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Sfuggire all’ideologia contro i poveri, proteggere il servizio pubblico di Thomas Piketty (dal blog di Piketty, 12 dicembre 2023)

 

PUBLIÉ LE12 DÉCEMBRE 2023

Escaping anti-poor ideology, protecting public service

Thomas Piketty

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Let’s be clear from the outset: the edifying investigation published by Le Monde into the intrusive and ubiquitous procedures undergone by thousands of beneficiaries of the Caisse d’Allocation Familiales (CAF), France’s welfare agency, poses fundamental issues for the future of social security and public services, in France, Europe and the rest of the world. By examining thousands of lines of unduly concealed code, meeting vulnerable people and single parents unjustly hounded for imaginary overpayments, the journalists have shown the dramatic consequences of these blind algorithmic practices on everyday lives.

It should also be pointed out that CAF employees are often the first to denounce these practices imposed by their management as well as political leaders. With limited resources, CAF manages not only family allowances but also housing benefits, the disabled adult allowance, the allowance for families and the RSA benefit for low-income people, childcare benefits, etc., for a total of nearly 14 million recipients (around half of all French households).

The operating costs of the CAF, like those of the health insurance funds and all the social security funds, have always been extremely modest: between 2% and 3% of benefits paid out, depending on the case, compared with 15% to 20% for private insurance companies. This efficiency is a good thing in itself for a public service, provided we don’t push too far in this direction.

The problem is that political powers have constantly put pressure on the funds to further reduce these costs. The situation worsened when Nicolas Sarkozy came to power in 2007, emphasizing the need to mercilessly hunt down social security fraud and benefit recipients suspected of ruining the system.

Who cares if all the studies show that tax fraud and white-collar tax evasion involve much larger sums? Since it’s hard to take it out on the richest, let’s take it out on the poorest! This glorification of the « first of the line » and stigmatization of the poorest (deemed incapable of « crossing the street » to find a job and regularly accused of costing « crazy money » to the state) has become even more pronounced with Emmanuel Macron since 2017. Summoned to flush out fraudsters and crunch numbers with reduced human resources, CAF then embarked on the algorithmic drift uncovered by journalists.

The worst thing about this trend is that an anti-poor ideology ends up leading to a general deterioration in the quality of public service. If you haven’t experienced this yourself, ask around. For several years now, if you send a message to the CAF on the interface provided for this purpose, the machine tells you that the messages currently being processed are those received three months ago, and that yours will have to wait (six months later, it’s still waiting).

On the other hand, if you’re accused of overpayment, which is sometimes whimsical, you have to pay up straight away, with no possibility of appeal. For those who can afford it, these ubiquitous situations are painful but manageable. For all those whose finances are strained, it’s unbearable. Clearly, the CAF does not have the human resources to provide a quality service and treat users correctly, which is extremely painful for everyone involved.

This deterioration in public service can be seen in several areas. For example, with delays of over six months in obtaining identity papers, reimbursement procedures that are still too cumbersome for health insurance and complementary insurance companies, or the extreme opacity of allocation algorithms in higher education, against a backdrop of a shortage of spots and resources in the most sought-after courses.

The right-wing strategy of stigmatizing the poor and the « assisted » as responsible for the country’s ills is doubly losing: it weakens the most modest and leads to the degradation of public services for all and the reign of the every-man-for-himself, at the very moment when we need to allocate more resources to provide for the crying needs in health, education and the environment. The truth is that waste and undue remuneration are to be found in the private sector, not in social funds and public services.

This new anti-poor ideology is all the more worrying as it lies at the heart of current political recompositions. The anti-squatter law adopted at the end of 2022 by a Rassemblement National(RN, far right)-Les Républicains(LR, right-wing)-Renaissance (Macron’s party) coalition is the epitome of this. It also shows the dead ends of this approach: we won’t solve the housing problems of tens of millions of poorly housed and poorly insulated households by lashing out at the most precarious and weakening all tenants with shortened leases and accelerated evictions.

This question is also an opportunity to fight the RN on the only ground that counts: that of the weaknesses and inconsistencies of its program. The RN’s social conversion is an illusion. The party remains deeply imbued with economic liberalism, as demonstrated by its desire to abolish the real estate wealth tax, in the same way that former RN president Jean-Marie Le Pen wanted to abolish the income tax in the 1980s. It’s high time to move away from the current obsession with identity and put socio-economic issues back at the heart of public debate.

 

Sfuggire all’ideologia contro i poveri, proteggere il servizio pubblico

di Thomas Piketty

 

Siamo  subito chiari: l’edificante indagine pubblicata da Le Monde sulle procedure delle intrusive e diffusissime procedure a cui sono sottoposti migliaia di beneficiari della Cassa delle Prestazioni familiari (CAF), l’agenzia assistenziale francese, pone problemi fondamentali per il futuro della sicurezza sociale e dei servizi pubblici in Francia, in Europa e nel resto del mondo. Esaminando migliaia di righe del codice ingiustificatamente tenuto segreto, su cui si sono imbattute persone vulnerabili e genitori singoli ingiustamente perseguitati per immaginari assegni eccessivi, i giornalisti hanno mostrato le conseguenze drammatiche di queste cieche pratiche algoritmiche sulle esistenze quotidiane.

