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Il Partito Repubblicano punta tutto sugli estremisti, di Paul Krugman (New York Times, 26 ottobre 2023)

 

Oct. 26, 2023

The G.O.P. Goes Full-On Extremist

By Paul Krugman

krugi

There are no moderate Republicans in the House of Representatives.

Oh, no doubt some members are privately appalled by the views of Mike Johnson, the new speaker. But what they think in the privacy of their own minds isn’t important. What matters is what they do — and every single one of them went along with the selection of a radical extremist.

In fact, Johnson is more extreme than most people, I think even political reporters, fully realize.

Much of the reporting on Johnson has, understandably, focused on his role in the efforts to overturn the 2020 election. Let me say, by the way, that the widely used term “election denial” is a euphemism that softens and blurs what we’re really talking about. Trying to keep your party in power after it lost a free and fair election, without a shred of evidence of significant fraud, isn’t just denial; it’s a betrayal of democracy.

There has also been considerable coverage of Johnson’s right-wing social views, but I’m not sure how many people grasp the depth of his intolerance. Johnson isn’t just someone who wants to legalize discrimination against L.G.B.T.Q. Americans and ban gay marriage; he’s on record as defending the criminalization of gay sex.

But Johnson’s extremism, and that of the party that chose him, goes beyond rejecting democracy and trying to turn back the clock on decades of social progress. He has also espoused a startlingly reactionary economic agenda.

Until his sudden elevation to speaker, Johnson was a relatively little-known figure. But he did serve for a time as chairman of the Republican Study Committee, a group that devises policy proposals. And now that Johnson has become the face of his party, people really should look at the budget proposal the committee released for 2020 under his chairmanship.

For if you read that proposal carefully, getting past the often mealy-mouthed language, you realize that it calls for the evisceration of the U.S. social safety net — not just programs for the poor, but also policies that form the bedrock of financial stability for the American middle class.

Start with Social Security, where the budget calls for raising the retirement age — already set to rise to 67 — to 69 or 70, with possible further increases as life expectancy rises.

On the surface, this might sound plausible. Until Covid produced a huge drop, average U.S. life expectancy at age 65 was steadily rising over time. But there is a huge and growing gap between the number of years affluent Americans can expect to live and life expectancy for lower-income groups, including not just the poor but also much of the working class. So raising the retirement age would fall hard on less fortunate Americans — precisely the people who depend most on Social Security.

Then there’s Medicare, for which the budget proposes increasing the eligibility age “so it is aligned with the normal retirement age for Social Security and then indexing this age to life expectancy.” Translation: Raise the Medicare age from 65 to 70, then keep raising it.

Wait, there’s more. Most nonelderly Americans receive health insurance through their employers. But this system depends greatly on policies that the study committee proposed eliminating. You see, benefits don’t count as taxable income — but in order to maintain this tax advantage, companies (roughly speaking) must cover all their employees, as opposed to offering benefits only to highly compensated individuals.

The committee budget would eliminate this incentive for broad coverage by limiting the tax deduction for employer benefits and offering the same deduction for insurance purchased by individuals. As a result, some employers would probably just give their top earners cash, which they could use to buy expensive individual plans, while dropping coverage for the rest of their workers.

Oh, and it goes almost without saying that the budget would impose savage cuts — $3 trillion over a decade — on Medicaid, children’s health coverage and subsidies that help lower-income Americans afford insurance under the Affordable Care Act.

How many Americans would lose health insurance under these proposals? Back in 2017 the Congressional Budget Office estimated that Donald Trump’s attempt to repeal Obamacare would cause 23 million Americans to lose coverage. The Republican Study Committee’s proposals are far more draconian and far-reaching, so the losses would presumably be much bigger.

So Mike Johnson is on record advocating policies on retirement, health care and other areas I don’t have space to get into, like food stamps, that would basically end American society as we know it. We would become a vastly crueler and less secure nation, with far more sheer misery.

I think it’s safe to say that these proposals would be hugely unpopular — if voters knew about them. But will they?

Actually, I’d like to see some focus groups asking what Americans think of Johnson’s policy positions. Here’s my guess, based on previous experience: Many voters will simply refuse to believe that prominent Republicans, let alone the speaker of the House, are really advocating such terrible things.

But they are and he is. The G.O.P. has gone full-on extremist, on economic as well as social issues. The question now is whether the American public will notice.

 

Il Partito Repubblicano punta tutto sugli estremisti,

di Paul Krugman

 

Non ci sono repubblicani moderati alla Camera dei Rappresentanti.

Non c’è dubbio che alcuni membri siano in privato sconvolti dalle opinioni di Mike Johnson, il nuovo Speaker. Ma quello che essi pensano riservatamente nelle loro menti non è importante. Quello che conta è quello che fanno – e ognuno di loro ha acconsentito alla scelta di un estremista fanatico.

Di fatto, Johnson è più estremista di quanto comprendano la maggioranza delle persone, persino, penso, dei giornalisti politici.

Molti dei resoconti su Johnson si sono concentrati, comprensibilmente, sul suo ruolo nei tentativi di rovesciare il risultato delle elezioni del 2020. Fatemi dire, per inciso, che il termine largamente utilizzato di “negazionismo elettorale” è un eufemismo che attenua e mistifica quello di cui stiamo in realtà parlando. Cercare di mantenere il vostro partito al potere dopo che esso ha perso in elezioni libere e corrette, senza uno straccio di prova, è un reato importante, non è solo negazionismo; è un tradimento della democrazia.

C’è anche stata una considerevole copertura delle opinioni sociali di destra di Johnson, ma non sono sicuro che molte persone afferrino la profondità della sua intolleranza. Johnson non è soltanto uno che vuole legalizzare la discriminazione contro gli americani LGBTQ e mettere al bando il matrimonio degli omosessuali; egli si è segnalato come difensore della criminalizzazione della sessualità omosessuale.

