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Twitter (o diciamo “X” ) può sopravvivere ad Elon Musk? Di Paul Krugman (New York Times, 19 ottobre 2023)

 

Oct. 19, 2023

Can Twitter, uh, X, Survive Elon Musk?

By Paul Krugman

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What does it take to destroy a nexus — a place, real or virtual, where people go because they expect to find other people with whom they want to interact? How much do you need to degrade their experience before they stop coming, initiating a sort of death spiral?

Elon Musk may be finding out.

Modern technology has, in many ways, drastically reduced the importance of distance — not just physical distance but more abstract kinds of distance too. It has never been as easy to interact with people in different countries, in different professions and in different social strata as it is now.

Yet even in this shrunken world there are nexuses sustained by what economists call network externalities. The world’s great financial centers are nexuses: People do business in New York or London because so many others do the same. In a more abstract sense, the U.S. dollar is a nexus: People make payments in dollars and hold U.S. securities because so much of the world relies on these same assets.

The self-reinforcing nature of nexuses makes them highly durable. New York became America’s leading city largely thanks to the Erie Canal, but it’s still the most populous U.S. metropolis a century and a half after canals became largely irrelevant to the economy, because some companies, especially in finance, see big advantages in being close to other companies in related lines of work.

In a deep sense the international role of the dollar reflects the same kind of logic. The dollar became the premier international currency — basically, becoming to other national currencies what money is to other goods — when America dominated the world economy.

U.S. economic dominance is much less striking these days, but people still use dollars for cross-border business mainly because so many other people do the same. Foreign exchange markets usually involve exchanging currencies for dollars; contracts are invoiced in dollars to minimize risk given the dominance of dollar-denominated borrowing, and companies borrow in dollars because their contracts are also in dollars.

And despite constant hype about the imminent demise of the dollar’s international role, that role appears to be as strong as ever.

While nexuses are highly persistent, however, their durability isn’t unlimited. If New York really became the hellscape Republicans claim it is, its financial dominance would probably collapse. If America defaulted on its debts as a result of political brinkmanship, the dollar could be dethroned.

So far, none of these things are happening. But X, formerly Twitter, may soon offer a lesson in what it takes to make a nexus implode.

Between its founding in 2006 and its takeover by Musk last year, Twitter had evolved into an important public square, a place where people who knew something about a subject could share their knowledge. Like many of my journalistic and academic colleagues, I used Twitter to get a sense of interesting new developments. Twitter was especially important as a source of links, both to serious reporting and to new research.

I don’t want to romanticize pre-Musk Twitter. There was always a lot of misinformation and antisocial behavior on the site. I long ago stopped reading replies from people I don’t follow, partly because anyone with a large number of followers got too many replies to keep up with, but also because the ad hominem hostility of many commenters became tiresome. Still, Twitter, used carefully, was very useful, especially when major events were breaking.

Under Musk, however, the experience has gotten steadily worse. Blue checks, which used to be a form of verification, became something you paid for and are now often a signal that you’re a troll (no, I didn’t pay for mine). Musk has made the platform a safe space for vaccine deniers, antisemites and more. And recently X began stripping headlines from links to news articles, so you can’t easily see what the articles are about — which sounds trivial but I can say from experience is remarkably harmful.

The crisis in the Middle East has provided the first big test of the Muskified platform, and my perception, shared by many, is that it is failing that test with flying colors.

So is this the tipping point? I don’t have hard data, but my sense is that it may well be.

More and more people I follow are posting useful material to other platforms, mainly Threads and Bluesky (which so far is invitation only but is rapidly expanding).

True, people still check X for information, because not everyone is showing up in the other places, and many people are double- or triple-posting, so their stuff still appears on X. But the amount of useful information on X seems to be declining, in part because some of us are reluctant to act as free content providers for a man who promotes white supremacists. And the amount of useful stuff on other platforms is rapidly rising, making X less essential.

This is exactly what you’d expect to see if X were entering a death spiral. It takes a lot to destroy a well-established nexus, but it seems increasingly likely that Elon Musk is up to the job.

 

Twitter (o diciamo “X” [1]) può sopravvivere ad Elon Musk?

Di Paul Krugman

 

Cosa occorre per distruggere un ‘legame’ – un luogo, reale o virtuale, dove le persone vanno perché si aspettano di incontrare altre persone con le quali vogliono interagire? Quanto c’è bisogno di avvilire la loro esperienza prima che smettano di andarci, dando vita ad una sorte di spirale letale?

Elon Musk potrebbe stare scoprendolo.

La tecnologia moderna ha, in molti sensi, ridotto drasticamente l’importanza della distanza – non solo della distanza fisica ma anche di più astratti tipi di distanza. Non è mai stato così facile interagire con persone in diversi paesi, in diverse professioni e in diversi strati sociali come è adesso.

Tuttavia anche in questo mondo ristretto ci sono legami che gli economisti definiscono esternalità di rete. I grandi centri finanziari mondiali sono ‘legami’: le persone fanno affari a New York o a Londra perché tante altre persone fanno lo stesso. In un senso più astratto, il dollaro è un ‘legame’: le persone fanno pagamenti in dollari e detengpno titoli statunitensi perché tanta parte del mondo si basa su questi asset.

