gennaio 2016 Archive

Il petrolio diventa non lineare (dal blog di Krugman, 16 gennaio 2016)

     

L’economia monetaria al dibattito del Partito Repubblicano (15 gennaio 2016)

[1] Si riporta un titolo di giornale con un articolo di Laffer che prevedeva forti rialzi dell’inflazione e dei tassi di interesse. L’articolo era del ...

Neil Cavuto e la dinamica della disinformazione (15 gennaio 2016)

[1] Un conduttore televisivo di orientamento di destra, che opera su Fox News. [2][2] Non ho trovato un riferimento a questo uso del termine “grilli”; ...

Oltraggio (14 gennaio 2016)

[1] É una denominazione dello Stato Islamico, e sta per Stato Islamico dell’Iraq e del Levante.      

Paul Ryan Dada (13 gennaio 2016)

[1] La classica definizione dell’economia della destra reaganiana e post reaganiana; letteralmente “sgocciolamento verso il basso”.      

Realtà della riforma sanitaria, di Paul Krugman (New York Times 18 gennaio 2016)

I progetti dei democratici per i prossimi anni toccano inevitabilmente alcune grandi priorità: azioni efficaci sul cambiamento climatico, possibilità di accesso alle università per tutti, ripristino di potere contrattuale per i lavoratori. Dovrebbero essi proporsi anche di rifare la riforma sanitaria, che, con tutte le sue complicazioni, è il loro successo politico più grande da molti anni? Le complicazioni della riforma sanitaria sono derivate da circostanze oggettive: il peso delle assicurazioni private che non sono facili da cancellare; la difficoltà politica a proporre ai contribuenti americani di classe media uno scambio tra più tasse e meno costi assicurativi; il fatto che molte assicurazioni a carico dei datori di lavoro sono più vantaggiose per gli stessi lavoratori. Non sembra ragionevole l'impresa di cambiare qualcosa che, in fondo, è stato un notevole successo.

L’economia che cambia la mentalità (dal blog di Krugman, 13 gennaio 2016)

[1] É il nome della scuola economica conservatrice americana, vedi alle note sulla traduzione. [2] La connessione è con un studio di Arindrajit Dube, T. ...

Sì, l’ha fatto (dal blog di Krugman, 13 gennaio 2016)

[1] La tabella alla quale si fa riferimento nel seguito di questo post mostra l’andamento del tasso di disoccupazione (in grigio) e del reddito mediano ...

Bullismo a favore delle neurotossine (12 gennaio 2016)

[1] Un blogger della destra americana particolarmente rozzo.      

Un mondo unico? – Gennaio 2016

zz 65 La tesi di Robert Skidelsky – “Una politica europea dal volto islamico?”, 22 dicembre 2015, qua tradotto – può essere così sintetizzata: l’islamismo è una religione con tratti secolari non eliminabili, o almeno sinora connaturati alla sua storia (mentre il cristianesimo che è alla base della cultura dell’Occidente ne è privo, o se ne è emendato da tempo); gli indici di fertilità delle popolazioni islamiche emigrate in Occidente sono tali che, prima di diventare omogenei con quelli dei paesi che le ospitano, la loro quota sui residenti totali crescerà di molto, inevitabilmente; dunque, a parte Trump, dovremmo prepararci a considerare il problema della loro integrazione – diciamo pure, della convivenza con loro - come cruciale, ben oltre i rischi delle infiltrazioni terroristiche. Un libro che ho letto di recente – “Violenza ed Islam”, conversazione tra Adonis e Houria Abdelouhed – analizza in modo più approfondito il tema della violenza, ed anche della negazione della libertà alla donna, come elemento costituivo dell’Islam, per giungere a conclusioni ancora più sconfortanti. Peraltro, una tesi del libro – francamente non espressa in modo chiaro - è che lo stesso fenomeno delle ‘primavere arabe’ sarebbe stato condizionato dal fondamentalismo. In entrambi i casi, si tratta di intellettuali che non possono certo essere sospettati di ‘suprematismo bianco’; i due autori del libro sono libanesi di evidente orientamento democratico da tempo residenti in Francia; Skidelsky – a parte i suoi interventi di questi anni a favore di una diversa politica economica, vari dei quali sono stati tradotti su questo blog - è autore di una monumentale e molto bella biografia di Keynes ........

La grande ineguaglianza è necessaria? Di Paul Krugman (New York Times 15 gennaio 2016)

Si possono immaginare tre semplici modelli per spiegare l'ineguaglianza: può derivare dalla diversa produttività delle persone - differenza che si può ammettere in alcuni casi sia grande; può derivare dalla fortuna di trovarsi al momento giusto dinanzi alla occasione giusta, nella quale in qualche modo si sarà concentrato anche il lavoro e gli sforzi di tutti quelli che non hanno avuto successo; può derivare dal potere, ad esempio dal potere di decidere i propri compensi, o di sfruttare gli altri con le proprie informazioni riservate. E' probabile che tutti questi fattori possano influire contemporaneamente. Ma tassare di più i ricchi può creare una società che, oltre a consentire a tutti di vivere più dignitosamente, può incoraggiare tutti a ad assumersi il rischio di provare e di innovare. E nella storia americana gli anni nei quali le tasse sui ricchi sono state maggiori, sono stati anche gli anni di migliore crescita e innovazione.

Economisti e ineguaglianza (dal blog di Krugman, 8 gennaio 2016)

[1] “r” è il tasso di rendimento degli asset: “g” il tasso di crescita generale dell’economia. Questi temi sono spiegati, tra l’altro, nel post di ...

Irritazioni fatali (5 gennaio 2016)

[1] In Oregon sembra ci sia stata di recente l’occupazione di un ufficio federale da parte di un gruppo di individui armati che protestavano contro ...

Riassumendo il trialogo (5 gennaio 2016)

     

La fiducia come espediente politico di Simon Wren-Lewis (da Mainly Macro, 6 gennaio 2016)

[1] Per una idea della tematica degli ‘equilibri multipli’ si veda, qua tradotto, il post di Krugman del 15 arile 2015 (“La non-linearità, gli equilibri ...

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