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Due evviva per l’economia di Biden, di Paul Krugman (New York Times, 10 novembre 2022)

 

Nov. 10, 2022

Two Cheers for the Biden Economy

By Paul Krugman

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Why didn’t a bad economy lead to the widely predicted midterm “blood bath” for Democrats?

It’s still unclear which party will end up controlling Congress, but Democrats greatly surpassed normal midterm performance for a party that holds the White House. They didn’t suffer anything like their loss of 64 House seats in 2010 or Republicans’ 42-seat loss in 2018.

What happened? The new narrative is that it was all about abortion, which proved a more powerful issue than expected. And abortion concerns surely helped stave off a red wave. But exit polls suggest that concerns about the future of democracy — which cynical observers dismissed as unlikely to move many voters — were also quite important, with almost as many voters citing it as their primary consideration as the number who cited inflation.

And maybe the economy wasn’t as much of a drag on Democrats as expected. Some of us have been arguing for a while that economic performance under President Biden has been better than much of what you see in the news media would suggest.

The job market has actually been terrific, with a stunningly fast return to prepandemic employment levels, contrasting with the sluggish recovery from the 2008 financial crisis. Rising prices have eroded purchasing power, but wages have also risen, outpacing inflation for lower-paid workers both since the eve of the pandemic and since Biden took office.

Economists pointing out the positive economic news have generally been dismissed as out of touch; ordinary Americans, we were told, weren’t feeling it. After all, the widely cited University of Michigan index of consumer sentiment has plunged to levels not seen since the financial crisis, and before that the stagflation of 1980.

But there are other indicators, and they tell a different story. Another long-running consumer survey, from the nonpartisan Conference Board, shows inflation taking a toll on confidence — but only enough to bring it down to 2015 levels. And if you ask me, this week’s election looked more Conference Board than Michigan.

Federal Reserve survey for 2021 showed households very negative on the national economy but very positive on their own finances, and somewhere in between on local economies, for which they have firsthand knowledge. My guess is that the results for 2022 will look similar. And consumer spending has remained strong, which doesn’t match up with claims of intense economic pessimism.

It seems at least possible that Americans told pollsters that the economy is terrible, because that’s what they’ve been hearing from the media, but voted based on their personal experience, which is much more mixed.

Furthermore, while voters greatly dislike inflation, it’s not clear how much this moved their votes.

It’s true that voters who cited inflation as their biggest concern tended to vote Republican — more than seven in 10, according to CNN’s exit poll. But if you think about it, that statistic raises problems of cause and effect. Did people concerned about inflation tend to vote Republican, or did people who were already going to vote Republican tend to identify inflation as their key issue? Probably some of both.

NBC asked a somewhat different question: Which party do you trust more to handle inflation? Republicans were favored — but by only 52 percent to 44 percent, which strikes me as a surprisingly narrow margin, given the historical tendency of voters to blame the party holding the White House whenever bad things happen.

So maybe political analysts haven’t been giving voters enough credit. Rising prices bother Americans, a lot, but it’s possible that many of them have seen through the emptiness of G.O.P. rhetoric and realized that Republicans don’t have an inflation plan.

Which brings me to the final question: What were the political consequences of Bidenomics?

The conventional view is that large spending early in Biden’s presidency was politically disastrous, because it fed inflation and led to a widespread public backlash. While the American Rescue Plan also helped promote rapid job growth, we were told that Democrats weren’t getting any credit for that.

Given the election results, however, it seems that job growth may have been more of a positive for Democrats than the narrative suggested. And while big spending in 2021 probably did contribute to inflation, a large part of recent inflation — especially the surge in politically salient gasoline and food prices — reflected events outside any president’s control (unless that president is named Vladimir Putin).

Put it this way: If there had been no rescue plan and inflation were 6 percent instead of 8 percent, but gas and grocery prices had spiked anyway, would Democrats have been in a much stronger political position? Probably not. And if there were fewer jobs created by fiscal stimulus, Democrats might actually have done worse.

My point is that while the midterms showed that voters care about issues going beyond economics, they also suggested that harsh negative verdicts on Bidenomics were premature. Biden’s economy hasn’t been that bad, and it didn’t sink his party.

 

Due evviva per l’economia di Biden,

di Paul Krugman

 

Perché un’economia negativa non ha comportato per i democratici l’ampiamente previsto “bagno di sangue” delle elezioni di medio termine?

Non è ancora chiaro quale partito finirà per controllare il Congresso, ma i democratici sono in gran parte andati oltre la normale prestazione del medio termine di un partito che è insediato alla Casa Bianca. Non hanno sofferto niente di simile alle loro perdite di 64 seggi alla Camera del 2010 o alla perdita di 48 seggi dei repubblicani nel 2018.

Cosa è successo? La narrazione più recente è che è tutto dipeso dall’aborto, che si è dimostrato un tema più coinvolgente di quanto ci si aspettava. E le preoccupazioni sull’aborto di sicuro hanno contribuito a prevenire un’ondata rossa. Ma gli exit poll indicano che anche le preoccupazioni sul futuro della democrazia – che osservatori cinici giudicavano improbabile spostassero molti elettori – sono state abbastanza importanti, considerato che la citano come la loro principale considerazione quasi altrettanti elettori di coloro che hanno indicato l’inflazione.