Dovrebbe anche essere messo in evidenza che gli impiegati del CAF sono spesso i primi a denunciare queste pratiche imposte tanto dalla loro direzione che da leader politici. Con limitate risorse, il CAF gestisce non solo le agevolazioni alle famiglie ma anche i sussidi per gli alloggi, le agevolazioni per i disabili adulti, le agevolazioni per le famiglie ed i sussidi della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) per le persone con bassi redditi, i sussidi per l’assistenza ai bambini etc., per un totale di quasi 14 milioni di destinatari (circa la metà di tutte le famiglie francesi).

I costi operativi del CAF, come quelli dei fondi per l’assicurazione sanitaria e come tutti i fondi della sicurezza sociale, sono sempre stati estremamente modesti: tra il 2 e il 3% dei sussidi pagati, a seconda dei casi, a paragonati ad un 15, 20% delle società assicurative private. In un servizio pubblico, l’efficienza è di per sé una buona cosa, ammesso che non ci si spinga troppo oltre in questa direzione.

Il problema è che i poteri politici hanno costantemente messo pressione sui fondi per ridurre ulteriormente questi costi. La situazione peggiorò quando arrivò al potere Nicolas Sarkhozy nel 2007, che enfatizzò il bisogno di dare spietatamente la caccia alle frodi nella sicurezza sociale ed ai destinatari di sussidi sospettati di mandare in rovina il sistema.

Chi si preoccupa se tutti gli studi dimostrano che le frodi fiscali e l’evasione delle tasse dei ‘colletti bianchi’ riguardano somme molto più ampie? Dal momento che è difficile scoprirlo per i più ricchi, tiriamolo fuori dai più poveri! Questa apoteosi dei “primi della fila” e questa stigmatizzazione dei più poveri (considerati incapaci di “attraversare la strada” per trovare un posto di lavoro e regolarmente accusati di costare “somme pazzesche” allo Stato) è stata, a partire dal 2017, ancora più pronunciata con Emmanuel Macron. Convocati per stanare i truffatori ed eseguire calcoli complicati, i CAF si sono allora imbarcati nella deriva algoritmica scoperta dai giornalisti.

La cosa peggiore di questa  tendenza è che una ideologia contro i poveri finisce per portare ad un generale deterioramento della qualità del servizio pubblico. Se non l’avete sperimentato voi stessi, chiedete in giro. Ormai da diversi anni, se mandate un messaggio al CAF sull’interfaccia fornito a questo scopo, la macchina vi dice che i messaggi che attualmente vengono processati sono quelli ricevuti tre mesi orsono, e che i vostri dovranno attendere (sei mesi dopo, stanno ancora attendendo).

D’altra parte, se siete accusati di sussidi eccessivi, il che è talvolta stravagante, dovete rimborsare immediatamente, senza alcuna possibilità di appello. Per coloro che possono permetterselo, queste situazioni diffusissime sono penose ma gestibili. Per coloro le cui finanze sono a dura prova, è insopportabile. Chiaramente, il CAF non ha le risorse umane per fornire un servizio di qualità e tratta correttamente gli utilizzatori, il che è estremamente penoso per tutti coloro che sono coinvolti.

Questo deterioramento del servizio pubblico può essere constatato in molte aree. Ad esempio, nei ritardi di più di sei mesi per ottenere carte di identità, nelle procedure di rimborso che sono già troppo scomode per l’assistenza sanitaria e le società complementari di assicurazione, o nell’estrema opacità di allocazione degli algoritmi nell’istruzione superiore, su uno sfondo di scarsità di luoghi e di risorse nella maggior parte dei corsi ricercati.

La strategia della destra di stigmatizzazione dei poveri e degli “assistiti” come responsabile dei mali del paese è doppiamente perdente: essa indebolisce chi ha minori mezzi e porta al degrado dei servizi pubblici per tutti e al regno di ognuno-che-bada-a-se-stesso, proprio nel momento nel quale abbiamo bisogno di allocare più risorse da fornire ai bisogni urgenti nella sanità, nell’istruzione e nell’ambiente. La verità è che lo spreco e la remunerazione non dovuta vanno trovate nel settore privato, non nei fondi sociali e nei servizi pubblici.

La nuova ideologia contro i poveri è ancora più preoccupante in quanto essa si colloca sul cuore delle attuali ricomposizioni politiche. La legge anti-abusivi adottata alla fine del 2022 da una coalizione di Rassemblement National (RN, l’estrema destra), Répubblicains (LR, la destra) e Renaissance (il partito di Macron)  è il modello di tutto questo. Essa mostra anche la mancanza di prospettive di questo approccio: non risolveremo il problema dell’alloggio di decine di milioni di persone in abitazioni povere e di abitazioni poveramente isolate aggredendo i più precari e indebolendo tutti gli inquilini con affitti più brevi e sfratti accelerati.

Questo tema mostra anche un’opportunità di combattere l’estrema destra sull’unico terreno sul quale essa fa affidamento: quello delle debolezze e delle incoerenze del suo programma. La conversione sociale dell’estrema destra è un’illusione. Il partito rimane profondamente permeato di liberalismo economico, come dimostrato dal suo desiderio di abolire la tassa sulle ricchezze patrimoniali, nella stesso modo in cui il passato presidente di RN Jean-Marie Le Pen voleva abolire la tassa sui redditi negli anni ‘980. Sarebbe l’ora di venir fuori dalla attuale ossessione sull’identità e di rimettere i temi socio-economici al centro del dibattito pubblico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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