gennaio 2015 Archive

L’“accordo sostitutivo” greco (dal blog di Krugman, 25 gennaio 2015)

Racconti alternativi dell’eurozona di Simon Wren-Lewis (da Mainly Macro, 23 gennaio 2015)

[1] Questo testo presenta alcune difficoltà di traduzione che forse meritano una spiegazione preliminare. Ci sono almeno due termini che ricorrono di continuo e non ...

Addetti e non addetti ai lavori e la politica monetaria degli Stati Uniti (22 gennaio 2015)

[1] Espressione (del tutto sproporzionata, direi) con la quale a suo tempo ufficiali del Pentagono descrissero la tendenza – nel giudicare le situazioni – ad ...

La caduta dell’edificio di Samuelson di Robert Skidelsky (da Project Syndicate, 22 gennaio 2015)

[1] Letteralmente, “tra il calice e le labbra”.

Quanto è stato ‘super’ Mario? (per esperti) (dal blog di Krugman, 22 gennaio 2015)

[1] Trovo questa spiegazione sul blog “In Touch, Capital Markets”, ammesso che l’abbia ben compresa. [2] Letteralmente, “punto di pareggio”. [3] Nella connessione precedente nel ...

Troppo responsabili, di Paul Krugman (New York Times 22 gennaio 2015)

Stati Uniti ed Europa: due crisi simili e due strade diverse. Nel 2009 Obama assunse misure di sostegno all'economia insufficienti ma utili, e la politica monetaria americana di questi anni è stata un tentativo di incoraggiare la ripresa. L'Europa - con istituzioni che di per sé non aiutavano le nazioni che avevano subito i contraccolpi maggiori (si pensi alla differenza tra i casi della Spagna e della Florida) - si è votata all'austerità ed ha avuto bisogno della lotta di Mario Draghi per avviare solo oggi una politica monetaria più efficace. Nel frattempo è entrata in una spirale deflattiva, e non è affatto chiaro se le misure di questi giorni saranno sufficienti. Ma quello che è stato più stupefacente è la dose di auto indulgenza dei sacerdoti dell'austerità. Hanno fatto un danno enorme e sembrano a loro agio.

Eurocantonate (dal blog di Krugman, 21 gennaio 2015)

[1] Il titolo di una famosa trasmissione radiofonica di Ronald Reagan. [2] Come si vede con il 2012 l’Europa torna ad avere un avanzo primario, ...

Sono le istituzioni, stupido! di Francesco Saraceno (dal blog: Sparse Thoughts of a Gloomy European Economist)

[1] Per il termine “controciclico” e per la traduzione del termine “counterfactual” vedi la nota 1 all’articolo del 23 gennaio 2015 di Wren-Lewis dal titolo ...

Esclusivamente cilindrici (21 gennaio 2015)

[1] Ovvero, hanno solo l’oleodotto in testa (penso!). [2] E’ prassi che i discorsi presidenziali sullo Stato dell’Unione abbiano una replica da parte del Partito ...

La politica della stupidità economica di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 20 gennaio 2015)

Quando le perdite della banche centrali sono importanti, di Simon Wren- Lewis (Mainly Macro 20 gennaio 2015)

    [1] La distribuzione di soldi da un elicottero, allo scopo di sostenere un’economia in crisi per insufficienza della domanda, è una immagine paradossale ...

La scena europea (19 gennaio 2015)

Illogicità sospette sugli accordi commerciali (19 gennaio 2015)

Svizzera: anche la “Facilitazione Quantitativa” (18 gennaio 2015)

[1] La connessione internet, come si è visto in precedenza. [2] Un personaggio dell’ormai famoso racconto di Ayn Rand (vedi alle note sulla traduzione).

L’odio per il buongoverno, di Paul Krugman (New York Times 18 gennaio 2015)

I dati ufficiali dicono che il 2014 è stato l'anno più caldo della storia moderna. Ma farà questo cambiare opinione ai negazionisti del cambiamento climatico? Non c'è da espettarselo; i dibattiti importanti della politica sono sempre più refrattari alle prove. Così è per il clima, per gli effetti della riforma sanitaria, per gli esperimenti degli sgravi fiscali sui ricchi (vedi il disastro del Kansas) e per altro ancora. Al fondo, quello che unisce queste posizioni è il livore verso le funzione stessa del governo della cosa pubblica. Arrestare il cambiamento climatico, investire soldi pubblici sulla ripresa dell'economia, garantire a tutti l'assistenza sanitaria indispensabile, sono tutte cose vissute come una minaccia alla tradizionale gerarchia. Il conservatorismo diventa sempre più reazionario.

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