maggio 2015 Archive

Le ‘finestre rotte’ e l’oligarchia americana (15 maggio 2015)

[1] Con l’espressione teoria delle finestre rotte si indica quella teoria sociologica secondo cui investendo le risorse, umane e finanziarie, nella cura dell’esistente e nel ...

Quando i Maestri strillano (15 maggio 2015)

[1] “Maestro” era il termine con il quale normalmente ci si rivolgeva ad Alan Greenspan, almeno sinché non cominciarono i disastri della crisi finanziaria globale. ...

Empatia e simpatia, maggio 2015. Marco Marcucci

z 764 Il Pianeta e la politica - Il nuovo libro della Klein non ha per oggetto il fenomeno del cambiamento climatico, sebbene ad esso si riferisca per oltre seicento pagine. Il tema è la politica, quanto essa si sia trasformata e sia destinata a trasformarsi per effetto di quel fenomeno (il titolo nel testo inglese è più chiaro: “Questo cambia tutto. Il capitalismo contro il clima”). E lo stile dell’autrice ha il carattere della sobrietà; nel mentre ci fornisce centinaia di informazioni che sembrerebbero tutte alludere ad un bisogno di maggiore ‘concettualizzazione’, ella rifugge da eccessive astrazioni, preferisce segnalarci tutti i sintomi di un cambiamento profondo ed ineluttabile e lasciarci alle prese con il lavoro di intuirne gli sviluppi. Non ci parla di una rivoluzione ineludibile, semmai cerca di farci comprendere le ragioni per le quali una parte della politica rifiuta aggressivamente la realtà, mentre l’altra non riesce ad esprimerla per un difetto di immaginazione. Ad esempio: il titolo del primo capitolo è provocatoriamente “La destra ha ragione”. Ci racconta episodi ed aneddoti del ‘negazionismo’ del cambiamento climatico, raccolti in vari colloqui e interviste presso una sorta di ‘santuario’ dei negazionisti: la Sesta Conferenza Internazionale organizzata dalla Fondazione della destra americana Heartland Institute nel 2011.

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Conseguenze dell’eccesso di petrolio nel mondo di Thomas Grennes e Andris Strazds (da Economonitor, 3 aprile 2015)

  [1] Il primo è un economista statunitense della Università del Nord Carolina; il secondo un economista lettone. Entrambi svolgono attività presso la School of ...

La battaglia sulla storia (dal blog di Krugman, 13 maggio 2015)

  [1] La tabella con la quale questo post inizia si riferisce a recenti sondaggi relativi al giudizio degli americani su George W. Bush. In ...

Quanto è naturale il monopolio naturale? Il caso del pericolante possesso cinese delle terre rare, di Ed Dolan (Economonitor, 13 maggio 2015)

[1] Il Council on Foreign Relations (consiglio sulle relazioni estere) è un’associazione privata statunitense. Creata nel 1921, ha sede a New York (58 East 68th ...

Non chiedetevi cosa ha fatto perdere , ma cosa ha fatto vincere (da Mainly Macro, 12 maggio 2015)

[1] “Core vote strategy” lo potremmo anche tradurre con “la strategia dello zoccolo duro”, ovvero una strategia elettorale che privilegia quelli che si ritengono i ...

I vampiri di Wall Street, di Paul Krugman (New York Times, 11 maggio 2015)

La riforma del sistema finanziario americano - nota come la Legge Dodd-Frank, dal nome dei due congressisti proponenti - pur essendo una risposta inedeguata, in qualche modo funziona. Funziona l'idea che ebbe la Senatrice Warren, di istituire con essa un Ufficio di protezione dei cittadini dalle pratiche creditizie truffaldine; funzionano anche le regole nuove previste per gli istituti finanziari "sistemicamente importanti", che in tempi di crisi potrebbero essere rilevati dallo Stato. Tanto è vero che a Wall Street si cerca in ogni modo di evitare di essere classificati in tal modo. E la destra mostra un certo timore ad attaccare frontalmente la legge, anche se in cuor suo se ne disfarrebbe volentieri. In un certo senso, i vampiri di Wall Street restano in agguato, ma temono di finire sotto i riflettori e non escono alla luce del sole. Come i vampiri, appunto.

I tassi di interesse sono ancora molto bassi (11 maggio 2015)

Il trionfo della dissennatezza, di Paul Krugman (New York Times 8 maggio 2015)

Krugman, ormai a poche ore dai risultati, torna sul tema della campagna elettorale in Inghilterra. Il racconto che imperversa in queste settimane in Gran Bretagna è noto: la colpa di tutto - negli anni che prepararono la crisi - fu del Labour e delle sue spese incontrollate; l'austerità era senza alternative; la modesta ripresa degli ultimi anni ne è una conferma. Non c'è niente di quel racconto che stia in piedi, ma esso è messo in circolazione da gran parte dei media britannici. E il Labour - in modo non molto dissimile da Obama nei primi anni del suo Governo - si arresero alla apparente forza di convincimento di quelle logiche, quando andavano contrastate. In quel modo, probabilmente, contribuendo a farle apparire sensate, mentre sarebbe stato sensato mettere in chiaro la diversità di condizioni di un'economia profondamente depressa.

Ma che uomo fortunato, di Simon Wren-Lewis (da Mainly Macro, 8 maggio 2015)

[1] Come è noto, l’espressione coniata da Wren-Lewis e ripresa da altri, con la quale si indica l’orientamento prevalente nei media nell’analisi di fondo dell’economia. ...

Quello che mi è sfuggito (personale e autoreferenziale) (8 maggio 2015)

[1] È la traduzione letterale di una espressione di Keynes, che in particolare indicava i comportamenti istintivi – in genere guidati dalla voglia di fare ...

L’ “avanti e indietro” dell’austerità e le riprese controproducenti (8 maggio 2015)

L’economia e le elezioni inglesi (8 maggio 2015)

[1] La Tabella mostra il confronto, relativo agli USA, tra i risultati del voto popolare – ovvero i risultati assoluti – del Partito in carica ...

Il rischio sovrano in Inghilterra nel 2010 (7 maggio 2015)

[1] I credit default swap in pratica sono delle assicurazioni per i possessori dei titoli sottostanti contro il fallimento o default dello Stato o società cui ...

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