Ma l’estremismo di Johnson, e quello del partito che lo ha scelto, va oltre il rigetto della democrazia e il tentativo di riportare l’orologio indietro di decenni nel progresso sociale. Egli ha anche fatto proprio un programma economico reazionario.

Sino all’improvvisa elevazione a Speaker, Johnson era un personaggio relativamente poco noto. Ma egli ha operato per un certo tempo come Presidente del Comitato di Studio Repubblicano, un gruppo che produce proposte politiche. E adesso che Johnson è diventato l’espressione del suo partito, le persone dovrebbero guardare le proposte di bilancio che il comitato rilasciò sotto la sua presidenza per il 2020.

Perché se leggete attentamente quella proposta, andando oltre il linguaggio spesso contorto, comprendete che esso si pronuncia per lo svuotamento della rete di sicurezza sociale degli Stati Uniti – non solo i programmi per i poveri, ma anche le politiche che costituiscono il basamento della stabilità finanziaria della classe media.

Partiamo dalla Previdenza Sociale, dove quel bilancio si pronuncia per l’innalzamento dell’età di pensionamento – che è già previsto salga a 67 anni – sino a 69 o 70, con possibili ulteriori incrementi con l’aumento della aspettativa di vita.

In apparenza, questo potrebbe sembrare plausibile. Sino a che il Covid ha prodotto una grande caduta, l’aspettativa di vita media a 65 anni negli Stati Uniti stava crescendo regolarmente col tempo. Ma c’è un ampio e crescente divario tra il numero degli anni che gli americani benestanti possono aspettarsi di vivere e l’aspettativa di vita per i gruppi a più basso reddito, inclusi non solo i poveri ma anche buona parte della classe lavoratrice. Dunque alzare l’età del pensionamento ricadrebbe pesantemente sugli americani meno fortunati – precisamente le persone che per la maggior parte dipendono dalla Previdenza Sociale.

Poi c’è Medicare, per il quale quel bilancio propone di aumentare l’età per l’ammissibilità “in modo da allinearla con la normale età di pensionamento della Previdenza Sociale e poi di indicizzare questa età alla aspettativa di vita”. Traduzione: elevare l’età per Medicare da 65 a 70 anni, poi continuare ad aumentarla.

Aspettate, c’è di più. La maggior parte degli americani non anziani ricevono l’assicurazione sanitaria attraverso i loro datori di lavoro. Ma questo sistema dipende in gran parte da politiche che il comitato di studio ha proposto di eliminare. Considerate che i sussidi non fanno parte del reddito tassabile – ma allo scopo di mantenere questo vantaggio fiscale, le società (parlando in modo spiccio) debbono coprire tutti i loro impiegati, anziché offrire i sussidi soltanto ai lavoratori singoli con elevati compensi.

Il comitato per il bilancio eliminerebbe questo incentivo per un copertura generale limitando le deduzioni fiscali per i sussidi dei datori di lavoro e offrendo le stesse deduzioni per assicurazioni acquistate dai singoli. Come risultato alcuni datori di lavoro potrebbero dare il loro denaro ai percettori degli stipendi più alti, che potrebbero usarli per acquistare costosi piani assicurativi individuali, nel mentre scaricherebbero la copertura per il resto dei loro lavoratori.

Infine, non è neanche il caso di aggiungere che quel bilancio imporrebbe tagli selvaggi – tre mila miliardi di dollari in un decennio – su Medicaid, sulla copertura sanitaria dei bambini e sui sussidi che aiutano gli americani con redditi più bassi a permettersi l’assicurazione sulla base della Legge per l’Assistenza Sostenibile.

Con queste proposte, quanti americani perderebbero l’assicurazione sanitaria? Nel passato 2017 l’Ufficio Congressuale del Bilancio aveva stimato che il tentativo di Donald Trump di abrogare la legge sanitaria di Obama avrebbe costretto 23 milioni di americani a perdere la copertura. Le proposte del Comitato di Studio Repubblicano sono assai più draconiane e di vasta portata, cosicché le perdite sarebbero probabilmente molto più grandi.

Dunque, Mike Johnson è nella lista dei sostenitori di politiche sulle pensioni, sull’assistenza sanitaria e su altre aree che non ho spazio per inserire, come gli aiuti alimentari, che fondamentalmente metterebbero fine alla società americana come la conosciamo. Diverremmo una nazione enormemente più crudele e meno sicura, con una miseria assai più grande.

Io penso che si possa dire con certezza che queste proposte sarebbero ampiamente impopolari – se gli elettori le conoscessero. Ma le conosceranno?

Effettivamente, mi piacerebbe osservare alcuni focus group [1] per chiedere cosa pensano gli americani delle posizioni politiche di Johnson. Ecco la mia impressione, basandomi su esperienze precedenti: molti lettori semplicemente rifiuterebbero di credere che repubblicani eminenti, per non dire il Presidente della Camera, stanno realmente sostenendo tali cose orrende.

Ma lo fanno, e lui lo fa. Il Partito Repubblicano  ha puntato tutto sugli estremisti, sui temi economici come su quelli sociali. Adesso la domanda è se l’opinione pubblica americana se ne accorgerà.

 

 

 

 

 

 

[1] Un focus group e un “gruppo di persone selezionato da studiosi di sociologia e impegnato nella discussione di un argomento prestabilito, allo scopo di determinare le idee e gli orientamenti di fondo di un insieme più vasto di persone”. A quanto pare, sono esperienze molto diffuse, probabilmente attivate da gruppi di ricerca, università, giornali e riviste, istituti specializzati nei sondaggi elettorali.

 

 

 

 

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