La natura che si auto rafforza dei ‘legami’ li rende altamente duraturi. New York divenne la principale città in gran parte grazie al Canale Erie, ma è ancora la metropoli statunitense più popolosa un secolo e mezzo dopo che i canali sono diventati in gran parte irrilevanti per l’economia, perché alcune società, specialmente nella finanza, vedono grandi vantaggi nell’essere vicine ad altre società in settori di lavoro connessi.

In un senso profondo, il ruolo internazionale del dollaro riflette lo stesso tipo di logica. Quando l’America dominava l’economia mondiale, il dollaro divenne la principale valuta internazionale – diventando, fondamentalmente, verso le altre valute quello che il denaro è con gli altri prodotti.

Di questi tempi, il dominio economico statunitense è molto meno impressionante, ma le persone usano ancora il dollaro per gli affari oltre confine principalmente perché tante altre persone fanno lo stesso. Il mercati stranieri dei cambi spesso comportano gli scambi di valute con dollari; i contratti sono fatturati in dollari per minimizzare il rischio, considerato il dominio dell’indebitamento espresso in dollari, e le società si indebitano in dollari perché anche i loro contratti sono in dollari.

E nonostante il costante clamore sull’imminente caduta del ruolo internazionale del dollaro, quel ruolo sembra forte come sempre.

Tuttavia, mentre i ‘legami’ sono altamente persistenti, la loro durata non è illimitata.  Se New York diventasse davvero il paesaggio infernale che i repubblicani sostengono sia, il suo dominio finanziario probabilmente collasserebbe. Se l’America andasse in default sui propri debiti come conseguenza di un rischio calcolato della politica [2], il dollaro potrebbe essere detronizzato.

Sinora, niente di questo sta avvenendo. Ma “X”, un tempo Twitter, potrebbe presto offrire una lezione nella quale essa finisce per far implodere un legame.

Tra la sua fondazione nel 2006 e la sua presa di possesso da parte di Musk l’anno passato, Twitter si è evoluta in una importante piazza pubblica, un luogo nel quale le persone che conoscevano qualcosa su un tema potevano condividere la loro conoscenza. Come molti dei miei colleghi accademici e giornalisti, utilizzavo Twitter per avere una percezione di importanti nuovi sviluppi. Twitter era particolarmente importante come un fonte di collegamenti, sia verso informazioni serie che verso nuove ricerche.

Non intendo esaltare Twitter prima di Musk. Sul sito ci sono sempre stati una quantità di cattive informazioni e di comportamenti antisociali. Da molto tempo ho smesso di leggere e repliche d persone che non seguo, in parte perché chiunque abbia un ampio numero di follower ottiene troppe repliche con cui restare in contatto, ma anche perché l’ostilità verso la persona di molti commentatori diveniva fastidiosa. Eppure Twitter, utilizzata con scrupolo, era molto utile, in particolare quando esplodevano eventi importanti.

Sotto Musk, tuttavia, l’esperienza è peggiorata regolarmente. I “blue checks”, che un tempo erano una forma di verifica, sono divenuti qualcosa per cui si paga e adesso sono spesso un segnale che siete un “troll” (no, per il mio io non ho pagato). Musk ha reso la piattaforma uno spazio sicuro per i negazionisti dei vaccini, per gli antisemiti ed altri. E di recente “X” a cominciato a togliere i titoli dalle connessioni con nuovi articoli, cosicché non si può vedere facilmente di quali articoli si tratti – il che sembra banale ma, per quanto posso dire dalla mia esperienza, è notevolmente dannoso.

La crisi nel Medio Oriente ha fornito il primo grande test della piattaforma dopo il trattamento di Musk, e la mia percezione, condivisa da molti, è che essa stia fallendo quel test su tutta la linea.

Siamo dunque al punto di rottura? Non ho dati precisi, ma la mia sensazione è che potrebbe essere così.

Sempre più persone che seguo stanno postando materiali utili su altre piattaforme, principalmente su Threads e su Bluesky (che sinora era soltanto una possibilità ma si sta rapidamente espandendo).

È vero, le persone controllano ancora “X” per informazione, perché non tutti stanno apparendo in altri luoghi, e materiale appare ancora su “X”. Ma la quantità di informazioni utili su “X” sembra in calo, in parte perché alcuni di noi sono riluttanti ad agire come fornitori di contenuti gratuiti per un individuo che promuove i suprematisti bianchi. E la quantità di materiale utile su altre piattaforme è in rapida crescita, il che rende “X” meno essenziale.

Questo è esattamente quello che vi aspettereste di constatare se “X” stesse entrando in una spirale letale. Ci vuole molto per distruggere un legame con forti fondamenta, ma sembra sempre di più che Elon Musk sia avanti nel suo lavoro.

 

 

 

 

 

[1] “X” è il nuovo nome che è stato dato a Twitter, dopo l’ingresso di Musk.

[2] Per ‘rischio politicamente calcolato’ – un espressione di recente adattata a quella circostanza – si intende quella sorta di “roulette russa” nella quale gli Stati Uniti si avventurano sempre più spesso con i vari scontri nel Congresso sulla minaccia di ‘non innalzamento del tetto del debito’.

 

 

 

 

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