agosto 2015 Archive

Il debito non fa male, di Paul Krugman (New York Times 21 agosto 2015)

Lo scontro di questi anni è stato tra coloro che hanno alimentato il panico sui deficit pubblici, e coloro che hanno contestato le politiche della austerità nel contesto di economie in recessione. Si scopre che il problema potrebbe essere assai più grande. Uno studioso del MIT, Ricardo Caballero, sostiene che in realtà è probabile che il debito pubblico sia inferiore al necessario. Investire nelle deficienze del sistema pubblico (strade, ferrovie, sistemi idrici ed altro) è anche un modo per offrire agli investitori asset sicuri. E' noto che le improbabili magie finanziarie di Wall Street (i titoli garantiti dai mutui subprime) crollarono al momento dello scoppio della bolla immobiliare. E quel crollo costrinse gli investitori a tornare alle obbligazioni sul debito pubblico, nella forma di un ripiego che provocò anche un forte calo dei tassi di interesse. Ma se un maggiore debito pubblico fosse realisticamente connesso con spese necessarie e urgenti, l'intera economia sarebbe più sana, ed anche gli investimenti finanziari sarebbero meno sottoposti all'avventatezza. Forse, dunque, la critica all'austerità è stata addirittura meno radicale di quanto doveva essere. In fondo, debiti pubblici più elevati hanno caratterizzato gli ultimi secoli della storia economica degli Stati Uniti e del Regno Unito.

Carter, Reagan e Machiavelli (21 agosto 2015)

[1] Ovvero, un periodo nel quale ad una prima recessione ne seguì una seconda a breve termine, al punto di configurarsi in pratica come un ...

Follie classificatorie (21 agosto 2015)

[1] Proviamo anzitutto a chiarire questa questione della “classificazione”, senza di che è difficile comprendere il post. La signora Clinton è accusata nientedimeno che di ...

Racconti di fate (21 agosto 2015)

[1] Come si è notato varie volte, il termine “populist”, nel linguaggio politico americano, non ha affatto necessariamente una valenza negativa, perché sta a indicare ...

Ricchezza e distribuzione del reddito: nuove teorie necessarie per una nuova epoca, di Ravi Kanbur e Joseph Stiglitz (da VOX, 18 agosto 2015)

[1] Il termine “stylized facts” venne per la prima volta introdotto (Wikipedia) proprio dall’economista Nicholas Kaldor. Criticando i modelli neoclassici della crescita economica del suo ...

I repubblicani contro le pensioni, di Paul Krugman (New York Times 17 agosto 2015)

Uno dopo l'altro, i candidati repubblicani, ad eccezione di Trump,hanno preso posizione per tagli ai programmi pensionistici e per l'elevamento a 70 anni del diritto alla pensione. Quello che appare strano è che difficilmente si troverebbe una proposta meno popolare tra gli americani comuni. Ma quello è il punto: perchè prima delle primarie dei Partiti ci sono le primarie "invisibili", nelle quali si compete per i finanziamenti elettorali. E soprattutto tra i repubblicani, i finanziatori delle elezioni sono in gran parte alcune dozzine di famiglie di magnati. Il sistema della Previdenza Sociale è molto gradito agli americani,ma assolutamente sgradito all'1 per cento dei più ricchi. Questo spiega quale politica ci si può aspettare da uno qualsiasi degli attuali candidati repubblicani (e Trump non fa ovviamente alcuna differenza, giacché egli è, per conto suo, uno degli americani più ricchi).

Se Pechino mette a soqquadro i mercati azionari, di Paul Krugman (New York Times 14 agosto 2015)

Sono noti gli elementi di fondo della vicenda economica cinese: un'economia che è cresciuta rapidamente sul versante degli investimenti e molto meno su quello dei consumi sociali; una progressiva riduzione del fattore del surplus della forza lavoro e dunque un fenomeno di rendimenti decrescenti di tali investimenti; la necessità di una transizione verso una economia capace di consumi maggiori. E il fatto che, su questa strada, pur essendo significativo quello che si sta facendo, il più resta da fare.Le vicende più recenti, invece, da quelle delle bolle e poi dei forti cali nei mercati azionari a quelle di questi giorni delle ripetute svalutazioni della valuta cinese, destano una preoccupazione di altro genere. Se in queste ultime varie vicende c'è un filo comune, esso sembra essere l'illusione dei gruppi dirigenti cinesi di poter manovrare i mercati a piacimento. Ma non è così che le cose funzionano. E adesso resta da capire se il gruppi dirigenti cinesi davvero non ne siano ancora consapevoli, la qualcosa sarebbe assai problematica per il mondo intero.

Il lato negativo della mobilità del lavoro (dal blog di Krugman, 14 agosto 2015)

[1] Come si intuisce, per “shock asimmetrico” si intende semplicemente la conseguenza di fenomeni – ad esempio una perdita di competitività, l’effetto di un ritardo ...

Tornare ai fondamentali nei mercati emergenti, di Dani Rodrik (da Project Syndicate, 13 agosto 2015)

[1] Il giudizio, almeno per la parte della ‘caccia alle streghe’, non pare molto calzante (a meno che il termine non abbia un significato più ...

La Cina del 2015 non è quella del 2010 (dal blog di Krugman, 13 agosto 2015)

[1] Il riferimento di Krugman è anche a se stesso, considerato che in varie occasioni si era pronunciato a favore di una posizione più decisa ...

La mania della moneta internazionale (dal blog di Krugman, 12 agosto 2015)

[1] I Diritti Speciali di Prelievo (abbreviato DSP, in inglese Special Drawing Rights o SDRs) sono un particolare tipo di valuta. Si tratta dell’unità di ...

La Cina morde la ciliegia (dal blog di Krugman, 12 agosto 2015)

[1] Charles Poor “Charlie” Kindleberger è stato un importante storico americano dell’economia, deceduto nel 2003. Autore di molti libri, in particolare ha ricostruito i fenomeni ...

L’ostacolo dell’America, di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 6 agosto 2015)

     

Lasciar scoppiare la bolla cinese di Michael Spence (da Project Syndicate, 29 luglio 2015)

     

Competitività e conflitto di classe (dal blog di Krugman, 11 agosto 2015)

     

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