E forse l’economia non è stata un fattore negativo così importante come ci si aspettava. Alcuni di noi sono venuti sostenendo da un po’ che le prestazioni dell’economia sotto il Presidente Biden siano state migliori di buona parte di quello avrebbe suggerito ciò che si vede nei notiziari dei media.

Il mercato del lavoro in effetti è stato formidabile, con un ritorno sorprendentemente veloce ai livelli di occupazione precedenti alla pandemia, in contrasto con la fiacca ripresa dalla crisi finanziaria del 2008. I prezzi in crescita hanno eroso il potere d’acquisto, ma sono cresciuti anche i salari, distaccando per i lavoratori con le paghe più basse l’inflazione, sia dall’epoca della pandemia che da quando Biden è entrato in carica.

Gli economisti che mettevano in evidenza le notizie economiche positive in generale sono stati trattati come se fossero fuori dalla realtà; gli americani comuni, ci veniva detto, non se ne stavano accorgendo. Dopo tutto, il generalmente citato Indice dei sentimenti dei consumatori dell’Università del Michigan è crollato a livelli non visti dalla crisi finanziaria, e prima di essa dalla stagflazione del 1980.

Ma ci sono altri indicatori, ed essi raccontano una storia diversa. Un altro sondaggio di lunga data, da parte dell’indipendente Conference Board, mostra che l’inflazione ha un impatto sulla fiducia – ma solo per riabbassarla ai livelli del 2015. E se volete una mia opinione, le elezioni di questa settimana hanno dato più ragione al Conference Board che non all’Università del Michigan.

Un sondaggio della Federal Reserve del 2021 mostrava le famiglie molto pessimiste sull’economia nazionale ma molto ottimiste sulle loro proprie finanze, e in qualche modo in una posizione mediana sulle economie locali, sulle quali hanno conoscenze di prima mano. La mia impressione è che i risultati per il 2022 appariranno simili. E la spesa per i consumi è rimasta forte, il che mal si connette con le pretese di acuto pessimismo economico.

Sembra almeno possibile che gli americani abbiano detto ai sondaggisti che l’economia è terribile, perché questo è quanto vengono ascoltando dai media, ma abbiano votato basandosi sulla loro personale esperienza, che è molto più incerta.

Inoltre, mentre gli elettori detestano l’inflazione, non è chiaro quanto  questo abbia spostato i loro voti.

È vero che gli elettori che hanno citato l’inflazione come la loro preoccupazione più grande tendevano a votare repubblicano – più di sette su dieci, secondo l’exit poll della CNN. Ma se ci riflettete, quella statistica solleva il problema della causa e dell’effetto. Le persone preoccupate per l’inflazione tendono a votare repubblicano, oppure le persone che erano già orientate a votare repubblicano tendono a considerare l’inflazione come il loro tema principale? Probabilmente, un po’ di entrambi.

La NBC ha posto una domanda un po’ diversa: di quale partito si aveva più fiducia nel gestire l’inflazione? I repubblicani sono risultati favoriti – ma soltanto con un 52 per cento contro un 44 per cento, il che mi colpisce come un margine sorprendentemente ristretto, data la tendenza storica degli elettori ad incolpare il partito che detiene la Casa Bianca, ogni qual volta avvengono cose negative.

Dunque, forse gli analisti politici non hanno concesso agli elettori un credito sufficiente. I prezzi in crescita sconcertano non poco gli elettori, ma è possibile che molti di loro non si siano fatti ingannare dalla vuota retorica del Partito Repubblicano ed abbiano compreso che i repubblicani non hanno un piano per l’inflazione.

Il che mi porta alla questione finale: quali sono state le conseguenze economiche della politica economia di Biden?

L’opinione convenzionale è che l’ampia spesa agli inizi della Presidenza Biden sia stata politicamente disastrosa, perché ha alimentato l’inflazione ed ha portato ad una generalizzata reazione negativa l’opinione pubblica. Mentre il Programma Americano di Salvataggio contribuiva anche a promuovere una rapida crescita dei posti di lavoro, ci veniva raccontato che per quello i democratici non stavano ottenendo alcun credito.

Considerati i risultati delle elezioni, tuttavia, sembra che la crescita dei posti di lavoro sia stata positiva per i democratici più di quanto suggeriva quella narrazione. E mentre la grande spesa nel 2021 probabilmente contribuì davvero all’inflazione, un’ampia parte dell’inflazione recente – particolarmente l’impennata nei prezzi  politicamente influenti della benzina e dei generi alimentari – ha riflettuto eventi che sono estranei ad ogni controllo del Presidente (a meno che il Presidente non si chiami Vladimir Putin).

Diciamolo in questo modo: se non ci fosse stato alcun piano di salvataggio e l’inflazione fosse stata al 6 anziché all’8 per cento, i democratici sarebbero stati in una posizione politica molto più forte? Probabilmente no. E se ci fossero stati minori posti di lavoro creati dallo stimolo della finanza pubblica, i democratici potevano effettivamente essere andati peggio.

La mia opinione è che mentre le elezioni di medio termine hanno dimostrato che gli elettori si curano di questioni che vanno oltre l’economia, esse indicano anche che bruschi verdetti negativi sulla politica economica di Biden erano prematuri. L’economia di Biden non è stata così negativa, e non ha affondato il suo partito.

 

 

 

 

 

 

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