maggio 2018 Archive

Apple e i frutti del taglio delle tasse, di Paul Krugman (New York Times 3 maggio 2018)

Apple aveva annunciato il rimpatrio dei suoi profitti all'estero, ma adesso chiarisce che una gran parte di quei soldi se ne andranno in riacquisti delle azioni della società. Ovvero, i vantaggi andranno ai possessori delle azioni. Non aumenteranno certo gli investimenti sul capitale fisico e dunque i vantaggi non andranno certo certo ai salari dei lavoratori. Ci sono varie ragioni per tutto questo, ma una delle più importanti è che per molte società i profitti vengono oggi da una posizione di quasi monopolio sui mercati: quello che conta è un marchio, in virtù del quale si possono caricare i prezzi finché il mercato lo sopporta. E le società non avranno nessuna ragione per distribuire quei profitti aggiuntivi sul lavoro. Non tutta l'economia americana è fatta in questo modo, ma questa è la sostanza cospicua e crescente del funzionamento dei mercati.

I politici non hanno bisogno di nuove idee, (dal blog di Paul Krugman, 2 maggio 2018)

La ossessione per la quale i politici devono avere nuove idee - assai diffusa tra i commentatori che su questa base irridono i candidati democratici, come avvenne per Al Gore e per Hillary Clinton - non tiene conto del fatto che più che idee nuove, servirebbe mettere in pratica idee buone, che esistono da tempo. Sappiamo quello che serve per avere una politica dell'accesso garantito a tutti alla assistenza sanitaria, o per avere una politica della protezione dell'ambiente. Il problema è avere gruppi dirigenti che sappiano mettere in pratica quelle idee. L'equidistanza tra coloro che ci provano e coloro che insistono con la ricetta di tagliare le tasse ai ricchi e togliere i sussidi ai poveri non aiuta certo a distinguere le idee buone.

Può essere evitata una guerra commerciale? Di Barry Eichengreen (da Project Syndicate, 10 aprile 2018)

Il decennio perduto delle economie avanzate, di Robert Skidelsky (da Project Syndicate, 13 aprile 2018)

Come sta funzionando il taglio delle tasse? Di Paul Krugman (New York Times 30 aprile 2018)

E' troppo presto per valutare gli effetti della legge sui tagli alle tasse di Trump e dei repubblicani del Congresso? Il punto è che per ottenere gli effetti mirabolanti che era stati promessi, avrebbe dovuto esserci sin da subito una grande crescita degli investimenti delle imprese. Invece non ce ne è traccia. I lavoratori americani non vedono alcuna conseguenza sulle loro buste paga,al punto che i repubblicani hanno addirittura smesso di parlarne nelle campagne elettorali. E per ogni mese nel quale gli investimenti non esplodono, i vantaggi di certo finiscono nelle tasche degli azionisti, del tutto indisponibili a dividerli con i lavoratori. In sostanza, il taglio delle tasse ai ricchi ed alle società ha tutti gli effetti che hanno avuto i tagli delle tasse nell'ultimo decennio: nessuna magia e solo il boom del deficit del bilancio.

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