoccuparsi dela dignità, quando l’altro Partito è diretto da Donald Trump. E in ogni caso, adesso essi si stanno confrontando con oppositori che non sono soltanto radicali ma anche anti democratici; non è possibile alcun reale compromesso.

Naturalmente, tutto questo sarebbe irrilevante se i democratici mantenessero il Congresso. Ma dovrebbero prepararsi al peggio.

 

 

 

 

 

 

 

[1] Per alcuni potrebbe essere non così chiaro, come il debito possa essere un asset. Infatti, l’asset non è il debito, ma le obbligazioni pubbliche che è necessario emettere per coprire quel debito. Nel linguaggio corrente, l’espressione “debito” è normalmente anche un sinonimo di “obbligazioni sul debito”.

[2] La “sessione dell’anatra zoppa” interviene ogni volta che un Congresso si riunisce dopo che è stato eletto il Congresso successivo, ma prima che in mandato del successore sia iniziato. Se non sbaglio, quindi, propriamente l’espressione non dovrebbe avere a che fare con il fatto che una Amministrazione abbia perso la sua maggioranza in Congresso (che è l’uso al quale siamo più abituati del termine “anatra zoppa”); semplicemente dovrebbe indicare una sessione congressuale nella quale il Congresso continua ad operare con una composizione passata, perché quelle nuova – decisa dalle elezioni di medio termine – non è ancora entrata in funzione. È “anatra zoppa” perché si regge impropriamente su un assetto passato, ancora in funzione ma diverso da quello deciso dalle elezioni. Forse, per estensione, il termine è anche poi passato ad indicare la condizione di una Amministrazione che era stata nominata con un maggioranza decisa nel passato dalle elezioni presidenziali, che poi è stata ‘azzoppata’ dalle elezioni di medio termine.

Sennonché, negli anni più recenti, la sessione dell’ “anatra zoppa”  è stata spesso utilizzata per completare iniziative sugli stanziamenti e sul bilancio. È accaduto nel 1974, 1980, 1982, 2000, 2004, e nel 2012. In quel caso, in pratica viene consentito ad una maggioranza congressuale che non c’è più – e che potrebbe essere stata sostituita da una maggioranza opposta – di concludere procedure già avviate.

 

 

 

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